La massoneria alla conquista della Chiesa

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Premessa

 

In queste pagine non ci proponiamo di provare la veridicità, nome per nome, della famosa lista di prelati massoni pubblicata il 12 settembre 1978 dal giornalista Mino Pecorelli in seguito a molteplici altre liste che erano già trapelate sulla stampa. Infatti, come escludere che Pecorelli, che era un piduista, o comunque vicinissimo a Licio Gelli, Venerabile della più famosa e famigerata Loggia massonica italiana, possa avere inserito dei nomi per confondere le acque o danneggiare qualche avversario? Certo, come meglio vedremo, c’è il significativo riscontro della lista di Panorama, del 10 agosto 1976. Ma anche questo elemento di per sé non è conclusivo. Anche personaggi fortemente indiziati di affiliazione massonica potrebbero in realtà non essere iscritti alla sètta, ma solo idealmente molto prossimi alle sue posizioni. Proprio per questa ragione abbiamo ritenuto opportuno non riprodurre per intero l’elenco apparso su Osservatore Politico ritenendo che le posizioni individuali vadano valutate caso per caso. Quello che invece ci preme dimostrare è la generale attendibilità della lista pecorelliana, sintomo di una penetrazione della Massoneria nelle più alte gerarchie ecclesiastiche così profonda da generare il dubbio che quella sètta si sia praticamente impadronita del timone di quella Chiesa cattolica che, nel segreto delle sue Logge, da secoli aveva giurato di distruggere, e che la stia pilotando verso gli scogli di un disastroso naufragio da cui solo la mano potente di Dio potrà salvarla.