Il giardino di Findhorn

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Il giardino di Findhorn fu fondato da Peter Caddy, la sua seconda moglie Eileen Combe e Dorothy MacLean. Seguaci inglesi della Alice Bailey nel 1962 i tre decisero di andare a vivere in una roulotte a Findhorn, una zona desolata della Scozia setten­trionale, dove iniziarono a coltivare un giardino dietro i sugge­rimenti di Dorothy MacLean che a sua volta li riceveva dai deva, che sono degli ‘spiriti della natura’ associati alle piante. E questo giardino cominciò a produrre così abbondantemente che molti – considerando il clima freddo e il terreno povero di quella zona – cominciarono a parlare di miracolo. La sua fama cominciò a spargersi; iniziarono ad affluire seguaci e vennero costruite delle strutture permanenti. Sir George Trevelyan, che ha contribuito al successo mondiale di Findhorn, visitò il giardino di Findhorn e ne ha pubblicato un memoriale in cui dice tra le altre cose: ‘Per la Pasqua del 1968 sono stato da Peter Caddy, che vive con un picco­lo gruppo di amici in un campeggio per camper presso la baia di Findhorn a Boray in Scozia. I loro caravan sono circondati da un giardino incantevole. Ho visto tromboni e narcisi così grandi come non ne avevo visti mai, in aiuole traboccanti di altri tipi di fiori. Ho potuto assaporare gli ortaggi più prelibati che avessi mai conosciuto (…) Altri campeggiatori, stimolati dai pro­dotti dei loro vicini, piantarono a loro volta dei cavoli e dei narcisi: ne risultarono solo pianticelle miserabili e striminzi­te. Caddy parlava di un cavolo di 20 kg. che aveva raccolto! (…) Qui si pratica agricoltura biologica nel modo migli­ore, ma i risultati mi sbalordirono troppo per potere accettare quel fatto come ragione sufficiente. Caddy incominciò con questo giardino nel 1963; precedentemente nella sua vita non aveva mai seminato neanche un seme (…) Insistetti con Caddy chiedendo una spiegazione. Ora dobbiamo osare un grande passo decisivo; quanto segue è così controverso che per alcuni sarà immediatamente intelligibile, ad altri potrà sembrare una totale insensatezza, non accettabile. Per Caddy e il suo gruppo, Dio è il centro della loro vita. La moglie di Caddy ha contatti quotidiani con la più alta sfera spirituale, dalla quale riceve consiglio e ammaestra­mento diretto. Anche Dorothy MacLean è una sensitiva. Quando fu loro detto di incominciare su questo terreno poco promettente con l’impianto di un giardino, dovettero vedersela con molte diffi­coltà a causa della loro inesperienza in questo campo. Ma in questo loro modo insolito chiesero consiglio e aiuto. Sapevano del mondo dei deva, esseri che potrebbero essere chiamati i maestri costruttori del mondo vegetale. Così decisero di chiedere aiuto, e Dorothy si mise semplicemente in contatto, nella medita­zione, con i deva dei piselli (…) La novità qui a Findhorn è che abbiamo a che fare con un gruppo di assoluti incompetenti, che hanno incominciato da zero la loro attività di giardinaggio, mentre fin dall’inizio, in modo del tutto consapevole, basano il loro lavoro sulla collaborazione con il mondo dei deva, con i quali sono in diretto contatto mentale’.[1]

Questo giardino-comunità è diventato il simbolo del rapporto del New Age con la natura perché per gli aderenti al New Age conferma che l’uomo è parte della terra e non distinto da essa. Ed inoltre che egli deve collaborare con gli spiriti della natura se vuole salvare il pianeta terra dal disastro. L’esempio di Findhorn ha stimolato dei New Agers nel mondo a fondare delle comunità simili.

Quantunque Findhorn per molti non abbia più lo ‘splendore’ di una volta, pure rimane sempre un centro New Age molto conosciuto nel mondo infatti è meta di ‘pellegrinaggi’ da parte di molti aderenti al New Age (anche dall’Italia vengono organizzati viaggi a questa comunità). Qui vengono insegnate dottrine e tecniche del New Age. I temi dei corsi che si tengono alla Findhorn Foundation (Fondazione Findhorn) lo mostrano chiaramente; eccone alcuni, La voce interiore, Il sensitivo dentro di noi, Spirito della danza e Danza sacra, Massaggio: un’arte di guarire, Deva, fate e angeli: un approccio concreto, Meditazione in movimento, Ricerca del Dio interiore.

 


[1] Citato da Gunther Schiwy in Lo spirito dell’Età Nuova: New Age e Cristianesimo, Brescia 1991, pag. 59-60