Il matrimonio non è un ordinamento istituito da Cristo

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– Il matrimonio non è un ordinamento istituito da Cristo

Noi non accettiamo il matrimonio come ordinamento istituito da Cristo, e questo perché il matrimonio non é stato istituito da Gesù Cristo (come invece lo sono stati il battesimo e la cena del Signore) ma è stato da lui solo confermato perché esso fu isti­tuito da Dio al principio della creazione quando Dio fece con una costola dell’uomo una donna e la menò all’uomo e disse: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saran­no una stessa carne”.[1] Certo, esso è una cosa santa e giusta isti­tuita da Dio ma non possiamo accettarlo come un ordinamento cioè come un rito ordinato da Cristo al pari della cena del Signore e del battesimo, anche perché dall’insegnamento del Signore Gesù e da quello dell’apostolo Paolo emerge che il rito del matrimonio non é imposto a tutti coloro che hanno creduto come invece lo sono il rito del battesimo e quello della cena del Signore. Il battesimo é obbligatorio perché Gesù ha detto ai suoi discepo­li: “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo…”,[2] e: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato”;[3] e così pure la cena del Signore è obbligatoria perché Gesù nella notte in cui fu tradito, sia quando diede il pane che quando diede il calice ai suoi discepoli disse: “Fate questo in memoria di me”:[4] Ma la stessa cosa non si può dire del matrimonio perché Gesù non ha ordinato a tutti di sposarsi perché ha ammesso che ci sono alcuni che hanno ricevuto da Dio la grazia di non contrarre matrimonio secondo che é scritto: “Non tutti son capaci di praticare questa parola, ma quelli soltanto ai quali é dato”,[5] ed anche “Chi é in grado di farlo, lo faccia”;[6] e questo lo ha confermato Paolo dicendo: “Io vorrei che tutti gli uomini fossero come son io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio; l’uno in un modo, l’altro in un altro”.[7]

Il fatto poi che le Scritture rappresentano l’unione tra Cristo e la Chiesa con il matrimonio tra l’uomo e la donna non giustifica affatto la definizione di sacramento data dai Cattolici al matri­monio. Perché esso non viene contratto per ricordare o per signi­ficare l’unione tra Cristo e la Chiesa, ma solo perché due perso­ne si amano e decidono di volere vivere assieme. E questo lo ricordiamo risale ancora a prima della venuta di Cristo. Se è per questo allora bisognerebbe stabilire come ordinamenti molte altre cose tra cui anche la festa della Pasqua perché essa rappresenta la nostra pasqua, cioè Cristo, la quale é stata immolata per noi. E chi potrebbe obbiettare qualcosa al fatto che Gesù mangiò la Pasqua con i suoi discepoli? Ma noi non ci permet­tiamo di stabilire ordinamento una festa giudaica come la Pasqua (che fu istituita da Dio come ombra di qualcosa che doveva avve­nire) solo per il fatto che essa abbia un inequivocabile signifi­cato spirituale e perché Gesù stesso la celebrò in osservanza alla legge mosaica.

Ma vi è da dire pure questa cosa, e cioè, che il fatto che i Cattolici abbiano chiamato il matrimonio sacramento é dovuto ad un errore di traduzione esistente nella Vulgata, ossia nella traduzione latina della Bibbia fatta da Girolamo, che è bene ricordare il concilio di Trento decretò che ‘si debba ritenere come autentica nelle pubbliche letture, nelle dispute, nella predicazione’.[8] L’errore è il seguente: nella lettera di Paolo agli Efesini è scritto: “Chi ama sua moglie ama se stesso. Poiché niuno ebbe mai in odio la sua carne; anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la Chiesa, poiché noi siamo membra del suo corpo. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e s’unirà a sua moglie, e i due diverranno una stessa carne. Questo mistero é grande; dico questo, riguardo a Cristo ed alla Chiesa”,[9] ma nella Vulgata la parola greca mysterion che significa mistero é stata tradotta con la parola latina sacramentum. E così i Cattolici romani, siccome che Paolo ha rappresentato l’amore che un marito deve avere verso la propria moglie con l’amore che Cristo manife­sta verso la sua Chiesa che è il suo corpo, aiutati dalla parola sacramentum hanno fatto diventare il matrimonio un sacramento.[10] Questa è un’ulteriore prova di quanto possa influire negativamen­te sia la cattiva traduzione e sia la cattiva interpretazione di un solo termine della Parola di Dio!

Per quanto riguarda poi il fatto che essi dicano che il matrimo­nio conferisca una particolare grazia a chi lo contrae non è vero perché secondo la Scrittura il matrimonio in sé stesso, non avendola, non conferisce la grazia di convivere santamente e di allevare cristianamente i figli.

Vorrei fare ora delle considerazioni sul matrimonio.

–  Come il battesimo dei fanciulli non conferisce nessuna grazia al neonato perché é risaputo che esso non nasce affatto di nuovo mediante quel versamento di acqua sul suo capo; così nella stessa maniera il matrimonio non conferisce la grazia, di cui i teologi papisti parlano, a coloro che lo contraggono.

–  I Cattolici romani che sono stati battezzati per infusione non avendo ancora creduto nel Vangelo anche se si sposano non possono convivere santamente e non possono allevare cristianamente i loro figli appunto perché essi stessi non sono ancora dei Cristiani perché vivono senza Cristo. Sono senza Cristo, vivono senza Cristo, come possono adempiere quindi la Parola di Dio senza la grazia di Dio? Solo quando nasceranno di nuovo saranno in grado con la grazia di Dio di vivere santamente e di allevare i loro figli in ammonizione del Signore e in ogni disciplina; non prima. A conferma di ciò vi sono tutte quelle testimonianze di quelle coppie (di ex-Cattolici romani) che si sono convertite al Signore e sono entrati così a fare parte della famiglia di Dio i quali ci hanno confermato di avere cominciato a vivere santamente e ad allevare i loro figli cristianamente solo dopo la loro conversio­ne essendo stati impossibilitati a farlo prima a motivo del peccato che li dominava e della schiavitù della religione catto­lica romana, falsamente chiamata cristiana.

I coniugi credenti devono convivere in modo degno del Vangelo perché questa è la volontà di Dio secondo che é scritto: “Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come si conviene nel Signore”,[11] e: “Mariti, convivete con esse colla discrezione dovuta al vaso più debole che é il femminile. Portate loro onore, poiché sono anch’esse eredi con voi della grazia della vita, onde le vostre preghiere non siano impedite”.[12] E i padri devono allevare degna­mente i loro figli secondo che é scritto: “E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figliuoli, ma allevateli in disciplina e in ammonizione del Signore”.[13] Tutti questi sono comandamenti che essi devono osservare e li possono osservare solo con la grazia che procede da Dio. Dico che essi possono osservarli con la grazia che viene dal Signore perché Gesù ha detto: “Senza di me non potete far nulla”.[14]

Per certo noi teniamo il matrimonio in onore come é giusto che sia, ma non gli attribuiamo nessuna grazia santificante o aiutan­te come fanno i Cattolici romani, appunto perché esso, non avendo­la in se stesso, non la conferisce. E poi, se il matrimonio è un sacramento, come i teologi papisti dicono, come mai la chiesa romana lo vieta ai preti? La risposta è: ai preti il matrimonio non conferirebbe nessuna grazia! Ma non è forse questa una delle tante contraddizioni in cui cade la curia romana interpretando a suo piacimento la Parola di Dio?

Una parola infine a riguardo dell’affermazione che Gesù elevò il matrimonio alla dignità di sacramento alle nozze di Cana di Galilea. Essa è una menzogna perché la Scrittura non dice nulla a tale riguardo; essa dice solo che Gesù fu invitato a quelle nozze con i suoi discepoli e che mentre vi partecipava fece il primo dei suoi miracoli, mutò l’acqua in vino. Ecco che cosa di certo Gesù fece a quelle nozze.

Diletti, come potete vedere i teologi papisti non si arrendono dinanzi al fatto che in nessun luogo del Nuovo Testamento viene detto che Gesù istituì il sacramento del matrimonio e attribuiscono a Gesù una cosa che egli non compì mai pur di sostenere la sacramentalità del matrimonio. Ancora una volta si deve dunque constatare quanto dannoso sia dare retta a insegnamenti errati perché ciò porta a fare dire alla Scrittura quello che essa non dice attribuendo a Gesù o agli apostoli parole e atti che essi giammai dissero e compierono mettendosi così contro la Parola di Dio.

 


[1] Gen. 2:24

[2] Matt. 28:19

[3] Mar. 16:16

[4] 1 Cor. 11:24,25

[5] Matt. 19:11

[6] Matt. 19:12

[7] 1 Cor. 7:7

[8] Concilio di Trento, Sess. IV, secondo decreto

[9] Ef. 5:28-32

[10] Faccio notare però che adesso nelle Bibbie cattoliche il termine mysterion in Ef. 5:32 è tradotto rettamente con mistero, come per esempio nelle edizioni Paoline del 1972, 1977, 1983 e 1990. Rimane il fatto però che questo passo viene tuttora preso per sostenere che il matrimonio è un sacramento.

[11] Col. 3:18

[12] 1 Piet. 3:7

[13] Ef. 6:4

[14] Giov. 15:5