Sul peccato e le false dottrine

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Sono indulgenti verso il peccato

 

Albert Pike ha affermato che una parte del credo massonico è ‘essere INDULGENTI, come lo è Dio, verso la mancanza di fede, gli errori, le follie, e le colpe degli uomini; perchè tutti formano una grande fratellanza’ (Albert Pike, Morals and Dogma, pag. 531 – 26° Principe di Compassione – http://www.sacred-texts.com/mas/md/md27.htm – La parola inglese usata da Pike è CHARITABLE, che si può tradurre anche con ‘caritatevoli’ e ‘comprensivi’). E’ evidente anche da queste parole che la Massoneria si è fatta un Dio su misura, perchè il solo vero Dio non è affatto indulgente verso la mancanza di fede, gli errori, le follie, e le colpe degli uomini. D’altronde la Massoneria accetta persone che professano ogni sorta di religione, e proclama la tolleranza verso tutti e verso qualsiasi credo, e quindi non poteva che proclamare quest’ennesima menzogna. E ovviamente i Massoni sono chiamati ad essere indulgenti verso le suddette cose, come lo è il loro dio.

E nelle ADI non c’è forse lo stesso credo? NEI FATTI SI’, proclamano infatti CON I FATTI un Dio che è indulgente verso le follie, le colpe, la mancanza di fede, e le colpe dei membri delle Chiese ADI; infatti non dicono mai dal pulpito che Dio castiga quei credenti che ripongono la loro fiducia negli uomini anzichè in Dio, che commettono follie (cioè per esempio che si danno alla fornicazione, all’adulterio e ai piaceri della vita, e alle buffonerie, o che si fanno sterilizzare o che impediscono il concepimento o abortiscono), che si rendono colpevoli di disonestà e torti vari nei confronti del loro prossimo, o che Dio castiga quei pastori che insegnano delle cose storte e perverse in mezzo a loro. Perchè non dicono queste cose? Perchè rifiutano di credere una simile cosa (perchè valgono sempre le parole di Paolo a tale riguardo: “Ma siccome abbiam lo stesso spirito di fede, ch’è in quella parola della Scrittura: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo, e perciò anche parliamo” 2 Corinzi 4: 13, per cui chi non parla di ciò che è scritto e che fa parte del Consiglio di Dio vuol dire che non ci crede), e chi si permette di dire ciò invece – perchè crede a tutto quello che dice la Bibbia – viene subito dichiarato essere un ‘fanatico’, un ‘intollerante’, un ‘settario’, ‘senza amore’ e così via. Intanto però l’Iddio vivente e vero i suoi giudizi li esercita contro costoro, quantunque il loro colpevole silenzio, che poi è una maniera di accondiscendere al peccato. Chi tace acconsente, dice un detto mondano. E che esista questo diabolico sentimento verso il peccato, è dimostrato dal fatto che nelle ADI le seguenti parole di Paolo: ” …quel che v’ho scritto è di non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un rapace; con un tale non dovete neppur mangiare” (1 Corinzi 5:11), è come se nella Bibbia non esistessero.

E questo ovviamente si ripercuote anche sulla condotta dei credenti, perchè anche loro quindi sono chiamati a comportarsi come si comporta l’Iddio su misura che si sono fatti, di cui i pastori ADI sono i fedeli rappresentanti sulla terra: per cui se un credente ha un amante, se commette adulterio, se impedisce il concepimento, se si fa sterilizzare, se abortisce, se si abbandona ai piaceri della vita, se ruba, se mente, se oltraggia, se si ubriaca, ecc. deve avere tutta la comprensione e l’indulgenza degli altri. E nessuno si deve permettere di giudicarlo o di riprenderlo, perchè altrimenti pagherà caro ciò: prima gli fanno un consiglio di Chiesa per ammonirlo, e poi se non accetta la loro ammonizione, lo cacceranno via. Ecco dunque chi cacciano dalle ADI: chi si santifica, e riprova il male perchè vuole che il popolo si santifichi; e non il malvagio, che invece ha le mani libere ed anche ben forti!

Fratelli, nessuno vi inganni con vani ragionamenti, Dio non è indulgente verso il peccato in quanto lo odia. Dio infatti odia le opere malvage, secondo che è scritto: “Il timore dell’Eterno è odiare il male; io odio la superbia, l’arroganza, la via del male e la bocca perversa” (Proverbi 8:13), ed anche: “Sei cose odia l’Eterno, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spandono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corron frettolosi al male, il falso testimonio che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli” (Proverbi 6:16-19). E quindi noi siamo chiamati ad odiare o aborrire le opere malvage, che sono le opere infruttuose delle tenebre, e a riprovarle pubblicamente, come facevano gli apostoli e i profeti. Se manca quindi dal pulpito la riprovazione pubblica delle opere infruttuose delle tenebre, vuol dire che quelle opere non sono odiate, e se quindi coloro che compiono queste opere non vengono pubblicamente rimproverati, vuol dire che sono tollerati.