Lo stemma delle ADI rimanda alla simbologia massonica

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Infine veniamo allo stemma delle ADI, che come abbiamo visto è opera di Paolo Paschetto, perchè esso rimanda a degli elementi simbolici massonici. Infatti ha una forma che assomiglia all’Arco Reale, che è un simbolo presente nella Massoneria, tanto che esiste il Supremo Ordine del Sacro Arco Reale.

Ora qui di seguito vi metto un arco reale con all’interno ‘il volume sacro della legge’ preso da un sito massonico, (nella seconda foto ho ingrandito il libro al suo interno affinché lo vediate meglio) con a fianco lo stemma delle ADI, affinchè possiate da voi stessi constatarne la somiglianza con il disegno dello stemma delle ADI (preso da: http://it.wikipedia.org/wiki/Assemblee_di_Dio_in_Italia):

 

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Disegno a sinistra preso da: http://www.masonsmart.com/masonic-clipart-blue1.html

 

Qual’è il significato dell’arco reale? Uno studioso massone dice quanto segue: ‘L’arco reale cerca di comunicarci un immagine della vita dell’aldilà. La certezza della sua esistenza è fissata nella nostra mente dalle nostre tradizioni, educazione e crescita, così come da una sorta di sesto senso corroborante l’idea comune che la vita sulla terra, con tutte le sue tribolazioni, sarebbe priva di significato se non ci fosse alcuna forma di esistenza o vita dopo di essa. Comunque, immaginare la vita dopo è estremamente difficile. Nessuno è stato attraverso la morte, od è stato in grado di dirci come era: chi potrebbe comunicare l’impressione dell’odore di una rosa a qualcuno che non ne ha mai annusata alcuna? Pertanto dobbiamo basarci sulle parole dei mistici visionari; e la prova che questi racconti hanno qualche fondamento di verità, persino se incomprensibile a noi, giace nella similitudine dei loro racconti dove la vita nell’aldilà è una forte integrazione o comunione con l’Essere Supremo, in qualsiasi modo esso sia chiamato: יהוה, Brahmah, Allah, Іησοΰ, Cristo. Ogni mistico ha testimoniato questa re-integrazione con la fonte di tutte le creazioni, il מלכות della Kabbalah, e qualcuno di loro è stato così fortunato di vedere tutto in una visione. Senza rivelare alcun segreto dell’Arco Reale posso dire che, per me, questo è cio’ che questo grado illustra attraverso il suo simbolismo. Il suo rituale cerca di re-integrarci con il Vero e Vivente Iddio Altissimo, nello stesso modo con cui il rituale del Craft cerca di integrarci con la nascita, vita e morte spirituale. Questa re-integrazione con la Suprema Fonte ed Essenza puo’ essere ottenuta solo attraverso un unione mistica’ (http://www.freemasons-freemasonry.com/).

Ma c’è altro da dire, e in particolare sulla montagna che si vede nel disegno fatto da Paschetto, perchè anch’essa fa parte della simbologia della massoneria, in quanto corrisponde al triangolo massonico, i cui tre lati indicano i tre principi massonici di libertà, uguaglianza e fratellanza, o i tre gradi della massoneria azzurra che sono apprendista, compagno d’arte e maestro massone.

A tale proposito vi propongo questa interessante parte di un libro dal titolo ‘Giardini Massonici dell’Ottocento veneto’ scritto dal massone Umberto Nino Agostinetti:

‘Vediamo alcuni elementi presenti nel nuovo giardino di possibile tradizione simbolica massonica, ricordando che simboli veramente tali sono unicamente le colonne J e B e la Stella fiammeggiante; altri simboli non sono peculiari come il triangolo equilatero con o senza occhio, altri ancora sacri come l’acacia sono tali anche per i Giudei orientali. Cominciamo dalla montagna, spesso creata dall’apporto di terra scavata per fare un più o meno grande lago. Talvolta alberata, era il simbolo di ascensione spirituale, dove la vetta poteva rappresentare Dio o l’Olimpo o il Sinai, e la cui salita metaforica era dura e difficile. Per Dante: “… che questa montagna è tale, che sempre al cominciar di sotto grave e quant’uomo più va su, e men si fa male” (D. Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, IV, 87-90.). Nella montagna erano presenti la caverna e la grotta, ambedue fondate su un’idea esoterica dell’uomo primitivo, che qui trova riparo e protezione e dove probabilmente veniva iniziato – certi graffiti inducono a crederlo – ad una arcaica superstizione. Caverna e grotta intese come simbolo della creazione; la psicanalisi le identifica con il grembo materno, tanto da ritenerle nucleo della vita, santuario; la montagna interpretata “centro del mondo” e, come tale, identificata in Giove, padre di tutti gli dei, assiso sull’Olimpo, o più semplicemente nella difficoltà di scalarla con la sua mitizzazione, sia piramide egizia o tempio di Salomone, al centro del mondo. Grotta, caverna, antro, ninfeo: tanti nomi per nominare un comune elemento presente nella vita dell’uomo dalla mitologia classica alla consuetudine cristiana. Così Tommaseo: “La grotta, sebbene anch’essa si possa immaginare cupa e selvaggia, può, più sovente, ricevere senso di ameno ritiro. Quindi che ne’ giardini così detti inglesi, artificialmente costruisconsi grotte. E può essere tutta artificiale” (N. Tommaseo, Nuovo Dizionario dei sinonimi della lingua italiana, I, Napoli, 1859, 937). Un esempio nel Veneto, la grotta di Melchiorre Cesarotti nella sua villa di “Selvaggiano”, dedicata a Tetide e amato luogo di studio. Più grande della grotta, ma sempre arcano atrio di un mondo sotterraneo, era la caverna, talvolta ornata da stalattiti e stalagmiti Anticamente, in Egitto, si riteneva che il Nilo uscisse da una misteriosa caverna). Spesso più luogo di culto che abitazione: nelle storie popolari dimora di gnomi o draghi, per i cristiani come grotta della nascita a Betlemme e nello stesso tempo “tomba rupestre” di Cristo. Da un punto di vista iniziatico, René Guénon ricordava una forte relazione simbolica tra la caverna e il cuore. “Infatti – scriveva Guénon – il cuore è essenzialmente un simbolo del centro… lo stesso significato convenga ugualmente alla caverna… La caverna del cuore in sanscrito designa in genere una caverna, ma si applica anche alla cavità interna del cuore, il centro vitale in cui risiede” – e ricordava il greco kriptos (donde cripta) sinonimo di caverna. Concetto che poteva “anche riferirsi al segreto iniziatico”, cioè a un “luogo nascosto o coperto (donde l’espressione massonica essere al coperto) cioè inaccessibile ai profani, sia che l’accesso sia impedito da una struttura labirintica o in qualsiasi altro modo” (R. Guenon, Simboli della Scienza Sacra, Adelphi, Milano, 1978, p. 185). Lo stesso simbolo del cuore, un triangolo con la punta verso il basso, ha lo stesso schema della caverna (per la montagna è l’inverso: punta in alto). Tra la montagna e la caverna esiste – sempre per Guénon – uno stretto rapporto “come simbolo dei centri spirituali”, anche se la montagna ha “un carattere più primordiale… perché visibile all’esterno, mentre la caverna è nascosta e chiusa”. Inoltre la caverna, che dovrebbe trovarsi sull’asse della montagna, è il “simbolo più appropriato… ai santuari iniziatici che ne sono l’immagine”. Altro segno: la montagna rappresenta il mondo celeste, la caverna quello sotterraneo e, in termini più generici, i due triangoli possono riferirsi anche al principio maschile e femminile: In ogni caso la caverna ha sempre, per la massoneria, carattere iniziatico; (Ibidem, p. 193) quello che resta fuori è il mondo profano, buio perché la caverna è “come l’unico luogo illuminato” (Ibidem, p. 197. A differenza della caverna di Platone poco illuminata dall’esterno). Inoltre nella caverna massonica dovrebbe esistere al centro una pietra chiave di volta, dov’è sospeso il filo a piombo del Grande Architetto, luogo identificato con la stessa stella polare; tanto che nella progressione dei gradi massonici scozzesi il 13° grado è detto Arco Reale ed il 14° della Volta Sacra (Ibidem, p. 200) – da: Umberto Nino Agostinetti, I Giardini Massonici dell’Ottocento veneto, pag. 12-14

Vi confermo ulteriormente che la montagna è un simbolo massonico e che sostanzialmente corrisponde alla piramide massonica, prendendo alcune dichiarazioni da quest’altro interessante scritto di un autore massone, presente sul sito francese L’edifice: La bibliothèque maçonnique du net [L’Edificio: La biblioteca massonica della rete] dal titolo ‘La montagna e la caverna’ (http://www.ledifice.net/7124-2.html).

In esso infatti viene detto innanzi tutto che ‘dominando il mondo degli uomini, la montagna si trova al limite del cielo e della terra, essa esprime l’incontro del temporale e dello spirituale. Il suo carattere massivo incarna la perennità e l’eternità. Essa simboleggia, per tutti i popoli, la prossimità degli dèi. La montagna si rivela anche come il luogo della scoperta della presenza divina: l’Olimpo in Grecia, il Fuji-Yama in Giappone, il Sinai. Il simbolismo della montagna esprime differenti realtà dell’immaginario religioso. La montagna sacra, vera cima del mondo, costituisce il punto di contatto tra la divinità che scende dal suo soggiorno elevato e l’uomo che sale a incontrarla. Sul Sinai, Dio concluse una Alleanza con Mosè e il popolo eletto’, e poi che ‘il simbolo della piramide è esattamente equivalente a quello della montagna: simbolo della verticalità, della comunicazione assiale, della relazione terra-cielo’.

E la piramide nella massoneria rappresenta lo sviluppo spirituale dell’essere umano. L’esoterista e massone Renè Guenon – viene ricordato nell’articolo – insegnava che ‘la piramide (o la montagna) rappresentata dal triangolo che punta verso l’alto rievoca il mondo sopra-cosmico ed il suo Principio, raffigurato dalla cima’. Ma la montagna ‘simboleggia anche la verticalità, cara al massone. E’ un ponte tra il basso e l’alto, la sua funzione consiste nel legare le dimensioni terrestri e celesti’.

 

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Per cui il simbolo delle ADI – in base a questa interpretazione – può essere visto in questa maniera:

 

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Ma secondo l’autore dell’articolo, il simbolismo della montagna porta a immaginare ‘degli uomini di buona volontà, che partendo da luoghi opposti, e prendendo delle vie differenti, progrediscono lentamente verso la stessa cima. Ognuno sceglie il suo itinerario, ciascuno dispone delle sue proprie capacità, ciascuno possiede la sua concezione della maniera di salire i fianchi della montagna. Malgrado le loro differenze, essi sono animati dallo stesso desiderio di elevarsi. Essi si congiungeranno, presto o tardi, per accorgersi che essi sono ancora lontani dalla cima. Scopriranno che essi non sono pervenuti che ad una tappa della loro evoluzione, che la verità non è alla fine del cammino, ma che essa è il cammino, e che ogni passo verso la cima è una rivelazione, una briciola della verità. Noi ci avviciniamo a questa meta ultima, ma non la raggiungeremo mai. Prendendo coscienza che non bisogna scalare la montagna per impadronirsi del cielo, ma per far discendere il cielo sulla terra, l’uomo forgerà infine gli strumenti della sua evoluzione’.

Come potete vedere dunque, la montagna nella massoneria simboleggia il cammino spirituale o l’evoluzione spirituale del singolo massone, che non importa a che religione appartenga intraprende nella massoneria un percorso in cerca della verità, usandosi degli strumenti che gli fornisce la massoneria, ma rimarrà sempre in cerca della verità!!

Dunque, per ritornare al disegno di Paschetto, dal punto di vista massonico, quella montagna rappresenta la scalata o l’ascesa alla verità che invece è simboleggiata dal ‘libro sacro’ posto in cima alla montagna (che vi ricordo è diverso a secondo che il massone è un Cristiano, un Induista, un Buddista, un Mussulmano e così via), ma che il massone non raggiungerà mai. Quindi, quel disegno rappresenta la perenne ricerca della verità o della luce da parte del massone, verità o luce che egli non troverà mai.

Peraltro, vi ricordo che Paschetto nella tessera che disegnò per il Partito Repubblicano mise anche lì un libro aperto, ma lo mise sopra una incudine che rappresenta la massoneria. Questa analogia non vi sembra quantomeno singolare?

 

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Guardate ora questa foto presa da un certificato massonico del terzo grado, cioè di Maestro Massone, dove si vede una montagna alla destra e una montagnola alla sinistra.

 

certificato

 

Dato che ho menzionato pure la montagnola, su cui è posto un altare massonico con il ‘volume sacro della legge’ posto sopra di esso (che vi ricordo nelle logge ‘Cristiane’ è la Bibbia), e le tre candele massoniche, diciamo qualcosa pure su di essa. Qualcuno si domanderà quale sia il significato di ciò? Bene. Dobbiamo quindi parlare di Atum, una divinità della mitologia egizia, dalla quale come voi sapete la Massoneria ha preso diverse cose. Atum (denominato anche Tem, Temu, Tum e Atem) è un’antica divinità della mitologia egizia. Originariamente associato con la terra, era considerato il dio creatore nella teologia eliopolitana. Nel mito cosmogonico legato all’enneade di Eliopoli si narra che in principio vi fosse Nun, il Caos incontrollato, elemento liquido e turbolento, il non creato. Dal Nun emerse una collinetta dalla quale nacque Atum. Questi sputando o eiaculando diede vita a Shu (l’aria) e Tefnut (l’umido), i quali a loro volta generarono Geb (la terra) e Nut (il cielo). Il mito racconta che questi ultimi se ne stavano sempre uniti e impedivano alla vita di germogliare, così Atum ordinò al loro padre, Shu, di dividerli. Con le mani Shu spinse Nut verso l’alto facendole formare la volta celeste e con i piedi calpestò Geb tenendolo sdraiato. In questo modo l’aria separò il cielo dalla terra. Geb e Nut, a loro volta, generarono quattro figli: Osiride, Iside, Nefti e Seth (http://it.wikipedia.org/wiki/Atum).

La montagnola si chiamava Benben, e si racconta che si trasformò in una piccola piramide, localizzata in Annu, che era il luogo dove si diceva dimorava Atum. E la piramide è un simbolo usato nella Massoneria; basta vedere la banconota americana da un dollaro.

In quest’altra foto, presa sempre da un certificato del Terzo Grado massonico, potete vedere meglio questa montagnola con l’altare e il libro aperto con la squadra e il compasso sopra.

 

certificato-massonico
Foto da: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Masonic_Register_1876.jpg

 

Guardate ora questi disegni e stemmi massonici, fatti quindi da massoni, in particolare la posizione del libro, come sia messo in maniera rialzata in mezzo a due colonne o dentro l’arco reale (la sua posizione nelle prime due foto assomiglia molto a quella del libro nello stemma delle ADI) con altri simboli massonici.

Il significato di questi simboli massonici che vedete vi ricordo è questo. Nelle logge massoniche esiste un altare (chiamato anche ‘ara’) su cui viene posto quello che viene chiamato ‘Il Volume sacro della Legge’, che è diverso a secondo della loggia. Nelle logge mussulmane è il Corano, nelle logge Brahmite sono i Veda, e nelle logge ‘cristiane’ è la Bibbia (che i massoni però considerano semplicemente un simbolo della volontà e della rivelazione di Dio), e questo perchè nella Massoneria la Bibbia vale quanto qualsiasi altro cosiddetto libro sacro. Sul volume vengono posti la squadra e il compasso, che sono degli importanti simboli massonici: la Squadra rappresenta il principio generativo femminile (e quindi il principio passivo), mentre il Compasso rappresenta il principio generativo maschile (e quindi il principio attivo). E questo perchè alla base della Massoneria c’è il culto fallico! Per quanto riguarda l’occhio che si vede in alto, è l’occhio ‘onniveggente’ del Grande Architetto dell’Universo (che secondo il massone Albert Pike rappresenta Osiride, il dio egizio dei morti), la divinità dei massoni che veglia affinché gli iniziati portino al compimento la Grande Opera, la creazione di una nuova umanità!

 

colonne

 

Guardate qua il raffronto tra il primo disegno e lo stemma delle ADI (alla destra ho messo l’arco reale precedente con il libro di questo disegno all’interno per farvi capire la forte somiglianza).

 

disegno
Il disegno massonico a sinistra è preso da: http://www.jamespringle.co.uk/html/haughfoot.html

 

Nota – Ma c’è un’altra cosa molto interessante che vorrei farvi notare, e cioè che nella città di Valdese – che è una città negli USA fondata da dei Valdesi delle Valli emigrati in America verso la fine del XIX secolo – esiste una loggia massonica chiamata Lovelady Lodge #670 che fu fondata nel 1933 e di cui era membro anche John Pons (1877-1944) che fu pastore della Chiesa Presbiteriana Valdese di quella cittadina dal 1907 al 1909 e dal 1918 al 1925 – e che fa parte della Grande Loggia della Carolina del Nord il cui stemma assomiglia proprio a uno di quelli vista prima e difatti sul sito di questa loggia di Valdese (http://ncmason.net/lovelady670/) c’è proprio lo stemma della Gran Loggia della Carolina del Nord.

 

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Uno screenshot preso dal sito della loggia Lovelady Lodge #670 dove si può vedere a sinistra lo stemma in piccolo della Grande Loggia della Carolina del Nord, e sotto due stemmi uguali dove si possono vedere meglio gli elementi al suo interno. Ora, siccome Augusto Comba afferma che ancora oggi questa cittadina è ‘legata alla patria e alla chiesa d’origine da vividi ricordi storici e da frequenti scambi di visite’ (Augusto Comba, Valdesi e Massoneria, pag. 92), e Paolo Paschetto era un Valdese proprio delle Valli da cui partirono quegli emigrati, mi domando se Paolo Paschetto non sia stato ispirato anche dallo stemma di questa Gran Loggia per fare il suo disegno. E’ una domanda più che legittima, ritengo. D’altronde ci sono delle somiglianze tra i due disegni.