La piovra massonica nel palazzo

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Nel libro Via col vento in Vaticano c’è un capitolo dal titolo ‘Il fumo di Satana in Vaticano’ che affronta la presenza della Massoneria nella Chiesa Cattolica Romana, di cui ritengo che alcune parti siano degne di nota per cui ve le trascrivo.

‘Tra le culture più esclusive quella romana è la più chiusa, dove neppure i titoli nobiliari e aristocratici sono sufficienti a farvela introdurre; ancor più esclusiva è quella ecclesiastica. Eppure la massoneria in quest’ultima vi entra facilmente dalla porta di servizio e senza biglietto, mimetizzandosi alla perfezione. La massoneria non usa cambiare la metodologia che trova sul posto dove opera. In Vaticano, strenuo baluardo della Chiesa cattolica, essa si arma di diabolica pazienza e aspetta, aspetta tanto finché non riesca a raggiungere le migliori leve del potere e del comando. Tale setta, che s’infiltra sempre là ‘dove batte la storia’ al dire di Cesare Pavese, sa che il Vaticano resta da sempre un’ardita antenna che capta e trasmette messaggi più avanzati su tutto; riuscire a trasmettergli l’epidemia nello spirito, di riflesso significa distruggere le difese immunologiche nella ragione umana. La parola d’ordine è: «Credere il meno possibile, senza essere eretico; per obbedire il meno possibile, senza essere ribelle» (Giuseppe De Mestre). La mano invisibile della massoneria in Vaticano, al centro di poteri occulti tra alta finanza e alti livelli, non è una diceria: la si avverte da per tutto, nel processo di assunzioni, nel metodo delle promozioni, nel corso di diffamazioni o di elogi per questo o quel monsignore secondo peso e misura. Così, codesto centro che per divino mandato dev’essere un faro, dentro il suo corpo da tempo ospita tumescenze che lo decompongono. Per uno sfregio al giudizio universale della Cappella Sistina il mondo intero scatterebbe in piedi a condannarne la profanazione; ma l’infiltrazione massonica in Vaticano è ancor più dissacrante perchè stravolge le menti e la sacralità del cuore del cristianesimo. Contraddittorietà e ambiguità di realtà programmate disorientano i credenti, impotenti a frenare e a domare fatti ed eventi fluidi ed evanescenti nell’ambiente.

La piovra nel Palazzo, mai come oggi sui livelli di guardia, si riveste del dono dell’ubiquità in alto e in basso, dentro e fuori. Se ne avverte la presenza opaca dai lunghi tentacoli, ma non dove s’annida. Essa si serve di emissari sul posto, mercenari oscuri che non disdegnano l’equivoco di quella malavita organizzata, ben introdotta nell’ambiente, fatta di miseria e nobiltà. Quando deve colpire, non è mai un atto inconsulto. La maglia è così stretta che chi ne è colpito palpa solo la propria impotenza e capisce che reagire è dannoso piuttosto a sè che alla bestia.

Una sentenza di tribunale in Italia ha sancito che la parte in causa può ricusare il giudice che è iscritto alla massoneria. In Vaticano questa ricusa non sarà mai possibile; nessun alto dignitario porterà scritto sulla fronte la sua appartenenza alla massoneria.

Molte riviste e rotocalchi hanno scritto apertamente dell’infiltrazione massonica in Vaticano. Per due secoli, da Clemente XII (1730-40), che con bolla comminò la scomunica nel 1738, fino al 1974, quando il gesuita padre Giovanni Caprile con un benevolo articolo su ‘Civiltà Cattolica’ (19 ottobre 1974) rassicurò i cattolici affiliati alla massoneria di non darsi pensiero: «Se la sua fede di cattolico non vi riscontra nulla di sistematicamente ostile, organizzato nel gruppo massonico a cui appartiene, contro la Chiesa e i suoi princìpi dottrinali e morali, egli [il cattolico massone, ndr] può rimanere nell’associazione. Non dovrà più essere considerato come scomunicato e perciò alla pari di ogni altro fedele potrà accostarsi ai sacramenti e partecipare pienamente alla vita della Chiesa. Non ha bisogno di una speciale assoluzione dalla scomunica dal momento che questa nel caso suo concreto non vige più».

In realtà, siffatta «piena partecipazione alla vita della Chiesa» di un cospicuo numero di cattolici e prelati massoni avveniva già da molti anni precedenti. Appena arrivato ad arcivescovo di Milano, monsignor Montini eleggeva a suo consulente finanziario il cattolicissimo massone Michele Sindona. Affidando poi, da Papa, le sorti della finanza cattolica dello Ior all’indiscussa competenza ladresca e criminale dei cattolici massoni Michele Sindona e Roberto Calvi, che si avvalevano dell’apporto di due altri fedeli massoni della Loggia P2, Licio Gelli e Umberto Ortolani.

Nel 1987 il giornalista massone Pier Carpi, confermando l’assunto del ‘fratello’ Fulberto Lauro secondo il quale alla Loggia P2 aderivano anche cardinali e vescovi in incognito, specificava che «si chiama ‘Loggia Ecclesia’ ed è in contatto diretto con il gran maestro della Loggia Unita d’Inghilterra, il duca Michele di Kent. Tale loggia opera in Vaticano dal 1971. Vi appartengono più di cento fra cardinali, vescovi e monsignori di curia. Riescono a mantenere il più assoluto segreto, ma non al punto da sfuggire alle indagini degli uomini della potente ‘Opus Dei’.

Infine, la rivista cattolica messicana ‘Processo’ (n° 832 del 12 ottobre 1992), informava che la massoneria ha diviso il territorio vaticano in otto quartieri, dove sono in funzione quattro logge massoniche del rito scozzese i cui adepti, alti funzionari del piccolo Stato, standovi in forma indipendente non si conoscerebbero fra loro, neanche battendo i tre colpi col polpastrello del pollice. Esse all’occorrenza prendono contatti con altre logge massoniche delle singole nazioni; anzi, là dove la Chiesa opera in clandestinità a causa del Corano, le relazioni con la Chiesa locale passano segretamente attraverso tale rete settaria, che così rende un servigio religioso in favore dei loro fratelli di stanza in Vaticano.

Le nazioni del blocco islamico, benché mantengano relazioni diplomatiche con la Sede Apostolica, in forza del Corano si ostinano a vietare qualsiasi forma di culto cattolico e di proselitismo. I rispettivi governi designano come ambasciatori presso il Vaticano per l’appunto quei fratelli massoni tra i più zelanti e attivi, ai quali danno istruzioni sul differente modo di procedere con gli odiati ecclesiastici tutti d’un pezzo, e con quegli altri invece benevoli verso la massoneria, dei quali molti riescono a giungere ad avere le leve del potere in Vaticano. In combutta con questi, si cerca oggi di ‘pilotare’ Giovanni Paolo II, vecchio e malato, il quale cammina a fatica (solleva i piedi solo di pochi centimetri da terra) a causa del morbo soffre di frequenti amnesie.

La stampa di ogni tendenza frequentemente e da varie fonti continua a fare nomi e cognomi di cardinali e alti dignitari dentro e nel contorno del Vaticano, insieme ad altri prelati, quali affiliati alla massoneria, e nessuno di essi si dà pensiero, salvo qualche blanda smentita, di esporre denuncia alla magistratura per una dovuta anzi necessaria ritrattazione, se non per onorabilità personale, almeno per decenza all’ufficio e alla credibilità dell’incarico che gli indiziati ricoprono. Il loro silenzio non avvalora l’assioma «quod gratis asseritur, gratis negatur» («ciò che si asserisce gratuitamente, gratuitamente si nega»), perchè qui, visto che di fatto non c’è chi nega, tutto porta a credere che chi tace acconsente. [….]

«Dunque, la massoneria è certamente di casa in Vaticano, anche se il suo circolo ricreativo è dislocato altrove. Se ne dovette accorgere, con un primo colpo al cuore, il pontefice Albino Luciani, quando il giornalista Paolo Panerai – il 31 agosto 1978, all’indomani della di lui elezione – sul settimanale economico ‘Il Mondo’ rivolse al Papa a bruciapelo un’accorata lettera: ‘Santità, è giusto che il Vaticano operi sui mercati come un agente speculatore? E’ giusto che il Vaticano abbia una banca che interviene nei trasferimenti illegali di capitali dall’Italia in altri Paesi? E’ giusto che quella banca aiuti gli italiani a evadere il Fisco?’. Quel sant’uomo di Papa non s’era ancora ripreso dalla scioccante interrogazione, che il 12 settembre successivo l’intrigante settimanale ‘Op’ diretto da Mino Pecorelli, massone poi assassinato, dal titolo ‘La Gran Loggia Vaticana’, pubblicava tra l’altro l’elenco di ben 121 nomi di esponenti vaticani e di alti prelati, indicati come affiliati alla massoneria … […]

Quando la stampa informò l’opinione pubblica dell’esistenza della potente loggia massonica ‘Propaganda 2′, nota meglio come P2, presieduta dal venerabile maestro Licio Gelli, in combutta con Michele Sindona, Roberto Calvi e Umberto Ortolani, cattolicissimi massoni implicati a loro volta con lo Ior nel crac del Banco Ambrosiano, si faceva menzione anche di nomi di alti prelati, elencati nella suddetta lista di 121 nomi posti in ordine alfabetico con le relative date d’iscrizione all’Ordine massonico matricola e nome di loggia, già da qualche anno prima in circolazione’.

Avendo fatto molto scalpore in Vaticano e fuori, poichè parecchi di quei nomi erano tra i più prestigiosi dignitari, un altro periodico dell’area massonica provvedeva a pubblicare un’ulteriore lista di ecclesiastici e laici, nella quale assieme ai nomi del primo elenco venivano aggiunti altri, allo scopo di confondere i veri iscritti con gli estranei alla massoneria. Gli uni, i veri affiliati, e gli altri, che non c’entravano, ebbero buon gioco a dimostrare l’estraneità e l’infondatezza dell’asserita propria affiliazione alla setta.

Ma i vaticanisti più informati sapevano che si trattava di un falso a metà. In Vaticano da molto prima e da più parti diverse, pervenivano segnalazioni su nomi e cognomi di ecclesiastici, certamente affiliati e in stretta collaborazione con la massoneria. Si scelse la politica del silenzio, per comodità, da entrambe le parti.

Il lettore che voglia controllare la verità dei fatti prenda i nomi riportati in quella lista e li confronti con quelli contenuti nell’indice degli Annuari pontifici degli anni Novanta; chiunque al raffronto constaterà che la maggior parte di tutti quei nomi ha fatto splendida carriera ecclesiastica. Molto più dei due terzi di quei prelati, certamente non del tutto meritevoli, se nel frattempo non sono deceduti, ora li si riscontrano ai vertici della curia romana: chi cardinale, chi insignito dell’episcopato in diocesi prestigiose, chi al comando di qualche importante dicastero, chi capocordata di clan dalle ventose incollate ai bastioni michelangioleschi. E tutto ciò non per fortuito caso o per un infortunio sul lavoro. [….]

Nel caso che qualche ecclesiastico, non chiamato, volesse far carriera con l’appoggio di quella consorteria, i responsabili tanto per iniziare lo mettono in prova, impegnandolo a tenere dotte conferenze ai distinti soci nei club dei Lions e dei Rotary delle città distrettuali, che sono circoli culturali nei quali si prepara il semenzaio da cui scegliere gli affiliandi alla massoneria.

A riguardo di detti circoli, la rivista gesuitica ‘La Civiltà Cattolica’ dimostrò senza veli di dubbio che detti circoli, essendo di derivazione massonica, mantengono stretti legami con la setta. Ci fu serrata polemica sulla veridicità o meno dell’asserzione, finchè il gran maestro Giordano Gamberini, sulla rivista massonica ‘Hiram’ del 1 febbraio 1981, rivendicò ufficialmente che sia i Rotary sia i Lions derivano e confluiscono nell’organizzazione della massoneria, scrivendo: «Melvin Jones, maestro massone di Chicago, fu tra i fondatori dei Lions. Ne divenne segretario generale e tesoriere fin dal 1917. Nel Lions, l’origine massonica risulta evidente anche dal primo stemma che si diede l’associazione. Pressoché identici rapporti con la massoneria aveva avuto il Rotary».

Appunto per ciò, l’anno appresso 1982 a governatore del distretto rotaryano di Sicilia-Malta per la prima volta fu un gesuita a essere insignito della prestigiosa carica, padre Federico Weber, senza che i superiori gliene facessero veto. Persino molti cardinali, lautamente compensati, incoraggiati dal fratello cardinale Baggio, ora defunto, si ritengono altamente onorati dell’invito dei dignitari rotaryani a inaugurarne le nuove sedi o l’anno sociale, dando lustro di sè con dotte conferenze e prelibati pranzi’.

Da: I Millenari, Via col Vento in Vaticano, Kaos Edizioni, Milano 1999, pag. 224-241. Questo libro – secondo una nota dell’editore posta al suo interno – che contesta duramente la nomenklatura vaticana è stato ‘scritto da alcuni prelati della curia vaticana’ e quindi proviene dall’interno del palazzo della Chiesa Cattolica di Roma.

 

A proposito della presenza di prelati nel Rotary, ‘Omero Ranelletti, nel suo ‘Il Rotary e la Chiesa Cattolica’, riferisce che, nel 1981, Giovanni Paolo II ricevette dalle mani del Presidente internazionale del Rotary Club le insegne di “Paul Harris Fellow” e che oggi tra i rotariani italiani si annoverano ben 5 Cardinali, 10 Arcivescovi, 19 Vescovi e tanti Prelati’ (citato in Chiesa Viva, mensile di formazione e cultura, anno XL – N° 430, settembre 2010, pag. 33)

 

Vi propongo ora qui un interessante scritto del magistrato Carlo Alberto Agnoli dal titolo ‘La Massoneria alla conquista della Chiesa’ che risale al 1996, pubblicato a Roma da EILES [1], che conferma la forte presenza della Massoneria nella Chiesa Cattolica Romana ad alti livelli. E’ vero che molti dei nomi di ecclesiastici citati, sono già morti, ma questo è relativo ai fini di quello che vogliamo dimostrare perchè è risaputo che ancora oggi nelle gerarchie ecclesiastiche esiste la massoneria.

Questo lo ha confermato di recente il maestro massone Gioele Magaldi, che conosce molto bene la realtà massonica in italia, in una intervista rilasciata a Francesco Esposito, infatti alla domanda ‘Ci sono anche uomini di Chiesa?’ ha risposto: ‘Si, anche alti e altissimi prelati. Si tratta per lo più di persone che furono iniziate alcuni decenni fa e che adesso sono molto riservate e defilate rispetto alla loro appartenenza. Però ci tengono moltissimo ad essere considerati convinti massoni. Sono uomini dalla spiritualità aperta e complessa, insofferenti di ogni dogmatismo e angustia fideistica. Perciò vivono con disagio lo spirito anti-conciliare, conservatore e reazionario propugnato dall’attuale Papa, Benedetto XVI.’ (Intervista integrale al “Venerabile” Gioele Magaldi, leader di “Grande Oriente Democratico”, Francesco Esposito, il 3 agosto 2011, in http://www.grandeoriente-democratico.com/).

Ecco dunque cosa dice Carlo Alberto Agnoli.

[1] Questo scritto è stato tratto da questo sito cattolico www.crisidellachiesa.com/ e l’originale si trova qua www.vho.org/aaargh/fran/livres8/massoneriaechiesa.pdf