Il parlare massonico

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Su Dio

 

Dio viene presentato solo come un Dio di amore, che ama i peccatori

 

Nella Massoneria Dio viene presentato solo come un Dio d’amore che ama pergiunta i peccatori. Albert Pike infatti nel suo libro Morals and Dogma afferma: ‘Nessuno ha il diritto di pensare meschinamente della sua razza, a meno che egli pensi meschinamente anche di sè stesso. Se da una singola colpa o un singolo errore, egli giudica il carattere di un altro, e prende il singolo atto come la prova di tutta la natura dell’uomo e di tutto il corso della sua vita, egli dovrebbe acconsentire ad essere giudicato mediante la stessa regola, e ammettere che sia giusto che altri lo debbano in questo modo condannare ingenerosamente. Ma tali giudizi diventeranno impossibili quando egli ricorderà incessantemente a sè stesso che in ogni uomo che vive esiste un’Anima immortale che si sforza di fare quello che è giusto e retto; un Raggio, per quanto piccolo e quasi impercettibile, proveniente dalla Grande Sorgente di Luce e Intelligenza, che sempre lotta verso l’alto in mezzo a tutti gli impedimenti del senso e gli ostacoli delle passioni; e che in ogni uomo questo raggio muove guerra continuamente contro le sue passioni malvage e i suoi sregolati appetiti, o, se pur soccombe, esso non è mai interamente estinto e annichilito. Perchè egli capirà allora che non è la vittoria, ma la lotta, che merita onore, dato che in ciò come in tutto il resto nessun uomo può sempre comandare il successo. Fra una nuvola di errori, di fallimenti, e mancanze, egli cercherà l’Anima che lotta, ciò che fra il male è buono in ciascuno, e credendo che ognuno è migliore di quanto non sembri dai suoi atti e le sue omissioni, e che Dio ha ancora cura di lui, ed ha pietà di lui e lo ama, egli sentirà che persino il peccatore errante è ancora suo fratello, che ha diritto alla sua comprensione, ed è legato a lui dagli indissolubili vincoli della comunione’ (Albert Pike, Morals and Dogma, pag. 857 – 32° Sublimi Principi del Real Segreto – http://www.sacred-texts.com/mas/md/md33.htm).

E non è forse quello che si sente dire a tanti pastori ADI? Li sentite parlare solo dell’amore di Dio, quasi che Dio fosse solo amore, e poi gli sentite dire che nonostante tutto Dio ama il peccatore errante, cioè l’empio, che prende piacere nel trasgredire i comandamenti di Dio essendo schiavo del peccato e sotto la potestà del diavolo. E difatti in un articolo dal titolo ‘Dio ama l’omosessuale?’ scritto da Raffaele Lucano, che è pastore della Chiesa ADI di Cornaredo (Milano), leggiamo che ‘Dio ama il peccatore …’ (http://www.chiesadicornaredoadi.it/). Frase questa che viene proclamata ai quattro venti dai pastori ADI ogni qualvolta che ne hanno l’occasione, e dobbiamo dire dalla stragrande maggioranza dei pastori evangelici, quindi appartenenti anche alle altre denominazioni evangeliche. Quindi secondo costoro, Dio è un Dio che non odia nessuno, ma ama tutti, sia i giusti che gli operatori di iniquità. Che dice invece la Scrittura? Che Dio odia gli operatori di iniquità, secondo che dice Davide a Dio nei Salmi: “Tu odii tutti gli operatori d’iniquità” (Salmo 5:5), parole queste che fu lo Spirito Santo a pronunciare per bocca di Davide come del resto le altre presenti nei Salmi. E con queste parole si accordano anche altri passi della Scrittura, anche questi ispirati da Dio, che sono i seguenti: “L’anima sua odia l’empio e colui che ama la violenza” (Salmo 11:5), “l’Eterno aborrisce l’uomo di sangue e di frode” (Salmo 5:6), “Sei cose odia l’Eterno, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spandono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corron frettolosi al male, il falso testimonio che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli” (Proverbi 6:16-19).

La Scrittura dice che Dio “ama i giusti” (Salmo 146:8), che sono coloro che osservano i comandamenti di Cristo, secondo che disse Gesù: “Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io l’amerò e mi manifesterò a lui. …. Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui” (Giovanni 14:21, 23).

Per costoro Dio, dato che non odia nessuno ed è amico di tutti, è un Dio che non castiga gli uomini, per esempio colpendoli con delle malattie o con la morte a motivo dei loro peccati. E quindi il loro Dio non fa morire nessuno, e non colpisce nessuno con malattie o altri giudizi. Che dice invece la Scrittura? Che l’Iddio e Padre che adoriamo e serviamo è un Dio che castiga, flagella, giudica, punisce – ora, qui sulla terra – in quanto è giusto. Egli è un giusto giudice (Salmo 7:11) e in quanto tale “non tiene il colpevole per innocente” (Nahum 1:3) ma lo giudica con giustizia, e si badi che il giudicio ha da cominciare dalla casa di Dio, cioè da noi (1 Pietro 4:17).

A tale proposito, la Bibbia dice che i terremoti, gli alluvioni, i fulmini che si abbattono contro le persone, la grossa grandine, e altri fenomeni naturali che causano disastri (e spesso anche tante vittime) sono giudizi di Dio.

Per quanto riguarda i terremoti la Scrittura dice che per l’ira di Dio trema la terra (cfr. Geremia 10:10), e difatti sempre la Scrittura dice che ai giorni di Uzzia ci fu un forte terremoto (cfr. Zaccaria 14:5), che era stato predetto da Dio tramite il profeta Amos contro Israele a motivo della malvagità che imperava tra il popolo: “Ascoltate questo, o voi che vorreste trangugiare il povero e distruggere gli umili del paese; voi che dite: ‘Quando finirà il novilunio, perché possiam vendere il grano? Quando finirà il sabato, perché possiamo aprire i granai, scemando l’efa, aumentando il siclo, falsificando le bilance per frodare, comprando il misero per danaro, e il povero se deve un paio di sandali? E venderemo anche la vagliatura del grano!’ L’Eterno l’ha giurato per colui ch’è la gloria di Giacobbe: Mai dimenticherò alcuna delle vostre opere. Il paese non tremerà esso a motivo di questo? Ogni suo abitante non ne farà egli cordoglio? Il paese si solleverà tutto quanto come il fiume, ondeggerà, e s’abbasserà come il fiume d’Egitto” (Amos 8:4-8). Ricordiamo pure che prima della venuta del Signore ci sarà un forte terremoto che Dio manderà contro questo malvagio mondo, il più forte terremoto della storia dell’umanità, secondo che è scritto: “Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell’aria; e una gran voce uscì dal tempio, dal trono, dicendo: È fatto. E si fecero lampi e voci e tuoni; e ci fu un gran terremoto, tale, che da quando gli uomini sono stati sulla terra, non si ebbe mai terremoto così grande e così forte. E la gran città fu divisa in tre parti, e le città delle nazioni caddero; e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle il calice del vino del furor dell’ira sua” (Apocalisse 16:17-19).

Per ciò che concerne gli alluvioni, ricordiamo che ai giorni di Noè Dio mandò sul mondo degli empi di allora così tanta acqua da coprire tutte le più alte cime dei monti; tutti gli esseri umani perirono, tranne che Noè e sette altri; anche gli animali perirono tutti, eccezion fatta che quelli che erano nell’arca di Noè. Come dunque quel diluvio fu un giudizio di Dio contro gli empi di allora, così anche oggi i diluvi locali che causano danni e spesso vittime sono anch’essi dei giudizi di Dio. In Giobbe è scritto che Dio “trattiene le acque, e tutto inaridisce; le lascia andare, ed esse sconvolgono la terra” (Giobbe 12:15), ed anche: “Egli carica pure le nubi d’umidità, disperde lontano le nuvole che portano i suoi lampi ed esse, da lui guidate, vanno vagando nei lor giri per eseguir quanto ei loro comanda sopra la faccia di tutta la terra; e le manda o come flagello, o come beneficio alla sua terra, o come prova della sua bontà” (Giobbe 37:11-13). Naturalmente, dato che le nuvole vanno a riversare l’acqua dove vuole Dio e nella misura da lui decretata, anche la siccità – cioè il fatto che in un luogo non piova – è un giudizio di Dio. Ricordiamo che ai giorni di Elia, Dio non fece piovere per tre anni e mezzo per punire Israele per la sua malvagità.

Sono giudizi di Dio anche i fulmini che colpiscono le persone, secondo che è scritto che Dio si riempie le mani di fulmini e “li lancia contro gli avversari” (Giobbe 36:32).

Anche la grossa grandine che talvolta cade sugli uomini è un giudizio di Dio, ricordiamoci infatti che una delle piaghe mandate da Dio contro gli Egiziani fu appunto la grandine secondo che è scritto: “Ecco, domani, verso quest’ora, io farò cadere una grandine così forte, che non ce ne fu mai di simile in Egitto, da che fu fondato, fino al dì d’oggi. Or dunque manda a far mettere al sicuro il tuo bestiame e tutto quello che hai per i campi. La grandine cadrà su tutta la gente e su tutti gli animali che si troveranno per i campi e non saranno stati raccolti in casa, e morranno’ (Esodo 9:18-19).

Vediamo ora alcuni castighi inflitti da Dio agli uomini, prendendoli dal Nuovo Testamento.

Anania e Saffira, ai giorni degli apostoli, per avere mentito allo Spirito del Signore

Dio fece morire Anania e Saffira perchè questi si erano accordati per tentare lo Spirito del Signore. Ecco come andarono le cose: “Ma un certo uomo, chiamato Anania, con Saffira sua moglie, vendé un possesso, e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e portatane una parte, la pose ai piedi degli apostoli. Ma Pietro disse: Anania, perché ha Satana così riempito il cuor tuo da farti mentire allo Spirito Santo e ritener parte del prezzo del podere? Se questo restava invenduto, non restava tuo? E una volta venduto, non ne era il prezzo in tuo potere? Perché ti sei messa in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio. E Anania, udendo queste parole, cadde e spirò. E gran paura prese tutti coloro che udiron queste cose. E i giovani, levatisi, avvolsero il corpo, e portatolo fuori, lo seppellirono. Or avvenne, circa tre ore dopo, che la moglie di lui, non sapendo ciò che era avvenuto, entrò. E Pietro, rivolgendosi a lei: Dimmi, le disse, avete voi venduto il podere per tanto? Ed ella rispose: Sì, per tanto. Ma Pietro a lei: Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di quelli che hanno seppellito il tuo marito sono all’uscio e ti porteranno via. Ed ella in quell’istante cadde ai suoi piedi, e spirò. E i giovani, entrati, la trovarono morta; e portatala via, la seppellirono presso suo marito” (Atti 5:1-10).

Molti credenti della Chiesa di Corinto, perchè si accostavano indegnamente alla cena del Signore

Dio colpì con la morte e con la malattia parecchi credenti della Chiesa di Corinto perchè si erano accostati alla Cena del Signore in maniera indegna. Disse infatti Paolo ai santi di Corinto: “Or provi l’uomo se stesso, e così mangi del pane e beva del calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudicio su se stesso, se non discerne il corpo del Signore. Per questa cagione molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siam corretti dal Signore, affinché non siam condannati col mondo. Quando dunque, fratelli miei, v’adunate per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri. Se qualcuno ha fame, mangi a casa, onde non vi aduniate per attirar su voi un giudicio” (1 Corinzi 11:28-34).

Quel credente della Chiesa di Corinto che si teneva la moglie di suo padre

Dio fece sì che quel credente della Chiesa di Corinto che si teneva la moglie di suo padre, e quindi che commetteva fornicazione, fosse dato in mano di Satana per la distruzione della sua carne, secondo che disse Paolo: “Si ode addirittura affermare che v’è tra voi fornicazione; e tale fornicazione, che non si trova neppure fra i Gentili; al punto che uno di voi si tiene la moglie di suo padre. E siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio perché colui che ha commesso quell’azione fosse tolto di mezzo a voi! Quanto a me, assente di persona ma presente in ispirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha perpetrato un tale atto. Nel nome del Signor Gesù, essendo insieme adunati voi e lo spirito mio, con la potestà del Signor nostro Gesù, ho deciso che quel tale sia dato in man di Satana, a perdizione della carne, onde lo spirito sia salvo nel giorno del Signor Gesù” (1 Corinzi 5:1-5)

Imeneo e Alessandro perchè si erano messi a bestemmiare

Paolo dice a Timoteo: “Io t’affido quest’incarico, o figliuol mio Timoteo, in armonia con le profezie che sono state innanzi fatte a tuo riguardo, affinché tu guerreggi in virtù d’esse la buona guerra, avendo fede e buona coscienza; della quale alcuni avendo fatto getto, hanno naufragato quanto alla fede. Fra questi sono Imeneo ed Alessandro, i quali ho dati in man di Satana affinché imparino a non bestemmiare” (1 Timoteo 1:18-20)

Jezebel, perchè seduceva i servi del Signore affinchè fornicassero e mangiassero cose sacrificate agli idoli

Nel libro dell’Apocalisse, il Signore ordinò a Giovanni di scrivere queste cose all’angelo della Chiesa di Tiatiri: “Ma ho questo contro a te: che tu tolleri quella donna Jezabel, che si dice profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino cose sacrificate agl’idoli. E io le ho dato tempo per ravvedersi, ed ella non vuol ravvedersi della sua fornicazione. Ecco, io getto lei sopra un letto di dolore, e quelli che commettono adulterio con lei in una gran tribolazione, se non si ravvedono delle opere d’essa. E metterò a morte i suoi figliuoli; e tutte le chiese conosceranno che io son colui che investigo le reni ed i cuori; e darò a ciascun di voi secondo le opere vostre” (Apocalisse 2:20-23).

Il re Erode, ai giorni degli apostoli, per non avere dato a Dio la gloria

Dio punì il re Erode perchè quando in un occasione il popolo si era messo ad acclamarlo come se fosse un dio, lui non aveva dato a Dio la gloria. Ecco come andarono le cose: “Or Erode era fortemente adirato contro i Tirî e i Sidonî; ma essi di pari consentimento si presentarono a lui; e guadagnato il favore di Blasto, ciambellano del re, chiesero pace, perché il loro paese traeva i viveri dal paese del re. Nel giorno fissato, Erode, indossato l’abito reale, e postosi a sedere sul trono, li arringava pubblicamente. E il popolo si mise a gridare: Voce d’un dio, e non d’un uomo! In quell’istante, un angelo del Signore lo percosse, perché non avea dato a Dio la gloria; e morì, roso dai vermi” (Atti 12:20-23).

Gerusalemme, nell’anno 70, per avere ucciso i profeti e il Signore Gesù Cristo

L’apostolo Paolo attorno all’anno 50 scrivendo ai santi di Tessalonica diceva tra le altre cose: “Poiché, fratelli, voi siete divenuti imitatori delle chiese di Dio che sono in Cristo Gesù nella Giudea; in quanto che anche voi avete sofferto dai vostri connazionali le stesse cose che quelle chiese hanno sofferto dai Giudei, i quali hanno ucciso e il Signor Gesù e i profeti, hanno cacciato noi, e non piacciono a Dio, e sono avversi a tutti gli uomini, divietandoci di parlare ai Gentili perché sieno salvati. Essi vengon così colmando senza posa la misura dei loro peccati; ma ormai li ha raggiunti l’ira finale” (1 Tessalonicesi 2:14-16). E l’ira finale a cui Paolo si riferiva era quella che si abbattè su Gerusalemme nell’anno 70 dopo Cristo, per mano delle legioni romane. Gerusalemme infatti fu distrutta, e molti dei suoi abitanti uccisi e portati in cattività, perché si doveva adempiere sia ciò che era stato scritto dai profeti, e sia quello che poi Gesù Cristo confermò quando disse: “Quando vedrete Gerusalemme circondata d’eserciti, sappiate allora che la sua desolazione è vicina. Allora quelli che sono in Giudea, fuggano a’ monti; e quelli che sono nella città, se ne partano; e quelli che sono per la campagna, non entrino in lei. Perché quelli son giorni di vendetta, affinché tutte le cose che sono scritte, siano adempite. Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in que’ giorni! Perché vi sarà gran distretta nel paese ed ira su questo popolo. E cadranno sotto il taglio della spada, e saran menati in cattività fra tutte le genti; ….” (Luca 21:20-24).

Come potete vedere, Dio castiga, eccome se castiga gli uomini.