Affermano che gli accusatori sono tutti diffamatori e maldicenti

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Il massone Albert Pike, che vi ricordo oltre ad essere un 33° era anche un praticante di magia, nel suo libro Morals and Dogma, nel capitolo dedicato al 21° che è quello di Noachita (o Cavaliere Prussiano), ad un certo punto fa un discorso sul giornalismo e parla contro quei giornalisti che rendono pubblici, disapprovandoli, i vizi e gli errori altrui, definendoli calunnie e maldicenze. Voglio proporvi alcune di queste sue parole contro quella che lui chiama ‘questa nuova Inquisizione’: ‘….. il giornalista non ha nessuna patente che ne faccia il censore dei costumi. Non c’è alcun obbligo per noi di strombazzare la nostra disapprovazione per ogni atto errato o malaccorto o indebito che altri commette. Ci si dovrebbe vergognare di stare all’angolo della strada e di renderli noti per denaro. Non si dovrebbe, in verità, scrivere o parlare contro nessuno a questo mondo. Ognuno ha già abbastanza da fare per osservare e controllare se stesso. [….] In generale la censura, fatta sugli atti degli uomini da coloro che si sono nominati da soli censori della pubblica moralità, è infondata. Quando non è infondata, è sempre al di fuori di ogni regola, e perciò ingiusta. Un Massone si chiederà da quale spirito siano animati costoro per diffamare un proprio simile che abbia commesso un errore. Se avessero una qualche nobiltà d’animo, si sentirebbero coinvolti nei suoi disastri e verserebbero qualche lacrima sul suo errore e sulla sua follia. […]. Quando un Massone sente di qualcuno caduto in pubblica disgrazia, dovrebbe avere animo per consolare la sua miseria, e non farla più desolata. [….] Non esiste arroganza così grande come il proclamare errori e colpe di un altro da parte di chi vede solo il lato peggiore delle azioni umane e ha per mestiere quello di insozzare fedi immacolate. La pubblica censura è come colpire un cervo nel branco: non solo lo si ferisce e lo si sfinisce con la perdita di sangue, ma lo si consegna alla muta di cani, sua nemica. […] Pongono in alto i vizi degli altri uomini, perchè il mondo li guardi, ma sotterrano le altrui virtù, cosicché nessuno le possa notare. […] Ed è il più degradante peccato che un uomo possa compiere, quello di usare la propria lingua per diffamare la reputazione di un uomo intemerato. C’è una sola regola per un Massone su questo punto: se vi sono delle virtù, ed egli è chiamato a parlare di chi le possiede, le esponga imparzialmente. Ma se esistono vizi mescolati con tali virtù, si contenti di esporre i pregi, e lasci ad altri l’opera di informare il mondo sull’esistenza dei vizi stessi’. (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 3. pag. 37-38, 39, 40).

Che dire? Nel leggere queste parole di questo ministro del diavolo, mi sono venute in mente le tante lettere o commenti di membri delle ADI (ma anche di altre denominazioni evangeliche) scritti contro di me in questi anni, perchè nella sostanza dicono le medesime cose che diceva questo satanista. Questo conferma la presenza di uno spirito di menzogna nelle ADI, che si prefigge di mettere a tacere quelle voci che pubblicamente riprovano e condannano gli scandali e gli insegnamenti falsi che fanno e trasmettono soprattutto i pastori, e che sono di dominio pubblico o confermati da prove inconfutabili.

Nella pratica quindi questo significa che un pastore può essere un fornicatore, o un adultero, o un ladro, o un amante del denaro e delle concupiscenze mondane, o uno che manipola i libri degli altri, o uno che insegna cose storte e perverse – sto parlando ovviamente di fatti provati, che sono risaputi dai membri di Chiesa – ma nessun cristiano si deve permettere di levare la sua voce pubblicamente contro di lui, e chi lo fa è un calunniatore e maldicente, un censore dei costumi altrui che non ha nessuna licenza per esserlo, uno arrogante che si sente più santo degli altri, un inquisitore, uno che prende piacere a mettere in risalto gli errori altrui ma a nascondere le sue virtù, uno che getta fango sulle persone che hanno dei ‘difetti’ o delle ‘debolezze’, già perchè i peccati che ho citati sopra sono considerati al massimo così, anzi, in molti casi vengono definiti ‘pagliuzze’. Che devono fare quindi i membri di chiesa e dell’organizzazione? Stare in silenzio, assoluto silenzio, coprire ogni cosa, e simpatizzare con questo ‘caro servitore di Dio nell’opera’, mostrandogli tutto il proprio appoggio, dato che è caduto vittima di un attacco da parte del diavolo, che consiste appunto nelle accuse che gli rivolgono taluni che non hanno amore, che sono diventati gli accusatori dei fratelli, quelli che fanno la volontà del diavolo. Il pastore che prende piacere nel peccato e nelle menzogne, quindi deve essere oggetto della massima stima e comprensione, e appoggiato strenuamente, per non permettere al diavolo di averla vinta! Mentre gli accusatori devono essere tenuti d’occhio, non bisogna avere niente a che fare con essi perchè trasmettono un virus pericoloso, e se sono membri di quella chiesa che lui cura vanno messi in un angolo, quello più vicino alla porta, in attesa di ‘dargli un calcio’ e mandarli via dalla Chiesa, perchè indegni di rimanere in quella Chiesa. Poi, certo, le persone del mondo verranno a sapere queste cose, ma di quello che dicono quelli del mondo, cioè della cattiva testimonianza che essi danno di quel pastore in base ai suoi comportamenti iniqui, non importa proprio niente all’organizzazione. In altre parole, la regola è quella di tenersi e difendere l’operatore di scandali e invece biasimare e cacciare via quelli che lo riprendono e mettono in guardia i santi disapprovando la sua empia condotta. Sì, fratelli, le cose stanno proprio così. In queste Chiese lo Spirito di Dio è contrastato e contristato in maniera evidente, perchè la Parola di Dio è stata rigettata. Ecco perchè esse si trovano in mano a pastori che si sentono autorizzati a comportarsi come vogliono e insegnare quello che vogliono, con grave discredito della via della verità, perchè queste Chiese sono condotte da uno spirito massonico.