L’eucarestia non è affatto la ripetizione del sacrificio di Cristo e neppure un’offerta propiziatoria che il sacerdote cattolico offre a Dio per i peccati

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Ora dimostreremo mediante le Scritture che Gesù Cristo non ha affatto istituito la messa, che i preti non sono affatto dei sacerdoti ordinati da Dio e che la messa che essi offrono non è il rinnovamento del sacrificio di Cristo.

–  Se come dicono loro la messa è la ripetizione del sacri­ficio di Cristo ed è stata istituita da Cristo, che ripetizione di quale sacrificio era l’eucarestia istituita da Cristo dato che Cristo ancora non aveva offerto se stesso sulla croce? Non è forse questa una chiara contraddizione che annulla la messa come ripetizione del sacrificio di Cristo? Certamente che lo è perché seguendo la logica dei teologi papisti Gesù affinché la cena fosse dichiarata una ripetizione del suo sacrificio, avrebbe dovuto istituirla dopo la sua morte e non prima. E’ da escludersi quindi che la cena del Signore sia stata istituita da Cristo quale ripetizione del suo sacrificio perché Gesù Cristo, in quella notte, istituì la santa cena e disse ai suoi di com­pierla in sua memoria, quindi per ricordare il suo sacrificio che di lì a poco avrebbe compiuto una volta per sempre. Cosa che per altro i teologi non negano infatti affermano che Gesù istituì l’eucarestia anche a perpetuo ricordo della sua passione e morte; quindi non solo quale sacrificio permanente del Nuovo Testamento. Ma anche qui non possiamo non dire che si contraddi­cono di nuovo, perché non è ammissibile che la cena del Signore sia contemporaneamente l’annunzio della morte di Cristo e la morte stessa di Cristo. Sarebbe come dire che facendo una deter­minata cosa per ricordare un fatto compiuto da una persona, nello stesso tempo si ripete quel fatto compiuto da quella persona molto tempo prima!

–  Gesù disse sia quando diede il pane e sia quando diede il calice ai suoi discepoli: “Fate questo in memoria di me”;[1] e Paolo dice: “Ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finch’egli venga”;[2] quindi la celebrazione della cena del Signore é la ricordanza del sacrificio espiatorio di Cristo perché con essa viene annunziata la sua morte, e non è la ripetizione del sacrificio di Cristo perché esso é stato fatto una volta per sempre e non può essere ripetuto in nessuna maniera. Per comprendere come la cena del Signore è un atto fatto per ricordare il sacrificio di Cristo e non è il rinnovamento di esso è necessario ricordarsi della Pasqua giudaica. Ora la Pasqua venne istituita da Mosè per ordine di Dio mentre il popolo d’Israele era in Egitto; in essa i Giudei dovevano immolare un agnello senza difetto, arrostirlo al fuoco e mangiarlo con pane senza lievito e con delle erbe amare; e tutto ciò ogni anno. Ma perché dovevano annualmente fare questo rito? Per ricordare il giorno in cui Dio li aveva tratti fuori dall’Egitto dopo una schiavitù secolare, infatti Dio disse: “Quel giorno sarà per voi un giorno di ricordanza… E in quel giorno tu spiegherai la cosa al tuo figliuolo, dicendo: Si fa così, a motivo di quello che l’Eterno fece per me quand’uscii dall’Egit­to”.[3] Ora, è chiaro che nessuno può dire che ogni qual volta i Giudei celebravano la Pasqua si rinnovava per loro la liberazione dall’Egitto perché essa era avvenuta tempo addietro in Egitto e non poteva essere in nessuna maniera rinnovata. Nella stessa maniera anche la cena del Signore fu istituita da Cristo per ordine di Dio per ricordare la sua morte, avvenuta una volta per sempre alla fine dei secoli, mediante la quale noi siamo stati liberati dalla schiavitù del peccato. Ed anche qui bisogna dire che siccome che la cena del Signore si fa in ricordanza del sacrificio di Cristo e quindi anche in ricordanza della libera­zione dal peccato da noi ricevuta mediante l’offerta del suo corpo e del suo sangue, essa non può essere la ripeti­zione del sacrificio di Cristo e di conseguenza non può essere neppure la ripetizione della nostra liberazione.

–  Cristo ha offerto se stesso una volta per sempre perché la Scrittura dice: “Noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre”,[4] ed anche che egli è entrato “nel cielo stesso, per comparire ora, al cospetto di Dio, per noi; e non per offrir se stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel santuario con sangue non suo; ché, in questo caso, avrebbe dovuto soffrir più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine de’ secoli, é stato manifestato, per annullare il peccato col suo sacrificio”.[5] La messa che fa il prete quindi é un atto di presunzione in abominio a Dio e che inganna tutti coloro che ci credono, perché il prete pretende con la messa di rinnovare il sacrificio di Cristo, mentre la Scrittura insegna che Cristo Gesù nella pienez­za dei tempi ha offerto se stesso per i nostri peccati una volta per sempre. Certo, il clero romano ammette che il sacrificio della messa è un sacrificio incruento in cui Cristo non versa il suo sangue, ma questo non giustifica affatto la messa. Cristo non l’ha comandata quindi non va fatta e basta. E’ un sacrificio incruento senza spargimento di sangue? Per noi non è né un sacrificio e neppure incruento; ma solo un rito in abominio a Dio. Ma dato che i teologi papisti parlano in questa maniera a riguardo della messa e dicono nello stesso tempo che essa viene offerta per placare Dio e dargli soddisfazione dei nostri peccati, e dato che la Scrittura dice che “senza spargimento di sangue non c’è remissione”,[6] noi domandiamo loro: ‘Ma non vi rendete conto che vi contraddite da voi stessi? Dite: ‘Nel sacrificio della Messa Gesù placa per noi l’Eterno Padre, offrendogli se stesso, affinché dopo il peccato non ci punisca come avremmo meritato (…) e offre a soddisfazione per i nostri peccati’,[7] e nello stesso tempo dite che la messa è un sacrificio senza spargimento di sangue, quindi senza il potere di rimettervi i vostri peccati! E poi, ancora: ‘Ma come fate a dire che la vostra messa è il sacrificio di Cristo e poi nello stesso tempo dire che non avviene nessun spargimento di sangue quando la Scrittura insegna che quando Gesù offrì se stesso a Dio vi fu lo spargimento del suo sangue? Ma è o non è un sacrificio? Quante contraddizioni si notano nelle parole dei teologi papisti anche quando parlano della messa!

–  I sacerdoti che furono presi da Dio di fra gli uomini per offrire sacrifici per i peccati del popolo erano Leviti, e preci­samente dell’ordine di Aaronne. Oltre a ciò il loro sacerdozio era trasmissibile, infatti quando essi morivano passava ai loro figli. Cristo Gesù invece è stato sì anche lui preso di fra gli uomini, ma egli é stato costituito Sommo Sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec, che è un ordine superiore a quello di Aaronne perché Melchisedec è superiore ad Aaronne. Egli, quale Sommo Sacerdote dei futuri beni, dopo avere offerto se stesso per i nostri peccati è risuscitato dai morti e non muore più. Per questa ragione, a differenza del sacerdozio levitico, il suo sacerdozio non é trasmissibile secondo che é scritto: “Quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché per la morte erano impediti di durare; ma questi, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette”;[8] quindi possiamo dire che Egli sia stato l’ultimo Sacerdote legittimato da Dio ad offrire un sacrificio per il popolo. Con il sacerdozio di Cristo è stato annullato il sacerdozio levitico appunto perché ora non c’é più bisogno che essi offrano sacrifici d’espiazione per gli uomini. I sacerdoti cattolici quindi sono degli impostori che però rie­scono a farsi passare come sacerdoti istituiti da Dio a offrire il sacrifico della messa. Come se Dio avesse rinnegato la sua Parola per compiacere a questa razza di gente che si crede pura ma non é ancora lavata dalla sua sozzura! Questi seduttori hanno abilmente mischiato il sacerdozio levitico, i sacrifici espiatori della legge e l’altare dell’Antico Patto con il sacrificio di Cristo e la cena del Signore da fare con il pane e il vino e ne hanno fatto la messa. Che dire? Bisogna riconoscere che Satana é riuscito a sedurre moltitudini di perso­ne facendo leva sulla Parola di Dio!

–  I sacrifici espiatori che i sacerdoti secondo l’ordine di Aaronne dovevano offrire erano l’ombra del perfetto ed unico sacrificio espiatorio che Cristo avrebbe offerto nella pienezza dei tempi. Quindi essi erano imperfetti e difatti é scritto: “S’offron doni e sacrificî che non possono, quanto alla coscien­za, render perfetto colui che offre il culto, poiché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo della riforma”,[9] ed anche: “La legge, avendo un’ombra dei futuri beni, non la realtà stessa delle cose, non può mai con quegli stessi sacrificî, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, rendere perfetti quelli che s’accostano a Dio”,[10] e: “Ogni sacerdote è in piè ogni giorno ministrando e offrendo spesse volte gli stessi sacrificî che non possono mai togliere i peccati”.[11]

Ma ora che Cristo ha offerto se stesso una volta per sempre per i nostri peccati, noi non abbiamo più bisogno di qualche sacerdote che sulla terra offra un sacrificio per i nostri peccati (la messa), perché Gesù ha adempiuto ogni cosa concernente l’espia­zione dei peccati morendo sulla croce. I Cattolici quindi con la loro messa dimostrano di non considerare il sacrificio di Cristo perfetto e fatto una volta per sempre per i nostri peccati. Ma anche qui bisogna dire che i teologi cattolici romani cadono in un ennesima contraddizione perché da un lato affermano che il sacrificio di Cristo è stato sufficiente per compiere l’espiazio­ne dei peccati e dall’altro affermano che la messa dato che è una ripetizione del sacrificio di Cristo soddisfa i peccati degli uomini! Insomma è come se qualcuno vi dicesse: ‘Qualcuno ha estinto i miei debiti che avevo con Tizio, perché ha pagato a Tizio tutta la somma che io gli dovevo; ma io voglio finire di pagargli tutti i miei debiti!’ Giudicate da voi stessi fratelli quello che dico.

–  La messa che essi dicono essere un’oblazione pura offerta a Dio è invece un profumo in abominio a Dio perché essi mediante questo loro sacrificio sull’altare pretendono di fare morire Cristo e di offrirlo a Dio per i peccati del popolo. Il teologo Perardi infatti dice: ‘Il sacrificio della Messa è lo stesso sacrificio della Croce’.[12] E qui c’è bisogno di dire questo: secondo il catechismo cattolico il prete quale sacerdote di Dio offre sull’altare la vittima che è Gesù, quindi il prete come sacrificatore risulta superiore alla vittima che egli offre cioè a Gesù. Inoltre il prete, secondo l’aberrante teologia papista, ha potestà sul corpo di Cristo, difatti lo prende e lo porta dove vuole, lo dà a mangiare a chi vuole, lo chiude dove vuole; ma tutto questo è inaccettabile perché rappresenta un dispregio verso Colui che è al di sopra di tutti; tutto questo è veramente esecrabile, ripugnante. O Cattolici, rientrate in voi stessi; fino a quando andrete dietro alla vanità ed alla menzogna? Investigate le Scritture!

–  Sotto la grazia tutti i credenti in Cristo Gesù, cioè tutti i membri della Chiesa di Dio, sono dei sacerdoti secondo che è scritto: “Ma voi siete una generazione eletta, un real sacerdo­zio..”,[13] ed ancora: “Tu sei degno di prendere il libro e d’aprirne i suggelli, perché sei stato immolato e hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d’ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e de’ sacerdoti; e regneran­no sulla terra”.[14] E siccome sono sacerdoti devono anche loro offrire a Dio dei sacrifici come li offrivano i sacerdoti leviti, ma essi non sono costituiti da vittime di animali da offrire su qualche altare in qualche santuario terreno, ma dalla lode, dalla preghiera e dalle offerte. Le seguenti Scritture attestano ciò:

>“Siete edificati qual casa spirituale, per essere un sacer­dozio santo per offrire sacrificî spirituali, accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo”;[15]

>“La mia preghiera stia nel tuo cospetto come l’incenso..”,[16] e: “I ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e delle coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi”;[17]

>“Per mezzo di lui, dunque, offriam del continuo a Dio un sacri­ficio di lode; cioè, il frutto di labbra confessanti il suo nome! E non dimenticate di esercitar la beneficenza e di far parte agli altri de’ vostri beni; perché è di tali sacrificî che Dio si compiace”.[18]

Il passo di Malachia si riferisce appunto ai sacrifici spirituali che un giorno noi Gentili in Cristo Gesù avremmo offerto al nome del Signore, e non al sacrificio della messa che i sacerdoti cattolici avrebbero offerto a Dio dai quattro canti della terra!

 


[1] 1 Cor. 11:24

[2] 1 Cor. 11:26

[3] Es. 12:14; 13:8

[4] Ebr. 10:10

[5] Ebr. 9:24-26

[6] Ebr. 9:22

[7] Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 513

[8] Ebr. 7:23,24

[9] Ebr. 9:9,10

[10] Ebr. 10:1

[11] Ebr. 10:11

[12] Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 510

[13] 1 Piet. 2:9

[14] Ap. 5:9,10

[15] 1 Piet. 2:5

[16] Sal. 141:2

[17] Ap. 5:8

[18] Ebr. 13:15,16