L’escatologia mormone e altri loro insegnamenti

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Il paradiso e la prigione degli spiriti

La dottrina mormone

I giusti quando muoiono vanno in paradiso che non è però il cielo; i malvagi invece vanno all’inferno dove però hanno la possibilità di ravvedersi e credere nel Vangelo.

Secondo i Mormoni quando sopraggiunge la morte fisica avviene che gli spiriti dei giusti (i battezzati e confermati) se ne vanno in un luogo detto paradiso, mentre gli spiriti dei malvagi se ne vanno in un luogo detto prigione. Nel Libro di Mormon troviamo scritto infatti: ‘Ora, riguardo alla condizione dell’anima fra la morte e la risurrezio­ne – ecco che mi è stato reso noto da un angelo che gli spiriti di tutti gli uomini, appena hanno lasciato questo corpo mortale, sì, gli spiriti di tutti gli uomini, che siano buoni o cattivi, sono condotti presso Iddio che diede loro la vita. Ed allora avverrà che gli spiriti dei giusti saranno ricevuti in uno stato di felicità, chiamato paradiso, uno stato di pace, ove si ripose­ranno da ogni loro tormento, da ogni pena e da ogni dolore. E poi accadrà che gli spiriti dei malvagi, sì, che sono cattivi (….) saranno rigettati dunque nelle tenebre di fuori; e là vi saranno pianti, lamenti e stridor di denti, e ciò a causa delle loro iniquità, essendo condotti prigionieri secondo la volontà del diavolo. Ora questa è la condizione delle anime dei cattivi, sì, nelle tenebre ed in uno stato di orribile e temibile attesa della fiera indignazione dell’ira di Dio su di loro; così essi rimangono in questo stato, come i giusti in paradiso, fino al momento della loro risurrezione’.[1] E’ bene precisare però che per i Mormoni il paradiso in questione non è il cielo perché Talmage afferma: ‘Il paradiso dunque non è il Cielo, se con questa parola si intende la dimora del Padre Eterno e dei Suoi figli celesti’;[2] quindi secondo loro quando i giusti muoiono non vanno direttamente in cielo alla presenza del Signore ad abitare con il Signore ma vanno in un luogo chiamato paradiso che non è però in cielo (in realtà si tratta del seno d’Abramo di cui parlò Gesù nella storia del ricco e del Lazzaro).[3] Per quanto riguarda invece questo luogo di sofferenza (la prigione degli spiriti) di cui parlano i Mormoni occorre dire che esso è un campo di missione infatti è visitato da missionari provenienti dal paradiso che vi si recano per predicare l’Evangelo. Ecco infatti cosa si legge in Principi Evangelici: ‘L’apostolo Pietro chiamò il mondo degli spiriti ‘una prigione’ come lo è per alcuni. Per molti spiriti è un luogo di studio e di attesa, per altri è un luogo di sofferen­za. In questa prigione si trovano coloro che non hanno ancora ricevuto il Vangelo di Gesù Cristo. Questi spiriti hanno il loro libero arbitrio e possono essere tentati sia dal bene che dal male. I missionari provenienti dal paradiso visitano questa ‘prigione’ per predicare il Vangelo. Là vi sono tre classi di spiriti ai quali il Vangelo viene predicato: coloro che non hanno mai udito il Vangelo; persone oneste che hanno respinto il Vange­lo mentre si trovavano sulla terra, poiché erano state accecate da astuzie degli uomini; e i malvagi e i disobbedienti che hanno respinto i profeti’.[4] E’ quindi doveroso sottolineare che per i Mormoni c’è la possibilità che siano salvati anche coloro che muoiono senza essersi ravveduti e aver creduto nell’Evangelo di Dio sulla terra. La maniera in cui essi possono essere salvati nel paradiso è questa: da parte loro devono pentirsi, accettare l’Evangelo predicato­gli dai missionari mormoni,[5] il battesimo e l’imposizione delle mani compiuti in loro favore, e fare opere buone, mentre da parte dei viventi è necessario che essi si facciano battezzare e imporre le mani per lo Spirito Santo per i morti. ‘Mentre l’insegnamento e l’opera missionaria procedono nella prigione degli spiriti e le ordinanze per i morti sono compiute nei templi sulla terra, gli spiriti che prima erano non informati e disubbidienti ma che ora sono spiriti pentiti e purificati possono entrare nel paradiso e godere l’associazione con i giusti e le benedizioni del vangelo’.[6]

Ma su che cosa si basano i Mormoni per sostenere che ci sono missionari nel mondo invisibile che si recano nella prigione a predicare l’Evangelo per salvare coloro che vi si trovano? Sulle parole di Pietro: “Essendo stato messo a morte, quanto alla carne, ma vivificato quanto allo spirito; e in esso andò anche a predi­care agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furon ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l’arca…”.[7] Essi prendono queste parole e dicono: ‘L’opera missionaria fra i morti fu iniziata da Cristo; chi di noi può dubitare che essa sia stata proseguita dai Suoi servi autorizzati, disincarnati, i quali, quando erano nella carne, erano stati incaricati di predicare il Vangelo ed eserci­tarne le ordinanze mediante l’ordinazione al Santo Sacerdozio? Che i fedeli apostoli che furono lasciati edificare la Chiesa sulla terra dopo la dipartita del suo divino Fondatore, che altri ministri della parola di Dio ordinati al Sacerdozio della Chiesa primitiva e in quella degli ultimi giorni, siano passati dal servizio sacerdotale fra i mortali a quello fra i disincarnati, è così abbondantemente implicito nella Scrittura da essere consi­derato un fatto certo. Essi sono chiamati a seguire le orme del Maestro, impartendo ammaestramenti qui fra i vivi, e nell’aldilà, fra i morti’.[8] Si tenga presente però che quando i Mormoni dicono che l’opera missionaria tra i morti fu iniziata da Cristo non intendono dire che Cristo predicò personalmente a quegli spiriti ribelli infatti Joseph Fielding Smith ha dichiarato: ‘….il Signore non andò in persona tra i malvagi e i disobbedienti che avevano rigettato la verità per ammaestrarli; ma ecco, fra i giusti, egli organizzò le sue forze e stabilì dei messaggeri, rivestiti di potenza ed autorità, e li commissionò ad andar fuori e portare la luce del vangelo a loro che erano nelle tenebre, cioè a tutti gli spiriti degli uomini e così il vangelo fu predicato ai morti. (…) Così il vangelo fu predicato a coloro che erano morti nei loro peccati, senza una conoscenza della verità, o in trasgressione, avendo rigettato i profeti’.[9]

 


[1] Libro di Mormon, Alma 40: 11-14

[2] James Talmage, Gesù il Cristo, pag. 498-499

[3] Cfr. Luca 16:22

[4] Principi Evangelici, pag. 253

[5] Joseph F. Smith che fu presidente dei Mormoni dal 1901 al 1918 affermò: ‘Io vidi che gli anziani fedeli di questa dispensazione quando si dipartono dalla vita mortale, continuano i loro lavori nella predicazione del vangelo di pentimento e di redenzione, attraverso il sacrificio dell’Unigenito Figlio di Dio, tra coloro che sono nelle tenebre e sotto la schiavitù del peccato nel grande mondo degli spiriti dei morti’ (Dottrina e Alleanze 138:57).

[6] Encyclopedia of Mormonism, vol. III, pag. 1063

[7] 1 Piet. 3:18-20

[8] James Talmage, op. cit., pag. 499-500.

[9] Dottrina e Alleanze 138:29-30,32