Sulla cosiddetta libertà religiosa

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Bisogna combattere per averla e una volta ottenuta per salvaguardarla

 

Francesco Toppi, in un suo articolo apparso su Stampasera il 16 Marzo 1989 (pag. 15 – vedi foto), a proposito dell’ora di religione ha affermato:

‘Egregio direttore, esprimo il mio compiacimento e quello degli oltre centomila membri delle Chiese Evangeliche «Assemblee di Dio in Italia» (ADI) perchè nel n. 63 di oggi, lunedì 6 Marzo 1989, il Suo autorevole giornale a pag. 9 ha pubblicato l’interessante notizia dell’attesa sentenza della Consulta sull’ora di religione. Desidero renderle noto che non soltanto è stata violata la legge 449 del 1984 relativa all’intesa fra lo Stato e la Tavola Valdese ma anche altre due leggi riguardanti le Intese tra lo Stato e le Chiese Avventiste e lo Stato e le Chiese Evangeliche A.D.I. rispettivamente la legge 516 e 517 del 22 novembre 1988. In ambedue queste leggi è riportato alla lettera quanto è stato pubblicato e riguardante la legge in corso di approvazione, per l’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane. Queste leggi nel loro insieme riguardano almeno trecentomila italiani che, pur costituendo una minoranza, desiderano salvaguardare le libertà di coscienza e di religione, ratificate non soltanto dalla nostra Costituzione, ma garantite dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dalla Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali. Questa non esigua minoranza di cittadini italiani si aspetta che la Corte Costituzionale emani una sentenza che ristabilisca il rispetto della libertà e non crei per nessuno effetti discriminatori che sarebbero deleteri allo sviluppo della personalità dei minori appartenenti alle scuole di ogni ordine e grado i quali non scelgono l’insegnamento della religione cattolica. Grato per l’obbiettività dell’informazione su questo argomento e pregandola di pubblicare questa ulteriore precisazione, La ringrazio sentitamente. Past. Dott. Francesco Toppi (Presidente delle Chiese Cristiane Evangeliche ADI – Roma).

 

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Avete notato il discorso di Toppi a favore della libertà di coscienza e di religione? Ma non vi pare un linguaggio massonico il suo? A noi pare proprio un linguaggio massonico. Quando lui dice che almeno trecentomila italiani desiderano salvaguardare le libertà di coscienza e di religione, non sta facendo altro che parlare come i massoni, che dicono spesso nei loro discorsi di voler salvaguardare le libertà di coscienza e di religione, o di avere combattuto in questo o in quell’altro periodo storico affinché trionfasse la libertà di coscienza e di religione.

D’altronde questa libertà è uno dei principi fondamentali della Massoneria a cui i Massoni tengono molto. Sul sito di una loggia massonica in uno scritto dal titolo ‘La Libertà nella Massoneria’ si legge infatti: ‘La Libertà, nel senso profano del termine, è quella che uno Stato illuminato, con le proprie leggi, assicura ai propri cittadini, consentendo di esprimere diverse opinioni politiche, filosofiche, religiose; uno Stato cioè che non impone una sua ideologia, ma anzi garantisce il libero esercizio della libertà di parola, di coscienza, di religione’ (http://www.loggiaguerrazzi665.it/). E per questa libertà i massoni sono chiamati a combattere, in quanto in Morals and Dogma il massone Albert Pike afferma rivolgendosi ai massoni del 32°: ‘Vi hanno insegnato a superare la paura della morte, a dedicarvi alla grande causa della libertà civile e religiosa …’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 3, pag. 285 – 32° Sublimi Principi del Real Segreto), e invece rivolgendosi ai massoni del 4° afferma: ‘A editti che vengano dal solo arbitrio di una forza dispotica, contrastanti con la legge di Dio o con la grande legge della natura, contrari ai veri diritti dell’uomo, che violano il diritto del libero pensiero, libera parola, libere coscienze, è legittimo ribellarsi, e sforzarsi di abrogarli’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione italiana, Vol. 2, pag. 8 – 4° Maestro Segreto). E tutto ciò perchè nella Massoneria ‘il Massone identifica l’onore della nazione con il proprio onore. Nessun onore più bello si può dare alla propria nazione del difenderla da tutti i nemici delle libertà civili e religiose’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 2, pag. 81 – 9° Cavaliere Eletto dei Nove).

E difatti i massoni hanno combattuto per questa libertà nel corso del tempo anche qui in Italia. Come ha ricordato nel 2005 Gustavo Raffi del GOI in un comunicato stampa. Ascoltate le sue parole: ‘Sono numerosi i Massoni umbri che hanno partecipato e che hanno dato il loro contributo al processo di unificazione nazionale. Anche al loro ricordo di uomini pronti a combattere non solo per la costruzione della nazione, ma innanzitutto per la libertà e la democrazia, è dedicato il concerto di lunedì prossimo. In una società italiana ancora profondamente contadina e cattolica, legata alle superstizioni di una religiosità popolare, una classe dirigente illuminata e dotata di un inaudito coraggio civile, combatté allora contro chi condannava la società moderna in tutte le sue forme, dal liberalismo alla democrazia, dalla libera ricerca scientifica alla libertà innanzitutto di coscienza e religiosa’ (http://www.goiradio.it/).

 

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E sempre in tema di libertà religiosa e di coscienza, ricordiamo la Dichiarazione di Princìpi approvata dal Convento dei Supremi Consigli Confederati riuniti a Losanna nel settembre 1875, che afferma:

‘La Massoneria proclama, come ha proclamato sin dalla sua origine l’esistenza di un Principio Creatore, sotto il nome di Grande Architetto dell’Universo. Essa non impone alcun limite alla ricerca della verità, ed è per garantire a tutti questa libertà che esige da tutti la tolleranza.

… Per innalzare l’uomo ai propri occhi, per renderlo degno della missione sulla terra, la Massoneria pone come principio che il Creatore supremo ha dato all’uomo, come bene più prezioso, la libertà…

… Agli uomini per i quali la religione è la consolazione suprema la Massoneria dice: “Coltivate la vostra religione senza ostacolo, seguite le aspirazioni della vostra coscienza.” … ‘.

Dunque nelle ADI c’è un modo di parlare che assomiglia molto a quello dei Massoni che ci tengono a sottolineare che loro combattono per la libertà di coscienza e di religione. E questo modo di parlare delle ADI ovviamente è seguito da degli atti diretti in quella direzione, infatti le ADI lottano al fine di far abrogare quelle leggi che violano i ‘diritti’ dell’uomo, come peraltro hanno fatto già nel dopoguerra quando in questa lotta furono aiutati dai massoni.

In un articolo apparso su La Repubblica il 17 luglio 2007 dal titolo ‘Ma ebrei e protestanti plaudono alla svolta’ scritto da Orazio La Rocca, si legge infatti: ‘E, invece, a ebrei, protestanti, Testimoni di Geova e altre confessioni minori piace il nuovo testo sulla libertà religiosa in Italia. Piace, soprattutto, quel passaggio del testo unico in cui si sottolinea che «la libertà religiosa trova il suo fondamento nel principio di laicità dello Stato». Lo hanno puntualizzato, in modo chiaro e senza indugi, Renzo Gattegna, presidente dell’ Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), e il pastore Domenico Maselli, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), ascoltati ieri alla Commissione Affari costituzionali dopo l’ intervento dell’ arcivescovo Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, che – al contrario – aveva sollevato le critiche più ferme proprio al riferimento sulla laicità dello Stato contenuto nel disegno di legge. Malgrado le riserve della Cei, è stato quasi unanime il coro dei consensi espresso durante l’ audizione dai rappresentanti delle altre religioni. «Noi ebrei italiani siamo una minoranza che oggi vede avvicinarsi il superamento delle disparità di trattamento tra le diverse confessioni religiose del nostro Paese», ha esordito Gattegna, che si è detto «ampiamente soddisfatto» dell’impianto generale del testo, giudicato «migliore rispetto alle proposte presentate in precedenza». Tra i punti più «significativi» indicati dal presidente degli ebrei il superamento del «concetto stesso di abrogazione della legislazione dei culti ammessi prevista dalle leggi sui culti varate nel 1929-30 che risentivano del clima politico del tempo». «Con questa nuova legge che – ha spiegato Gattegna – sopprime i culti ammessi e introduce il concetto di pari dignità tra le confessioni religiose si alza il livello della convivenza civile del nostro Paese ed è un bene per tutti. Questa nuova legge, quindi – a parere del presidente degli ebrei italiani – va bene così come è stata presentata perché i suoi princìpi sono tutti condivisibili, anche se per l’attuazione pratica ci sarebbero alcuni articoli che vanno spiegati meglio. Ma c’ è tutto il tempo per apportare ulteriori miglioramenti, come ha garantito il presidente della Commissione Luciano Violante». Parole in sintonia con quanto sostenuto anche dal pastore Maselli, secondo il quale «l’ affermazione che la legge sulla libertà religiosa trova il suo fondamento nel principio di laicità dello Stato va sostenuta senza alcuna incertezza». Un principio di «garanzia» aperto a qualsiasi scelta religiosa, perché «solo uno Stato laico può garantire una autentica libertà per tutte le comunità di fede. Per questo, la laicità dello Stato è per noi evangelici garanzia fondamentale della stessa libertà religiosa». «In questo nuovo testo – per Maselli – vi si nota la volontà di deburocratizzare le norme per l’ acquisizione dei vari diritti. Particolarmente positivo, appare, inoltre, l’articolo 9 che riguarda le scuole pubbliche e paritarie, e l’articolo 11 che prevede spazi adeguati di trasmissione per le singole confessioni nel servizio pubblico radiotelevisivo». Oltre a Maselli – intervenuto anche a nome della Tavola valdese e della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) -, la galassia evangelica italiana ieri è stata rappresentata da Domenico Tomasetto per l’Unione cristiana battista d’ Italia; Dora Bognandi per l’Unione delle Chiese cristiane avventiste del Settimo giorno; Roberto Giannini per la Chiesa apostolica in Italia e Felice Loria per le Assemblee di Dio’.

Da: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/07/17/ma-ebrei-protestanti-plaudono-alla-svolta.html

Si noti la presenza di Antonio Felice Loria, quale rappresentante delle Assemblee di Dio in Italia. Come si può vedere lo spirito massonico è pienamente presente anche nelle ADI.

Perchè ci opponiamo a questo modo di ragionare e parlare e di agire, e lo riproviamo? Perchè come Cristiani, non dobbiamo preoccuparci se in una nazione c’è la cosiddetta libertà religiosa, perchè noi Cristiani siamo liberi in Cristo, qualsiasi sia il Governo in una nazione e qualunque siano le sue leggi, ed abbiamo quindi da Dio la piena libertà di riunirci ed offrire il nostro culto a Dio e fare quello che Lui ci comanda di fare nella Sua Parola (evangelizzare, fare opere buone verso i poveri, gli orfani e le vedove ecc.). Per dire la cosa in altre parole: noi Cristiani abbiamo già la libertà religiosa, in quanto la legge del Re dei Re ci autorizza a professare liberamente la nostra fede in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne il culto. Per noi quindi non è affatto indispensabile che la legge di una nazione preveda la libertà religiosa per i suoi cittadini.

Se quindi le autorità ci vietassero di fare quello che Dio ci comanda di fare e che siamo liberi in Cristo di fare, noi disubbidiremo loro, come facevano gli antichi discepoli quando fu vietato loro di parlare nel nome di Gesù, e questo perchè “bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini” (Atti 5:29). Saremo per questo perseguitati, vessati, e vituperati? Gloria a Dio. Sopporteremo ogni cosa con pazienza, confidando in Dio che libera il giusto da ogni afflizione. E nello stesso tempo pregheremo Dio, secondo che è scritto: “C’è fra voi qualcuno che soffre? Preghi” (Giacomo 5:13); e pregheremo pure per quelli che ci perseguitano, in ubbidienza all’ordine di Gesù Cristo: “Pregate per quelli che vi perseguitano” (Matteo 5:44). Perchè questo era quello che facevano gli apostoli, e noi vogliamo seguire il loro esempio.

Noi quindi non siamo chiamati a lottare affinché ci sia la libertà religiosa – nel caso essa non ci sia ancora – o per salvaguardarla – se essa esiste di già, perché tale lotta non rientra nella buona guerra che siamo chiamati a combattere. Una tale lotta fa parte della lotta in cui sono impegnati i Massoni, ma non i Cristiani che invece devono guerreggiare affinchè i peccatori ottengano la libertà dal peccato (e per fare questo devono predicargli il ravvedimento oltre che la remissione dei peccati mediante la fede in Cristo) e affinchè quei Cristiani che sono diventati schiavi di quei numerosi falsi ministri del Vangelo che si trovano in mezzo alle Chiese siano liberati dal laccio di questi uccellatori (e per fare questo devono non solo pregare ma anche opporsi ai falsi insegnamenti di costoro confutandoli pubblicamente): questa è la buona guerra che superfluo che vi dica i Massoni aborriscono perchè la considerano una manifestazione di fanatismo e intolleranza verso gli uomini.

Vorrei peraltro far notare come proprio quelli delle ADI che dicono che non vogliono fare polemica, quando si tratta di salvaguardare la cosiddetta libertà religiosa la polemica la fanno, eccome se la fanno, e la fanno contro le autorità stabilite da Dio. Per difendere la verità confutando pubblicamente le eresie del papato – che tengono schiave e mandano all’inferno decine di milioni di anime – non fanno nessuna polemica, e difatti stanno zitti, come se il Papato non esistesse, perché ormai tra le ADI e il papato c’è sostanzialmente un patto di non belligeranza; ma per la loro cosiddetta libertà religiosa – che vi ricordo è contemporaneamente anche la libertà religiosa dei Mormoni, dei Testimoni di Geova, dei Mussulmani, dei Buddisti, dei Satanisti, degli Spiritisti, ecc. – sono pronti a polemizzare duramente, e questo lo abbiamo chiaramente visto. Quanta ipocrisia, ripeto, quanta ipocrisia.

E’ fuor di dubbio che le ADI si sono massonizzate su diverse cose, e questo loro modo di ragionare e parlare ne è una ulteriore conferma. D’altronde lo spirito massonico si è nel tempo ampiamente diffuso in ambito evangelico, e non poteva non entrare anche nell’organizzazione ADI.