Simboli massonici sulla tessera del partito repubblicano disegnata da Paolo Paschetto

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Aldo A. Mola, che è considerato da tanti il maggior storico della Massoneria e del Risorgimento in Italia, nel suo libro Declino e crollo della monarchia in Italia scrive a proposito dell’autore dello stemma della Repubblica: ‘[Paolo Paschetto] Era anche autore della tessera del Partito repubblicano italiano e di bozzetti per francobolli’. (Aldo A. Mola, Declino e crollo della monarchia in Italia, pag. 351-352). La tessera che disegnò fu quella del 1951 (cfr. Ridolfi Maurizio, Almanacco della Repubblica. Storia d’Italia attraverso le tradizioni, le istituzioni e le simbologie repubblicane, Editore Mondadori Bruno, 2003, pag. 248).

Eccola: notate un’incudine, un libro aperto su di esso, e delle foglie d’edera (in basso a sinistra il cerchietto che usava spesso Paschetto per firmare i suoi disegni).

 

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Ora, l’incudine è un simbolo riconducibile alla massoneria, perchè esso rimanda all’opera di Tubal-Cain o il dio Vulcano. Albert Mackey infatti nel suo Lessico della Massoneria alla voce ‘Tubal Cain’ afferma tra le altre cose: ‘Tubal Cain è il Vulcano dei pagani, e si pensa che sia stato strettamente associato all’antica massoneria …. L’Oliver ci narra di come ‘nei tempi passati Tubal Cain, sotto il nome di Vulcano ed i suoi ciclopi, lavorassero il metallo ed avessero inventato i misteri; ed è quindi probabile che egli, a suo tempo, fosse il Gerofante, o una simile istituzione, modellato sul pre-esistente sistema di Seth, e dedicato al miglioramento di schemi che meglio si adattassero ai bisogni fisici della razza alla quale egli appartenne’ …. Per queste ragioni Tubal Cain è stato consacrato, tra i massoni d’oggi, come antico fratello. Per mezzo della sua introduzione delle arti civili ecco che alle proprietà immobili s’iniziò ad attribuire un certo valore: per questo motivo Tubal Cain è stato considerato, tra i massoni, come simbolo di possesso terreno, o mondano’.

E nel Glossario de La dottrina segreta si legge: ‘Tubal-Cain (o Thubal-Cain) è un termine usato nel grado di Maestro-Massone nel rituale e nelle cerimonie della Frammassoneria. Tubalcain, o Vulcain, è colui che forgia le armi per gli Dei ed equivale, nella filosofia indù, a Vishvakarman. Simile ad Efesto, istruisce gli artigiani nell’arte del bronzo e del ferro. I Massoni lo hanno assunto a rappresentare il primo lato del triangolo, emblema del grado di apprendista, legato al regno minerale’ (http://www.teosofica.org/it/glossario-dottrina-segreta/glossario/,32?alfa=T&start=520). Ecco perchè il dio Vulcano viene rappresentato con braccio teso a battere il ferro su di una incudine, simbolo di lavoro e produttività.

 

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A conferma di tutto ciò, c’è questo interessante fatto. La Massoneria bolognese, nell’annunciare la morte del loro amato fratello massone Giosuè Carducci (1835-1907), diffuse tre epigrafi, di cui la terza recitava: ‘Ai piedi della bara di lui/ che artefice infaticato e indomabile / sull’incudine della Massoneria / spezzò catene e temprò spade per la libertà / I Liberi Muratori / depongono rami d’acacia / con i loro innumeri fiori / omaggio / dell’umana famiglia’ (Il laboratorio, n° 77, Luglio, Agosto, Settembre 2007, pag. 9).

Avete notato? La massoneria viene paragonata all’incudine su cui vengono spezzate catene e temprate spade per la libertà!!

E difatti è una coincidenza significativa che nel 1925 sulla tessera della Federazione Giovanile Repubblicana appariva il simbolo di un incudine con dei martelli.

 

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Anche il libro aperto sull’incudine, rimanda alla simbologia massonica, in quanto ci ricorda il ‘Volume sacro della legge’ che viene posto aperto sull’altare all’interno della loggia massonica. Inoltre anche l’edera è un simbolo massonico, in quanto si legge su un sito massonico: ‘… l’edera, pianta funebre che rappresenta Dioniso, e che come lui simboleggia la morte rituale e la rinascita, la Luce e l’Oscurità, il calore e la freddezza’ (http://www.massoneriapistoiese.it/). Ma c’è dell’altro da dire sulla foglia d’edera: dice infatti Vittorio Messori: ”Stando a un’interpretazione corrente, la foglia d’edera del Pri non è che la trasparente mascheratura della stella a cinque punte, l’emblema che la massoneria del post-Risorgimento volle anche sui baveri dei soldati e che, guarda caso, è rispuntata nello stemma della Repubblica’ (Vittorio Messori, Pensare la Storia, pag. 480).

Ovviamente, non siamo sorpresi di trovare questi simboli sulla tessera repubblicana disegnata daPaolo Paschetto, perchè il partito repubblicano italiano ha avuto come ‘padre’ Giuseppe Mazzini, secondo che dice Francesco Nucara, attuale segretario del partito: ‘… è a lui che si deve, con la fondazione prima della Giovane Italia, poi della Giovane Europa, poi del Partito d’Azione, la stessa origine del Partito Repubblicano’ [1] e difatti «Aderiscono al Partito Repubblicano Italiano tutti i cittadini maggiorenni che si riconoscono negli insegnamenti della scuola repubblicana, da Giuseppe Mazzini a Carlo Cattaneo, da Ugo La Malfa a Giovanni Spadolini; nelle lotte del Risorgimento e della Resistenza e nello sforzo di realizzazione di una società basata sul rispetto dei diritti individuali, sulla responsabilità civica, sulla democrazia come metodo per la scelta del governo» (dall’art. 1 dello statuto del Partito Repubblicano Italiano). E Giuseppe Mazzini era un massone secondo alcuni storici della Massoneria, come Fulvio Conti e Marco Novarino per esempio che dicono: ‘Mazzini viene iniziato in carcere a Savona (novembre 1830-gennaio 1831) da Francesco Passano, alto dignitario massone e capo della Carboneria’ (Fulvio Conti & Marco Novarino, Massoneria e Unità d’Italia, Società Editrice Il Mulino, Bologna 2011, pag. 37). Mazzini viene anche dato come membro onorario del Grande Oriente di Palermo, che gli accordò il 33° grado, proclamato Venerabile perpetuo ad honorem della loggia ”Lincoln” di Lodi, con proposta alla carica di “Gran Maestro”, Membro onorario della loggia “La Stella d’Italia“ di Genova, e della “Loggia La Ragione” dello stesso Oriente. Ho detto secondo alcuni perchè ci sono anche coloro che non annoverano Mazzini tra i massoni in quanto pare non risulta essere stato iniziato in nessuna loggia massonica [2] – ossia non ha ricevuto alcuna iniziazione rituale ‘regolare’ – i quali comunque riconoscono che i concetti mazziniani di Dio e popolo erano concetti profondamente massonici, e considerano Mazzini un grande iniziato indipendentemente dal fatto che fosse massone o meno. E questo è dimostrato per esempio da quello che Mazzini scrisse nel giugno 1868 alla Gran Loggia centrale di Palermo: ‘Il culto dell’Umanità non esclude quello della Patria: lo esige. Non vi è lavoro comune senza divisione di lavoro. L’Umanità non può esistere ordinata, attiva, unita in un lavoro di progresso, senza associazione ordinata fra le Nazioni, che sono gl’individui dell’Umanità. Base d’ogni associazione è l’eguaglianza degli associati. Quindi, l’indipendenza, che è l’eguaglianza delle Nazioni: la vostra azione è la leva colla quale potete operare a pro’ dell’Umanità. Patria e politica sono dunque inseparabili dall’opera vostra. E voi, i primi in Europa, avete inteso e sentito questa verità. L’antico spirito dell’Istituzione [la Massoneria] vivifica i vostri lavori; per questo mi mandate un saluto d’affetto fraterno; per questo io spero in voi, e lo accolgo non solo riconoscente, ma lieto. Continuate logicamente l’opera riformatrice. Sia quella verità condizione esplicita dell’iniziazione ai vostri lavori. Quando saremo indipendenti da ogni usurpazione di despoti quando avremo dettato in Roma un Patto Italiano – quando questo Patto dirà: Noi non abbiamo che un padrone, Dio – una norma di vita, la Legge morale – un interprete progressivo di questa legge, il Popolo, rappresentato dai migliori per intelletto e virtù, – saremo fratelli – non prima. Lavoriamo uniti, sotto qualunque denominazione, a preparare quel giorno, ed abbiatemi nel Lavoro. Fratello vostro. Gius. Mazzini’ (citato in Marco Novarino, L’Italia delle minoranze, pag. 155-156). Il valdese Augusto Comba in Storia della Massoneria in Italia: L’influenza di Giuseppe Mazzini nella Massoneria Italiana, afferma che ‘sulla sua bara, nel corso dell’imponente funerale genovese, cui presero parte numerosi massoni diretti dal Gran Maestro Aggiunto Michele Barabino, delegato del Grande Oriente e capo del Comitato per l’accompagnamento a Staglieno, venne posta la sciarpa da maestro. A perenne memoria del triste evento, il 10 marzo divenne ed è tuttora, per i massoni italiani, il giorno dedicato alla commemorazione dei defunti’ [3].

Paolo Paschetto era Repubblicano e pare anche iscritto al partito. Daniele Jalla, direttore dei Musei Civici di Torino, che è il nipote di Paolo Paschetto afferma infatti: ‘Mio nonno Paolo, il pittore, era repubblicano e durante il ventennio non si iscrisse al partito. Però non ebbe particolari noie. Sa che cosa raccontano? Che qualche suo amico, per salvarlo, lo aveva iscritto al partito di nascosto. Non so se sia vero, ma sarebbe una tipica cosa all’italiana’ (da un articolo dal titolo: ‘Guerre, amori e ideali: Storia di una famiglia italiana’ apparso su lastampa.it il 13/03/2011) [4]. Molti Repubblicani in quel tempo erano massoni. In un documento OSS – i servizi segreti americani – ‘si afferma che il Partito repubblicano italiano era egemonizzato dalla massoneria e che il Pacciardi era un massone pure lui’ (Giuseppe Casarrubea, Storia segreta della Sicilia, IV Edizione Tascabili Bompiani ottobre 2007, pag. 146); Randolfo Pacciardi (1899-1991) fu segretario politico del PRI fin dal 1938; eletto all’Assemblea Costituente lasciò la segreteria del partito nel ’47 per ricoprire la carica di Vice Presidente del Consiglio. E comunque anche quei Repubblicani che non erano stati iniziati alla Massoneria, avevano uno spirito e un sentimento massonico, come Giuseppe Mazzini per intenderci. D’altronde, Francesco Nucara afferma che ‘la storia del Partito Repubblicano Italiano si intreccia spesso con la storia della Massoneria ed entrambe si intrecciano saldamente con la Storia dell’Unità d’Italia e del Risorgimento’ [5], e di essere stato lui stesso un massone [6].

Luca Bagatin – che dal Giugno 2011 collabora con la rivista ufficiale della Gran Loggia d’Italia degli ALAM ‘Officinae’ – nel suo articolo ‘Giuseppe Mazzini, il Partito Repubblicano Italiano e la Massoneria’ afferma che ‘nel PRI vi erano e vi sono tutt’ora numerosi massoni …’ [7].

In Italia i rapporti tra protestantesimo, massoneria e repubblicanesimo furono molto stretti nell’età liberale (1860-1922), come anche nel secondo dopo guerra e questo perchè sia i protestanti che i massoni e i repubblicani avevano in comune lo stesso ‘nemico’, ovvero la Chiesa Cattolica Romana. Ecco perchè molti Protestanti aderirono alla Massoneria e al Partito Repubblicano, ed erano quindi sia Massoni che Repubblicani, per opporsi allo strapotere della Chiesa Cattolica Romana, visto che la Massoneria è per natura contro la Chiesa Cattolica Romana, e perciò si trovavano a loro agio nel Partito Repubblicano per sua natura anti-papale. Giuseppe Mazzini, infatti, padre del Partito Repubblicano, era stato il fondatore nel 1831 di un’associazione di rivoluzionari chiamata Giovine Italia, il cui obiettivo era quello di liberare l’Italia dal controllo della monarchia e dal papa, associazione che lui sciolse definitivamente nel 1848, per fondare al suo posto l’Associazione Nazionale Italiana e successivamente il Partito d’Azione, da cui originarono i nuclei del Partito Radicale Storico e del Partito Repubblicano Italiano.

Nel 1848 il massone francese Garnier-Pagès dichiarò: “La repubblica è radicata nella massoneria e la massoneria è la repubblica-ombra”, e centovent’anni dopo un Gran Maestro dei massoni, Jacques Mitterrand, riprese questa frase aggiungendovi: “Questo non significa solamente operare per il diritto di autodeterminazione, che è la regola da noi posta, significa anche servire la repubblica, e nel nostro mondo occidentale questo esige anche la rivolta contro le forze della reazione, come sono personificate dalla Chiesa cattolica romana. Noi non ci accontentiamo di essere nei nostri templi la repubblica-ombra, noi siamo contemporaneamente l’Anti-Chiesa” (Cit. in Alec Mellor, Logen, Rituale, Hochgrade. Handbuch der Freimaurerei [Logge, rituali, alti gradi. Manuale della massoneria], Graz-Vienna-Colonia 1967, pp. 138-139.).

Note

[1] http://www.pri.it/new/22%20Aprile%202011/NucaraPrefazioneMazziniCattaneo.htm

[2] Sul sito della Gran Loggia Regolare d’Italia si legge su Mazzini: ‘… egli non fu mai iniziato alla Libera Muratoria né in Italia né all’estero. Anzi, come riporta per esempio Nello Rosselli nel suo libro “Bakunin e Mazzini” più volte nelle sue lettere Mazzini specificò di non essere Massone. In una lettera a Federigo Campanella del 12.6.1867 scriveva “…La Massoneria accettando da anni e anni ogni uomo, senza dichiarazioni d’opinioni politiche, s’è fatta assolutamente inutile a ogni scopo nazionale. Per farne qualche cosa bisognerebbe prima una misura d’eliminazione ed una revisione delle file, poi una formula nazionale o politica per l’iniziazione…”. Il Campanella era Massone e dopo che Garibaldi rinunciò al titolo di Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del RSAA di Palermo (7.7.1868), propose a Mazzini di divenirne il nuovo Sovrano G.C. In verità il Campanella fece molto di più: inviò al Mazzini la nomina e la formula del giuramento per la firma di accettazione. Mazzini lesse la formula di giuramento e rispose che l’unico giuramento che avrebbe fatto nella sua vita era quello verso la sua libertà di pensiero. Ernesto Nathan il 21.4.1918 dovette affermare inoltre “…Mazzini nella Massoneria non volle mai entrare. Diffidava dell’ascendente goduto dalla direzione massonica francese, e dalla tiepida sua volontà a dare valido aiuto alla propaganda per il risorgimento patrio. Ma fu sempre in amichevole con i massoni più influenti” (http://www.granloggiaregolareitalia.it/).

[3] http://www.grandeoriente.it/index.php?option=com_content&view=article&id=77&Itemid=141%22

[4] http://www3.lastampa.it/focus/unita-italia/articolo/lstp/393162/

[5] http://www.pri.it/new/11%20Ottobre%202011/NucaraMolaMassoneria.htm

[6] Programma Rai ‘In mezz’ora’ del 15/12/2011 (minuto 12:18-20) visionabile su http://www.rai.tv/

[7] http://lucabagatin.ilcannocchiale.it/2011/01/12/giuseppe_mazzini_il_partito_re.html