Il Vaticano e l’articolo 19

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Il gesuita Giovanni Sale nel suo libro Il Vaticano e la Costituzione – di cui viene detto in una recensione che ‘orienta nuova luce sull’opera svolta dai costituenti in un serrato e anche duro confronto con esponenti della stessa Civiltà Cattolica e della Segreteria di Stato vaticana’, ed in effetti è così perchè questo libro è corredato da documenti di parte Vaticana che hanno un grande valore storico – fa chiaramente comprendere come i costituenti dietro le quinte dovettero ‘fare i conti’ con il Vaticano nello scrivere la Costituzione. Vaticano che però se è vero da un lato tentò anche in tema di libertà religiosa di far scrivere gli articoli costituzionali secondo il suo punto di vista, dall’altro dovette arrendersi e accontentarsi perchè oltre un limite il Vaticano non potè fare a causa dell’opposizione che incontrò nell’Assemblea, opposizione che ovviamente venne anche dai massoni. Per esempio, il Vaticano avrebbe gradito che nell’articolo 19 non fosse concessa la libertà di propaganda a tutte le confessioni religiose, ma alla fine – sotto la pressione degli Americani – essa fu approvata e quindi quell’articolo così formulato fu accettato con difficoltà in Vaticano. Comunque, bisogna dire, che il Vaticano sostanzialmente si mostrò d’accordo che lo Stato Italiano concedesse la libertà religiosa alle minoranze religiose. Ma vediamo di riassumere i movimenti del Vaticano in quei giorni in merito alla libertà religiosa per i ‘culti ammessi’ che veniva discussa dalla Costituente.

Innanzi tutto va detto che l’articolo 19 (che nel progetto di Costituzione era l’articolo 14) faceva parte di un gruppo di 11 articoli preparati dal democristiano Dossetti, che li fece innanzi tempo visionare alla Segreteria di Stato del Vaticano e dalla quale ricevette un sostanziale gradimento.

Il Sale infatti afferma: ‘L’attenzione per i diritti della persona, e quindi anche per il diritto alla libertà religiosa, si coglie negli articoli presentati dall’on. Dossetti sotto il titolo Libertà di opinione, di coscienza e di culto. Questi facevano parte di un progetto più allargato, composto di 11 articoli, che aveva come scopo di far rientrare la materia della libertà religiosa e dei rapporti fra Stato e Chiesa in quella più generale dei rapporti tra lo Stato e gli altri ordinamenti giuridici primari. In tale progetto erano sintetizzate la scienza e la cultura giuridica di Dossetti su tale importante materia; va però ricordato che esso, come risulta dalla documentazione di parte ecclesiastica, fu redatto tenendo anche presente il punto di vista dell’autorità vaticana, che visionò tali articoli prima che fossero presentati nella prima sottocommissione della Costituente’ (Giovanni Sale, op. cit., pag. 149), a cui l’autorità vaticana diede parere favorevole in quanto il Sale riferisce una relazione della Segreteria di Stato datata 18 novembre 1946 in cui è scritto: ‘Questa mattina è venuto in Segreteria di Stato l’On. Dossetti [….] che mi ha portato i qui uniti documenti ove […] ha formulato gli articoli che i democristiani intenderanno proporre e difendere in proposito […]. Domattina l’On. Dossetti tornerà in Segreteria di Stato per ricevere le opportune direttive’, e poi nella relazione del giorno seguente è scritto: ‘Questa mattina è ritornato in Segreteria di Stato l’On. Dossetti. Gli ho detto che sostanzialmente gli articoli proposti sono stati giudicati buoni. Gli ho fatto presente i piccoli rilievi a cui si accenna nell’Appunto’ (Ibid., pag. 149). Su questa ultima circostanza del ritorno del Dossetti alla Segreteria di Stato, il Sale in un altra parte del libro la riporta così: ‘Questa mattina – è scritto in una Nota vaticana del 19 novembre 1946 – è ritornato in Segreteria di Stato l’on. Dossetti. Gli ho detto che, sostanzialmente, gli articoli proposti sono stati giudicati buoni (ciò dopo aver parlato, naturalmente, con l’Ecc.mo Superiore). Gli ho, poi, fatto presenti i piccoli rilievi a cui si accenna nell’appunto. L’on Dossetti ha ringraziato. L’on Dossetti si è incontrato anche con S.E. Rev.ma Mons. Tardini, dal quale ha avuto le opportune direttive. Si è rimasti intesi che i membri democristiani della prima sottocommissione presenteranno e difenderanno tali articoli. L’on. Dossetti ha assicurato che tempestivamente informerà la Segreteria di Stato su le eventuali difficoltà che i membri democristiani avessero da incontrare nella discussione’ (Ibid., pag. 41).

Nel progetto dossettiano in materia di libertà religiosa si leggeva: ‘«Ogni uomo ha diritto alla piena esplicitazione della sua vita religiosa, interiore ed esteriore, individuale e associata, della sua fede, al libero esercizio, privato e pubblico, del culto seguito, purchè non si tratti di religione o di culto implicante principi o riti contrari all’ordine pubblico e al buon costume». In altra parte è scritto: «Ogni uomo ha diritto alla libera professione (e propaganda) della propria fede religiosa nei limiti dell’ordine pubblico del buon costume e delle leggi». Nello stesso testo però si leggeva pure che, fermi restando i principi della libertà di coscienza e dell’eguaglianza religiosa dei cittadini, «la religione cattolica, religione della grande maggioranza del popolo italiano, è la religione dello Stato»’ (Ibid., pag. 149-150).

Il Sale dice a proposito del progetto di Dossetti: ‘Nel suo progetto costituzionale Dossetti cercava di conciliare il punto di vista laico sul tema della libertà di coscienza e di religione, con quello «confessionale», voluto dalla Santa Sede e da buona parte della gerarchia cattolica: ciò facendo egli in qualche modo tentava una sorta di quadratura del cerchio. Di fronte ai costituenti laici e di sinistra, si faceva garante dell’autonomia e della non ingerenza degli ordinamenti giuridici (Chiesa Cattolica compresa) e quindi della laicità dello Stato; davanti all’autorità ecclesiastica, di cui in questi mesi era l’interlocutore privilegiato, invece, egli si accreditava come campione dell’ortodossia e difensore degli interessi della Chiesa. In ogni caso egli cercò in tutti i modi di fare da tramite, o «da ponte», tra due mondi culturali diversi, anzi antagonisti e rivali: la sintesi che egli riuscì ad operare (nel suo progetto degli 11 articoli), nonostante alcune ambiguità e contraddizioni ….. ci sembra in definitiva l’unica possibile in quel momento storico. In ogni caso il coraggioso tentativo operato dal costituente democristiano di conciliare dottrina cattolica (con tutto ciò che questo significava) e pensiero moderno fu certamente positivo e di fatto diede i suoi primi risultati già nella redazione «materiale» del testo costituzionale nella materia dei diritti delle persone’ (Ibid., pag. 150-151). Dunque il Vaticano giudicò tutto sommato positivo il progetto di Dossetti. E diede ordine di seguire la discussione in tema di libertà religiosa, come risulta da un appunto della Segreteria di Stato del 29 Marzo 1947, inviato da Domenico Tardini al cardinale Angelo Dell’Acqua: ‘Il Santo Padre raccomanda di seguire la discussione su i culti ammessi, e sugli altri punti che interessano la Chiesa’ (Ibid., pag. 139). Certo, il Vaticano avrebbe preteso di più, ma poi alla fine dovette accontentarsi. E così alla fine l’articolo 19 fu accettato dall’Assemblea Costituente in questa formula: ‘Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume’.

Diciamo quindi che i movimenti della Massoneria messi in moto da Frank Gigliotti in tema di libertà religiosa ebbero successo, perchè comunque sia la sua ombra fu ben presente sia nella Costituente che in Vaticano dove peraltro risulta che durante la guerra Pio XII stesso aveva stabilito mediante Gigliotti dei rapporti forti con i servizi segreti americani. E anche se il Vaticano non rimase soddisfatto al cento per cento, alla fine ne venne fuori piuttosto bene agli occhi dei Protestanti visto che la Democrazia Cristiana votò a favore di quell’articolo. Certo, va pure detto che anche dopo che la Costituzione Italiana sancì la libertà religiosa per tutte le confessioni, per alcuni anni ci furono ancora delle vessazioni e persecuzioni contro i Protestanti, come chiusure di locali di culto e altre manifestazioni di intolleranza, ma poi arrivò il tempo che finirono. Perchè con gli articoli sulla libertà religiosa della Costituzione, era di fatto cominciata una ‘nuova era’ per i Protestanti in Italia. E questo grazie alla Massoneria e al Vaticano, con cui quindi i Protestanti in Italia sono chiamati a stare in pace, già a stare in pace!