Salvezza e vita futura

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Dottrina massonica

 

I massoni pensano che la salvezza sia una questione di auto-miglioramento, di moralità, e buone opere, inclusa l’obbedienza all’obbligo massone e alle più alte autorità massoniche. La fede nell’espiazione compiuta da Gesù non ha niente a che fare con la salvezza, che per loro è piuttosto una questione di illuminazione, passo dopo passo, che giunge attraverso l’iniziazione nei gradi massonici e nei loro misteri.

Albert Mackey nella sua Enciclopedia della Libera Muratoria, alla voce ‘apron’ (Grembiule) afferma: ‘Tramite la pelle dell’agnello al Massone viene ricordata quella purità di vita e rettitudine di condotta che sono così essenzialmente necessarie per guadagnare l’ammissione dentro la Loggia Celestiale sopra, dove il Supremo Architetto dell’Universo presiede’, mentre nel suo Lessico della Libera Muratoria afferma sempre alla voce ‘grembiule’ che ‘dal suo colore immacolato e dall’innocenza dell’animale dal quale esso proviene noi veniamo ammoniti a conservare quella purezza senza macchia di vita e di condotta che sola ci permetterà di presentarci davanti al Gran Maestro dell’Universo mondi dal peccato e dal vizio’. (www.freemasons-freemasonry.com/lessico_massoneria.html).

Il massone J. D. Buck afferma che ‘… la salvezza per fede e l’espiazione vicaria non furono insegnate da Gesù come sono interpretate oggi, e queste dottrine non sono neppure insegnate nelle scritture esoteriche. Esse sono delle posteriori e ignoranti perversioni delle dottrine originali’ (J. D. Buck, Mystic Masonry, pag. 57).

Al funerale di un Massone viene detto tra le altre cose: ‘Questo Massone è stato fedele a tutti i nostri insegnamenti, e il grembiule che egli ora indossa nella bara rappresenta quella purità di vita e di condotta tramite cui egli ora guadagnerà l’ammissione nella Loggia Celestiale di sopra’ (citato in Keith Harris, The Masonic/Christian conflict explained, [Il conflitto Massonico/Cristiano spiegato], The Olive Press, USA 2005, pag. 31).

Elvio Sciubba, un importante massone del GOI e 33°grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, ha affermato in una nota di commento al 4° di Morals and Dogma: ‘Fare il bene è giusto in sè e non esiste altra ricompensa che il premio di un’altra vita, di cui non saremo mai certi finchè non concluderemo senza macchie di fronte alla inconoscibile giustizia divina questa nostra vita’ (Nota di Commento di Elvio Sciubba, in Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 2, pag. 16 – 4° Maestro Segreto).

Albert Pike, il Gran Comandante Sovrano della Massoneria del RSAA della Giurisdizione del Sud degli Stati Uniti, ha affermato ‘che ogni cosa che l’uomo si mette a fare, se è fatta bene e con fede, lo aiuta naturalmente a conquistarsi la salvezza’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 2, pag. 153 – 13° Cavaliere dell’Arco Reale di Salomone). Ovviamente per ‘fede’, Pike intende fede nell’esistenza di un Dio qualsiasi.

Quindi i massoni insegnano una salvezza attraverso opere o attraverso uno sviluppo caratteriale e non attraverso la fede in Cristo. Per la Massoneria, in altre parole, è sufficiente che un Massone riconosca di credere in un Essere Supremo, e che la sua legge sia la sua guida e che egli si sforzi di vivere per la sua ‘fede’; per il resto essa non si interessa di quali possono essere gli altri suoi articoli di fede, perchè insegna che il massone sarà ricevuto nella loggia di sopra a causa della sua giusta condotta. Inoltre, la Massoneria non parla mai dell’inferno in nessuno dei suoi rituali e in nessuna delle sue cerimonie dei tre gradi della Massoneria Azzurra, dei dieci gradi del Rito di York e dei trentatre gradi del Rito Scozzese. La Massoneria quindi non mette in guardia gli uomini dall’inferno, e questo perchè essa considera la Bibbia solo un simbolo!

Altra cosa da dire in merito alla vita futura è questa. La Massoneria insegna che dopo la morte l’anima dovrà passare un tempo di purificazione o di perfezionamento prima di poter raggiungere la meta celeste. Ecco infatti cosa ha affermato Albert Pike: ‘…. il Massone deve prima arrivare al solido convincimento, fondato sulla ragione, che egli ha in sè una natura spirituale, un’anima che non muore quando il corpo è decomposto, ma continua ad esistere ed ad andare verso la perfezione, attraverso gli stadi dell’eternità’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 3, pag. 284 – 32° Sublimi Principi del Real Segreto). Questa è la ragione per cui Pike riconosce come veraci alcuni elementi concernenti la dottrina della reincarnazione: ‘Anche la dottrina della trasmigrazione delle anime, universalmente diffusa tra gli Indù e gli Egizi, riposava sulla base dell’antica religione primitiva, e si riconnetteva a un sentimento puramente religioso. Tale dottrina aveva in sè questo nobile elemento di verità: poichè l’uomo aveva vagato nel peccato e si era allontanato da Dio, sarebbero serviti molti sforzi e sarebbe stato necessario affrontare le fatiche di un lungo e penoso pellegrinaggio prima che l’uomo potesse ricongiungersi alla fonte di tutte le perfezioni. Essa si esprimeva anche nella ferma convinzione e positiva certezza che niente di difettoso, impuro o macchiato di colpe terrene, possa mai entrare nella pura regione dei perfetti spiriti, ed essere eternamente unito a Dio. Perciò l’anima doveva superare molte difficili prove e conoscere successive e graduali purificazioni prima di raggiungere la meta celeste’ (Ibid., pag. 201 – 28° Cavaliere del Sole).

Da qui si spiega il fatto che nella Massoneria è presente anche la credenza nella reincarnazione. Albert Mackey per esempio sosteneva di essere la reincarnazione di Jacques De Molay (1244 circa – 1314), l’ultimo Maestro dei Cavalieri Templari. Anche il pastore valdese Ugo Janni (1865-1938), che era massone, credeva nella reincarnazione (non sappiamo però di chi si credeva essere la reincarnazione), dandogli una interpretazione diciamo ‘cristiana’! Jim Shaw, ex 33° del Rito Scozzese, credeva anche lui nella reincarnazione, prima di convertirsi a Cristo (cfr. Jim Shaw, The Deadly Deception, pag. 85). E nel corso del tempo tanti altri Massoni hanno sostenuto l’eresia della reincarnazione: d’altronde la reincarnazione faceva parte di diverse religioni antiche sui cui misteri si basa la Massoneria, e quindi non deve sorprendere la sua accettazione da parte di tanti massoni. E così ci sono massoni che credono che prima di raggiungere la Gran Loggia Celeste dovranno reincarnarsi!