Il divorzio

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La dottrina mormone.

‘La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ufficialmente disapprova il divorzio ma permette sia il divorzio (la dissoluzione legale di un legame matrimoniale) che l’annullamento (un decreto che un matrimonio era illegale o invalido) in matrimoni civili, e ‘la cancellazione del sigillo’ nei matrimoni del tempio’.[1] ‘Eccetto in casi di infedeltà o altre estreme condizioni la Chiesa disapprova il divorzio’.[2]

Confutazione.

Gesù disse: “Fu detto: Chiunque ripudia sua moglie, le dia l’atto del divorzio. Ma io vi dico: Chiunque manda via la moglie, salvo che per cagion di fornicazione, la fa essere adultera; e chiunque sposa colei ch’è mandata via, commette adulterio”,[3] ed anche: “Chiunque manda via la moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio”.[4] Ciò significa che all’uomo è lecito mandare via la moglie solo se questa le è infedele, ma dopo averla mandata via a cagione di fornicazione egli non ha il diritto di risposarsi perché in tale caso egli commetterebbe adulterio. Notate infatti che Gesù ha detto che chiunque manda via la moglie e ne sposa un’altra commette adulterio. La stessa cosa vale per la donna, cioè se il marito le è infedele ella ha il diritto di separarsi da lui ma non quello di passare ad un altro uomo. Paolo dice: “E se mai si separa, rimanga senza maritarsi o si riconcilî col marito”,[5] perché “la donna maritata è per la legge legata al marito mentre egli vive… ond’è che se mentre vive il marito ella passa ad un altro uomo, sarà chiamata adultera…”.[6]

Per riassumere dunque l’insegnamento della Scrittura a proposito del divorzio, la Scrittura dice che il legame matrimoniale non si scioglie neppure a motivo dell’infedeltà di uno dei coniugi. In questo caso, a secondo di chi commette adulterio, il marito può mandare via la moglie e la moglie separarsi dal marito; ma nessuno può risposarsi mentre l’altro coniuge ancora vive. Solo se sopraggiunge la morte del coniuge l’altro può risposarsi lecitamente senza rendersi colpevole di adulterio.

 


[1] Encyclopedia of Mormonism, vol. I, pag. 391

[2] Ibid., pag. 392

[3] Matt. 5:31-32

[4] Luca 16:18

[5] 1 Cor. 7:11

[6] Rom. 7:2,3