Sulla tolleranza

La Massoneria smascherata – Indice > L’ombra della massoneria sulle Assemblee di Dio in Italia (ADI) > Il parlare massonico >  Sulla tolleranza

In nome del libero arbitrio nessuno ha il diritto di interferire in alcuna maniera nel credo che professa il suo prossimo

 

Quelle che state per leggere sono parole uscite dal cuore malvagio di Albert Pike, massone del 33°, il sommo pontefice della Massoneria universale, che oltretutto era anche un incallito praticante di magia nera e un Satanista (cfr. Peter Haining, Maghi e magia, Edizioni Mediterranee, 1977, pag. 61), cioè devoto di colui che dai massoni è chiamato Lucifero (che considerano il portatore della luce massonica), come lo sono d’altronde tutti coloro che hanno raggiunto il 33° del Rito Scozzese Antico ed Accettato come Albert Pike (nella foto – oltre al suo aspetto diabolico, notate il ciondolo che ha davanti che è il simbolo di Baphomet).

 

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Sono parole che concernono la tolleranza in relazione al decimo grado massonico del Rito Scozzese Antico ed Accettato tratte dal suo diabolico libro Morals and Dogma, un libro scritto sotto la guida del diavolo, che vi ricordo è ‘la Bibbia’ dei Massoni in qualsiasi parte del globo si trovano.

Dice Albert Pike: ‘I compiti assunti da questo grado sono la tesaurizzazione di quelli del grado precedente. In esso sono insegnate la Tolleranza e la Liberalità contro il Fanatismo e la Persecuzione, così in politica come in religione; vi si insegna a difendere Senso civico, Cultura e Illuminazione contro l’errore, la barbarie, l’ignoranza. [….] Tolleranza, in accordo col fatto che ogni altro uomo ha diritto alle proprie opinioni ed alla propria fede come noi alle nostre; Liberalità, considerando che non vi è alcun essere umano in grado di dire con certezza, nel groviglio e nel conflitto di diverse fedi e credenze, che cosa è vero, o di affermare con sicurezza di essere in possesso di qualche verità. Perciò ognuno deve concedere che altri, ugualmente onesti e sinceri con se stessi, abbiano opinioni contrarie alle sue e siano in possesso della verità. Ognuno dovrebbe comprendere perciò che qualsiasi cosa un uomo creda fermamente e con coscienza, quello è vero, per lui; questo modo di vedere è mortale nemico del Fanatismo, per cui si perseguita in nome di una credenza, si iniziano crociate contro qualsiasi idea che, nella propria pretesa santità, si consideri contraria alla legge di Dio e alla verità di un dogma. Senso civico, Cultura e Illuminazione sono i mezzi più sicuri con i quali il fanatismo e l’intolleranza possono vanificarsi. Nessun vero Massone si compiace con autentico convincimento e con ardente zelo della causa che uno crede essere assolutamente vera e giusta. Al contrario deve risolutamente negare il diritto, a ogni uomo, di assumersi le prerogative della Divinità e di condannare l’altrui fede e religione come meritevoli di punizione perchè eretiche. Egli non può approvare la linea di condotta di coloro che mettono a repentaglio la pace e la quiete di grandi nazioni e i giusti interessi della popolazione, indulgendo in chimeriche e immaginarie visioni filantropiche, un lusso che consiste per lo più nello stringere il proprio mantello a sè per evitare il contatto con i propri simili e per proclamarsi più santi degli altri. Il vero Massone sa, infatti, che queste follie sono spesso più pericolose dell’ambizione dei re; e che questa intolleranza e questa bigotteria hanno recato all’umanità disastri infinitamente maggiori dell’ignoranza e dell’errore. [….] L’uomo non ha mai avuto il diritto di usurpare prerogative divine (che Dio stesso trascura di esercitare) e di condannare e punire altri per la loro fede. […] Il luogo di nascita e l’educazione ci danno la nostra fede. Pochi credono in una religione perchè hanno esaminato le evidenze della sua autenticità e quindi emesso su di essa un giudizio formale, dopo avere soppesato tutte le testimonianze. Non un uomo su diecimila sa alcunché sulle prove della sua fede. L’uomo crede a ciò che gli viene insegnato e i più fanatici sono proprio coloro che cercano meno degli altri di stabilire delle evidenze su cui basare il proprio credo. Fatti e testimonianze non sono, se non rarissime volte, base e sostegno della fede. E’ una legge imperativa dell’economia divina, inderogabile e inflessibile come Dio, che l’uomo debba accettare senza domande la fede di coloro tra i quali egli è nato e cresciuto. La fede, fatta così parte della natura umana, resiste a tutte le contrarie evidenze e l’uomo negherebbe l’evidenza dei propri sensi piuttosto che sconvolgere la fede religiosa che è cresciuta in lui, carne della sua carne e sangue del suo sangue. Ciò che è vero per me non è vero per un altro. Gli stessi argomenti, le stesse evidenze di fatto che convincono uno possono non importare nulla per un altro. La differenza sta nella natura dell’uomo. Nessun uomo è autorizzato ad asserire con certezza che egli è nel giusto, dove altri uomini, ugualmente intelligenti ed ugualmente ben informati, tendono all’opposta convinzione. Ciascuno pensa che è impossibile che l’altro sia sincero, e ciascuno per questo è in errore. ‘Che cosa è la verità?’ E’ una profonda domanda, la più suggestiva mai posta ad un uomo. Molte credenze religiose di epoche più o meno lontane sembrano incomprensibili. Esse ci colpiscono per il modo diverso di concepire l’anima umana, quella cosa misteriosa che è sempre più misteriosa man mano che la indaghiamo. Qui c’è un uomo a me superiore per intelletto e capacità d’apprendimento, eppure egli sinceramente crede in ciò che a me pare tanto assurdo da non meritare neppure d’essere confutato; e io non posso concepire, e sinceramente neppure credere, che egli sia sano di mente e onesto. Ma egli lo è. La sua ragione è perfetta, come la mia, ed egli è onesto, come me. Allo stesso modo i nostri sogni sono realtà mentre li sogniamo; poi, una volta passati, non sono più irreali di quanto lo sia quel che noi facevamo dormendo. Perciò nessun uomo può dire di avere un sicuro possesso della verità come di un bene terreno. Quando più uomini sostengono opinioni diametralmente opposte e ciascuno di loro è onesto, chi dei due potrà dire di essere nel vero? Noi non sappiamo che cosa sia la verità. Il fatto che noi crediamo fermamente che la nostra fede sia vera non dimostra assolutamente nulla, anzi a questo punto comincia a tormentarci il dubbio. Nessun uomo è artefice della sua fede religiosa, ma solo della sua onestà. Perciò nessuno ha, nè mai ha avuto il diritto di perseguitare un altro per la sua fede, non potendo esistere due situazioni contrarie sulla base di un identico diritto: come il persecutore agisce, convinto che la fede dell’altro sia erronea, così agirà il perseguitato non appena avrà la forza di reagire; il secondo ha, per la stessa ragione, ugual diritto di perseguitare il primo. Il vero ci si presenta conforme ai nostri pregiudizi e preconcetti, che sono vecchi come noi, e forti quasi di forza divina. [….] Non obbedisce veramente alla Massoneria chi si limita a tollerare coloro le cui opinioni in materia religiosa sono opposte alle sue. Le opinioni di ogni uomo sono sua privata proprietà e tutti gli uomini hanno uguale diritto a mantenere ciascuno le sue. Tollerare soltanto, cioè sopportare un’opposta fede, è come considerarla eretica e asserire il diritto a perseguitarla, se volessimo, e a proclamare la nostra tolleranza come merito esclusivamente nostro. Il credo massonico va ben oltre. Nessun uomo, esso insegna, ha alcun diritto, in alcun modo concesso, di interferire con il credo religioso altrui. Insegna che ogni uomo è assoluto padrone della sua fede, che la fede è cosa assolutamente indipendente da questo o quel credo religioso e che, se ci fosse mai un qualche diritto di persecuzione, esso sarebbe mutuo, perchè l’una fazione ha sempre lo stesso diritto dell’altra a erigersi come giudice del proprio caso; e Dio è l’unico magistrato che può giustamente decidere tra loro. A questo grande Giudice la Massoneria demanda la questione e, aprendo le porte dei suoi Templi, invita ad entrare e a vivere in pace e in armonia, protestanti, cattolici, ebrei, mussulmani. Essa accoglie ogni uomo che voglia condurre una vita veramente virtuosa e morale, amare i suoi fratelli, aiutare il malato e il povero, e credere nell’unico, onnipotente, onnisciente, onnipresente Dio, architetto, creatore e conservatore di tutte le cose, per la cui universale legge di armonia sempre gira su questo universo il vasto, infinito circolo della vita e della morte, al cui ineffabile nome vogliamo noi tutti veri Massoni rendere un omaggio dei più profondi, per le cui mille grazie riversate su di noi sentiamo gratitudine, ora, poi e per sempre! Noi possiamo bene essere tolleranti con altri credo, perchè in ogni fede vi sono eccellenti precetti morali’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 2, pag. 91-92, 95-98 – 10° Cavaliere Eletto dei Quindici).

Come potete vedere, Pike ci tiene a sottolineare in diverse maniere come nessun uomo ha il diritto di dichiarare un altro uomo sotto la condanna di Dio e neppure di confutare un altro uomo per il suo credo, in quanto quello che è verità per me può non esserlo per il mio interlocutore, che però ha lo stesso diritto di sostenere quello che crede perchè siamo tutto uguali. E quindi io non posso dire che lui ha torto e io sono nella verità, e cercare di convincerlo dell’erroneità del suo credo, perchè la verità è relativa e non assoluta, e nessuno può dire di averla. Come dice Pike ai suoi fratelli massoni, ma in un altro capitolo del suo Morals and Dogma: ‘Non dobbiamo sottovalutare l’importanza di ogni Verità. Non dobbiamo pronunciare parole che offendano il sentimento religioso di chi ascolta, qualunque sia la sua fede. Non diciamo al musulmano che l’importante è credere che esista un solo Dio, ma che non è assolutamente necessario credere che Maometto sia stato il suo profeta. Non diciamo all’ebreo che il Messia che egli aspetta è già nato a Bethlehem circa duemila anni fa; e che è un eretico perchè non ci crede’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 3 pag. 155 – 26° Il Principe della Carità). Da qui il discorso sulla tolleranza che bisogna avere verso chi la pensa diversamente da noi, perchè egli è sincero in quello che professa. E poi nessuno ha il diritto di interferire in alcuna maniera nel credo che professa il suo prossimo, perchè ogni uomo è assolutamente proprietario sul suo proprio credo, e poi in ogni credo ci sono dei precetti morali eccellenti, quindi non si possono condannare i credi degli altri uomini diversi dal nostro. Altra cosa che Pike ci tiene a dire è che quelli che ritengono di avere la verità e cercano di dimostrare agli altri che essi sbagliano, sono fanatici e intolleranti, e quindi costoro hanno bisogno di ‘cultura, senso civico e illuminazione’ che sono i mezzi più sicuri per rendere impotenti sia il fanatismo che l’intolleranza. Quindi i veri Massoni sono tenuti a opporsi ai fanatici e agli intolleranti in campo religioso, in cima alla lista dei quali ci siamo proprio noi che accettiamo la Scrittura come l’unica Parola di Dio, e che la consideriamo, come essa è veramente, LA VERITA’. Henry C. Clausen, il Gran Comandante Sovrano della Massoneria dell’Antico ed Accettato Rito Scozzese della Giurisdizione del sud degli Stati Uniti dal 1969 al 1985, ha affermato per esempio: ‘Perciò la Massoneria deve guardarsi dai nemici ostinati e implacabili che oggi ha la Libera Muratoria, spinti da ignoranza, fanatismo, intolleranza e da schiavitù mentale e spirituale. Essi combattono i principi massonici delle libertà costituzionali, del vivere illuminato e dei diritti naturali dei popoli. […] La libera Massoneria non teme, nè avversa, alcuna setta religiosa o partito politico, ma cerca di salvaguardare l’umanità dall’intolleranza’ (Sommario e Commento di Henry C. Clausen, in Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 2, pag. 107 – 10° Cavaliere Eletto dei Quindici).

E purtroppo nelle ADI si è insinuato proprio questo sentimento massonico sulla tolleranza, infatti i pastori ADI esortano i membri delle Chiese a non condannare gli insegnamenti eretici delle sette e delle religioni, esattamente come fanno i Maestri nelle logge verso i loro fratelli massoni in quanto hanno ricevuto questo ordine: ‘Invitateli a rispettare tutte le forme di culto, a tollerare ogni opinione politica e religiosa, a non biasimare, e ancora meno a condannare, le opinioni altrui, a non cercare di fare accoliti ….’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 3, pag. 30 – 20° Venerabile Gran Maestro ‘Ad Vitam’).

Ecco la prova di quanto da me affermato. Molti anni fa le ADI hanno pubblicato un Manuale per le Scuole Domenicali che si intitola ‘Culti e Sette’. In esso vengono confutati sia pur molto brevemente e sommariamente gli insegnamenti dei Mormoni, degli Avventisti del Settimo Giorno, dei Testimoni di Geova, della Scienza Cristiana, della Chiesa di Dio Universale, della Scuola Cristianesimo ‘Unità’, del Branhamismo, di Culti Orientali, e di Movimenti e Culti Minori, del Cattolicesimo Romano, e della Teologia storico-critica. Ma nel primo capitolo che si intitola ‘I caratteri generali delle sette e dei culti’, viene detto tra le altre cose questo: ‘In questo manuale non c’è alcuna intenzione di disprezzare i gruppi che chiamiamo culti o sette. Usiamo queste parole soltanto perché non ne possiamo trovare di migliori e perché, nella terminologia religiosa corrente, la maggioranza dei movimenti che considereremo sono così designati. Né intendiamo attaccare personalmente qualcuno. Sia l’autore sia i redattori riconoscono, e rispettano, le aspirazioni religiose dell’uomo, che hanno prodotto in tutta sincerità le dottrine dei vari culti e delle numerose sette del mondo moderno. …. I cristiani pentecostali dovrebbero essere particolarmente restii a condannare, insieme con gli insegnamenti, anche i membri dei culti e delle sette, perché non molti anni fa la dottrina delle Chiese Pentecostali veniva rigettata e condannata. La dottrina pentecostale era ritenuta, infatti, una teoria che giustificava delle manifestazioni religiose psicopatiche, mezzo di una strategia satanica, e tale atteggiamento in alcuni casi non è affatto scomparso’ (Culti e Sette, ADI-Media, s.d, pag. 7). Queste parole ovviamente anche se non sono firmate da Francesco Toppi, rappresentano il suo pensiero a tale riguardo, perchè nelle ADI quando lui era presidente non poteva essere pubblicato niente che non fosse conforme al suo pensiero.

Ora, le seguenti parole: ‘…le aspirazioni religiose dell’uomo … hanno prodotto in tutta sincerità le dottrine dei vari culti e delle numerose sette del mondo moderno … I cristiani pentecostali dovrebbero essere particolarmente restii a condannare, insieme con gli insegnamenti, anche i membri dei culti e delle sette, perché non molti anni fa la dottrina delle Chiese Pentecostali veniva rigettata e condannata’, sono parole che paiono essere uscite da un cuore ‘massonico’. Infatti le ADI sostengono la stessa cosa della Massoneria, in quanto anche per le ADI le dottrine delle religioni e delle sètte sono state prodotte sinceramente dalle aspirazioni religiose dei loro fondatori, e quindi i membri delle sette e delle religioni, anche se professano cose diametralmente opposte alle nostre, sono sinceri come lo siamo noi perchè siamo tutti uguali. E quindi noi non possiamo metterci a condannare nè i membri delle sette e delle religioni, come neppure i loro insegnamenti. Ma ciò è falso, perché le dottrine delle sette e delle religioni (ovviamente dalle religioni è esclusa la religione ebraica così come è espressa nella legge di Mosè, nei salmi e nei profeti) non sono state prodotte in tutta sincerità dalle aspirazioni religiose dell’uomo, ma dal diavolo, il padre della menzogna (cfr. Giovanni 8:44), che è riuscito con la sua astuzia a sedurre gli abitanti del mondo (cfr. Apocalisse 12:9), facendogli credere ogni sorta di menzogna. Ma come si fa a dire che la dottrina secondo cui il peccato e la morte non esistono (dottrina che viene insegnata da Scienza Cristiana), o quella che dice che Gesù non è Dio e non è risorto fisicamente (sostenuta dai Testimoni di Geova) o quell’ancora che afferma che esiste un purgatorio o che il capo della Chiesa universale è il cosiddetto papa, e la remissione dei peccati si ottiene mediante la confessione al prete e rinunce e mortificazioni varie, o quell’ancora che dice che l’uomo è Dio, o quella che dice che non dobbiamo mangiare la carne, e così via, siano dottrine prodotte in tutta sincerità dalle aspirazioni religiose di alcuni uomini? Occorre veramente non conoscere le Scritture per fare simili affermazioni!! Paolo le chiama dottrine di demoni (cfr. 1 Timoteo 4:1), e dice che sono prodotte dalla frode degli uomini e dall’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore (cfr. Efesini 4:14), e le ADI le chiamano dottrine prodotte in tutta sincerità dalle aspirazioni religiose dell’uomo!! Giudicate voi fratelli.

E’ evidente dunque che siccome queste dottrine sono dottrine di demoni, noi dobbiamo essere pronti a condannarle (altro che restii a condannarle come dicono le ADI), e quindi a confutarle. E questo perché le opere infruttuose delle tenebre vanno riprovate (cfr. Efesini 5:11), e le dottrine succitate sono opere infruttuose delle tenebre. Ecco chi le ha prodotte queste dottrine, le tenebre. Ma come si fa poi a usare quel paragone, tra il comportamento di coloro che hanno condannato e ancora condannano la dottrina delle Chiese pentecostali e il comportamento di coloro che condannano le dottrine dei culti e delle sette? Ma che c’entra un simile paragone? Nulla, proprio nulla. Ma confonde le idee dei credenti. Perché il credente pensa, ‘Se non devo condannare le dottrine di questi culti e sette, per non fare l’errore che fecero molti all’inizio del Movimento Pentecostale, e che fanno tuttora, condannando le nostre dottrine, vuol dire che tra le dottrine di questi culti e sette ce ne sono alcune che un giorno potrebbero non essere più da condannare!!’ Non vi pare che questo paragone sia frutto di una mentalità massonica?

E’ fuori di dubbio che in questo modo di parlare è presente uno spirito massonico, che appunto incita noi Cristiani a non condannare gli insegnamenti diversi dai nostri, quasi che anch’essi o una parte di essi un giorno potranno essere da noi riconosciuti come verità, come molti Evangelici – che all’inizio accusavano noi Pentecostali di essere degli eretici – hanno dovuto riconoscere alla fine che le lingue e i miracoli sono ancora attuali e quindi che abbiamo ragione! Giudicate voi da persone intelligenti. E vorrei dire che nel condannare questi insegnamenti falsi, è evidente che esprimiamo un giudizio netto su coloro che li professano, che è il seguente, espresso dall’apostolo Paolo quando disse a Timoteo: “Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non s’attiene alle sane parole del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, esso è gonfio e non sa nulla; ma langue intorno a questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contenzione, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni d’uomini corrotti di mente e privati della verità” (1 Timoteo 6:3-5), ed a Tito: “L’uomo settario, dopo una prima e una seconda ammonizione, schivalo, sapendo che un tal uomo è pervertito e pecca, condannandosi da sé” (Tito 3:10-11). Se dunque Paolo afferma che questi uomini non sanno nulla, sono privi della verità, sono pervertiti e peccano condannandosi da sè, è evidente che tra noi e loro c’è una differenza, che non può essere sottaciuta, perchè è la differenza che passa tra la luce e le tenebre. E ovviamente ricordiamo che Colui che ci differenzia dagli altri è Dio, perchè da Lui sono tutte le cose, e infatti è per la Sua volontà che noi siamo nella luce. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen.

Fratelli, nessuno vi seduca, siate pronti a condannare tutte le dottrine false, perché esse non hanno nulla a che fare con la verità. Abbiate in voi lo stesso sentimento che fu negli apostoli, che confutavano le false dottrine per mettere in guardia i fratelli, affinchè non fossero più dei bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina. Rigettate invece quel sentimento massonico che purtroppo regna nelle ADI che dinnanzi alle false dottrine dicono: ‘Non facciamo polemiche, lasciamo perdere, parliamo di Gesù!’, perché secondo loro mettersi a confutarle è tempo sprecato in quanto costituisce mettersi a fare dispute di parole e discussioni inutili e sterili; e non solo, secondo loro chi confuta si mette pure a giudicare, cosa che egli non deve fare perchè Gesù ha detto: “Non giudicate” (Matteo 7:1)! Lo ripeto, rigettate questo sentimento massonico presente nelle ADI.

Ricordatevi che chi confuta le false dottrine non fa altro che difendere il Vangelo e la sana dottrina, che è una cosa da fare come è da fare la predicazione del Vangelo e della sana dottrina. E nel fare questo mostra quindi il suo amore per la verità, che non gode dell’ingiustizia ma gioisce con la verità (cfr. 1 Corinzi 13:6-7). Gesù confutò gli scribi e i Farisei (cfr. Matteo 15:1-20; 23:16-22) ed anche i Sadducei (cfr. Matteo 22:23-32), Apollo confutò i Giudei (cfr. Atti 18:28), e Paolo confutò quelli che negavano la resurrezione in seno alla chiesa di Corinto (cfr. 1 Corinzi 15:12-58). E ricordatevi pure che chi confuta esprime dei giusti giudizi, perché il suo giudizio sulle strane dottrine si fonda sulla Parola di Dio. E quindi il comando “non giudicate” non si può tirare fuori quando si sente parlare di confutazione.

A proposito di confutazioni, voglio dire quest’altra cosa: nelle ADI c’è una assenza spaventosa di confutazioni, in quanto dal pulpito delle ADI non vengono mai confutate le eresie esistenti, soprattutto quelle della Chiesa Cattolica Romana. Siamo in una nazione profondamente cattolica romana, dove ogni credente parla con cattolici romani, ma dai pulpiti delle ADI non si sentono pastori confutare e condannare le eresie di perdizione della Chiesa Cattolica Romana!! E perchè? Perchè le ADI – in virtù del loro accordo ‘segreto’ con la Chiesa Cattolica Romana che risale al dopoguerra – non vogliono e non possono mettersi a smascherare pubblicamente e con ogni franchezza le superstizioni e le imposture e le eresie papiste, per evitare di essere accusate di non rispettare la Chiesa Cattolica Romana e di venire meno al tacito accordo con essa. L’accordo fatto – mediante l’aiuto della Massoneria e della Cia – con il Vaticano esige dunque questo loro silenzio (si pensi che quando a RadioEvangelo vengono intervistati dei credenti ex-cattolici romani, la stragrande maggioranza delle volte il termine Chiesa Cattolica Romana neppure viene menzionato, in quanto viene rimpiazzato accuratamente con ‘la religione tradizionale’ o qualcosa del genere!). E poi la lotta che le ADI hanno intrapreso a suo tempo per la libertà religiosa e quello che essi dicono a favore della libertà religiosa ancora oggi, esige questo comportamento diabolico da parte loro, perchè non possono mettersi a smascherare e condannare gli insegnamenti di coloro che essi ritengono abbiano il diritto di professare il credo che vogliono, non possono riprenderli esortandoli a ravvedersi e ad abbandonare le loro eresie, perchè così facendo andrebbero ad intaccare la libertà religiosa degli altri. E quindi silenzio di tomba.

Giudicate voi in che laccio diabolico sono cadute le ADI. Le ADI quindi avranno pure ottenuto la libertà religiosa dopo tante lotte, ma certamente hanno perso la libertà spirituale mettendosi con i massoni e il Vaticano.

Ma c’è un’altra cosa che vorrei dire, e cioè che proprio la Massoneria che parla tanto di tolleranza si mostra intollerante all’occasione.

La massoneria si dichiara tollerante verso tutte le fedi, tanto da definirsi «religione della tolleranza» in quanto consente «ai suoi adepti piena libertà di opinioni in merito all’inconoscibile e all’ignoto», ma la Massoneria è intollerante verso noi Cristiani in quanto noi affermiamo di conoscere la verità e che coloro che non sono seguaci di Cristo non conoscono la verità, infatti il Sovrano Gran Commendatore Domenico Maiocco sostiene che chi pratica questa «religione della tolleranza», cioè il massone, deve sempre conservare «piena libertà di spirito da ogni dogmatismo, riconoscendo che la verità, totale o parziale, non è prerogativa di nessun individuo né di nessuna associazione di uomini» (cfr. Balaustra nº 1, del 12 aprile 1951, nº 3). Avete compreso dunque che tipo di tolleranza è quella della massoneria? E’ una tolleranza che combatte ferocemente i pregiudizi e i dogmi, e siccome noi di pregiudizi e dogmi ne siamo pieni per i massoni, siamo da combattere. «I pregiudizi che la Massoneria si sforza di combattere sono sopra tutto quelli che tendono a separare gli uomini con delle divisioni esclusive sorte dalla diversità delle loro credenze, credenze che la Massoneria rispetta tutte, quando siano professate in buona fede» (cfr. S. Farina, Il Libro dei Rituali del Rito Scozzese Antico e Accettato, Piccinelli, Roma 1946, pag. 93). Ecco perchè la Massoneria nutre un forte odio verso le dottrine della Bibbia, perchè esse creano delle divisioni tra gli uomini, e quindi nutre un forte odio verso di noi perchè quelle dottrine insegniamo. Odio che si manifesta sin dai primi insegnamenti impartiti nella loggia. All’adepto, con una lenta, paziente e sottile educazione, viene subito detto che deve guardarsi dal «fanatismo» e dalla «superstizione», che deve ripudiare il «dogmatismo» delle religioni, che deve adottare il metodo del «libero esame» sgombro da «vincoli dogmatici e fideistici». Si può definire questa opera una sorta di lavaggio del cervello.

Ora, riflettete per un momento a tutto ciò: e non è forse lo stesso sentimento che esiste nei pastori ADI? Si definiscono e mostrano tolleranti verso tutti, tranne che verso di noi che veniamo definiti ‘fanatici’, e per quale ragione? Perchè prendiamo alla lettera la Bibbia, già alla lettera, perchè nelle ADI non viene presa alla lettera, in quanto come dicono i pastori ADI in riferimento ai ‘fanatici’: ‘Se dovessimo prendere alla lettera la Bibbia, i locali di culto si svuoterebbero!’ E infatti nelle ADI ai membri gli fanno da subito una sorta di lavaggio del cervello che non devono prendere alla lettera la Bibbia. Certo, dico io, altrimenti il locale di culto non si riempirà e non ne potranno costruire uno più grande e bello!

Vorrei ora farvi notare la forte somiglianza che esiste tra alcune espressioni del satanista massone Pike e quella dei pastori ADI, e non solo delle ADI ovviamente perchè lo spirito massonico ormai pervade tutto l’ambiente evangelico.

Pike dice: ‘Non vi è alcun essere umano in grado di dire con certezza, nel groviglio e nel conflitto di diverse fedi e credenze, che cosa è vero, o di affermare con sicurezza di essere in possesso di qualche verità. Perciò ognuno deve concedere che altri, ugualmente onesti e sinceri con se stessi, abbiano opinioni contrarie alle sue e siano in possesso della verità’ (Morals and Dogma, Edizione italiana, Vol. 2, pag. 91). I pastori ADI affermano: ‘E che ce l’hai solo tu la verità?’ e: ‘Ce l’hai tutta tu la verità?’ e addirittura dinnanzi a due dottrine diametralmente opposte: ‘E se avessimo ragione tutti e due?’-

Pike afferma in merito al fanatismo che ‘si perseguita in nome di una credenza, si iniziano crociate contro qualsiasi idea che, nella propria pretesa santità, si consideri contraria alla legge di Dio e alla verità di un dogma’ (Ibid., pag. 91), ovviamente per perseguitare lui intende anche la confutazione che si fa delle dottrine altrui. I pastori ADI ci dicono: ‘Mostrate fanatismo, come quello dei talebani, ve la prendete con tutti e tutto, confutando nella vostra presunzione tutto quello che è diverso dal vostro credo o dalle vostre idee’.

Pike afferma che ogni massone ‘deve risolutamente negare il diritto, a ogni uomo, di assumersi le prerogative della Divinità e di condannare l’altrui fede e religione come meritevoli di punizione perchè eretiche’ (Ibid., pag. 91). E i pastori ADI ci dicono: ‘E che sei Dio, o ti metti al posto di Dio, per condannare le credenze degli altri (dei cattolici romani per esempio) e per dire che essi vanno all’inferno?’ Addirittura ci sono quelli che se ti sentono dire che l’ultimo papa che è morto (ossia Giovanni Paolo II) è ora all’inferno, ti rimproverano!

Pike afferma che il massone ‘non può approvare la linea di condotta di coloro che mettono a repentaglio la pace e la quiete di grandi nazioni e i giusti interessi della popolazione, indulgendo in chimeriche e immaginarie visioni filantropiche, un lusso che consiste per lo più nello stringere il proprio mantello a sè per evitare il contatto con i propri simili e per proclamarsi più santi degli altri’ (Ibid., pag. 91-92). E i pastori ADI ci accusano di mettere divisione tra gli uomini, e di innalzarci sopra tutti perchè ci consideriamo più santi degli altri.

Pike afferma che il credo massonico insegna che nessun uomo ‘ha alcun diritto, in alcun modo concesso, di interferire con il credo religioso altrui’ (Ibid., pag. 97). E che dicono i pastori ADI agli uomini? ‘Noi non convinciamo voi, e voi non convincete noi. Ognuno ha il suo credo, e noi abbiamo il nostro’. Ecco dunque che il credo delle ADI vieta ai membri di interferire con il credo degli altri, altrimenti andrebbero a interferire con la libertà degli altri! Addirittura i pastori ADI affermano che neanche Dio interferisce nelle decisioni degli uomini, in quanto ‘non costringe nessuno a ravvedersi e credere, perchè dipende tutto dal libero arbitrio dell’uomo’! Mi limito a dire in merito a ciò che se fosse come dicono le ADI, Saulo da Tarso non si sarebbe mai convertito e sarebbe andato certamente in perdizione, e con lui ciascuno di noi.

E infine vorrei terminare con alcune dichiarazioni di Pike che considero sia l’obbiettivo di questo diabolico credo massonico, quello di far venire il dubbio a tutti coloro che hanno conosciuto la verità che è in Cristo Gesù per portarli quindi lontani dalla verità: ‘Allo stesso modo i nostri sogni sono realtà mentre li sogniamo; poi, una volta passati, non sono più irreali di quanto lo sia quel che noi facevamo dormendo. Perciò nessun uomo può dire di avere un sicuro possesso della verità come di un bene terreno. Quando più uomini sostengono opinioni diametralmente opposte e ciascuno di loro è onesto, chi dei due potrà dire di essere nel vero? Noi non sappiamo che cosa sia la verità. Il fatto che noi crediamo fermamente che la nostra fede sia vera non dimostra assolutamente nulla, anzi a questo punto comincia a tormentarci il dubbio [….] Siamo tutti, anche se non tutti allo stesso modo, in errore. I dogmi, tanto cari a ciascuno di noi, non sono, come noi pensiamo, verità divine, ma, semplicemente, la nostra propria forma di errore, la nostra verità, i raggi di luce che rifratti e frammentati sono caduti su di noi. Le nostre misere certezze fanno il loro tempo e poi cessano di essere; in realtà non sono che barlumi della luce di Dio ed Egli è ben più di quel che essi mostrino. La verità perfetta non si potrà mai conoscere’ (Ibid., pag. 96, 171). Avete notato? Pike, messaggero del diavolo, ha parlato chiaramente. Se nessuno ha il diritto di condannare il credo altrui, perchè nessuno può dire di essere in possesso della verità, è ovvio che chi ha veramente conosciuto la verità e la proclama con certezza, se accetta il credo massonico sulla tolleranza, comincerà a dubitare della sua fede e della dottrina che ha accettato, e quindi sarà indotto inesorabilmente ad allontanarsi dal Signore Gesù Cristo. Ecco perchè la massoneria e la fede in Cristo sono INCONCILIABILI, e la massoneria va condannata con ogni franchezza quale opera del seduttore di tutto il mondo. E questo insegnamento sulla tolleranza fatto dai massoni bisogna considerarlo solo una delle tante astuzie e macchinazioni di satana per far disprezzare ai Cristiani la verità che hanno conosciuto e poi farli sviare da essa.

E questo diabolico obbiettivo i Massoni cercano di raggiungerlo basandosi sul principio dell’uguaglianza. In sostanza cosa dicono? Che tutti gli uomini sono ugualmente sinceri e onesti nel professare il loro credo, e quindi se altri hanno differenti dottrine da quelle di Cristo e degli apostoli, sono anche loro in possesso della verità in quanto anche loro sono ugualmente intelligenti ed ugualmente ben informati. E chi sono io dunque per andare ad interferire col credo altrui? Sarei un ingiusto e un presuntuoso se lo facessi, e violerei il principio dell’uguaglianza. Principio dunque strettamente collegato a quello della libertà secondo cui ognuno è libero di credere a quello che vuole ed ha il dovere di non cercare di convincere l’altro che è in errore. Voi capite quindi che seguendo il credo massonico un Cristiano non solo si svierebbe dalla verità, ma aiuterebbe i peccatori ad andare all’inferno perchè comincerebbe a pensare che la sua fede è vera quanto lo è quella del Buddista o del Mussulmano, che la Bibbia è sacra come il Corano ecc, che Gesù è stato un maestro di morale come Buddha, Confucio e altri. Perchè se tutti sono liberi e uguali non si possono dichiarare i non Cristiani dei perduti che vivono nell’ignoranza di Dio e della Sua Parola, e quindi bisogna lasciarli camminare tranquillamente per la strada in cui sono. Il credo massonico quindi trascina a rigettare la fede in Cristo come l’unica fede in grado di salvare l’uomo. Non è forse questo che ha fatto Billy Graham, che è un massone?