Non amante della teologia, ma difensore dello spiritista e massone Fogazzaro

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fogazzaro

‘In uno scritto giovanile …. a difesa de ‘Il Santo’ di Fogazzaro, Paolo Paschetto riporta la seguente confessione di Giovanni Selva, il ‘maestro’ di Maironi: ‘Dubito di me …. Dubito di essere puramente un intellettuale e di esagerarmi l’importanza, davanti a Dio, delle mie idee…’; e in prima persona commenta: ‘La teologia, quella dei teologi, con quei sistemi più o meno astratti ed astrusi, in cui molto abitano beati e che, secondo ciò che anche si predica, non possono essere compresi se non da certi credenti avvezzi ad un certo acrobatismo mentale e ad un certo trascendentalismo ‘spirituale’ (?), io, confesso, non l’ho mai compresa e non l’ho mai potuta amare!’ (Giuseppe Mantovani, ‘Religio rerum’, in Paolo Paschetto. 1885-1963, XXXV Mostra d’Arte Contemporanea, a cura del Collegio Valdese di Torre Pellice, Società di Studi Valdesi, agosto/settembre 1985, pag. 79).

Antonio Fogazzaro (1842-1911), l’autore de ‘Il Santo’ (1905), era uno zelante spiritista infatti lui stesso ebbe a dire: ‘Io fui sempre uno spiritualista ardente ed ebbi da fanciullo in poi una forte inclinazione al misticismo: ne appaiono tracce, credo, in tutto quello che ho pubblicato. È quindi naturale che io non abbia riso mai delle credenze spiritiche. Esse non contraddicevano in sostanza alla mia fede religiosa e rispondono alle intime tendenze dell’animo mio. Vi ero dunque disposto a priori e ne pigliai avidamente conoscenza per mezzo di un amico mio che vi aderiva egli pure per via di ragionamento, senz’averne fatta esperienza personale. Lessi parecchie pubblicazioni spiritiste e sono tutt’ora associato al giornale Psychischen Studien di Lipsia […] Le notizie ch’io tengo dello spiritismo mi persuadono che non tutto è illusione ed inganno e che seguono veramente molti fatti inesplicabili con le leggi naturali a noi note’ (Stefano Bertani, L’ascensione della modernità: Antonio Fogazzaro tra santità ed evoluzionismo, Editore Rubbettino, 2006, pag. 124). Fogazzaro infatti è stato presidente onorario della Società di Studi psichici di Milano, in cui si pratica lo spiritismo (cfr. Stefano Beverini e Daniela Nacucchi, Il mondo dello spiritismo, Edizioni Mediterranee, 1991, pag. 48-49; si legga Stefano Bertani, L’ascensione della modernità: Antonio Fogazzaro tra santità ed evoluzionismo, pag. 120-130 per capire il forte legame tra Fogazzaro e lo spiritismo). In merito al suo romanzo ‘Il Santo’ – avente come protagonista un religioso, che si chiama Benedetto (un certo Piero Maironi che si fa chiamare Benedetto), venerato come un santo dai suoi fedeli, che intendeva convincere lo stesso Papa della necessità di una radicale riforma della Chiesa Romana anche aprendosi al modernismo [come ha detto uno studioso cattolico romano: ‘Egli propugna un cattolicesimo svecchiato e progressista, la purificazione della Fede, la quale si trova nel sottosuolo profondo (esoterismo) della Chiesa, nella quale il Papa e la gerarchia restano alla superficie (essoterismo) delle acque stagnanti, immobili (immutabilità del dogma) e putride, mentre i laici illuminati (gnostici) attingono acqua fresca e corrente (evoluzione eterogenea del dogma) in profondità (occultismo) – http://www.sisinono.org/anteprime-2009/108-anno-xxxv-n-13] – messo all’indice dalla Chiesa Cattolica Romana, ci sono dei chiari riferimenti allo spiritismo. Come per esempio questo che mi pare quello più significativo: ‘Anche la duchessa volle parlare a Benedetto [n.d.e. ‘Il Santo]. Portò con sè compagni e compagne. Non più giovine ma galante ancora, mezzo superstiziosa e mezzo scettica, egoista e non senza cuore, voleva bene alla figliuola tisica di un suo vecchio cocchiere. Udito parlare del Santo di Jenne e dei suoi miracoli, aveva combinata la gita, un pò per divertimento, un pò per curiosità, per vedere se fosse il caso di far venire il Santo a Roma o di mandargli la ragazza. Cugina di un cardinale, aveva conosciuto presso di lui uno dei preti che villeggiavano a Jenne. Ora colui, incontratala, le aveva già parlato a modo suo del Santo e annunciato il crollo della sua riputazione. Però siccome la duchessa non si fidava di nessun prete ed era curiosa di conoscere un uomo cui si attribuiva un passato romanzesco, e la stessa curiosità avevano i suoi compagni, una compagna in particolare, si risolse di avvicinarlo a ogni modo. Era venuta con lei una vecchia nobildonna inglese, famosa per la sua ricchezza, per le sue toilettes bizzarre, per il suo misticismo teosofico e cristiano, innamorata metafisicamente del Papa e anche della duchessa che ne rideva con i suoi amici. I quali amici, nel vedere Benedetto in quell’arnese, si scambiarono occhiate e sorrisi che per poco non diventarono sghignazzamenti quando la vecchia inglese, prevenendo tutti, prese la parola. Disse, in un cattivo francese, che sapeva di parlare a una persona colta: che lei, con amici e amiche di ogni nazione, lavorava per riunire tutte le Chiese cristiane sotto il Papa, riformando il cattolicismo in alcune parti troppo assurde che nessuno nel suo cuore credeva più buone a niente, come il celibato ecclesiastico e il dogma dell’inferno; che avevano bisogno, per fare questo, di un Santo; che questo Santo sarebbe lui perchè uno spirito – ella non era spiritista ma un’amica sua lo era – anzi proprio lo spirito della contessa Blawatzky aveva rivelato questo; ch’era perciò necessaria la sua venuta a Roma e che a Roma egli avrebbe potuto con i suoi doni di santità rendere servigio anche alla duchessa di Civitella, ivi presente. Finì il suo discorso così: «Nous vous attendons absolument, monsieur! Quittez ce vilain trou! Quittez-le bientôt! Bientôt!» Benedetto, girato rapidamente lo sguardo severo per la cerchia delle facce sardoniche o stolide, dall’occhialetto della duchessa alla caramella del giornalista, rispose: «A l’instant, madame!» E uscì della camera’ (Antonio Fogazzaro, Il Santo, versione Kindle, posizione 2527-2561). Ora, la signora Helena Petrovna Hahn (anche Hélène), meglio nota come Helena Blavatsky o Madame Blavatsky (1831-1891) – che viene menzionata in questo libro – è stata una spiritista e occultista, ed è molto conosciuta negli ambienti spiritisti e di magia di tutto il mondo. Era una donna malvagia, una figlia del diavolo, che fondò la Società Teosofica. Tra i suoi libri più celebri troviamo Iside svelata (Isis Unveiled) e La dottrina segreta (The Secret Doctrine), pieni di eresie di perdizione. Affinchè vi rendiate conto di chi fosse questa signora, basti questa citazione tratta da uno dei suoi noti libri di occulto: « (…) Satana, o il Dragone Rosso Infuocato, il “Signore del Fosforo” e Lucifero, o “Portatore di Luce”, è in noi: è la nostra Mente, il nostro Tentatore e Redentore, il nostro Liberatore intelligente e Salvatore dal puro animalismo» (La dottrina segreta, vol. II, p. 513).

Questa figlia e adoratrice del diavolo, tramite la sua teosofia ha influenzato tanti uomini, tra cui tanti massoni in mezzo ai quali la teosofia è ben accetta, non solo perchè è formata da dottrine occulte ed esoteriche, ma anche perchè essa nega che Gesù è il Cristo e si propone di fondere assieme tutte le religioni e costruire una grande fratellanza umana su tutta la terra esattamente come la Massoneria. Ecco perchè su un sito massonico troviamo l’elogio della Società Teosofica espresso in questi termini: ‘La Società Teosofica è un’organizzazione antidogmatica che raccoglie studiosi e ricercatori delle Verità dell’Esistenza per mezzo dello studio e dell’esperienza personale. Tre sono gli scopi principali: Fratellanza Universale dell’Umanità senza alcuna distinzione; studio comparato delle fedi, delle filosofie e delle scienze; ricerca dei poteri latenti dell’individuo. La Teosofia si diffuse nel mondo soprattutto nella seconda metà dell’800 ed in Italia anche grazie ad una certa comunanza d’ideali con le correnti democratiche mazziniane e garibaldine. Ricordiamo che Helena Petrovna Blavatsky partecipò attivamente alla battaglia di Mentana a fianco del Generale Garibaldi nel 1867 ove fu gravemente ferita e si dice che fu iniziata alla Massoneria proprio dallo stesso Generale, Gran Maestro dell’Umanità. Conobbe inoltre Giuseppe Mazzini che incontrò a Londra collaborando alle sue iniziative e contribuendo a far erigere un monumento in suo ricordo al Central Park a New York. Fra i Teosofi famosi ricordiamo l’inventore Thomas A. Edison e l’insegnante italiana Maria Montessori. ….. (http://massoneria.wordpress.com/). Ora, alla luce di tutto ciò, dunque, leggere che Paolo Paschetto prese le difese de ‘Il Santo’ di Fogazzaro, non solo riempie di profonda indignazione, ma fa sorgere tante legittime domande. Come può un ‘evangelico’ levarsi in difesa di un tale libro dove l’autore appoggia lo spiritismo? Come fa un ‘evangelico’ a difendere un libro dove viene detto sostanzialmente che bisogna eliminare dal Cristianesimo ‘alcune parti troppo assurde che nessuno nel suo cuore crede più buone a niente’ tra cui la dottrina biblica dell’inferno – ma di dottrine bibliche che la Teosofia vorrebbe eliminare ce ne sono altre – perchè questo poi è il proposito della teosofia che attinge dalla Massoneria? Evidentemente Paolo Paschetto aveva in avversione diverse dottrine bibliche, e questo infatti è confermato da queste sue parole: ‘La teologia, quella dei teologi, con quei sistemi più o meno astratti ed astrusi, in cui molto abitano beati e che, secondo ciò che anche si predica, non possono essere compresi se non da certi credenti avvezzi ad un certo acrobatismo mentale e ad un certo trascendentalismo ‘spirituale’ (?), io, confesso, non l’ho mai compresa e non l’ho mai potuta amare!’ Queste sue strane parole dunque, nascondono una sua avversione verso delle dottrine bibliche, un pò come le parole dei massoni che in fin dei conti contestano ogni forma di dogmatismo del Cristianesimo. D’altronde, voglio far presente che Paschetto non si trasse indietro dal fare un ritratto di Gesù, come anche dal disegnare una donna con il seno scoperto e con la statua della dea minerva in mano, come si può vedere in questa foto (ho oscurato anche qui il seno della figura femminile), per cui è evidente che lui non era per nulla attaccato alla fedel Parola di Dio.

 

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Ma su Antonio Fogazzaro c’è da dire anche che pare che fosse massone. Infatti nel libro Il mondo dello spiritismo a cura di Stefano Beverini e Daniela Nacucchi, viene detto di lui: ‘Secondo il parere di M. Baronci – che in suo favore cita E. Barbier – il collegamento del Fogazzaro con il cattolicesimo modernista trova la sua spiegazione nel fatto che lo scrittore sarebbe stato addirittura un esponente della massoneria’ (Stefano Beverini e Daniela Nacucchi, Il mondo dello spiritismo, Edizioni Mediterranee, 1991, pag. 51-52). Quindi, ancora una volta dobbiamo riscontrare una coincidenza significativa.