Si viene giustificati dai propri peccati mediante la fede in Gesù

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Ma le cose non stanno affatto così come dicono i teologi papisti perché la Scrittura insegna che si viene giustificati da Dio soltanto mediante la fede. Ora, in questo caso noi non parleremo del perché il battesimo non giustifica (anche se avete già compreso che dato che si viene giustificati soltanto per la fede che precede il battesimo, quest’ultimo non può in niuno modo giustificare), e neppure del perché la confessione al prete non può giustificare (di questi loro sacramenti parleremo più diffusamente in appresso), ma dimostreremo con le Scrit­ture che l’uomo è giustificato solo per fede perché le opere giuste non possono in niuno modo giustificarlo.[1]

Noi tutti eravamo nemici di Dio nelle nostre opere malvagie e nella nostra mente e questo perché noi tutti camminavamo secondo le concupiscenze della carne; ma quando Dio ha manifestato il suo amore verso noi, Egli ci ha giustificati, cioè ci ha resi giusti nel suo cospetto, cancellandoci tutti i nostri peccati. E median­te la giustificazione noi siamo stati riconciliati con Dio e siamo diventati suoi amici secondo che é scritto: “L’amici­zia sua è per gli uomini retti”.[2] E questa giustificazione che noi abbiamo ottenuto l’abbiamo ricevuta per fede, e quindi per grazia e non per opere. Le seguenti Scritture lo attestano in maniera chiara.

–  Paolo dice ai Romani: “Giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore…”;[3] e: “Tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio, e son giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la reden­zione che è in Cristo Gesù”,[4] ed ancora: “Ma Iddio mostra la gran­dezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, sarem per mezzo di lui salvati dall’ira”;[5] le parole “giustificati per il suo sangue” significano che noi siamo giustificati mediante la fede nel sangue di Cristo. E sempre ai Romani Paolo dice: “Se per il fallo di quell’uno la morte ha regnato mediante quell’uno, tanto più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia, regneranno nella vita per mezzo di quell’uno che è Gesù Cristo”.[6] Notate le parole “il dono della giustizia”; esse mostrano che la giustizia di Dio (la giustificazione) si ottiene gratuitamente da Dio essendo un dono di Dio. Essa si può ottenere appunto credendo nel Figliuolo di Dio: ogni merito personale quindi è escluso. Un altro versetto della lettera ai Romani che attesta che per essere giustificati bisogna solo credere in Cristo è quello che dice che “il termine della legge è Cristo, per esser giustizia ad ognuno che crede”.[7]

–  Paolo dice ai Galati: “Avendo pur nondimeno riconosciuto che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è sol­tanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù affin d’esser giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della legge..”;[8] e: “La legge è stata il nostro pedagogo per condurci a Cristo, affinché fossimo giustifi­cati per fede”;[9] ed ancora: “La Scrittura, prevedendo che Dio giustificherebbe i Gentili per la fede, preannunziò ad Abramo questa buona novella: In te saranno benedette tutte le genti”[10] (questo é avvenuto perché noi siamo stati benedetti da Dio me­diante la fede in Cristo che é la progenie d’Abramo). E sempre ai Galati vi sono queste parole: “Se fosse stata data una legge capace di produrre la vita, allora sì, la giustizia sarebbe venuta dalla legge; ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato, affinché i beni promessi alla fede in Gesù Cristo fossero dati ai credenti”.[11] E tra questi “beni promessi” vi è pure la giustizia di Dio (quindi la giustificazione); a chi viene data? A chi crede o a chi opera? A chi crede perché essa è stata promessa alla fede in Gesù.

–  “Il giusto vivrà per la sua fede”:[12] queste parole Dio le rivolse al profeta Habacuc, preannunziando in questa maniera che Egli avrebbe giustificato gli uomini per fede (“il circonciso per fede, e l’incirconciso parimente mediante la fede”).[13]

Queste altre Scritture invece attestano che coloro che si basano sulle opere della legge non vengono giustificati e non verranno giustificati nel cospetto di Dio:

–  “Per le opere della legge nessuna carne sarà giustificata”;[14]

–  “L’uomo non è giustificato per le opere della legge”;[15]

–  “Poiché tutti coloro che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica! Or che nessuno sia giustificato per la legge dinanzi a Dio, è manifesto perché il giusto vivrà per fede”;[16]

–  “Per le opere della legge nessuno sarà giustificato al suo cospetto; giacché mediante la legge è data la conoscenza del peccato”.[17]

Per dimostrarvi come non si venga giustificati per opere ma solo per fede vi ricordo l’esempio di Abramo nostro padre. Ora, Abramo, secondo ciò che dice la Scrittura, fu giustificato da Dio mediante la sua fede nella promessa fattagli da Dio,[18] e questa giustificazione la ottenne dopo che egli uscì da Ur dei Caldei[19] e dopo che egli diede la decima del meglio della preda a Melchisedec, sacerdote dell’Iddio altissimo.[20]

Quindi, ribadiamo con forza le seguenti cose:

>Abramo non fu giustificato da Dio perché o quando ubbidì all’or­dine di Dio: “Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò…”.[21] Certo, nell’epistola agli Ebrei è scritto che “per fede Abramo, essendo chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo ch’egli avea da ricevere in eredità..”,[22] ma rimane il fatto che non fu questo atto di ubbidienza di Abramo ad essergli messo in conto di giustizia;

>Abramo non fu giustificato da Dio perché o quando diede la decima a Melchisedec; certo, egli fece qualcosa di buono che Dio gradì (quella sua decima la ricevette in cielo uno di cui si attesta che vive), ma ciò nonostante non fu in virtù di quella opera buona che Abramo fu giustificato da Dio;

>Abramo fu giustificato da Dio perché credette alla promessa di Dio secondo che é scritto: “Or Abramo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia”;[23] per questo anche Abramo non aveva nulla di che gloriarsi nel cospetto di Dio.

Ma vi è un altro esempio di un uomo giustificato da Dio per grazia mediante la sua fede, senza le opere della legge; è quello di quel pubblicano che Gesù disse che era salito nel tempio per pregare assieme ad un Fariseo. Egli “non ardiva neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: O Dio, sii placato verso me peccatore”,[24] e per essersi umiliato davanti a Dio, mediante la sua fede fu giustificato secondo che è scritto: “Io vi dico che questi scese a casa sua giustificato…”.[25] Al con­trario, il Fariseo che ringraziava Iddio di non essere rapace, ingiusto e adultero come gli altri uomini, e faceva notare a Dio che lui pagava la decima sulle sue entrate, che digiunava due volte alla settimana e che non era come quel pubblicano, non fu giustificato. Non è questo una ulteriore conferma che la giusti­ficazione si ottiene soltanto mediante la fede per la grazia di Dio senza le opere? Certo che lo è. Errano grandemente quindi i teologi papisti quando affermano che per essere giustificati da Dio non è sufficiente la fede in Dio.

Ma perché la giustificazione non si può ottenere mediante le opere giuste della legge? Il motivo per cui la giustizia non si può ottenere per mezzo delle opere della legge é perché la legge é stata data per dare agli uomini la conoscenza del peccato[26] e per fare abbon­dare il peccato,[27] e non per rendere giusti gli uomini. Dio, per rendere giusti gli uomini, ha dato il suo Unigenito Figliuolo, infatti é tramite il Figliuolo che é venuta la grazia e che noi siamo stati giustificati.

Ora, abbiamo visto che la Scrittura dice che per le opere della legge l’uomo non può essere giustificato dai suoi peccati, perché la legge non ha il potere di giustificare il peccatore; vediamo quindi da vicino alcune di queste opere della legge che non giustificano chi le compie. Nella legge è detto: “Porterai alla casa dell’Eterno, ch’è il tuo Dio, le primizie de’ primi frutti della terra”;[28] “Se vedi smarriti il bue o la pecora del tuo fra­tello, tu non farai vista di non averli scorti, ma avrai cura di ricondurli al tuo fratello”;[29] “Ogni creditore sospenderà il suo diritto relativamente al prestito fatto al suo prossimo; non esigerà il pagamento dal suo prossimo, dal suo fratello, quando si sarà proclamato l’anno di remissione in onore dell’Eterno”;[30] “Allorché, facendo la mietitura nel tuo campo, vi avrai dimenti­cato qualche manipolo, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per lo straniero, per l’orfano e per la vedova, affinché l’Eter­no, il tuo Dio, ti benedica in tutta l’opera delle tue mani. Quando scoterai i tuoi ulivi, non starai a cercar le ulive rimaste sui rami; saranno per lo straniero, per l’orfano e per la vedova. Quando vendemmierai la tua vigna, non starai a coglierne i raspolli; saranno per lo straniero, per l’orfano e per la vedova”.[31] Queste non sono che alcune delle opere buone che Dio prescrisse nella legge di Mosè perché ve ne sono molte altre. Esse sono tutte delle opere giuste; eppure per esse non si può essere giustificati dai propri peccati! Non è abbastanza chiara la Scrittura a tale riguardo? Certo che lo è; ma non per la curia romana che non intende rettamente la Parola di Dio; e si illude e fa illudere le persone dicendo che si viene giustifi­cati da Dio mediante i sacramenti e compiendo opere buone: perché i sacramenti (battesimo e penitenza) rendono giusti gli uomini e le opere buone sono giustificanti! Parlando in questa maniera i teologi papisti annullano la grazia e riducono la morte espiatoria compiuta da Cristo meramente ad un gesto d’amore con il quale Dio ha voluto aiutare gli uomini ad autogiustificarsi! La stessa cosa si deve dire della risurrezio­ne di Cristo; essa aiuta a conseguire la giustificazione ma non è sufficiente a giustificare l’uomo, secondo loro! O guide cieche, ma quando rientrerete in voi stessi, e riconoscerete che per essere giustificati è sufficiente la sola fede nel Signore Gesù Cristo?

Abbiamo visto prima che i vertici della chiesa romana oltre ad affermare che è mediante i loro sacramenti che si ottiene la giustifi­cazione, ci dichiarano maledetti perché noi affermiamo che l’uomo viene giustificato soltanto mediante la fede senza i loro sacramenti e senza le opere giuste! Ma costoro periscono per mancanza di conoscenza delle Scritture perché se le conoscessero e le tagliassero rettamente non direbbero tali cose. E’ scritto chiaramente in Isaia che tutta la giustizia dell’uomo è “come un abito lordato”,[32] quindi non importa quante opere giuste fanno gli uomini per essere giustificati davanti a Dio, se essi non si ravvedono e non credo­no nel Vangelo continuano ad essere considerati dei peccatori davanti a Dio e questo perché non con le mani si fa qualcosa per ottenere la giustizia ma “col cuore si crede per ottener la giustizia”,[33] come dice Paolo ai Romani. ‘E’ troppo semplice per essere vero!’, esclamano i Cattolici romani a riguardo della maniera in cui si viene giustificati. Certo che agli occhi loro è troppo semplice e non credono che sia vero; gli viene continuamente detto che si viene giustificati compiendo sacrifici e gli viene tenuta nascosta la parola che dice: “Mentre a chi non opera ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli è messa in conto di giustizia”.[34] (notate quel “a chi non opera” che significa ‘a chi non si appoggia sulle opere giuste per la sua salvezza’) Che cosa ci si può aspettare quindi che dicano?

A voi uomini che ritenete di poter essere giustificati per le opere e rifiutate di essere giustificati gratuitamente da Cristo Gesù dico questo: ‘Sappiate che tenendo una simile condotta voi non fate altro che conservare addosso i vostri abiti sudici (i peccati) e rinunciare alla veste bianca (la giustizia di Dio) di cui vengono rivestiti tutti coloro che cessano di appoggiarsi sulle proprie opere e credono nel Signore Gesù per essere giustificati. Di conseguenza voi continuate ad avere sopra di voi l’ira di Dio perché siete ancora sotto maledizione. Riflettete o uomini e donne; non comprendete che, come dice Paolo, “se la giustizia si ottiene per mezzo della legge, Cristo è dunque morto inutilmente”,[35] e che cercando di essere giustificati per le opere della legge non fate altro che annullare la grazia di Dio e rendere vana la fede per voi stessi? Fate dunque questo; non appoggiatevi più sulle vostre opere per essere giustificati ma soltanto credete che Gesù è il Cristo che è morto per i vostri peccati e risuscitato dai morti il terzo giorno’.

 


[1] Va detto che i teologi papisti per cercare di difendersi dall’accusa di insegnare la giustificazione per opere condannata da Paolo affermano che le opere di cui loro parlano non sono quelle antecedenti alla fede ma quelle che seguono la fede di cui parla Giacomo. In sostanza essi dicono che quando Paolo dice che non si viene giustificati per le opere si riferisce alle opere della legge antecedenti alla fede in Cristo (cioè che non hanno per principio e radice la fede di Gesù Cristo), mentre quando Giacomo parla della giustificazione per le opere si riferisce alle opere che seguono la giustificazione cioè quelle che hanno la loro radice nella fede in Gesù. Ma questo discorso non regge perché, anche se ammettessimo che i Cattolici hanno creduto e che perciò le opere che fanno seguono la loro fede, si dovrebbe dire sempre che essi cercano di essere giustificati tramite di esse in base alla loro teologia. E perciò in questo caso sarebbero incorsi nello stesso errore dei Galati che dopo avere cominciato per lo Spirito volevano raggiungere la perfezione con la carne cioè con le opere buone, ed avevano rinunziato così a Cristo scadendo dalla grazia. L’apostolo Paolo fu chiaro nei loro confronti: “Voi che volete esser giustificati per la legge, avete rinunziato a Cristo; siete scaduti dalla grazia”. (Gal. 5:4) Quindi alla luce delle Scritture è un errore sia il cercare di essere giustificati mediante le opere della legge senza credere nell’Evangelo (come fanno i Giudei per esempio), e sia il cercare di essere giustificati per le medesime opere dopo avere creduto nell’Evangelo perché in questa maniera si rinunzia a Cristo e si scade dalla grazia. Quindi quei Cattolici che dicono di avere creduto (il che noi sappiamo però che non è così) e di compiere le opere buone per essere giustificati dovrebbero essere ripresi come i Galati in questa maniera: ‘Avete rinunziato a Cristo che è stato fatto nostra giustizia, siete scaduti dalla grazia: chi vi ha ammaliati o Cattolici insensati?’ Attenzione dunque ai sofismi dei teologi papisti!

[2] Prov. 3:32

[3] Rom. 5:1

[4] Rom. 3:23,24

[5] Rom. 5:8,9

[6] Rom. 5:17

[7] Rom. 10:4

[8] Gal. 2:16

[9] Gal. 3:24

[10] Gal. 3:8

[11] Gal. 3:21,22

[12] Hab. 2:4

[13] Rom. 3:30

[14] Gal. 2:16

[15] Gal. 2:16

[16] Gal. 3:10,11

[17] Rom. 3:20

[18] Cfr. Gen. 15:6

[19] Cfr. Gen. 12:4

[20] Cfr. Gen. 14:20

[21] Gen. 12:1

[22] Ebr. 11:8

[23] Rom. 4:3; Gen. 15:6

[24] Luca 18:13

[25] Luca 18:14

[26] Cfr. Rom. 3:20

[27] Cfr. Rom. 5:20

[28] Es. 23:19

[29] Deut. 22:1

[30] Deut. 15:2

[31] Deut. 24:19-21

[32] Is. 64:6

[33] Rom. 10:10

[34] Rom. 4:5

[35] Gal. 2:21