Le conseguenze del panteismo nel New Age: l’insuperbimento dell’uomo e la divinizzazione della terra

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Il panteismo, cioè la dottrina che identifica Dio con il tutto (che è presente nel New Age e cammina assieme al monismo che fa di tutte le cose una unica cosa e definisce la diversità tra le cose una illusione), è una dottrina diabolica perché porta l’uomo a credersi Dio, o parte di Dio, (dove per Dio però ricordiamo che nel New Age si intende una Energia cosmica, una Realtà ultima, ma non l’Iddio personale della Scrittura) quando egli non è altro che una crea­tura di Dio che possiede una natura umana con molti e molti limiti,[1] a differenza del solo vero Dio che è divino e non possiede limiti di nessun genere appunto perché Dio.[2] E di conse­guenza il panteismo induce l’uomo a cercare Dio in se stesso, perché in base a questa credenza, la Divinità è in lui e non fuori di lui; egli deve risvegliare la sua natura divina nascosta al suo interno e non deve affatto cercare con tutto il suo cuore il Creatore di tutte le cose che è fuori di Lui il cui trono è il cielo e il cui sgabello è la terra. Avviene così che l’uomo del New Age che crede nel panteismo pensa di possedere un potenziale al suo interno che se risvegliato e scoperto riuscirà a risolvere tutti i suoi problemi, fisici e spirituali, e materiali, perché lui diventerà il padrone della sua vita, colui che crea la realtà attorno a lui. E quindi sarà portato a confidare in se stesso (il che avviene di fatto, basta vedere un po’ come incitano ad avere fiducia in se stessi i movimenti dello sviluppo del potenziale umano per rendersi conto di questo), nel suo cuore ingannevole, nella sua impotenza anziché in Dio, il vero Dio, che ha fatto tutte le cose e a cui ci si arriva soltanto per mezzo di Gesù Cristo il suo Figliuolo. Questa è chiaramente una opera del diavolo, del Seduttore di tutto il mondo, che cerca in tutte le maniere di distogliere le persone dal mettersi a cercare l’Iddio personale di cui parla la Scrittura e dal confidare nella sua illi­mitata e reale potenza. Il frutto dunque del panteismo nel New Age è l’insuperbimento dell’uomo; l’uomo del New Age è trascinato inesorabilmente ad innalzarsi sfacciatamente contro Dio innanzi tutto perché, pen­sando di essere per natura divino, si mette a cercare Dio in lui e poi perché dopo avere realizzato questo cosiddetto sè giunge alla errata conclusione di essere Dio, di essere perciò lui sul trono a governare la sua vita, lui il conduttore della sua vita, lui il salvatore di se stesso e quindi che non ci sia il benché minimo bisogno di mettersi a cercare fuori di lui l’Iddio e Padre del Signore Gesù Cristo, di cui parla la Scrittura, per sperimentare la sua salvezza e la sua misericordia. Possiamo dire che la dottrina panteistica del New Age sull’uomo porta l’uomo ad adorare se stesso; ecco due eloquenti affermazioni che confermano questo, la prima è di Shirley MacLaine, la seconda di Swami Muktananda, un ‘guru’: ‘Tu non devi mai adorare nessuno o nessun’altra cosa al di fuori di te stesso. Poiché tu sei Dio’;[3] ‘Inginocchiatevi davanti a voi stessi; onorate e adorate il vostro proprio essere. Dio dimora in voi, essendo voi’.[4] In realtà questo modo di vedere l’uomo come Dio o parte di Dio che il New Age sbandiera così tanto non è altro che una delle svariate forme in cui si manifesta la superbia della vita che come dice Giovanni “non è dal Padre ma è dal mondo”.[5] Ma che avviene a chi si insuperbisce in cuore suo e si innalza contro Dio? Avviene che Dio gli resiste in faccia perché “Dio resiste ai superbi”[6] e Gesù disse che “chiunque s’innalzerà sarà abbassato”.[7] Un esempio scritturale di come Dio umilia coloro che s’innalzano contro di lui dicendosi Dio lo abbiamo nel libro del profeta Ezechiele dove si legge: “Figliuol d’uomo, dì al principe di Tiro: Così parla il Signore, l’Eterno: Il tuo cuore s’è fatto altero, e tu dici: Io sono un dio! Io sto assiso sopra un trono di Dio nel cuore dei mari! mentre sei un uomo e non un Dio, quantunque tu ti faccia un cuore simile al cuore d’un Dio …. Poiché tu ti sei fatto un cuore come un cuore di Dio, ecco, io fo venire contro di te degli stranieri, i più violenti di fra le nazioni; ed essi sguaineranno le loro spade contro lo splendore della tua saviezza, e contamineranno la tua bellezza; ti trarranno giù nella fossa, e tu morrai della morte di quelli che sono trafitti nel cuore dei mari”.[8] E per confermare ciò con un esempio dei nostri giorni voglio citare la testimonianza di Rabindranath R. Maharaj che prima di convertirsi era uno yogi che riteneva di essere Dio: ‘Accarezzando una grande, profumata ghirlanda di fiori che pendeva dal mio collo, mi ero sistemato accanto all’altare e salutavo gli intervenuti che uscivano alla fine della cerimonia. Una vicina di casa depose ai miei piedi diverse monete, una dopo l’altra, e s’inchinò per ricevere la mia benedizione, il colpetto d’incoraggiamento shakti che ogni adoratore brama di ricevere, a causa dei suoi effetti soprannaturali. Sapevo che si trattava di una povera vedova che guadagnava pochissimo per le lunghe ore di duro lavoro che svolgeva. (…) Gli dèi avevano decretato che questo doveva essere il sistema dei doni da farsi ai bramini, ed i Veda pure avevano dichiarato che questa pratica sarebbe stata di grande beneficio per il donatore. (…) Mentre stavo allungando la mano per toccarle la fronte quale conferma della mia benedizione, trasalii udendo una voce piena di indubbia, onnipotente autorità ‘Rabi, tu non sei Dio!’. Il mio braccio si arrestò a mezz’aria. ‘Tu… non… sei… Dio!’ Queste parole mi colpirono come il fendente di un machete che taglia ed abbatte le alte canne verdi. Mi resi istintivamente conto che era stato il vero Dio, il Creatore di ogni cosa, che aveva pronunciato queste parole e cominciai a tremare. Volere pretendere di benedire quella donna che si era inchinata, era un inganno, una frode manifesta. Ritrassi la mano (…) mi trovavo completamente abbattuto, sotto la riprensione del vero Dio, scosso nella coscienza per avere osato di accettare l’adorazione che solo a lui era dovuta’.[9]

Quindi, fratelli, badate a voi stessi e riprovate questa dottrina di demoni del New Age; cingete i fianchi della vostra mente e non permettete a questi pensieri superbi ed abominevoli davanti a Dio di penetrare in essa perché essi vi porterebbero di certo ad apostatare dalla fede e ad attirarvi l’ira dell’Iddio Onnipotente.

Un’altra nefasta conseguenza a cui ha portato il panteismo (asso­ciato sempre al monismo che afferma che ‘il tutto è uno’) nel New Age è stata la divinizzazione della natura perché ‘il Tutto è sacro. Non vi è separazione, tutto è Divino. Il grande oceano della vita e del pensiero pervade ogni cosa’;[10] per cui l’uomo ha cominciato a servire e adorare la crea­zione anziché servire ed adorare il Creatore che è benedetto in eterno.[11] Ecco un esempio che comprova tutto ciò: la terra è diven­tata la dea Gaia di cui sono figli tutti i terrestri, e che per questo dunque deve essere venerata dall’uomo essendo sacra; anzi di più, l’uomo secondo la teologia ecologica del New Age si deve riconciliare con questa terra. E come? Mediante la difesa dell’ambiente; di qui l’ecologia profonda del New Age, il suo messaggio in favore del pianeta terra, di questo – per loro – essere vivente da preservare con cui noi tutti saremmo un tutt’uno. Ecco perché l’ecologia (che nel New Age viene chiamata profonda per distinguerla da quella di superficie che secondo loro non va al vero problema che è l’antropocentrismo) è molto importante per molti aderenti del New Age, perché essi si sentono parte di Dio assieme alla terra, e quindi parte con essa di un Tutto che è sacro. Ecco come parla il fisico Capra a riguardo di questo tipo di ecologia: ‘L’ecologia profonda (…) è radicata in una percezione della realtà che va al di là della cornice scientifica per attingere ad una consapevolezza intuitiva dell’unità di ogni forma di vita, dell’interdipendenza delle sue molteplici manife­stazioni e dei suoi cicli di mutamento e di trasformazione. Quando il concetto dello spirito umano è inteso in questo senso, come il modo di coscienza in cui l’individuo si sente connesso al cosmo nella sua totalità, diventa chiaro che la consapevolezza ecologica è veramente spirituale’.[12]

Ecco dunque un’altra astuta macchinazione del diavolo contro gli uomini mediante la quale li rende schiavi di cose vane e non li fa mettere a servire il solo vero Dio. E che è così ci si rende conto nel vedere i membri di questi gruppi ambientalisti che hanno fatto dell’ecologia cosiddetta profonda una ragione di vita, lo scopo della loro vita, perché hanno creduto di essere uno con la terra ‘essere vivente’, e quindi non superiori ad essa e agli animali e alle piante che vi sono sopra; ma nello stesso tempo vivono nelle tenebre perché rifiutano di riconciliarsi con Dio che li ha creati.

Con tutto questo non vogliamo dire che noi prendiamo piacere nel respirare l’aria inquinata o nel vedere i fiumi inquinati o nel vedere gente che maltratta gli animali, e neppure che sia lecito danneggiare la terra come fanno taluni che prendono piacere nel distruggere la natura (sappia­mo a tale proposito che un giorno Dio distruggerà quelli che di­struggono la terra[13]), ma solo che alla radice di questa ecologia profonda del New Age vi è qualcosa di più che il desiderio di vedere l’ambiente pulito; vi è una dottrina di demoni che fa della terra un organismo vivente sacro e l’uomo parte di esso e perciò non superiore al globo terrestre e agli animali e alle piante che sono sopra di esso. Tutte cose che non sono vere perché l’uomo è uomo, e la terra è terra; l’uomo è un essere vivente in cui Dio ha posto un alito vitale; la terra è un oggetto senza alito di vita; l’uomo è stato fatto a immagine e somiglianza di Dio mentre la terra no; la terra è inferiore all’uomo perché Dio disse all’uomo e alla donna: “Rendetevela soggetta”[14] e perciò l’uomo non può essere considerato alla stessa stregua della terra ma deve essere considerato superiore ad essa (fermo restando il rispetto della natura ordinato dalle autorità e che la Scrittura attesta con precisi limiti). Anche gli animali sono inferiori all’uomo e questo perché mentre l’uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio essi non lo sono; Gesù infatti disse: “Quant’è un uomo da più di una pecora!”[15] Ricordiamo­ci poi che Dio disse all’uomo e alla donna di dominare sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra,[16] e che Dio ha dato gli animali all’uomo affinché egli li usi (buoi per arare, cavalli per viaggiare, ecc.) e affinché gli servano di nutrimento;[17] quindi essi non possono essere considerati alla stessa stregua dell’uomo. Che dire allora dell’ecologia, come movimento di protesta? Devono i credenti prendervi parte a questa protesta? Noi riteniamo che per i cre­denti (quantunque essi debbano autocontrollarsi in ogni cosa e non gettare l’immondizia dove non è consentito dalla legge) è tempo sprecato impegnarsi in una lotta sociale in difesa dell’am­biente, anche perché il credente sa che negli ultimi giorni gli uomini saranno senza amore per il bene e sempre più malvagi[18] (il che si ripercuoterà negativamente anche sulla natura), e anche che arriverà il giorno in cui la terra e le opere che sono in essa saranno arse dal fuoco di Dio e si dissolveranno,[19] ma ancora prima di quel giorno Dio colpirà la terra con tremende piaghe come quando la terza parte delle acque diverrà assenzio.[20] Ci sono cose molto più importanti che i credenti devono fare; una di queste è difendere il Vangelo, questo sì che lo devono fare con tutte le loro forze. I credenti devono cercare di salvare gli uomini come Paolo che diceva che glorificava il suo ministerio per provocare a gelosia i Giudei e “salvarne alcuni”,[21] e non il pianeta terra (che tanto non sarà ‘salvato’ comunque perché alla fine investito dal fuoco si dissolverà). Gesù è venuto a salvare i peccatori dal dominio del diavolo e non la terra e quello che essa contiene dall’inquinamento; badate dunque a non lasciarvi trascinare dietro la causa ecologica perché di certo essa vi porterebbe a spendere il vostro tempo e le vostre energie in vista della ‘salvezza’ di questo pianeta anziché in vista della salvezza degli uomini che sono fatti all’immagine di Dio e per i quali Cristo è morto. Diletti, non ignorate le macchinazioni di Satana che tenta di distrarvi. Quindi per riassumere brevemente questa parte; il Dio del New Age non è il solo vero Dio che noi abbiamo conosciuto per mezzo di Gesù Cristo, ma uno fra i tanti dèi che gli uomini senza Dio adorano e servono nella loro ignoranza; esso assomiglia infatti molto a Brahman il dio degli induisti, un dio panteista. Quello dunque che dobbiamo fare quando incontriamo i New Agers (i seguaci del New Age) è parlargli di Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, e annunziargli la via – che è la sola via, cioè Cristo Gesù – per mezzo della quale essi possono pervenire alla sua conoscenza e diventare suoi figliuoli.

 


[1] Cfr. Giob. cap. 38,39,40,41; Matt. 5:36; Luca 12:25,26

[2] Cfr. Matt. 19:26; Luca 18:27

[3] Shirley MacLaine, Dancing in the Light, pag. 358

[4] Citato da Texe Marrs in Dark Secrets of the New Age, pag. 201

[5] 1 Giov. 2:16

[6] 1 Piet. 5:5; Prov. 3:34

[7] Matt. 23:12

[8] Ez. 28:2,6-8

[9] Rabindranath R. Maharaj, Morte di un guru, Isola del Gran Sasso (TE) 1994, pag. 137-138

[10] Affermazione di George Treve­lyan

[11] Cfr. Rom. 1:19-25

[12] Fritjof Capra, Il Punto di Svolta, pag. 340

[13] Cfr. Ap. 11:18

[14] Gen. 1:28

[15] Matt. 12:12

[16] Cfr. Gen. 1:28

[17] Cfr. Gen. 9:3,4

[18] Cfr. 2 Tim. 3:1-4; Matt. 24:12

[19] Cfr. 2 Piet. 3:10,12

[20] Cfr. Ap. 8:11

[21] Rom. 11:14