Amico di un pittore massone

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Paolo Paschetto era amico di Adolfo De Carolis. Questo è quello che afferma Mila Pistoi nel parlare dello stile artistico di Paolo Paschetto: ‘Nella successiva elaborazione delle tematiche formali si fa strada un’impostazione lineare più geometrizzata, talora sottolineata da una certa qual enfasi di sentimenti che ben poteva venire dagli scambi e dalle amicizie con Adolfo De Carolis e Duilio Cambellotti, ma che, soprattutto, è frutto della personale sintassi compositiva e di una cultura attenta alle novità del momento. Infatti, dopo l’esposizione parigina dell’Art Déco del 1925, mentre a Torino le finezze dell’impostazione ambientale si precisano con l’opera di Sartorio per il teatro Gualino, l’ambito romano esprime, assieme all’interesse estetico per l’oggetto e l’arredo, le volontà puriste dell’architettura’ (Mila Pistoi, La decorazione: e gli aspetti dimenticati della produzione di Paolo Paschetto, in Paolo Paschetto. 1885-1963, XXXV Mostra d’Arte Contemporanea, a cura del Collegio Valdese di Torre Pellice, Società di Studi Valdesi, agosto/settembre 1985, pag. 38); come anche Francesco Franco quando dice: ‘A Roma particolare rilievo assume la figura di Adolfo De Carolis. Già si è accennato che fra i Paschetto e i De Carolis intercorrono legami di amicizia; le due famiglie abitano nel medesimo palazzo’ (Francesco Franco, La grafica: appunti sull’opera, in Paolo Paschetto. 1885-1963, XXXV Mostra d’Arte Contemporanea, a cura del Collegio Valdese di Torre Pellice, Società di Studi Valdesi, agosto/settembre 1985, pag. 52).

Adolfo De Carolis, anche noto come Adolfo de Karolis (1874-1928), è stato un pittore, incisore, illustratore, xilografo e fotografo italiano, che collaborò con grandi letterati, illustrando con disegni e xilografie opere di Gabriele D’Annunzio e di Giovanni Pascoli, che erano ambedue massoni.

Ora, anche Adolfo De Carolis era un massone, infatti in un articolo sulla rivista massonica ‘Erasmo’ che riguarda Roberto Mandel, poeta sufi e amico di Gabriele D’Annunzio, il figlio di Mandel afferma: ‘Mi chiamo come D’Annunzio perché mio padre lo scelse come mio padrino di battesimo”. …. “Mentre per mio padre il tramite fu Badoglio, D’Annunzio giunse alla Massoneria per altre vie cui non era estraneo Adolfo De Carolis”, ovvero il pittore liberty autore di molte xilografie che illustrano i romanzi di D’Annunzio’ (Anno X – Numero 11-12, 15 – 30 giugno 2009, pag. 28). In una nota del redattore presente in ‘1957-1959 Quaderno articoli e poesie ROBERTO MANDEL’ si legge’: ‘Il forte legame di amicizia con Gabriele D’Annunzio non fu dovuto solo all’aver condiviso inizialmente gli ideali del fascismo con la marcia di Ronchi e la impresa di Fiume ma per la comune passione per la poesia e per l’ideale massonico di elevazione individuale e della società. Roberto Mandel entrò nella massoneria attraverso il generale Badoglio ed ebbe come riferimento a Napoli la loggia del Grande Oriente d’Italia mentre D’Annunzio attraverso il poeta Adolfo De Carolis’.