L’insegnamento della Scrittura sulla sorte finale degli uomini

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La Scrittura innanzi tutto afferma che coloro che saranno salvati sono solo un piccolo grup­po, un gruppo minoritario in confronto a coloro che andranno in perdizione infatti Gesù ha detto: “Larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdi­zione, e molti son quelli che entran per essa. Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano”,[1] e Pietro ha detto che nell’arca costruita da Noè “poche anime, cioè otto, furon salvate tra mezzo all’acqua”.[2] Il discorso che fanno dunque i Mormoni secondo il quale la maggiore parte degli uomini saranno salvati con un certo grado di gloria è falso.

Per quanto riguarda poi lo stato finale degli uomini, bisogna dire che la Scrittura ci insegna che i giusti, ossia tutti coloro che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello, dopo essere risorti ed essere stati mutati alla venuta di Cristo e regnato con lui quei mille anni,[3] regneranno con Cristo nei secoli dei secoli su una nuova terra (perché questa passerà alla fine del millennio) sulla quale scenderà dal cielo la Nuova Gerusalemme.[4] A riguardo della risurrezione dei giusti, cioè della prima risurrezione, è necessario inoltre dire che essa avrà luogo al ritorno di Cristo, per cui solo allora essi risorgeranno con un corpo incorruttibile, immortale e glorioso.[5] Quei santi che risuscitarono di cui parla Matteo non parteciparono alla prima risurrezione perché essi risuscitarono con un corpo mortale per cui dovettero morire di nuovo. In altre parole essi ebbero una risurrezione come quella che sperimentò Lazzaro. Questo lo dimostra anche il fatto che essi non risuscitarono dopo la risurrezione di Gesù ma prima di essa infatti è scritto che quando Gesù rendè lo spirito: “La cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, e la terra tremò, e le rocce si schiantarono, e le tombe s’aprirono, e molti corpi de’ santi che dormivano, risuscitarono…”.[6] Come potete vedere la risurrezione di quei santi è posta tra le cose che avvennero alla morte di Gesù. Ciò che nel tempo è collocato dopo la risurrezione di Gesù è l’uscita di quei santi dai sepolcri e la loro apparizione a molti nella santa città.[7] E’ implicito dunque che anche Giovanni Battista, Pietro e Giacomo attendano anche loro la risurrezione; e perciò è falso quello che dicono i Mormoni che essi apparvero come esseri risorti a Joseph Smith (come è falso che Giovanni non vide la morte e si trova sulla terra come angelo ministratore, perché Giovanni morì ed anche lui aspetta la risurrezione). Altra cosa da dire a riguardo della risurrezione dei giusti è che la Scrittura non attesta che il loro corpo differirà in gloria a secondo del regno dove andranno e questo perché tutti i giusti otterranno un corpo glorioso simile a quello di Cristo ed erediteranno il regno di Dio. La distinzione tra corpo celestiale, corpo terrestriale e corpo telestiale è frutto dell’immaginazione diabolica di Joseph Smith che passava il tempo a generare dottrine strane. Paolo dice ai credenti di Filippi che Cristo “trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria”,[8] ed ai Corinzi dice che il nostro corpo “è seminato ignobile, e risuscita glorioso”.[9] Le sue parole riguardanti la differenza tra la gloria del sole, quella della luna e quella delle stelle, non hanno per nulla il significato datogli da Smith, perché con queste parole Paolo ha solo voluto dire che la gloria dei corpi celesti differisce dalla gloria dei corpi terrestri; cosicché alla risurrezione il corpo dei risorti sarà differente in gloria da quello che abbiamo noi adesso. E a conferma di ciò vi ricordo le parole di Gesù: “Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro”.[10] Certo, non tutti i giusti otterranno lo stesso premio perché c’è chi ha faticato di più chi di meno; ma di certo tutti erediteranno la vita eterna nel regno del Padre loro.

Passiamo ora ai peccatori, tra cui ci sono i codardi, gli increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri, i bugiardi, gli ubria­chi, i ladri e gli adulteri che nel frattempo (cioè tra la loro morte e la fine del millennio) avranno dimorato nell’Ades. Nel giorno del giudizio, che si terrà alla fine del millennio, essi risusciteranno, saranno giudicati secondo le loro opere e saranno gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo assieme al diavolo e ai suoi angeli (che li avranno preceduti) e là vi saranno tormentati per l’eternità, dove per eternità intendiamo dire un tempo senza fine e non qualcosa altro.[11] Non esistono dunque peccatori che non saranno gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. Joseph Smith dicendo che i maghi, gli adulteri, i bugiardi, i fornicatori saranno lo stesso salvati, anche se in un regno meno glorioso di quello celestiale e di quello terrestriale, si è messo apertamente e audacemente contro la parola di Dio per l’ennesima volta. Infatti la Scrittura dice in maniera categorica che “quelli che fanno tali cose non erederanno il regno di Dio”,[12] e che “la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda”.[13] Nessun tipo di gloria è riservata a codesta gente, ma solo ignominia. La vergogna e l’infamia coprirà il viso di costoro per l’eternità. Si sono compiaciuti nell’iniquità e Dio gli renderà ciò che si meritano; l’ignominia eterna. E tra costoro ci sono coloro che hanno praticato ed amato la menzogna, cioè i falsi profeti, che fanno parlare la loro lingua e dicono: Così parla il Signore’ quando il Signore non ha parlato e con la loro temerarietà seducono la gente; insomma tutta quella schiera di uomini fatti della stessa pasta di cui era fatto Joseph Smith. Lo sappiano bene questa gente ciò che li aspetta per l’eternità. Il Signore dice a costoro: “Io vi coprirò d’un obbrobrio eterno e d’un’eterna vergogna, che non saran mai dimenticati”.[14]

 


[1] Matt. 7:13-14

[2] 1 Piet. 3:20

[3] Cfr. 1 Tess. 4:15-17; Ap. 20:4,6

[4] Cfr. Ap. 20:11; 21:1-2; 22:5

[5] Cfr. 1 Tess. 4:16; 1 Cor. 15:22-23,52-53

[6] Matt. 27:51-52

[7] Cfr. Matt. 27:53

[8] Fil. 3:21

[9] 1 Cor. 15:43

[10] Matt. 13:43

[11] Cfr. Ap. 20:12-15; 21:8; Matt. 25:41,46; Ap. 20:10

[12] Gal. 5:21

[13] Ap. 21:8

[14] Ger. 23:40