Affinità tra Massoneria e Giudaismo

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Fatemi quindi spiegare brevemente alcune di queste affinità, affinchè comprendiate la forte ed influente presenza degli Ebrei nella Massoneria.

La Massoneria si basa su storie e nomi tratti dalla Bibbia Ebraica (quello che noi chiamiamo Vecchio Testamento), quali la costruzione del tempio di Salomone, che viene usata come metafora della costruzione del tempio dell’umanità; le due colonne del tempio, Boaz e Jakin, che rappresentano rispettivamente il principio attivo ossia l’elemento maschile, e il principio passivo ossia l’elemento femminile; le parole Tubal-Cain, Shibboleth, Macbenac, ecc…, che vengono usate come parole di riconoscimento e d’ordine (per esempio il termine Tubal-Cain è usato nel grado di Maestro-Massone nel rituale e nelle cerimonie della Massoneria: Shibboleth che è una stretta di mano massonica segreta); il personaggio Hiram – che è di fondamentale importanza nel rituale massonico – su cui i Massoni hanno costruito una leggenda, mescolando i riferimenti biblici che quindi sono verità con elementi fantasiosi che sono delle menzogne. Nel Rito Scozzese Antico ed Accettato, ci sono dei gradi che in qualche maniera si riferiscono a personaggi o cose trascritte nella Bibbia: il 13° grado è quello di Cavaliere dell’Arco Reale di Salomone, il 21° è Noachita o Cavaliere Prussiano, il 22° è Cavaliere dell’Ascia Reale o Principe del Libano, il 23° è Capo del Tabernacolo, il 24° è Principe del Tabernacolo, il 25° è Cavaliere del Serpente di Bronzo, il 27° è Grande Commendatore del Tempio, il 30° è Cavaliere Grand’Eletto Kadosh (in ebraico Kadosh significa ‘santo, sacro’). Inoltre il 4° grado, cioè quello di Maestro Segreto, è chiamato anche grado Ebraico-Hiramitico.

Persino il calendario massonico assomiglia a quello ebraico, per cui i massoni non usano l’espressione ‘avanti Cristo’ e ‘dopo Cristo’: d’altronde nè la Massoneria e neppure l’Ebraismo riconoscono che Gesù è il Cristo. La tradizione massonica classica infatti per datare l’anno 2012, secondo l’uso corrente nel sistema muratorio contemporaneo, ricorre a due sistemi di datazione: 1) Aggiunge alla cifra 2012 le lettere ‘E.V.’ che stanno per ‘Era Volgare’ (dal latino ‘vulgaris’ o ‘vulgo’, che in italiano significa ‘pubblico’ ‘comune a tutti’, cioè ad iniziati e non iniziati); 2) Aggiunge alla cifra 2012 la cifra 4000 (indica gli anni precedenti la nostra era) raggiungendo il totale 6012 per intendere, simbolicamente, che il mondo è stato creato diversi millenni prima della nascita di Cristo.

La Massoneria si basa molto sulla Cabala, come ha detto Albert Pike: ‘La Massoneria è una ricerca della luce. Quella ricerca ci porta indietro, come voi vedete, alla Cabala. In quell’antico e poco compreso miscuglio di assurdità e filosofia [medley of absurdity and philosophy] l’iniziato troverà la sorgente di molte dottrine; e potrà con il passare del tempo arrivare a capire i filosofi Ermetici, gli Alchimisti, tutti i pensatori antipapali del Medio Evo, ed Emmanuel Swedenborg’ (Albert Pike, Morals and Dogma, pag. 741 – 28° Cavaliere del sole – http://www.sacred-texts.com/mas/md/md29.htm). Peraltro, a conferma di ciò, c’è l’importanza nella Massoneria data ai numeri, che è una caratteristica della Cabala. E l’ebraismo è stato fortemente influenzato dalla Kabbalah che significa ‘ricezione’ o ‘ciò che è stato ricevuto’. Kabbalah è un termine generale che sta ad indicare un insegnamento religioso tramandato oralmente dall’origine di generazione in generazione. In particolare però il termine kabbalah dopo l’XI secolo cominciò ad essere usato per indicare quel tipo di pensiero mistico giudaico che si diceva trasmesso dal lontano passato e che era stato affidato come dottrina segreta a pochi privilegiati e che diventerà, dal XIV secolo uno studio a cui si dedicheranno apertamente molti. La Kabbalah è composta di complicate dottrine esoteriche a cui si sentono tuttora attratti coloro che studiano e praticano le arti occulte. Essa ha determinato nuovi riti e costumi ed ha influenzato l’Halakah (la legislazione religiosa ebraica). La Kabbalah comprende più libri tra i quali il più importante è lo Zohar (ebraico per ‘Splendore’) che comparve attorno al 1300, ed è lo scritto che dopo il Talmud ha esercitato l’influenza più profonda sul Giudaismo.

A conferma dell’interesse della Massoneria per la Cabala, vi è l’esistenza di una loggia italiana chiamata Har Tzion Montesion N° 705, che è una loggia molto importante per gli amanti della ricerca nel campo dell’esoterismo. E’ sorta nel 1969 per decreto dell’allora Gran Maestro del GOI Giordano Gamberini, e si occupa prevalentemente della Tradizione esoterica della cabala ebraica, e difatti sul loro sito dicono: ‘La Har Tzion Montesion nasce con lo scopo di approfondire la tradizione esoterica della Massoneria, con significativo orientamento alla Qabalah, anche se l’associazione, proponendosi come organismo teso alla ricerca di una via illuminativa, è una Istituzione Iniziatica che ignora la guida spirituale di un maestro o di una Tradizione, non fondandosi su nessuna dottrina, ma tutte abbracciandole e superandole’ (http://www.montesion.it/). Secondo alcuni questa loggia è diventata un punto d’incontro con il mondo ebraico.

La Massoneria sostiene e difende l’unicità di Dio (anche se abbiamo visto ognuno lo può chiamare come vuole lui), rigettando la dottrina della Trinità e di conseguenza la divinità di Gesù Cristo, e così fa il Giudaismo. Il secondo articolo di fede di Maimonide (1138-1204), famoso filosofo e rabbino ebreo i cui articoli di fede sono alla base dell’Ebraismo, afferma infatti: ‘Io credo con piena, ferma e sincera fede, che il Creatore, benedetto sia il suo nome, è unico e che non esiste un’unità in alcun modo paragonabile alla sua, e ch’egli solo è e sarà il nostro Dio’. Con queste parole viene espressa la credenza che Dio è uno e che fuori di Lui non v’è altro dio, e quindi è inaccettabile credere che Gesù sia il Figlio di Dio e divino come il Padre. Una parte dei Giudei ortodossi infatti evitano persino di menzionare il nome di Gesù Cristo. Quando devono riferirsi a lui dicono ‘il fondatore del cristianesimo’. Il suo nome è vietato farlo perché è il nome del Dio dei Cristiani, fatto tale da Paolo, e nella legge è scritto: “Non pronunzierete il nome di dèi stranieri: non lo si oda uscire dalla vostra bocca”! (Esodo 23:13). La Jewish Encyclopedia dopo avere detto che Gesù Cristo fu ‘elevato da Paolo al rango di un dio e piazzato accanto a Dio il Padre’ (The Jewish Encyclopedia, vol. IV, pag. 54), dice: ‘Non meraviglia quindi che gli Ebrei videro in tutto ciò l’idolatria, e si sentirono costretti ad applicare la legge ‘Non menzionate il nome di altri dii’ anche a Gesù; così il nome di uno dei migliori e veri maestri Ebrei fu schivato dall’Ebreo medievale’ (Ibid., pag. 54). Quindi, alla fine Gesù nell’Ebraismo al massimo viene definito un maestro di morale, esattamente come nella Massoneria.

La Massoneria, come abbiamo visto nega che Gesù è il Cristo o il Messia, e questo fa anche l’Ebraismo. Tutti gli Ebrei infatti – sia essi Ortodossi o Riformati – affermano che Egli non era e non è il Messia, e questo perchè secondo loro non diede inizio a nessuna era di pace. Lo studioso ebreo Samuel Sandmel (1911-1979) infatti ha affermato: ‘Il diniego antico o quello moderno da parte ebraica che Gesù era il Messia si basa semplicemente sull’osservazione che la carriera di Gesù non portò quello che gli Ebrei si aspettavano che il Messia compiesse’ (Samuel Sandmel, Anti-Semitism in the New Testament?, pag. 132); e: ‘Paolo associa il Cristo Gesù non con l’indipendenza Giudaica o il raduno degli esuli, ma con il peccato e l’espiazione. In verità Paolo considera il Cristo in modi così cambiati dalla solita opinione ebraica che nella maggior parte delle questioni basilari non c’è quasi nulla in comune eccetto la parola. L’opinione di Paolo sul Cristo è così del tutto differente da quella tenuta dagli Ebrei che gli Ebrei ordinari sono del tutto incapaci di capirla, e i Cristiani ordinari, non informati di quello che gli Ebrei credevano sul Messia, sono anche loro incapaci di capire il diniego ebraico della messianità di Gesù’ (Ibid., pag. 133).

La Massoneria nega il peccato originale dell’uomo e la completa depravazione dell’uomo e questo fa pure il Giudaismo, che afferma che l’uomo nasce senza peccato. La tradizione ebraica infatti dice: ‘Un bambino di un anno, che non ha sentito sapore di peccato’ (Joma, 22b); e: ‘Felice l’uomo di cui l’ora della morte somiglia all’ora della nascita; come alla sua nascita è esente da peccato, così alla sua morte possa essere esente da peccato’ (p. Ber., 4d).

La Massoneria sostiene che è in potere dell’uomo salvarsi da sè, e questo fa pure il Giudaismo che insegna che si può entrare nel regno di Dio tramite le opere buone senza assolutamente fare affidamento all’opera espiatoria compiuta da Gesù Cristo. E’ inammissibile per il Giudaismo che un giudeo dica: ‘Io non ce la posso fare’; perchè lui ce la può e ce la deve fare. E’ quindi chiaro che questo modo di vedere le cose da parte dei Giudei fa passare l’ebreo come capace di giustificarsi da solo appoggiandosi sulla legge di Mosè e quindi non bisognoso di un redentore, di qualcuno che lo liberi gratuitamente dal peccato che lo tiene schiavo e lo giustifichi sempre gratuitamente. ‘Che bisogno abbiamo di credere in Gesù se possiamo autogiustificarci mediante la legge di Mosè?’, dicono gli Ebrei. E non dice forse sostanzialmente la stessa cosa la Massoneria quando dice che si può entrare nell’Oriente Eterno senza credere in Gesù? Ma non è che gli Ebrei si limitano a fare presente a noi Cristiani che essi sono giustificati e salvati mediante la legge di Mosè ma essi si oppongono con forza alla dottrina della salvezza per sola fede, di questa dottrina enunciata molto chiaramente da Paolo nelle sue epistole, di questa dottrina che fa dell’uomo l’oggetto della grazia di Dio nel senso che fa dell’uomo un essere che per essere giustificato davanti a Dio deve solo credere in Gesù Cristo e basta, senza le opere della legge. Ecco per esempio come Elia Benamozegh facendo un raffronto tra la via della salvezza nel Giudaismo e quella nel Cristianesimo si scaglia contro la dottrina della salvezza per grazia mediante la fede in Gesù Cristo: ‘L’ebraismo, l’abbiamo detto, riconosce anch’esso un Verbo (Tiféret, Lògos); lo chiama, per di più, Legge, Torà; crede alla sua incarnazione nella Malkhùt, la Torà shebbealpè, la tradizione; e questo Verbo, o Torà, disceso tra noi, maestro, consigliere, guida dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti, delle nostre azioni, ha per missione di cancellare a poco a poco le stigmate dell’antica schiavitù, di riparare il peccato del primo uomo. Ma come avviene nell’ebraismo la redenzione? Facendo dell’uomo stesso, della sua coscienza, della sua anima, della sua volontà, il primo, il principale, sto per dire l’unico strumento della sua riabilitazione, chiamandolo ad aprire la mente ed il cuore agli insegnamenti, alle esortazioni, alla luce ed al calore che emanano dalla parola divina, affinché tutto l’interno dell’uomo si trasformi, che la sua forza si svegli, che le sue facoltà si sviluppino, e che lavori egli stesso, sotto l’occhio e sotto la mano di Dio, alla sua propria salvezza. In una parola, la redenzione, nell’ebraismo, è tutta interiore (..) Non si può dunque misconoscere ciò che la dottrina ebraica, ciò che il suo Verbo incarnato, la sua Redenzione, hanno di eminentemente favorevole alla dignità dell’uomo che essi elevano, alla sua attività morale che sollecitano, alla sua trasformazione interna, la sola che sia seria perchè è sua propria opera, alle sue facoltà, alle sue virtù chiamate all’opera, alla sua vera giustificazione, frutto di un lavoro lento, interno, soggettivo, morale, che non lascia un solo angolo nello spirito, nella coscienza, in cui la luce divina non respinga la potenza delle tenebre. Avviene forse la stessa cosa nel cristianesimo? Il suo Verbo, la sua Redenzione, la sua azione sull’anima umana, – impossibile negarlo – sono tutti esteriori, tutti oggettivi; essi operano dall’esterno dell’uomo senza che l’uomo vi prenda nessuna parte, salvo che con atto di fede nella virtù, nell’efficacia del sacrificio di Gesù secondo alcuni, o tutt’al più, secondo altri, un atto di fede generale in Gesù, alla sua missione, ai suoi comandamenti, alle sue promesse. Rimane sempre il fatto che i meriti che giustificano, che procurano la grazia, sono meriti altrui, i meriti di Gesù; rimane il fatto che l’uomo non li conquista col sudore della fronte, ma che gli sono concessi…’ (Elia Benamozegh, Morale ebraica e morale cristiana, Beniamino Carrucci Editore Assisi/Roma 1977, pag. 42-44). In sostanza la dottrina ebraica sulla redenzione sarebbe favorevole alla dignità dell’uomo perchè ritiene l’uomo capace di autogiustificarsi mediante l’osservanza della legge, mentre la dottrina della redenzione cristiana sarebbe invece sfavorevole alla dignità dell’uomo perchè non lo ritiene per nulla capace di giustificarsi avendo egli – per ottenere la giustificazione – bisogno solo di un atto di fede in una persona, cioè Gesù. In altre parole nell’ebraismo l’uomo riesce a meritarsi la redenzione con i suoi sforzi e perciò se la guadagna con il suo sudore, nel cristianesimo invece l’uomo non se la può meritare per nulla perchè gli viene concessa gratuitamente mediante la fede in virtù dei meriti di Gesù Cristo. Quindi l’ebraismo la fiducia la ripone nell’uomo, il cristianesimo no. Si noti come alla base di questo modo di parlare c’è la dottrina della fiducia nelle innate potenzialità umana. E non viene forse detta la stessa cosa anche nella Massoneria? Ecco perchè proprio Elia Benamozegh ha detto che ‘lo spirito della Massoneria è lo spirito del giudaismo nelle sue credenze più fondamentali’.

La Massoneria sostiene il libero arbitrio dell’uomo, e così fa il Giudaismo in cui il libero arbitrio riveste una posizione fondamentale. I rabbini per sostenerlo usano spesso queste parole del Talmud: ‘Tutto è nelle mani del Cielo, eccetto il timore del Cielo’ (Ber., 33b), e dicono che Dio non interviene nella scelta dell’uomo; l’uomo prende la strada che si sceglie.

La Massoneria sostiene che tutti gli uomini sono figli di Dio, e così fa il Giudaismo, i cui rabbini spiegano la paternità di Dio estesa a tutti gli uomini prendendo le parole che disse Dio a Israele: “Voi siete i figliuoli dell’Eterno” (Deuteronomio 14:1).

C’è poi un’altra affinità tra la Massoneria e il Giudaismo, ed è la forte ostilità che mostra verso il Cristianesimo fino al punto da volerlo distruggere. Siccome il Cristianesimo è fondato su Cristo Gesù, la pietra angolare dai Giudei sprezzata e rigettata, la loro attitudine non può non essere negativa, anche se taluni mostrano un certo apprezzamento verso una parte dell’etica cristiana. In linea generale quindi i Giudei si oppongono fortemente a noi Cristiani e ci contrastano fortemente. Ci accusano di essere politeisti perchè diciamo di avere un Dio formato da Tre Persone Divine, di credere in una dottrina ripugnante quale il sacrificio umano di Gesù per i nostri peccati, di avere fatto diventare l’uomo un essere decaduto, totalmente depravato incapace di salvarsi da sè perchè solo la fede in Gesù lo può salvare, giusto per citare alcune delle loro principali accuse. E non sono forse le stesse accuse che la Massoneria lancia contro di noi Cristiani?

Ho detto prima che la Massoneria si propone di eliminare il Cristianesimo e quindi il desiderio dei Massoni è quello di vedere scomparire il Cristianesimo. E anche gli Ebrei desiderano che il Cristianesimo sparisca dalla faccia della terra, non solo perchè le dottrine del Cristianesimo sono ripugnanti e assurde per un Ebreo, ma anche perchè ‘il grande ideale del Giudaismo è che il mondo intero sia compenetrato dell’insegnamento ebraico e che una fraternità universale delle nazioni, un giudaismo allargato, subentri a tutte le razze e religioni’ (‘Jewish World’ del 9.02.1863).

Dunque, non sorprende sentire il rabbino Elia Benamozegh affermare che ‘la speranza che sostiene e fortifica la Massoneria è la stessa che illumina e irrobustisce Israele nella sua via dolorosa mostrandogli nell’avvenire il trionfo certo’.

Qualcuno forse dirà: ‘Ma gli Ebrei non aspettano forse il Messia?’ Non tutti, una buona parte non lo aspetta, ma aspetta solo una era messianica di pace e giustizia. Quindi la Massoneria va proprio a braccetto con una buona parte di Ebrei. Addirittura c’è chi afferma che i massoni sono degli strumenti nelle mani dei Giudei per distruggere il Cristianesimo. Nell’anno 1870, Dee Camille scriveva su Le Monde – il noto giornale francese – che durante un giro da lui compiuto in Italia s’era imbattuto in un suo antico conoscente, massone. Avendogli chiesto come andavano le faccende dell’Ordine al quale apparteneva egli ne ottenne questa risposta: «Ho abbandonato per sempre la mia Loggia, avendo acquisito la profonda convinzione che noi eravamo soltanto strumento degli ebrei, e che questi ci spingevano ad operare per la distruzione totale del cristianesimo» (cfr. D. Camille, «La Franc-maçonnerie, secte juive («La massoneria, sètta ebraica»), in Le Monde, pag. 43-46)

Qual’è la mia convinzione personale a tale riguardo? Questa: che una parte degli Ebrei hanno interesse ad appoggiare e promuovere nel mondo la Massoneria, perchè in un certo senso gli fa comodo per il raggiungimento dei loro ideali.

Peraltro la massoneria serve allo Stato ebraico anche nei suoi rapporti con gli Stati Uniti d’America, infatti Giuliano di Bernardo afferma che ‘i rapporti dello Stato ebraico con gli Stati Uniti nel corso del tempo si sono manifestati anche attraverso la massoneria, in modo particolare attraverso la comune appartenenza di alcuni maestri, come me, al Rito Scozzese antico e accettato’ (Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 400).

E non si tralasci poi il fatto che la Massoneria serve ai potenti banchieri e finanzieri ebrei massoni per promuovere i loro affari nel mondo.