Dio non viene presentato come un Dio geloso

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La Massoneria afferma: ‘Sentiamo che è un affronto e una indegnità nei confronti di Dio concepirlo come un Essere crudele, miope, capriccioso, ingiusto, geloso, adirato e vendicativo’ (Albert Pike, Morals and Dogma, pag. 223 – 14° Grande Eletto – http://www.sacred-texts.com/mas/md/md15.htm – We feel that it is an affront and an indignity to Him, to conceive of Him as cruel, short-sighted, capricious, and unjust; as a jealous, an angry, a vindictive Being). Nelle ADI, oltre che negare che Dio sia un Dio vendicatore, e difatti non predicano mai a tale riguardo, negano con i fatti anche che Dio sia un Dio geloso. Perchè dico questo? Perchè manca una qualsiasi riprovazione pubblica dai pulpiti dei peccati a cui anche i membri delle ADI si abbandonano. Non importa se il peccato è la fornicazione, l’adulterio, l’omosessualità, il ladrocinio, la menzogna, l’abbandonarsi alle concupiscenze mondane (andare al mare a prendere la tintarella, e frequentare altri luoghi di divertimento), la sterilizzazione a cui si sottopongono certe donne o l’impedimento del concepimento, o il vestirsi in maniera indecente da parte di uomini e donne (sia dentro che fuori dal locale di culto), dal pulpito c’è un silenzio assoluto contro tutti questi comportamenti indegni che fanno indignare ed ingelosire Dio, cioè lo provocano ad ira e gelosia. E dunque questo silenzio attesta in maniera chiara che i pastori ADI non credono affatto che Dio sia un Dio geloso, perchè se lo credessero lo direbbero al popolo esortandolo a fuggire tutti quei comportamenti indegni che fanno ingelosire Dio, affinchè il popolo smetta di provocare a gelosia Dio. Ricordatevi infatti le parole di Paolo: “Ma siccome abbiam lo stesso spirito di fede, ch’è in quella parola della Scrittura: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo, e perciò anche parliamo” (2 Corinzi 4:13), e quindi uno parla di ciò in cui crede, e non parla di ciò in cui non crede. Per noi quindi il silenzio da parte di un pastore su qualche cosa che è scritta nella Bibbia, indica che quel tale non crede in quella cosa scritta nella Bibbia. E perciò, lo ripeto, l’assenza della riprovazione pubblica dal pulpito di ciò che fa ingelosire Dio, indica che chi sta sul pulpito non crede affatto che Dio sia un Dio geloso del suo popolo.

Quando il popolo d’Israele si abbandonò ai peccati, provocando ad ira e a gelosia Dio, cosa fece Dio? Parlò tramite i suoi santi profeti contro i peccati del suo popolo, e ammonì severamente il suo popolo che se non si fosse convertito dalle sue vie malvage, lo avrebbe giudicato con vari castighi. Perchè questo? “Perché l’Eterno, che si chiama ‘il Geloso’, è un Dio geloso” (Esodo 34:14), e prova gelosia per il suo popolo, come ebbe a dire tramite il profeta Zaccaria: “Io provo per Sion una grande gelosia, e sono furiosamente geloso di lei” (Zaccaria 8:2), e non tollera quindi che il suo popolo commetta adulterio con il mondo o che si prostituisca con i pagani o che nella distretta si appoggi su Faraone. E i profeti erano pienamente consapevoli della gelosia che Dio nutriva verso il suo popolo, e per questo soffrivano nel vedere il popolo contaminarsi e ribellarsi ai comandamenti di Dio. Così anche gli apostoli, e difatti con le loro parole e con il loro esempio, esortarono il popolo a santificarsi e a rinunciare all’empietà e alle mondane concupiscenze.

Nelle ADI i pastori invece non soffrono nel vedere il popolo corrompersi dietro le concupiscenze di questo mondo, o abbandonarsi ai piaceri della vita o mettersi con gli infedeli, anzi si compiacciono nella ribellione del popolo, essendo anche loro ribelli. Non esiste quindi per loro parlare di un Dio geloso che si indigna o si ingelosisce nel vedere il suo popolo che ama il mondo e ne è amico, e quindi che si vendica di un tale popolo ribelle.

Ecco dunque ancora una concezione massonica di Dio che hanno anche i pastori delle ADI.