Capitolo IV – Altre prove di veridicità

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Uno dei personaggi più altolocati indicati nella lista di OP è certamente il Cardinale Agostino Casaroli, che ricoprì poi per diversi anni la carica di Segretario di Stato, e cioè la più prestigiosa, nella Chiesa, dopo quella del Papa. Ebbene, sull’appartenenza alla Massoneria di questo prelato, oltre a una gravissima prova di cui parleremo in seguito, vi è un significativo indizio fornito dal Padre paolino Rosario Esposito. Questi, in un suo libro recante il programmatico titolo Le Grandi Concordanze tra Chiesa e Massoneria, pubblicato nel 1987 presso la massonica casa editrice Nardini di Firenze, riferisce che il Casaroli, in data 20 ottobre 1985, in occasione delle celebrazioni del quarantesimo anniversario dell’ONU, tenne, nella chiesa di San Patrizio, a New York, «un’omelia di vasto respiro» i cui contenuti, sui quali non è qui il luogo di soffermarsi, «attestano che le concordanze fra Chiesa e Massoneria possono essere considerate di fatto acquisite» [29]. Nella sua relazione su quel sermone, Padre Esposito fà osservare che nel corso di esso il Cardinale usò per ben due volte all’ìncirca le stesse parole che aprono e designano la Bolla In eminenti apostolatus specula con cui nel lontano 1738 Papa Clemente XII (1652-1740) aveva fulminato la prima scomunica contro la Massoneria, ma in un contesto e con valenza inversi, quasi a ricomunicare ciò che era stato scomunicato [30]. La persona del Cardinal Casaroli richiama poi alla mente un’altra lista di prelati indicati come appartenenti alla Massoneria: quella apparsa sul numero di luglio del 1976 della rivista francese Introibo. Tale rivista, cattolica, e quindi di matrice del tutto diversa da quella del giornale di Pecorelli, riportava, oltre un anno prima, insieme con quello del nostro porporato, i nomi di numerosi altri ecclesiastici che figureranno poi negli elenchi di Panorama e di OP. Con questa differenza, però: che essa reca le date di affiliazione, ma non i numeri di tessera mentre, come si è visto, Panorama non riproduce né le une né gli altri, e OP, il più completo, li pubblica entrambi. Si registrano, inoltre, fra la lista di Introibo e quella di Pecorelli, alcune differenze nelle date di affiliazione. Pare logico dedurne che la seconda non derivi dalla prima e che la sua maggiore specificità e completezza si spieghi col fatto che Pecorelli era uomo di Loggia e, come tale, più addentro nei segreti della sètta. Ma se le cose stanno in questi termini se ne deve dedurre che l’elenco di Introibo va considerato come un ulteriore riscontro dei due già citati. E allora non può non colpire il ricorrere dei medesimi nomi, fra cui, oltre a quello del Casaroli, indicato con la stessa data di iscrizione della lista di OP, anche quelli del Cardinal Leo Jozef Suenens (1904-1996), del Cardinal Baggio, del Cardinal Michele Pellegrino (1903-1986), di Mons. Bugnini, di Mons. Angelini, del Vescovo di Trento, Mons. Alessandro Maria Gottardi (1912-2001), e via discorrendo. Fra i nomi di spicco indicati dal Pecorelli figura anche quello del famoso Padre scolopio Ernesto Balducci, scomparso in un incidente stradale il 26 aprile 1992, in occasione della cui morte l’Osservatore Romano ebbe ad esprimere profonda emozione e dolore. Ebbene, è sufficiente una conoscenza superficiale dell’opera di questo frate per rendersi conto che abbiamo a che fare con un uomo profondamente permeato dagli insegnamenti della Loggia. Ci limiteremo a spigolare alcune citazioni traendole dal suo libro L’Uomo Planetario [31]: «Chi ancora si professa ateo, o marxista, o laico, e ha bisogno di un cristiano per completare la serie delle rappresentanze sul proscenio della cultura, non mi cerchi. Io non sono che un uomo» [32]. Più oltre, commentando l’incontro «ecumenico» di Assisi del 27 ottobre 1986, così si esprime: «Siamo così alla resa dei conti. E in questa resa dei conti le religioni sono costrette a rivelarsi per quel che sono: produzioni simboliche di gruppi umani, sistemi ideologici in veste sacra […]. Timor fecit deos» [33]. Poco prima, infatti, aveva scritto: «Nella generale eclissi delle identità, il nostro primo dovere è di restare fedeli a quella che abbiamo costruito [34], con una variante però, che essa va ritenuta non come il tutto ma come un frammento del tutto, di un tutto ancora nascosto nel futuro […]. Come il vero Dio, così anche il vero uomo è absconditus» [35].

Il Deus absconditus, il dio del futuro che si deve ancora rivelare e che nascerà dalla fusione e dalla morte di tutte le religioni esistenti! È, pari pari, l’insegnamento del 32º Grado del Rito Scozzese Antico e Accettato. Concludiamo il nostro excursus su Padre Balducci con questa citazione di sconvolgente crudezza: «È finita l’età dei popoli eletti. è finita anche l’età dei salvatori. Come mi appare vera, oggi, la frase che Nietzsche rivolgeva ai cristiani del suo tempo: “Chi vi salverà dal vostro Salvatore”»? [36]. A questo punto è opportuno ricordare brevemente chi è quel Friedrich Nietzsche (1844-1900) alla cui autorità Padre Balducci si richiama per ripudiare Gesù e il suo messaggio. Autore, tra l’altro, di un libro il cui titolo, L’Anticristo, è già tutto un programma, quel filosofo preconizza un «Superuomo» «liberato» da ogni precetto e remora di ordine morale, e contrappone Dioniso, dio della gioia, al Nazareno, predicatore di una tetra «morale da schiavi» [37]. Il suo pensiero, compreso il mito dell’eterno ritorno, è tutto permeato di quelle dottrine gnostiche che, secondo i più autorevoli trattatisti massonici (Albert Pike, René Guénon, ecc…) costituiscono il midollo della Massoneria, e che evidentemente il Balducci in gran parte condivide. Un altro dei personaggi più in vista della lista di OP è certamente il cardinale Leo Suenens, Primate del Belgio. Ebbene, il 24 settembre 1970, questo prelato, fatto senza precedenti negli annali della Chiesa belga, tenne una importante conferenza in una riunione massonica organizzata dall’alta Massoneria ebraica del B’nai B’rith [38]. Questo fatto rivela, quanto meno, una sorprendente vicinanza a quella Massoneria che la Chiesa preconciliare anatemizzava come la sua principale, acerrima nemica. L’indizio, già di per sé assai grave, è tanto più significativo in quanto Mons. Suenens è autorevolissimo esponente di Pax Christi, un’organizzazione in cui l’impegno politico-sociale soverchia quello propriamente religioso fino a farlo scomparire. Ciò risulta evidente ai più sprovveduti dalla lettura del suo manifesto sul disarmo del maggio 1982, dove Dio, Gesù, la Vergine e i Santi non sono neppure nominati e tutto il discorso è incentrato, in buona sostanza, sulla prospettiva di quel Governo Mondiale o Repubblica Universale cui la Massoneria aspira fin dai suoi primordi, come già si evince dalle Costituzioni di Anderson del 1723, testo fondamentale della sètta libero-muratoria [39]. Un’ulteriore gravissima conferma della lista Pecorelli viene da un’intervista apparsa sul settimanale Oggi, del 17 giugno 1981, sotto il titolo «Salvini mi confidò nomi di insospettabili». In tale intervista, l’avvocato Ermenegildo Benedetti di Massa Carrara, già Grande Oratore del Grand’Oriente d’Italia, e quindi, come egli stesso si esprime, numero due della Massoneria italiana, poi espulso per essere entrato in rotta di collisione con Licio Gelli e con i Gran Maestri che lo appoggiavano, dopo avere indicato fra i piduisti quasi sicuri Gianni Agnelli (1921-2003), e il conte Agusta, oltre che Vittorio Emanuele di Savoia, venendo al mondo ecclesiastico rese una dichiarazione che ci pare importante riportare per intero. «In Massoneria – egli disse – di Cardinali e di preti è piena la storia: si diceva di Monsignor Bettazzi, di monsignor Casaroli, del Cardinale Paletti, di Padre Caprile, direttore di “Civiltà Cattolica” e del Cardinale Marcinkus, l’uomo delle finanze vaticane, il cosiddetto “banchiere di Dio”. Di questa gente si è cominciato a parlare dal 1970 in poi. Sia chiaro, non erano chiacchiere di corridoio, erano informazioni riservate che ci scambiavamo noi del vertice della Massoneria italiana». A parte due imprecisioni, irrilevanti ai nostri fini e a quelli del Benedetti [40], cosa si ricava da questa dichiarazione uscita dalla bocca di un espulso e di un deluso che non ha più interesse a mentire e confondere le acque e che non ha avuto, a quanto pare, alcun rapporto con gli ecclesiastici indicati, onde è assurdo ipotizzare un suo intento diffamatorio?

– che i nomi da lui proferiti sono tutti riscontrabili nella lista Pecorelli;

– che non si trattava di «voci», sia pure autorevoli, bensì di «informazioni riservate» correnti fra i sommi vertici della Massoneria italiana.

Non ci risulta, poi, che nessuno dei prelati chiamati in causa sia intervenuto a querelare l’alto dignitario massonico nonostante la grande diffusione della notizia, pubblicata su un settimanale nazionale a larga tiratura. Le parole dell’ex Grande Oratore ci offrono lo spunto per un ennesimo riscontro in ordine all’attendibilità della lista Pecorelli: tra gli ecclesiastici menzionati dall’avvocato Benedetti figura infatti il famoso Padre gesuita Giovanni Caprile. Costui, che pure era stato per molti anni il campione dell’antimassonismo italiano, dopo il Concilio Vaticano II effettuò una virata di 180º gradi. Tale svolta fu così radicale da indurlo a entrare a far parte con don Vincenzo Miano, Padre Rosario Esposito, don Franco Molinari, professore alla Cattolica di Milano, e altri sacerdoti meno noti, di un gruppo preposto al dialogo Chiesa-Massoneria, che tenne contatti e pubblici incontri con i massimi dignitari italiani di quella sètta [41]. Non solo: il Caprile arrivò al punto di scrivere, in collaborazione con un altro gesuita spagnolo, Padre José Antonio Ferrer Benimeli, un libro intitolato Massoneria e Chiesa cattolica ieri oggi e domani [42], in cui, sia pur citando un altro loro confratello, Padre Michel Riquet (1898-1993), si giungeva sino ad auspicare che fra Chiesa e Massoneria si pervenisse, da un iniziale «ecumenismo dei cuori» ad un «ecumenismo delle intelligenze e delle dottrine» [43], vale a dire, niente meno, che alla fusione, anche sul piano delle credenze, fra cristianesimo e Massoneria, fra Chiesa e «Antichiesa»! Un’ennesima verifica della lista di Pecorelli e di quella di Panorama che proponiamo al lettore è quella relativa al servita Padre Davide Maria Turoldo, morto il 6 febbraio 1992, esaltato dai suoi ammiratori come «profeta» e «poeta» dei nuovi tempi. Ebbene, è gioco-forza riconoscere che anche costui era un cattolico e un frate molto sui generis: convinto sostenitore del divorzio ai tempi del referendum promosso dai cattolici contro quell’istituto, nel 1971, nel santuario di Tirano, spezzò una corona del Rosario e la scaraventò fra i fedeli gridando: «Basta con queste superstizioni da Medio Evo»! Si ammetterà che da parte di un «servo di Maria» è un gesto piuttosto sconcertante. Ma di non diverso stampo era la sua «devozione» per Gesù Cristo: sul numero di Panorama, del 26 maggio 1988, infatti, scrivendo a proposito dell’esposizione dei crocifissi nei luoghi pubblici, egli ebbe a sostenere: «Ci sia o non ci sia appeso ai muri non cambia niente. Il crocifisso non vale più niente per il mondo d’oggi; non dice più nulla a questa società […]. Oggi il Crocifisso in sé non rappresenta più nulla […]. Il Crocifisso per me è Oscar Romero ucciso, è il povero Luther King ucciso, sono i neri del Sud Africa, è Mandela in galera […]. Quelli sono i veri crocifissi»! Ci si domanda: c’è proprio tanto da stupirsi a trovare un frate di questo stampo in una o più liste massoniche? A noi, davvero non pare! L’ultimo, ma non certo in ordine di importanza, dei personaggi della lista di cui esaminiamo le posizioni è il Cardinale Jean Villot, per lunghi anni Segretario di Stato di Paolo VI, e poi fino alla morte, avvenuta il 9 marzo 1979, di Giovanni Paolo II.

Questo porporato, visto il suo nome pubblicato sul mensile francese Lectures Françaises in una lista di ecclesiastici assertamente iscritti alla Massoneria, i cui nomi poi apparvero tutti nell’articolo del Pecorelli, eccezion fatta per quello del Cardinale Achille Liénart (1884-1973), scrisse al direttore della rivista una lettera del seguente tenore: Il Cardinale Jean Villot, Segretario di Stato, saluta distintamente il Signor Direttore di Lectures Françaises. Avendo appreso recentemente che la rivista, nel suo numero di settembre del 1976, aveva menzionato il suo nome presentandolo come massone, il Cardinal Villot dichiara nella maniera più formale che non ha mai avuto in alcun momento della sua vita il minimo rapporto con la Massoneria né con alcuna altra società segreta. Aderisce pienamente alle condanne inflitte dai Sommi Pontefici. Il Cardinal Villot prega il Direttore di Lectures Françaises di volergli inviare un esemplare del numero che pubblicherà questa smentita, e con anticipo lo ringrazia. Vaticano, 31 ottobre 1976. Jean Cardinal Villot [44].

Dopo la sua morte, però, fra le sue cose fu trovato un libro intitolato Vie et perspectives de la franc-maçonnerie traditionnelle («Vita e prospettive della Massoneria Tradizionale»), di Jean Tourniac, Grande Oratore della Gran Loggia Nazionale di Francia. Sul frontespizio di detto libro figuravano due dediche manoscritte al medesimo Villot, una dello stesso autore, e l’altra del Gran Maestro della medesima Loggia.

Di fronte a questo documento la «formale» assicurazione del porporato di non aver mai avuto «in alcun momento della sua vita il minimo rapporto con la Massoneria», appare, francamente, poco credibile. Del resto, le posizioni teologiche e ideali di Villot erano notoriamente quelle dei Cardinali Suenens, Poletti, Casaroli, del Vescovo Gottardi di Trento, ecc…, che figurano insieme con lui nella lista di Introibo, in quella di Panorama e in quella dell’Osservatore Politico.

[29] Cfr. P. R. Esposito, Le Grandi Concordanze tra Chiesa e Massoneria, pag. 210.
[30] Ibid., pagg. 210 e 211.
[31] Ed. Cultura della Pace, San Domenico di Fiesole, 1990.
[32] Cfr. P. E. Balducci, L’Uomo Planetario, pag. 178.
[33] Ibid., pag. 182.
[34] Ossia la cristianità. Si noti quel «costruito» che postula l’idea della religione come creazione dell’uomo.
[35] Cfr. P. E. Balducci, op. cit., pag. 173.
[36] Ibid., pag. 167.
[37] Cfr. Al di là del bene e del male, aforisma nº 129.
[38] Cfr. Y. Moncomble, Les professionels de l’antiracisme («I professionisti dell’antirazzismo»), Yann Moncomble, Parigi 1987, pag. 277.
[39] Nel suo Storia della Massoneria in Italia dalle origini alla Rivoluzione Francese (Nuova Italia Ed., 1975, pag. 156), Carlo Francovich, che appartiene alla ristretta schiera degli storiografi ufficiali della Massoneria, riferisce che già in un rapporto della polizia asburgica del 3 agosto 1756, che sintetizzava un programma massonico andato perduto intitolato Istruzione italiana, si diceva chiaro e tondo che l’obiettivo perseguito dalla Massoneria era sin da allora quello di «estinguere tutti i principati e ridurre il mondo a una Repubblica Universale».
[40] Marcinkus era vescovo, ma non Cardinale e Padre Caprile, gesuita, era autorevolissimo redattore, ma non direttore di Civiltà Cattolica.
[41] Cfr. P. R. Esposito, op. cit., pag. 27.
[42] Ed. Paoline, 1979.
[43] Cfr. P. R. Esposito, op. cit., pag. 178.
[44] Cfr. G. Virebeau, Prelats et Francs-Maçons, Publications Henry Coston, Parigi 1978, pagg. 13-14. Il grassetto non è nostro.