Giuseppe Gangale, il maestro massone che frequentava la Chiesa ADI di Crotone ed il suo pastore

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Giuseppe Tommaso Gangale, nome completo di Giuseppe Gangale (1898-1978), è stato un glottologo e filosofo italiano appartenente alla Chiesa Battista, tra i maggiori studiosi della cultura arberesca. Portati a termine gli studi secondari presso il Collegio liceo italo-albanese di San Demetrio Corone, dal 1916 al 1918 prese parte alla prima guerra mondiale. Tornato dal fronte si iscrisse alla facoltà di Filosofia di Firenze, laureandosi con una tesi sui Pensieri di Pascal.

Venne in contatto con l’ambiente evangelico nel biennio 1921/’22, a Firenze. Nel gennaio del 1923, Gangale aderì alla Massoneria: nell’Archivio del Grande Oriente 69379 viene dato come iniziato e maestro della Loggia “Tommaso Campanella” di Catanzaro il 3 gennaio 1923 (cfr. Davide Dalmas e Anna Strumia, Una resistenza spirituale ‘Conscientia’ 1922-1927, pag. 31). Fu lui che coniò il termine ‘Massonevangelismo’ per indicare quella doppia militanza, in una Chiesa evangelica e nella massoneria, che caratterizzava così tanti personaggi di primo piano del suo tempo. Gangale infatti sosteneva che ‘le società segrete sono una naturale reazione nei paesi dove c’è intolleranza spirituale e politica, cioè nei paesi cattolici’ (Giuseppe Gangale, Consensi e dissensi, «Conscientia», a. III n° 29, 19 luglio 1924), per cui era giusto e normale che degli Evangelici anche in Italia vi aderissero per opporsi al papato!

A proposito del Massonevangelismo enunciato da Gangale, lo storico valdese Giorgio Spini – di cui Francesco Toppi ha affermato di essere stato un fraterno amico – lo elogia dicendo: ‘Al quesito inverso, invece, cioè sulla possibilità che gli evangelici abbiano ricevuto qualche influenza massonica, occorre dare una risposta più articolata. Il grosso rischio che correva l’Italia evangelica, dopo la fine del Risorgimento, era quello di trovarsi racchiusa – o magari di rinchiudersi con le proprie mani – entro una sagrestia pietista, forse di un impeccabile candore spirituale, ma certo avulsa dalla realtà italiana. Con tutte le più sante intenzioni del mondo, quel distacco dal «mondo», che i pii evangelici professavano, secondo lo spirito del Risveglio, rischiava anzi di tradursi in qualcosa di peggio ancora che una fuga dalla realtà: cioè di essere un eco dell’interrogativo di Caino: «sono io il guardiano di mio fratello?». Il massonevangelismo, con tutti i suoi ovvi limiti, rappresentò comunque un’uscita degli evangelici dalla sagrestia pietista ed una prima loro presa di coscienza delle proprie responsabilità di cristiani nei confronti dei loro fratelli italiani, in quanto membri di una società che i cittadini erano chiamati a guidare essi stessi, col voto e con l’opera politica …. Il massonevangelismo, favorendo la marcia dell’Italia evangelica verso il liberalismo teologico degli Harnack, dei Troeltsch, dei Sabatier, ebbe un’influenza positiva nel breve periodo’ (Giorgio Spini, Italia liberale e protestanti, pag. 226,227).

Sull’affiliazione di Gangale alla Massoneria, Francesco Saverio Festa dice: ‘Dopo aver creato nel 1922 le «Centurie anticlericali», Gangale finisce per accostarsi ed aderire alla massoneria di palazzo Giustiniani, stringendo legami con personaggi come La Fera ed Arturo Reghini. Sulla sua adesione alla massoneria Gangale è stato sempre estremamente evasivo senza mai ammetterla esplicitamente, ma senza neppure mai smentirla. In fondo la massoneria, allora, non era altro che il punto di riferimento di tutte le novità politico-culturali alternative al clericalismo dominante, sì che molti evangelici vi erano affiliati. D’altronde, Gangale mostra sovente di essere ben informato degli avvenimenti interni al mondo massone’ (http://conscientia_et_fide.blog.tiscali.it/). Diamo qualche informazione su questo Arturo Reghini (1878 – 1946), con il quale Gangale strinse un legame. E’ considerato un pilastro della tradizione massonica. Nel 1895 entrò nella Società Teosofica e ne fondò la sezione romana. Nel 1902 fu iniziato al Rito di Memphis di Palermo. Nel 1905 fu tra i fondatori della Loggia “Lucifero” di Firenze. Nel 1912 entrò nel Supremo Consiglio Universale del Rito Filosofico Italiano. Nel 1913 venne espulso dal Grande Oriente d’Italia poichè Martinista noto per i toni particolarmente anticristiani, e per aver aderito all’Ordo Templis Orientis del mago occultista Aleister Crowley col nome iniziatico di “Maximus” ed i gradi di 33°, VI°. Da parte sua, il 20 ottobre 1913, affilia Crowley quale membro onorario del R.F.I. Nel 1919 aderì al Rito Scozzese Antico ed Accettato e nel 1921 divenne membro del Supremo Consiglio dei 33. Grazie a lui, l’O.T.O. rimase attivo in Italia sino agli anni Trenta.

Nel 1924 Gangale ricevette il battesimo in seno ad una Chiesa Cristiana Evangelica Battista, e sempre nello stesso anno venne incaricato della direzione della rivista “Conscientia” che aveva uno spirito massonico. Per capire quanto questa rivista fu sotto l’influenza massonica, vedi ‘Lo stemma delle Assemblee di Dio in Italia è opera di un massone? Giudicate voi’ nella sezione dove parlo della collaborazione del pittore Paolo Paschetto con la rivista Conscientia.

Secondo Piero Chiminelli, pastore battista che si convertì al Cattolicesimo, Gangale verso la fine della sua vita tornò al Cattolicesimo. Paolo Sanfilippo in Giuseppe Gangale, araldo del nuovo protestantesimo italiano (Lanterna, Genova 1981), scrive: ‘Pietro Chiminelli, nella sua opera Il Calvinismo (Istituto Editoriale Galileo, Milano 1948) in una nota al cap. V su ‘Tentativo Recente di Galvanizzare il Calvinismo’, includendo giustamente in questa corrente Gangale, aggiunge: ‘A titolo informativo, va ricordato che, tra il 1937 ed il 1946, hanno lasciato il Calvinismo per rientrare nel cattolicesimo dal quale provenivano, i due Direttori della rivista calvinista romana «Conscientia», Pietro Chiminelli e Giuseppe Gangale ….’ (citato in Giovanni Giudice, Poesie di Giuseppe Gangale, Editore Rubbettino, 2004, pag. 32).

Lo storico Giorgio Spini dice che questa notizia di Chiminelli su Gangale fu ‘una grossa frottola … perchè Gangale non si sognò mai di lasciare il protestantesimo e rifarsi cattolico’ (Giorgio Spini, Italia di Mussolini e protestanti, pag. 91). I fatti però sono i seguenti, innanzi tutto Gangale si rifiutò sempre personalmente di smentire pubblicamente questa cosa, e ciò lascia molto perplessi: perchè non farlo, se la notizia è del tutto falsa? E poi sappiamo che negli ultimi tempi Gangale fu devoto alla cosiddetta Madonna, in quanto in una delle sue ultime poesie dal titolo ‘Madonna d’Itria ad Andali’ si rivolge alla Madonna, e gli dice: ‘Ogni volta che io ritorno ho paura che non ti trovi che qualche Vescovo nuovo ti abbia sconsacrata e bruciata’, ed ancora: ‘Madre antica degli Arberesci, Guida-del-Cammino, cosa devo fare per toglierti le morti?. Udii questo grido, ed ebbi paura perchè era il mio nel vuoto dell’oscura chiesa di Andali” (Giovanni Giudice, op. cit., pag. 135). Giovanni Giudice nel commentare una strofa di questa poesia dedicata alla Madonna di Andali afferma che ‘la severa religiosità calvinista non ha distrutto questi delicati sentimenti religiosi per la Madonna’ (Ibid., pag. 139). E non solo alla ‘Madonna’, ma Gangale in una delle sue ultime poesie prega pure ‘S. Michele’ (Ibid., pag. 154).

Questa sua devozione alla Madonna di Andali e a ‘San Michele’ è certamente idolatria, per cui quand’anche non fosse tornato al cattolicesimo – come dicono i suoi difensori – era tornato all’idolatria del cattolicesimo! Giovanni Giudice afferma in definitiva: ‘Formalmente sembra sia rimasto protestante. Ma l’assenza di polemica anticattolica, il rifiuto di una smentita pubblica, il suo carattere intollerante di ogni cappa, lo spirito di una continua ricerca, la delicatezza e l’affetto verso il mondo arbyresh, la vicinanza a sacerdoti cattolici, e lo stesso messaggio finale lasciano solo intravvedere il mistero del suo animo’ (Ibid., pag. 32).

Verso la fine del 1977 a Gangale muore la moglie Maddalena De Capua. Lui si risposa, con Margherita Uffer, una sua collaboratrice, nel marzo del 1978 a Locarno (Svizzera). La cerimonia è celebrata da un gesuita che si prende cura dei cattolici della zona. Da Locarno vanno a Crotone, dove ‘li viene a trovare il pastore Rauti, rammaricato di non essere stato lui a celebrare le nozze; non gli rimane che benedire la casa dove abita la coppia’ (Giovanni Giudice, Poesie di Giuseppe Gangale, pag. 40).

 

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I due quindi si conoscevano e frequentavano, e questo perchè Gangale ‘quando è in Calabria frequenta regolarmente la chiesa pentecostale (ADI) di Crotone’ (Dora Bognandi & Mario Cignoni, Scelte di fede e di libertà: profili di evangelici nell’Italia unita, pag. 167). Visto dunque chi era Gangale, si rimane a dir poco turbati nel leggere queste cose.

Quindi Umberto Gorietti e altri pastori ADI frequentarono i massoni Gigliotti e Fama; Francesco Toppi frequentava Giorgio Spini che appoggiava la Massoneria; Rauti frequentava Gangale che era massone e negli ultimi anni della sua vita pure ‘mezzo cattolico’: che frequentazioni inquietanti ….

Per ulteriori informazioni su Giuseppe Gangale leggi nella sezione dedicata a Paolo Paschetto la parte intitolata ‘La collaborazione con la rivista Conscientia, avente anch’essa uno spirito ‘massonico’.