La Bibbia che possediamo è completa e non incompleta

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La Bibbia è la Parola di Dio; essa è composta da sessantasei libri di cui trentanove dell’Antico Patto e ventisette del Nuovo Patto, i quali sono tutti ispirati da Dio secondo che è scritto: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio”,[1] ed anche: “Nessuna profezia della Scrittura procede da vedute particolari; poiché non è dalla volontà dell’uomo che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo”.[2] Qualcuno forse dirà: ‘Ma queste parole di Paolo e di Pietro si riferiscono alle Scritture dell’Antico Patto!’ Sì, è così infatti Paolo prima di dire a Timoteo quelle parole gli disse: “che fin da fanciullo hai avuto conoscenza degli Scritti sacri, i quali possono renderti savio a salute mediante la fede che è in Cristo Gesù”;[3] ma questo non significa che gli Scritti di Paolo non sono ispirati da Dio e quindi non vanno chiamati anch’essi sacra Scrittura. Difatti l’apostolo Pietro alla fine della sua seconda epistola parlando delle cose difficili a capire presenti nelle epistole di Paolo dice che gli uomini ignoranti ed instabili le torcono “come anche le altre Scritture”[4] cioè gli Scritti dell’Antico Testamento che essi possedevano. Come potete vedere Pietro chiamava “Scritture” anche gli Scritti di Paolo che fu un suo contemporaneo. Comunque anche all’interno delle epistole di Paolo ci sono espressioni che attestano l’origine divina delle sue parole. Per esempio ai Tessalonicesi dice che essi avevano ricevuto la parola predicata da lui, Silvano e Timoteo non come parola di uomini ma “quale essa è veramente, come parola di Dio”,[5] ed ancora: “Questo vi diciamo per parola del Signore”.[6] Ai Corinzi egli dice: “Le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore”;[7] ed anche: “Parliamo mossi da sincerità, da parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo”.[8] Anche per quanto riguarda le parole dell’apostolo Pietro (quelle riguardanti l’ispirazione della Scrittura citate prima) va detto che esse si riferiscono agli Scritti dell’Antico Testamento, ma anche nel suo caso va detto che i suoi Scritti sono ispirati da Dio e perciò parola di Dio, difatti alla fine della sua prima epistola egli dice che le cose che egli ha scritto sono la vera grazia di Dio ed esorta i santi a rimanere saldi in essa.[9] Sono Parola di Dio quindi anche gli Scritti di Paolo e Pietro, come pure quelli di Matteo, Marco, Luca, Giovanni, dello scrittore agli Ebrei, di Giacomo, e Giuda. L’ispirazione di tutti questi Scritti (cioè quelli dell’Antico e del Nuovo Patto) ci è attestata dallo Spirito Santo che Dio ha mandato nei nostri cuori. Infatti quando noi leggiamo una qualsivoglia parte di essi in noi avvertiamo l’assenso dello Spirito Santo che si manifesta nella pace, nella gioia che Egli ci fa provare quando posiamo i nostri occhi su quelle parole o le meditiamo. Nel caso poi qualcuno è cieco lo Spirito gli attesta la stessa cosa nel momento che egli ascolta le parole di questi Scritti con le sue orecchie. Ma perché dalla lettura o dall’ascolto delle parole di tutti questi Scritti noi riceviamo pace e gioia? Perché le parole di Dio consolano, edificano e rallegrano il nostro uomo interiore. E non solo la loro lettura o ascolto ci rallegrano e consolano ma anche la loro osservanza; infatti noi proviamo grande gioia e pace nell’osservare i precetti di Dio.

Veniamo ora al contenuto della Bibbia. La Bibbia contiene tutto ciò che l’uomo ha bisogno di credere per essere salvato e che noi credenti abbiamo bisogno di sapere per piacere a Dio con tutta la nostra condotta.

Per essere salvati. Prendiamo inizialmente gli scritti del Nuovo Testamento. Paolo dice ai Romani che per essere salvati si devono fare queste cose: “Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato”;[10] e nel Nuovo Testamento ci sono molti passi che parlano della signoria di Cristo e del fatto che Dio l’ha risuscitato dai morti. Quindi se un peccatore apre un Nuovo Testamento e legge la storia di Gesù di Nazaret (scritta da Matteo o da Luca o da Marco o da Giovanni) e l’accetta così come è scritta viene salvato all’istante da Dio. Anche nel caso egli leggesse solo una epistola di Paolo e confessasse che Gesù è il Signore e credesse col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti egli verrebbe salvato all’istante da Dio. E se per caso egli avesse solo gli Scritti dell’Antico Patto? Bene, diciamo che anche in questo caso egli può essere salvato perché la legge, i Salmi e i profeti parlano di Gesù di Nazaret. Nei Salmi e nei profeti per esempio sono trascritte le sofferenze del Cristo per i nostri peccati, nel salmo sedicesimo Davide parla della risurrezione del Cristo; quindi se uno crede che quelle parole si sono adempiute in Gesù di Nazaret, di cui egli ha udito parlare, egli viene salvato dai suoi peccati. Ricordatevi che l’eunuco quando Filippo lo sentì parlare stava leggendo il profeta Isaia, e che Filippo da quel passo della Scrittura gli annunciò Gesù, e l’eunuco fu salvato.[11] Ancora non c’erano gli Scritti di Matteo, Marco, Luca e Giovanni che parlano della venuta di Cristo della sua morte e risurrezione e di come in lui si sono adempiute le Scritture; eppure Filippo da quel passo di Isaia gli annunciò lo stesso Gesù che predichiamo noi, e quell’eunuco fu salvato. Anche l’apostolo Paolo a Roma annunciò ai Giudei che Gesù era il Cristo traendo i suoi ragionamenti dalle Scritture dell’Antico Patto ed alcuni restarono persuasi e furono salvati.[12] A dimostrazione questo che anche solo con gli Scritti dell’Antico Patto si può annunciare ai Giudei la morte e la risurrezione di Cristo e persuaderli che Gesù è il Cristo (naturalmente per far questo è necessario conoscere bene le Scritture dell’Antico Patto e quelle del Nuovo). Quindi dei Giudei possono rimanere persuasi che Gesù di Nazaret è il Messia morto per i nostri peccati e risuscitato per la nostra giustificazione sentendo parlare accuratamente delle cose relative a Gesù solo con la legge, i Salmi e i profeti. Niente di cui meravigliarsi ben sapendo che l’Evangelo fu promesso da Dio negli Scritti dell’Antico Testamento;[13] tanto è vero che Gesù quando apparve ai due che erano sulla via di Emmaus “cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano”,[14] e quando apparve ai suoi discepoli disse loro: “Così è scritto, che il Cristo soffrirebbe, e risusciterebbe dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si predicherebbe ravvedimento e remission dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme”.[15] Va detto ora qualcosa circa il mistero di Dio occulto sin dalle più remote età, ma manifestato ai santi del Signore nella pienezza dei tempi. Mi riferisco al fatto che i Gentili sono eredi con i Giudei, e membri di un medesimo corpo con loro perché Cristo sulla croce ha fatto morire l’inimicizia che esisteva fra loro e Dio e quella che esisteva fra i Giudei e i Gentili; ossia come dice Paolo: “Ha abbattuto il muro di separazione con l’abolire nella sua carne la causa dell’inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti”.[16] Questo mistero infatti è strettamente collegato al messaggio della salvezza perché con la sua rivelazione Dio ha manifestato che Egli “vuole che tutti gli uomini siano salvati”,[17] e non solo i Giudei. E’ evidente che fino a che Cristo non morì sulla croce e lo Spirito Santo non rivelò questo mistero ai santi apostoli e profeti, questo mistero rimase nascosto. Sì, nelle Scritture dell’Antico Patto vi erano molti versi che predicevano in svariate maniere che i Gentili un giorno sarebbero entrati a far parte del popolo di Dio per cui Dio non si sarebbe vergognato di chiamarli suo popolo, ma questi passi erano coperti da un velo per cui ancora non venivano intesi. Ma quando il Signore aprì la mente per intenderli allora le cose furono chiare agli occhi di Giudei e Gentili; Dio aveva deciso di chiamare i Gentili a far parte del suo popolo. E come poté adempiersi questa predizione di Dio? Mediante la morte sulla croce di Cristo Gesù. Infatti, come ho detto prima, egli morendo sulla croce abbatté il muro di separazione, costituito dalla legge di Mosè, che divideva Giudei e Gentili da Dio, e i Giudei dai Gentili. E banditore di questo mistero fu costituito Paolo da Tarso il quale nelle sue epistole ne parla in svariate maniere. Le sue epistole sono dunque necessarie per intendere la gloria di questo mistero. Il piano della salvezza che Dio aveva formato in se stesso avanti la fondazione del mondo è stato dunque fatto conoscere a tutte le nazioni.

Per piacere a Dio. Paolo dice a Timoteo che ogni Scrittura è ispirata da Dio “e utile ad insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona”:[18] quindi per essa noi possiamo essere resi compiuti. Consideriamo gli Scritti del Nuovo Testamento; in essi ci sono i precetti per i mariti e per le mogli, per i figli e per i genitori, per i servi e per i padroni, per i conduttori e per i fedeli, in essa ci sono diversi riferimenti alla preghiera, al digiuno, alla lode, alla elemosina e ad ogni altra opera buona, ai miracoli e alle rivelazioni e a tante altre cose; in verità essi sono in grado di renderci compiuti in ogni bene e renderci savi in Cristo. E non è che questo discorso non può essere fatto per gli Scritti dell’Antico Patto perché anche in essi ci sono tanti precetti per tutti noi, non importa la posizione che ricopriamo nel corpo di Cristo o se siamo maschi o femmine, genitori o solo figli, la cui osservanza porta onore a Dio; in essi ci sono tante storie che ci esortano ad avere fede in Dio per ottenere rivelazioni, guarigione, doni, ecc., ed oltre che fede in Dio anche pazienza per ottenere l’adempimento delle promesse di Dio. Paolo dice ai Romani che “tutto quello che fu scritto per l’addietro, fu scritto per nostro ammaestramento, affinché mediante la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture, noi riteniamo la speranza”.[19] Naturalmente, va detto che per quanto riguarda diverse cose (precetti su cibi, su giorni, sulla circoncisione, ecc.,) per evitare di ricadere sotto la legge di Mosè sono necessari gli insegnamenti degli apostoli che spiegano che quelle cose sono ombra di cose che dovevano avvenire e quindi non vanno più osservate. Ma Dio, che ben sapeva tutto ciò, a suo tempo ha provveduto l’insegnamento che completa quello antico.

La conoscenza delle cose future. Per quanto riguarda gli avvenimenti che devono accadere prima del ritorno di Cristo, al suo ritorno, e dopo il suo ritorno, ci sono scritti nella Bibbia così tanti riferimenti che possiamo dire di non avere bisogno di sapere di più. Basta leggere le parole concernenti gli avvenimenti ultimi pronunciate da Gesù sul monte degli Ulivi prima di essere arrestato ed in altre circostanze, quelle scritte da Paolo, da Pietro, da Giovanni, e quelle pronunciate dagli antichi profeti secoli prima della venuta di Cristo (Isaia, Ezechiele, Daniele, Gioele, Zaccaria, Malachia) per rendersi conto di questo.

E badate che tutte queste cose erano già scritte nel primo secolo, quindi quando ancora non esisteva il Libro di Mormon! Se dunque la Scrittura era completa già a quel tempo quando il Libro di Mormon non esisteva, non si capisce proprio perché avrebbe dovuto essere incompleta ai giorni di Joseph Smith! In effetti la parte che mancava alle Scritture (qui mi riferisco a quelle dell’Antico Patto già disponibili prima dell’apparizione di Cristo) affinché divenissero complete era quella concernente la venuta di Cristo. Ed infatti una volta che Cristo apparve e compì l’opera del Padre suo trasmettendo le sue parole e morendo sulla croce per i nostri peccati e risuscitando il terzo giorno (e la sua vita e i suoi insegnamenti e le sue predizioni furono messi per iscritto), e gli apostoli dopo di lui trasmisero per iscritto da parte di Dio altri insegnamenti e altre predizioni utili alla Chiesa, allora le Scritture furono rese complete.

La Bibbia così composta è la finale rivelazione di Dio all’uomo. Non manca proprio nessun scritto per renderla completa perché già lo è. Guai a chi aggiunge altri scritti ad essa; Gesù Cristo a Giovanni sull’isola di Patmos attestò infatti: “Io lo dichiaro a ognuno che ode le parole della profezia di questo libro: Se alcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali le piaghe descrit­te in questo libro”.[20] Qualcuno forse obbietterà che queste parole si riferiscono esclusivamente al libro della Rivelazione, ma non è così. Come potremmo infatti affermare che sia lecito aggiungere qualco­sa alla Bibbia nel suo insieme tranne che al libro della Rivelazione solo perché quelle parole di Gesù sono scritte alla fine di questo specifico libro della Bibbia? Ma non è forse scritto nella legge: “Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando, e non ne toglierete nulla…”?[21] Quindi, l’ordine di non aggiungere nulla, pena la punizione descritta nel libro della Rivelazione, riguarda anche la Bibbia nel suo insieme e non solo il libro della Rivelazione; e poi quand’anche uno aggiungesse delle parole solo al libro della Rivelazione implicitamente le aggiungerebbe alla Bibbia perché l’Apocalisse è parte della Bibbia.

Il Libro di Mormon è un’aggiunta alla Bibbia che viene fatta passare per una parola aggiunta da Dio al canone delle Scritture per mezzo di Joseph Smith; si legge infatti nell’Introduzione del libro: ‘Il Libro di Mormon è un volume di Sacre Scritture paragonabile alla Bibbia’.

Quest’affermazione è falsa perché oltre la Bibbia non esiste sulla faccia di tutta la terra un altro libro che può essere definito sacra Scrittura come la Bibbia; tutti coloro che pretendono di possedere dei libri sacri (oltre la Bibbia o al posto della Bibbia) definendoli sacre Scritture sono stati sedotti dal serpente antico e seducono gli altri. Tra questi ci sono pure i Mormoni (e lo dimostreremo fra breve facendo notare gli errori e le contraddizioni del Libro di Mormon). Sono false dunque le parole scritte nel libro di Nefi secondo le quali Dio avrebbe detto che noi non dobbiamo supporre che lui non abbia fatto scrivere delle altre Bibbie oltre a quella che possediamo.[22]

E non corrispondono a verità neppure le altre parole scritte nel primo libro di Nefi, secondo le quali ‘molte cose chiare e pre­ziose furono tolte dal libro’, cioè dalla Bibbia, dopo che esso passò tra le mani della chiesa grande e abominevole (è sottintesa la chiesa cattolica romana). E questo perché le molte copie dei manoscritti dell’Antico Testamento che esistono variano solo in certe cose minime quali l’ortografia delle parole, l’omissione di una frase qui e là. Nell’insieme si può dire che nessuna parte dei Libri dell’Antico Testamento esistenti al tempo di Gesù e degli aposto­li è andata perduta ma che noi possediamo quegli stessi Libri dell’Antico Testamento che possedevano gli Ebrei senza nessuna parte fondamentale mancante. Una conferma dell’attendibilità dei Libri dell’Antico Testamento così come li abbiamo noi ora dopo migliaia di anni dalla loro stesura è venuta dal ritrovamento nel 1947 dei manoscritti tra i rotoli del Mar Morto che generalmente datano dal 200 circa al 50 a.C. Ebbene questi manoscritti contengono porzioni di ogni Libro dell’Antico Testamento eccetto Ester, e gli studi hanno rivelato che questi documenti così antichi sono sostanzialmente identici al testo dell’Antico Testamento che noi possediamo. Anche per quanto riguarda i manoscritti del Nuovo Testamento, i più vecchi dei quali risalgono al secondo secolo dopo Cristo, la situazione è sostanzialmente la medesima. Le variazioni che si possono riscontrare in essi, che sono copie degli originali o copie delle copie fatte dagli originali, sono di una importanza relativa perché riguardano questioni di ortografia, l’ordine delle parole, il tempo di alcuni verbi, e così via; ma in essi non mancano parti importanti del testo originale, e le variazioni esistenti non intaccano le dottrine fondamentali della Bibbia. Una conferma a ciò che stiamo dicendo in difesa dell’Antico e del Nuovo Testamento così come li abbiamo oggi nella Bibbia viene dalla versione latina della Bibbia denominata Vulgata che risale al quarto secolo dopo Cristo (dunque in piena apostasia secondo i Mormoni) e che fu fatta da Girolamo, (che è la versione della Bibbia adottata ufficialmente dalla chiesa cattolica romana con il concilio di Trento): in essa non mancano parti ‘chiare e preziosissime‘ degli antichi manoscritti. Vero è che in essa sono presenti dei passi tradotti malamente da Girolamo, ma in essa non mancano ‘parti chiare e preziosissime’ della Bibbia da ritenerla una versione della Bibbia ‘mutilata’ di parti fondamentali, non sufficiente dunque per la salvezza.

Possiamo concludere questa parte dicendo che i Mormoni dicono che le traduzioni della Bibbia sono tutte infedeli e da essa sono state asportate dalla chiesa apostata tante parti preziose e importanti e che Dio non smise di fare scrivere in maniera ispirata con Giovanni per il semplice motivo che devono fare credere alle persone che il Libro di Mormon e gli altri loro libri sacri colmano tutte le lacune della Bibbia perché Dio in seguito avrebbe dato a Joseph Smith delle importanti ‘rivelazioni’ per la salvezza dell’umanità; rivelazioni che restaurano il Vangelo mutilato dalla chiesa apostata. Mentre noi sappiamo che la Bibbia che possediamo non è manomessa ma si attiene fedelmente all’originale e contiene tutto ciò che abbisogniamo di credere e di sapere per piacere a Dio con tutta la nostra condotta. Nella sostanza si può dunque dire che i Mormoni attaccano la sacra Scrittura come fanno i Cattolici romani perché sia per i Mormoni che per i Cattolici la Bibbia non è completa e non basta per essere salvati. Solo che mentre per i Mormoni ciò che manca alla Bibbia è costituito dalle ‘rivelazioni’ di Joseph Smith e degli altri presidenti mormoni, per i Cattolici ciò che manca alla Bibbia è costituito dalla Tradizione che è formata dagli insegnamenti dei cosiddetti padri della Chiesa e che viene asserito procede da Dio. Sì, i Mormoni e i Cattolici spiegano l’incompletezza della Scrittura facendo dei ragionamenti diversi ma arrivano ambedue alla stessa conclusione: la Bibbia non è completa e perciò non basta per essere salvati. Nella sostanza dunque cambia ben poco. Nulla di cui meravigliarsi perché noi sappiamo che al diavolo quello che alla fin fine importa è che la Bibbia non sia dichiarata dagli uomini sufficiente e completa, per poter aggiungervi le menzogne che lui vuole mediante le quali la Scrittura viene annullata e il regno dei cieli serrato dinanzi agli uomini. Che poi le menzogne siano quelle di Joseph Smith o quelle di Agostino di Ippona o di Girolamo o di qualcun altro a lui non importa nulla.

 


[1] 2 Tim. 3:16

[2] 2 Piet. 1:20-21

[3] 2 Tim. 3:15

[4] 2 Piet. 3:16

[5] 1 Tess. 2:13

[6] 1 Tess. 4:15

[7] 1 Cor. 14:37

[8] 2 Cor. 2:17

[9] Cfr. 1 Piet. 5:12

[10] Rom. 10:9

[11] Cfr. Atti 8:26-38

[12] Cfr. Atti 28:23-24

[13] Cfr. Rom. 1:2-3

[14] Luca 24:27

[15] Luca 24:46-47

[16] Ef. 2:14-15

[17] 1 Tim. 2:4

[18] 2 Tim. 3:16-17

[19] Rom. 15:4

[20] Ap. 22:18

[21] Deut. 4:2

[22] Secondo i Mormoni il rigetto del Libro di Mormon, quale altra Bibbia, da parte di molti Gentili era stato predetto da Dio in questi termini: ‘E siccome le mie parole risuoneranno – molti dei Gentili diranno: Una Bibbia, una Bibbia! Noi abbiamo una Bibbia e non vi possono essere altre Bibbie (…) Tu insensato, che dirai: Una Bibbia, noi abbiamo una Bibbia e non vogliamo altre Bibbie’ (Libro di Mormon, 2 Nefi 29:3,6). Superfluo dire che queste parole attribuite a Dio sono invece scaturite dal cuore malvagio di Joseph Smith il quale prevedendo che molti avrebbero rigettato il Libro di Mormon pensò astutamente di mettere per iscritto un oracolo minaccioso nei confronti di coloro che a giusta ragione avrebbero rigettato questa cosiddetta altra Bibbia. Un oracolo falso dunque; uno dei tanti oracoli falsi contenuti nel Libro di Mormon.