Quando le Assemblee di Dio si allearono con il Vaticano contro il comunismo

La Massoneria smascherata – Indice > L’ombra della massoneria sulle Assemblee di Dio in Italia (ADI) > Massoni e amici della Massoneria nei rapporti tra ADI e Governo Italiano > Frank Bruno Gigliotti, Charles Fama, Patrick J. Zaccara, e Francis J. Panetta, del Comitato per la Libertà Religiosa in Italia > Henry H. Ness: il rappresentante delle ADI che, aiutato dalla Massoneria, incontrò Pio XII per chiedergli la fine della persecuzione contro le ADI  >  Quando le Assemblee di Dio si allearono con il Vaticano contro il comunismo

Ma Ness non si incontrò con Pio XII solo per chiedergli la fine delle persecuzioni per le neonate ADI, ma anche per contrarre a nome delle Assemblee di Dio con Pio XII, e quindi con il Vaticano, una alleanza per combattere il comunismo. Traccerò brevemente la situazione di allora affinchè comprendiate la cosa.

C’era in America la paura che in Italia il comunismo potesse avanzare e prendere il sopravvento, e quindi l’America tramite i suoi agenti segreti faceva di tutto per ostacolare e frenare i comunisti. C’era una guerra sotterranea contro i comunisti da parte degli agenti segreti americani che era spietata. Tanto è vero che come abbiamo visto nel luglio del 1947, Frank Gigliotti, agente segreto della CIA, incontrò in America Giuseppe Saragat, e gli confidò di avere recentemente incontrato il bandito Salvatore Giuliano e di ‘condividere l’uso dell’illegalità e della violenza impiegate da Giuliano contro i comunisti’.

Anche la Massoneria si opponeva ai comunisti, infatti nella primavera del 1946, secondo un documento dell’Office of Strategic Service (OSS), il servizio segreto americano che sarebbe poi diventato la CIA, il presidente americano Harry Truman, massone di alto grado, si appellò alle logge operanti in Italia ‘affinchè non permettano l’infiltrazione ai vertici dell’Italia di comunisti al servizio del materialismo’; e la dichiarazione di princìpi adottata nel 1948 dalla Conferenza dei Grandi maestri americani, tra le altre cose, affermava: «La massoneria aborre il comunismo come ripugnante alla sua concezione della dignità della personalità individuale, distruttivo dei diritti fondamentali che sono la Divina Eredità di tutti gli uomini e nemico della dottrina massonica fondamentale della fede in Dio», e difatti la Serenissima Gran loggia nazionale degli Alam (con sede a Roma in via Lombardia, di cui era Gran maestro Pier Andrea Bellerio), per poter conseguire nel novembre del 1948 il riconoscimento da parte della Circoscrizione massonica sud degli USA dovette sottoscrivere anche quel principio anticomunista (cfr. Gianni Rossi & Francesco Lombrassa, In nome della «Loggia»: le prove di come la massoneria segreta ha tentato di impadronirsi dello Stato italiano: i retroscena della P2, pag. 21-22).

Altra cosa che bisogna tenere presente è che il Vaticano era un centro di spionaggio americano contro i comunisti, e questo era potuto accadere tramite sempre il solito Frank Gigliotti, e quindi chi reggeva questo centro al Vaticano era l’allora ambasciatore massone Myron Taylor.

A questo punto diciamo anche che il 6 Agosto 1947 il presidente americano Harry Truman, massone come Myron Taylor e Frank Gigliotti, aveva scritto a Pio XII una lettera in cui sostanzialmente lo invitava ad allearsi con il popolo americano contro il comunismo e il papa fu lieto di accogliere l’invito visto che nel dopoguerra anche al Vaticano il comunismo preoccupava molto, infatti ‘la preoccupazione principale del Papa – riassumeva Myron Taylor nel dicembre 1944 – è la diffusione del comunismo in Europa e in Italia’ (Ennio Di Nolfo, Vaticano e Stati Uniti 1939-1952 [Dalle carte di Myron C. Taylor], Franco Angeli Editore, Milano 1978, pag. 66); e in un documento segreto del Luglio 1946 si legge: ‘Mercoledì 19 giugno, il papa ha ricevuto in udienza privata monsignor Primo Principi e monsignor Giulio Guidotti, esperti finanziari della Santa Sede. Il tema della riunione era il pericolo che potrebbe gravare sulle proprietà indirette della Chiesa in Italia, nel caso la neonata repubblica applicasse i programmi finanziari redatti dal Pci e nel caso il ministro delle finanze del nuovo governo fosse un comunista. Al contrario delle proprietà dirette, in Italia le proprietà indirette non godono di speciali prerogative: verrebbero considerate proprietà comuni e soggette alle leggi finanziarie che regolano la proprietà privata, secondo le misure prese dal governo’ (in Giuseppe Casarrubea, Storia segreta della Sicilia, pag. 190); e difatti l’organo ufficiale del Vaticano ‘L’Osservatore Romano’ nel secondo dopoguerra combattè il comunismo richiamando continuamente la inconciliabilità tra comunismo e cristianesimo ‘sia nei suoi interventi polemico-difensivi, sia in quelli più propriamente propositivi e formativi’ (Mario Casella, Giornali Cattolici e Società Italiana, pag. 72), e indirizzava i suoi favori e le preferenze verso la Democrazia Cristiana.

Questa lettera fu pubblicata sull’Osservatore Romano, e tra le altre cose Truman diceva a Pio XII: ‘La guerra ha dimostrato che tutte le persone, senza badare a divergenze di confessioni religiose, riescono a unire i loro sforzi per la preservazione e il mantenimento dei principi di libertà, di moralità e di giustizia. Esse devono unire i loro sforzi per ottenere una pace durevole, […]. Dobbiamo aver fede nel trionfo inevitabile della verità e della onestà; fede che l’umanità possa vivere in libertà, e non nelle catene della falsità e neppure in quelle di una collettivista organizzazione delle loro vite; fede così piena che darà energia a tutti gli uomini per costruire con tenacia un migliore mondo sociale ordinato nel dominio di se stessi [….]. La nostra meta comune è di risvegliare e rinvigorire la fiducia dell’uomo di raggiungere gli eterni valori già nella nostra generazione, nonostante gli ostacoli che esistono o possono sorgere sul cammino’; e con la lettera di Truman l’Osservatore Romano pubblicò anche la risposta di Pio XII datata 26 agosto in cui il capo del Vaticano espresse la sua soddisfazione e il suo ringraziamento ‘per questa nuova testimonianza del desiderio e del proposito di una nazione grande e libera di consacrarsi, con la sua caratteristica fiducia e generosità, al nobile compito di rafforzare le basi di quella pace, a cui anelano tutti i popoli della terra’ (L’Osservatore Romano, 1-2 Settembre 1947). Una parte di quella lettera di Truman fu pubblicata anche da La Stampa (29 Agosto 1947).

E proprio in quel tempo, precisamente nel mese di Settembre 1947, alcuni importanti pastori protestanti si incontrarono con Pio XII nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo. Quindi la loro udienza seguì di poco quella di Ness. Di questa udienza di questi pastori con Pio XII ne parlò L’Unità, che tra le altre cose fece sapere che uno di loro di nome Norris (John Franklyn Norris 1877-1952) aveva dichiarato ‘di approvare completamente la linea di condotta espressa dalle lettere fra il presidente Truman e Pio XII’ e poi che ‘dinnanzi a questa grande crisi del mondo, cattolici e protestanti sono alleati e nessuno compromette il rispetto dovuto alle proprie credenze nella guerra contro il comunismo ateo e materialista. Se il comunismo trionfasse, non ci sarebbero più nè cattolici nè protestanti’ (L’Unità, 6 Settembre 1947, pag. 1 – vedi foto). Per molti Protestanti di allora quindi il Comunismo era un nemico peggiore del Cattolicesimo, e quindi andava combattuto alleandosi con i Cattolici Romani.

 

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L’articolo de L’Unità sull’incontro dei pastori protestanti con Pio XII nel settembre 1947

 

Questa alleanza tra Cattolici e Protestanti contro il comunismo era peraltro l’obbiettivo che il presidente americano Truman si era proposto di raggiungere in Europa tramite l’ambasciatore Myron Taylor. Ascoltate quanto si legge nel libro Pio XII tra guerra e pace: ‘Le potenze vincitrici, alla fine del conflitto, credettero di dover escludere la Santa Sede dalle grandi decisioni del dopoguerra, e di privarla di un peso politico internazionale. Nondimeno, essa era considerata strumento ancora utile ai fini politici degli Stati democratici, soprattutto degli Stati Uniti, e specialmente nella lotta al comunismo. Si è già detto che proprio in questo campo, ad avviso di Washington, avrebbe dovuto giocarsi il ruolo decisivo della Chiesa cattolica in quella ‘guerra fredda’ che, nell’universalismo dei valori americani, era anche una guerra ‘per’ la religione. A tal fine, e non solo per seguire le elezioni italiane del 18 aprile 1948, era stata concepita la nuova missione affidata dal presidente americano Truman a Myron Taylor, cui prima si accennava. Taylor avrebbe dovuto propugnare in Europa una sorta di ‘ecumenismo antibolscevico’ tra le varie Chiese cristiane. L’ambasciatore italiano in Vaticano, Meli Lupi di Soragna, ricavava in proposito le seguenti impressioni: Tanto da frasi di Myron Taylor come da altri accenni di mons. Montini ho poi desunto che il sig. Taylor ha portato al Santo Padre ed alla Segreteria di Stato nuovi incitamenti perchè la Chiesa Cattolica prosegua, con tutte le sue forze, in una lotta a fondo contro il comunismo: non solo per quanto riguarda l’Europa, ma anche nei rispetti dell’Asia (specie della Cina) e dell’America del Sud, dove il comunismo è attivissimo. Sembra che il Governo americano, pur essendo soddisfatto della posizione assunta dal Vaticano, tema che un buon successo delle elezioni italiane abbia a calmarne l’ardore. Myron Taylor è venuto dunque in Italia per incitare la Santa Sede (e probabilmente cenni in tal senso sono nel messaggio di Truman) a perseguire anche dopo le elezioni, anzi ad estendere sempre più in senso mondiale la politica anticomunista e a persuadere che conviene alla Chiesa di Roma cercare, su questo terreno della lotta contro il nemico del cristianesimo, la massima possibile unità d’azione con le altre confessioni cristiane’ (Matteo Luigi Napolitano, Pio XII tra guerra e pace. Profezia e diplomazia di un papa (1939-1945), Editore Città Nuova, 2002, pag. 257-258).

 

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Myron Taylor e Pio XII (notate la posa delle mani di Myron Taylor, che è una posa massonica)
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Articolo sul Long Beach Independent del 6 Settembre 1947 in cui si parla dell’udienza concessa da Pio XII ai pastori J. Frank Norris, J.B. Vick, Luther Peak, e Wendell Zimmerman. L’udienza fu considerata una delle più importanti nella storia della Chiesa e parte di una campagna per una crociata dei Cristiani contro il comunismo ateo.

 

Come si inserisce Henry H. Ness in questa alleanza dei Protestanti con i Cattolici Romani per combattere il comunismo? Innanzi tutto va detto che lui stesso ebbe a dire che con Pio XII ebbe a parlare della situazione politica di allora e di quella futura, e quindi in quel discorso fu inevitabile che parlassero della minaccia comunista. E poi dovete tenere a mente che Henry Ness era in viaggio come rappresentante anche dell’International Council for Christian Leadership (ICCL) – organizzazione anti-comunista appoggiata dalla CIA di cui faceva parte sia il suo amico barone Von Blomberg che il massone Frank Gigliotti anticomunista fino alle midolle – nonchè come rappresentante della NAE (National Association of Evangelicals), che rappresentava in America decine di denominazioni (tra cui anche le Assemblee di Dio che ne facevano parte) e che era fortemente anticomunista anch’essa. E quindi siamo persuasi che Henry Ness in quell’occasione trascinò le Assemblee di Dio ad allearsi con il Vaticano in quella guerra politica contro il comunismo, perchè anche per le Assemblee di Dio in quel momento storico il comunismo era più pericoloso del Cattolicesimo, e credo che ancora oggi le cose non siano cambiate: basta sentirli parlare. Ovviamente le Assemblee di Dio in Italia dovettero seguire le Assemblee di Dio USA, ma loro la loro guerra politica anticomunista la condussero con ‘discrezione’ in segreto (incitando privatamente a votare DC o qualche altro partito anticomunista), come sanno fare molto bene in tante altre loro guerre carnali, senza dare all’occhio pubblicamente come invece facevano le Assemblee di Dio USA (vedi foto più avanti).

Ora, per confermarvi come le ADI combattono il comunismo quasi senza farsene accorgere, vi propongo alcune parole di commento di Francesco Toppi, ex presidente delle ADI, su queste parole scritte negli Atti degli apostoli: “E la moltitudine di coloro che aveano creduto, era d’un sol cuore e d’un’anima sola; né v’era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva, ma tutto era comune tra loro” (Atti 4:32), in particolare sulla seconda parte del versetto. Qualcuno dirà: ‘Ma che c’entrano queste parole degli Atti con il comunismo? C’entrano perchè i comunisti prendono a sostegno della loro ideologia anche il principio adottato dagli antichi discepoli di avere ogni cosa in comune, come si può vedere da questo screenshot preso dal sito http://www.comunismo.info/.

 

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Ecco perchè è piuttosto facile quando si evangelizzano i comunisti, sentirsi dire che anche i discepoli di Gesù erano comunisti perchè misero assieme i loro beni!

Ascoltate adesso cosa afferma Francesco Toppi: ‘Un altro esempio molto citato è quello dell’entusiastico esperimento della chiesa di Gerusalemme, quando ‘…. tutto era comune fra loro’ (Atti 4:32). Quei cristiani attendevano con così tanto ardore l’imminente ritorno di Cristo che avevano smesso di lavorare. Esaminati, però, i mezzi di sussistenza, dovettero tutti tornare alle proprie attività secolari, eccezion fatta per gli apostoli ingaggiati a tempo pieno nella missione. Infatti, in seguito non si parlerà mai più di ‘comunanza dei beni’, ma di offerte per sostenere l’opera missionaria cristiana’ (Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. II, ADI-Media, Roma 2004, Seconda Ediz., pag. 35-36). Fu dunque un errore quello di mettere in comune i beni, errore prodotto dalla errata convinzione che il ritorno di Cristo fosse imminente, e difatti sempre Toppi facendo un paragone tra i primi Pentecostali Italiani in America e gli antichi discepoli del Signore afferma che ‘era tale l’attesa dell’imminente Ritorno del Signore e l’urgenza di raggiungere con il messaggio dell’Evangelo il maggior numero degli italiani dovunque vivessero, che tutto il resto era considerato superfluo. Avevano commesso, nel loro fervore, lo stesso errore temporale dei discepoli di Gesù, i quali il giorno dell’ascensione del Signore avevano interpretato come l’attesa di giorni le parole degli angeli: ‘Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto ed elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo ….. Così avevano messo in comune i loro beni nell’attesa del Suo ritorno. Nei momenti di grande fervore spirituale si fanno degli errori simili, ma poi lo Spirito Santo illumina sulle Scritture ed allora si scopre che quando nel Nuovo Testamento si parla di ‘ultimi giorni’ bisogna ricordare che ‘per il Signore un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno’ (Francesco Toppi, Luigi Francescon, ADI-Media, Roma 2007, pag. 59).

Questo insegnamento è falso. Non è affatto vero infatti che i credenti della Chiesa primitiva avevano smesso di lavorare perchè aspettavano da un giorno all’altro o in brevissimo tempo il ritorno di Cristo perchè essi sapevano che il Suo ritorno non era imminente. Come facevano a saperlo? C’erano gli apostoli con loro che li ammaestravano e gli dicevano che quel giorno sarebbe venuto solo dopo che si sarebbero adempiuti determinati avvenimenti e segni. A tale riguardo si leggano il capitolo 24 di Matteo, il capitolo 13 di Marco e il capitolo 21 di Luca per capire quale era l’insegnamento che gli apostoli per lo Spirito rivolgevano ai santi di Gerusalemme.

E diciamo pure che gli apostoli non poterono interpretare le parole degli angeli: “Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo” (Atti 1:11) nella maniera che dice Toppi, perché poco prima Gesù aveva detto loro: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8). Come avrebbero infatti potuto pensare di rendere testimonianza alla resurrezione di Cristo in Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria, e fino alle estremità della terra, nell’arco di non molti giorni? E’ assurdo solo pensarlo. E come avrebbero potuto interpretare le parole degli angeli in quella maniera, quando Gesù aveva detto loro che la fine verrà quando il Vangelo sarà stato predicato in tutto il mondo, secondo che disse: “E questo evangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine” (Matteo 24:14)? Anche qui è assurdo solo pensarlo. Toppi invece non solo lo pensa ma lo dice pure, dimostrando così ancora una volta di non conoscere le Scritture.

E poi si tenga anche presente che la Scrittura dice che “ogni anima era presa da timore” (Atti 2:43) il che esclude che dei credenti timorati di Dio potessero lasciare il loro lavoro per mettersi ad aspettare il ritorno di Cristo. Ma poi che senso avrebbe avuto lasciare il lavoro per aspettare il ritorno di Cristo? Non potevano forse aspettarlo continuando a lavorare come sempre?

Ma oltre a ciò è impensabile una simile cosa sapendo che essi attendevano del continuo all’insegnamento degli apostoli che erano uomini pronti a riprendere e a stroncare sul nascere una simile tendenza. Ma allora a che cosa era dovuta questa comunanza dei beni praticata da quei credenti? Essa era dovuta all’amore di Dio che era stato sparso nei loro cuori per lo Spirito, amore che li spingeva a mettere in comune con gli altri i beni che essi possedevano. Proprio quello che manca oggi purtroppo nella maggior parte delle Chiese. Oh piacesse a Dio che in seno alle Chiese di Dio qui in Italia ci fosse quell’amore genuino che regnava in seno alla Chiesa di Gerusalemme dopo la Pentecoste! Che meraviglioso sarebbe vedere di nuovo dei fratelli mettere a disposizione dei loro fratelli quello che hanno e non chiamare più ‘mio’ quello che essi hanno!

Ora, sia chiaro che qui non si è voluto difendere il comunismo – perchè sappiamo bene che il comunismo è una ideologia diabolica che rigetta Dio e il Suo Vangelo e che spinge a perseguitare ferocemente i cristiani come è avvenuto nei paesi dell’Est Europeo e avviene in Cina – ma si è voluto dimostrare con quanta ‘discrezione’ ed ‘eleganza’ le ADI combattono il comunismo, arrivando persino a sprezzare e rigettare quello che fecero i discepoli antichi, cioè la messa in comune dei loro beni, che rimane nella storia un esempio di vita cristiana piena di amore verso il proprio fratello, solo perchè viene preso dai comunisti a sostegno del comunismo. E ancora una volta le ADI si sono messe contro i giusti e gli umili di cuore.

 

Articoli apparsi su The Pentecostal Evangel proprio nei mesi successivi all’incontro di Henry H. Ness con Pio XII, che provano che le Assemblee di Dio erano coinvolte in una guerra politica contro il comunismo e i comunisti. I titoli parlano chiaro ‘Il Comunismo negli USA’ (4 Ottobre 1947), ‘Niente Cristiani Comunisti’ (11 Ottobre 1947), ‘L’antidoto per il Comunismo’ (21 Febbraio 1948), ‘Come combattere il comunismo’ (1 Maggio 1948).

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Locandina apparsa sul Seattle Daily Times nel Marzo del 1949, che pubblicizza un importante conferenza in un teatro organizzata da Henry H. Ness per l’International Council for Christian Leadership. Tra gli oratori anche il suo amico Barone Frary Von Blomberg, importante esponente dei Cavalieri di Malta; e Fred Squire (1904-1962) predicatore pentecostale che nel 1947 (o 1946) aveva fondato l’International Bible Training Institute di Burgess Hill (Inghilterra) che peraltro è l’Istituto Biblico che frequentò nel 1948 Francesco Toppi, e ‘che ha rappresentato il modello su cui è stato poi organizzato l’Istituto Biblico Italiano (I.B.I.)’ (Francesco Toppi, E Mi Sarete Testimoni, pag. 120) che è la Scuola Biblica delle ADI. Il tema della conferenza dice tutto: ‘L’Europa oggi e come può essere liquidato nella maniera migliore il Comunismo’. Osservate poi la presenza di ben otto stelle massoniche!