Sull’aldilà

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Il fuoco dell’inferno e la Nuova Gerusalemme sono allegorie

 

Albert Pike ha affermato: ‘Certamente diremo che gli antichi si sono sbagliati nel designare l’originaria dimora dell’anima, usi come siamo a interpretare letteralmente il racconto mitico del suo scendere dal cielo in terra e risalire dalla terra al cielo. Dobbiamo però tener presente che ciò costituiva solo un semplice elemento trascurabile nella rappresentazione della Grande Verità, probabilmente, per gli iniziati, una semplice allegoria, intesa a rendere l’idea più palpabile ed impressa nella mente. La presunzione e la vanagloria di un sapere, il cui patrimonio di conoscenza è fatto solo di parole, non dovrebbe spingerci a sorridere di tali ingenuità più di certe leggende, come quella del cuore [seno] di Abramo, indicato come dimora degli spiriti dei giusti defunti e abisso di fuoco vero, per l’eterna tortura degli spiriti, o quella di una Città di Gerusalemme Celeste con le sue mura di diaspro ed i suoi edifici di oro puro come cristallo, le sue fondazioni di pietre preziose e le porte ciascuna di una sola perla’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 1, pag. 106 – 3° Maestro Libero Muratore).

Il fatto che Albert Pike definisca leggenda sia l’abisso di fuoco vero ossia l’inferno dove vengono tormentate le anime, che la Città celeste della Nuova Gerusalemme, significa che in ambedue i casi il linguaggio biblico non viene preso letteralmente, ma simbolicamente, per cui sia il fuoco che la città sono semplicemente delle allegorie, e difatti sempre Pike ha affermato poco prima: “Ogni linguaggio è simbolico, quando si riferisce ai fenomeni mentali e spirituali ed all’azione’ (Ibid., pag. 103).

Nelle ADI parlano nella stessa maniera.

Ecco infatti cosa Francesco Toppi, ex-presidente delle A.D.I., ha scritto nel suo libro A Domanda Risponde, a proposito del fuoco dell’inferno: ‘La concezione di un inferno o di un fantastico ‘purgatorio’ con vere fiamme di fuoco, immagini tanto care alle descrizioni medievali, è un’idea sfruttata da predicatori astuti ma poco seri che, ormai, riesce a terrorizzare soltanto qualche pia vecchietta, la quale si vede già ardere per l’eternità’ (Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Volume 1, pagina 231, ADI-MEDIA, seconda edizione, Roma 2004). Lo stesso ha affermato durante il programma ‘Dai nostri culti’ trasmesso da RadioEvangelo qui a Roma, durante una predicazione che verteva sulla vita dopo la morte, che quando Gesù parlò della fiamma che tormentava l’anima del ricco nell’Ades, non intese riferirsi ad un fuoco letterale ma usò un linguaggio metaforico! E che nelle ADI non sia cosa rara sentire parlare così in riferimento al fuoco dell’inferno me lo ha confermato un fratello che parlando con un aspirante pastore delle ADI si è sentito rispondere: ‘Ma fratello, non penserai mica che quello sia veramente fuoco?!’

Ed ecco cosa si legge a proposito della Nuova Gerusalemme nel libro di Oswald Sanders dal titolo Essere con Cristo, che è stato pubblicato in Italia da ADI-MEDIA e che al suo interno ha la prefazione di Francesco Toppi che di esso dice: ‘Oswald Sanders ha la grande abilità di riassumere in pochi capitoli con un linguaggio semplice tutta l’escatologia biblica, che altri studiosi hanno trattato in voluminose pubblicazioni … egli ha esposto l’argomento con estrema chiarezza’ (pag. 5): ‘Un caso di interpretazione in chiave simbolica, che vale la pena citare, viene fatto anche da un altro scrittore evangelico nel libro dal titolo La Rivelazione di Gesù Cristo; lo menziono perché esso sembra accordarsi più con l’intero tenore del libro dell’Apocalisse che con il punto di vista opposto. L’autore sostiene che un’interpretazione letterale risulta inaccettabile a motivo di implicite difficoltà. Bisogna davvero credere che lì esistano vaste masse di oro solido, di cui gli angeli stanno misurando le barre e del quale le strade sono ricoperte? …. Questa opinione non può essere sostenuta coerentemente senza fare violenza al linguaggio figurativo …. ‘i fiumi d’acqua viva’ sono, incontestabilmente una figura dello Spirito Santo (cfr. Giovanni 7:37,38). Ma questa affermazione è indubbiamente simbolica, per analogia, lo sarà quella di un …. albero della vita …. e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni. In quanto sarebbe contraddittorio parlare di vita e di guarigione, così come la intendiamo noi, in un contesto di perfezione celeste …. La sposa – una città. Il leone – un Agnello. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a dei simbolismi ed è ragionevole dedurre che la città è un simbolo della chiesa ideale come Dio l’ha concepita al principio, e come sarà alla fine: ‘senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile …. Non possiamo interpretare uno scritto simbolico in modo meccanico e letterale …. Porte di perle e strade d’oro sono descrizioni chiaramente figurative e dovrebbero essere considerate tali … (J. Oswald Sanders, Essere con Cristo cosa di gran lunga migliore, ADI-Media Roma 1999, pag. 129-130, 132, 39). Dunque nelle ADI non viene insegnato che l’oro della Nuova Gerusalemme è realmente oro, come non viene insegnato che il diaspro di cui è fatto il muro della santa città sia veramente diaspro. A conferma di ciò vi racconto una esperienza vissuta da mio fratello molti anni fa. Era convertito da poco e si trovava al funerale di un credente e stando vicino a Germano Giuliani, pastore di una Chiesa ADI di Milano, non immaginando minimamente quello che Giuliani gli avrebbe detto di lì a poco, cominciò nella sua semplicità a dirgli: ‘Il fratello adesso cammina su strade d’oro, tocca il muro di diaspro ecc.!’, ed ecco la risposta del pastore delle ADI: ‘Rimarrei molto deluso se le cose fossero così!’ e poi gli disse altre cose che nella sostanza si possono riassumere in questa frase: ‘Le cose stanno scritte così solo per far capire ma non sono realmente così!’ al che mio fratello aprì la bocca e gli disse: “Quel che è scritto è scritto!’. Mio fratello rimase a dir poco stupefatto di quelle affermazioni, e la stessa cosa dicasi dei miei genitori e di me che però a quel funerale non ero presente!!

Non notate quindi ancora delle spaventose somiglianze? E’ impossibile non notarle, in quanto nelle ADI come nella massoneria il linguaggio usato sia da Gesù quando raccontò la storia del ricco e del Lazzaro, che da Giovanni quando descrisse la Nuova Gerusalemme, è un linguaggio simbolico.

Ecco perchè insisto nel dire, fratelli, che nelle ADI c’è uno spirito e un sentimento massonico, che non può non far gridare al pericolo coloro che amano e temono Dio.