Quando si benedicono il pane e il calice del Signore non avviene nessun cambiamento di sostanza degli elementi

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Noi credenti rigettiamo la transustanziazione; le ragioni di questo nostro rifiuto sono le seguenti che proviamo con le Scritture.

–  Gesù ha detto circa la santa cena da lui istituita: “Fate questo in memoria di me”;[1] quindi Egli non può essere presente realmente e sostanzialmente nel pane e nel vino con il suo corpo, il suo sangue assieme alla sua anima e alla Divinità perché altrimenti si sarebbe contraddetto.

–  Noi mangiando il pane e bevendo il vino alla santa cena annun­ziamo la morte del Signore “finch’egli venga”;[2] quindi egli ha da venire e non viene a dimorare nel pane e nel vino dopo che viene fatta la benedizione.

–  Quando Gesù prese il calice rese grazie e poi lo diede ai suoi discepoli, affinché ne bevessero, disse loro: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue….”,[3] e subito dopo disse loro: “Io vi dico che d’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”.[4] Quindi la sostanza del vino rimase intatta ed esso non fu transunstanziato in sangue come dicono i teologi cattolici, perché Gesù dopo avere benedetto il calice lo chiamò “frutto della vigna”.

–  Quando si benedice il calice della benedizione contenente il frutto della vigna la sostanza del vino non cambia per nulla; non avviene un miracolo mediante il quale il vino viene cangiato in sangue. Un miracolo di mutamento di sostanza avvenne in Egitto quando le acque d’Egitto furono cangiate in sangue;[5] allora sì che l’acqua per diversi giorni fu vero sangue. Un altro miracolo di sostanza avvenne in Cana di Galilea quando Gesù mutò l’acqua in vino.[6] Ma di certo non possiamo dire che una cosa del genere avvenga al vino contenuto nel calice del Signore.

–  Luca, a proposito dell’istituzione della santa Cena operata da Gesù Cristo, dice che Gesù “dette loro il calice dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi”;[7] quindi egli chiamò quel calice il Nuovo Patto. Ora, noi sappiamo che il Nuovo Patto è un alleanza che Dio ha fatto con noi mediante il sangue del Cristo e non un calice, perciò con quelle parole Gesù volle dire che quel calice raffigu­rava il Nuovo Patto nel suo sangue. La stessa cosa quindi va detta delle parole di Gesù: “Questo è il mio sangue”,[8] in riferimento al vino del calice. Gesù non intese dire che quel vino era il suo vero sangue, che peraltro non aveva ancora sparso, ma un simbolo del suo sangue. In conclusione, il vino nel calice rappresenta sia il Nuovo Patto che il sangue di Cri­sto.

–  Paolo dice ai Corinzi: “Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è egli la comunione col sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è egli la comunione col corpo di Cri­sto?”;[9] quindi noi, quando beviamo il calice del Signore abbiamo comunione col sangue di Cristo, e quando mangiamo il pane abbiamo comunione col corpo di Cristo. Questo esclude che il vino ed il pane possano essere il vero sangue di Cristo ed il vero corpo di Cristo, come dicono i teologi cattolici romani. Questo lo si può dedurre anche dal paragone che più avanti fa l’apostolo. Paolo dice: “Guardate l’Israele secondo la carne; quelli che mangiano i sacrificî non hanno essi comunione con l’altare?;[10] il che significa che gli Israeliti mangiando i sacri­fici offerti sull’altare avevano comunione con l’altare che era santissimo. Ma non per questo affermiamo che i sacrifici che essi mangiavano erano l’altare, perché questo sarebbe assurdo. Quindi anche nel caso del pane e del vino che sono gli elementi che vengono benedetti alla cena del Signore, non si può affermare che a motivo del fatto che coloro che li ingeriscono hanno comunione con il corpo ed il sangue di Cristo essi siano veramente e sostanzialmente la carne ed il sangue di Cristo. Essi quando vengono benedetti non mutano sostanza, ma rimangono tali e quali erano prima che fosse­ro benedetti, e coloro che li assimilano si mettono in comunione col corpo di Cristo. Ma ditemi: Se quegli elementi cambiassero sostanza e diventassero il vero corpo e sangue di Cristo come potrebbero continuare ad essere ancora soggetti alla decomposizione? Come potrebbe il pane ancora ammuffirsi e fare i vermi, e il vino diventare aceto?

–  Pietro disse che il cielo deve tenere accolto Gesù “fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose”;[11] quindi Cristo è in cielo. Ma il prete pretende con la messa di farlo scendere dal cielo nell’ostia; questa è follia!

–  Gesù disse ai suoi: “I poveri li avete sempre con voi; ma me non mi avete sempre”;[12] quindi è irragionevole che Cristo sia presente corporalmente nell’ostia consacrata perché questo signi­ficherebbe che Cristo sarebbe sempre corporalmente con noi. A conferma del fatto che Cristo non può essere sostanzialmente, realmente e corporalmente nel pane che si spezza alla cena del Signore citiamo le parole di Paolo che disse ai Corinzi: “Sappia­mo che mentre abitiamo nel corpo, siamo assenti dal Signore”,[13] e quelle che disse ai Filippesi: “Ho il desiderio di partire e d’esser con Cristo”.[14] Quindi pure Paolo quando mangiava il pane e beveva del calice del Signore sapeva di essere assente dal Signo­re, e che il Signore era assente corporalmente; infatti lui desiderava di dipartirsi dal corpo per andare con Cristo in cielo. I teologi cattolici invece insegnano che quel medesimo Gesù che è ora glorioso in cielo che nacque da Maria e che morì sulla croce è nell’eucarestia, e difatti asseriscono che in essa ‘vi è Gesù in persona’. E così fanno credere alle persone che Gesù si trova corporalmente nell’ostia conservata nel tabernacolo del loro luogo di culto, e le invitano ad andarlo a visitare infatti così si esprime il Perardi: ‘Visitate spesso Gesù nell’Eucarestia’.[15] Ecco quali menzogne ha partorito la dottrina della transustanzia­zione! e la gente ci crede.

–  Gesù ha detto: “Dovunque due o tre son raunati nel nome mio, quivi son io in mezzo a loro”,[16] ed ancora: “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”.[17] Quindi Gesù Cristo è in mezzo ai credenti e coi credenti dovunque essi si riuniscono nel suo nome ed anche quando non sono riuniti per rompere il pane per annunziare la sua morte. Queste parole di Gesù annullano la presuntuosa dottrina dei teologi papisti perché ci fanno compren­dere quanto falsa essa sia e quanto inutile sia credere alla dottrina della transustanziazione e alle dottrine ad essa colle­gate, infatti vi domando: ‘Se Gesù è sempre e dovunque con noi che bisogno c’é di credere nella transustanziazione?’ Che bisogno c’é di credere che Gesù si trovi in persona nel pane della comu­nione? Può forse il pane consolarci come fa il Consolatore manda­to da Cristo? Può forse il pane essere sempre vicino a noi? Che assistenza può darci il pane che noi rompiamo? Eppure, sembrerà incredibile questo, ai Cattolici l’ostia del prete viene fatta passare per Gesù stesso!

–  Il fatto che Gesù quando istituì la santa cena disse del pane: “Questo è il mio corpo”, e del vino: “Questo è il mio sangue” non deve trarre in inganno nessuno. Il verbo essere in questo caso vuole dire ‘significa’ o ‘rappresenta’ il mio corpo e il mio sangue. Abbiamo alcuni esempi nella Scrittura che confermano ciò: Quando Daniele interpretò al re il sogno che lui aveva fatto gli disse: “La testa d’oro sei tu..”,[18] intendendo con questo che la testa d’oro di quella statua rappresentava il regno di Babilonia che era nelle mani di Nebucadnetsar. Quando Giuseppe interpretò i sogni al coppiere e al panettiere di Faraone disse loro: “I tre tralci sono tre giorni… I tre canestri sono tre giorni”;[19] anche in questo caso quel “sono” sta per ‘significano’. Il pane e il vino quindi quantunque siano chiamati il corpo ed il sangue di Cristo simboleggiano il corpo ed il sangue di Cristo, e perciò sono solo dei simboli. Questo comunque non deve portare nessuno a sprezzare questi simboli, perché chi li sprezza viene giudicato da Dio secondo che é scritto nella epistola di Paolo ai Corinzi: “Chiun­que mangerà il pane o berrà del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo ed il sangue del Signore”.[20] Mangiare del pane e bere del calice indegnamente significa non discernere in quegli elementi il corpo ed il sangue del Signore secondo che é scritto: “Chi mangia e beve, mangia e beve un giudicio su se stesso, se non discerne il corpo del Signore”.[21]

Per concludere diciamo quindi che la transustanziazione è una delle tante menzogne presenti nella chiesa cattolica romana che i teologi cattolici romani cercano di fare apparire vera interpre­tando a loro capriccio le Scritture.

 


[1] 1 Cor. 11:24

[2] 1 Cor. 11:26

[3] Matt. 26:28

[4] Matt. 26:29

[5] Cfr. Es. 7:14-21

[6] Cfr. Giov. 2:1-10

[7] Luca 22:20

[8] Mar. 14:24

[9] 1 Cor. 10:16

[10] 1 Cor. 10:18

[11] Atti 3:21

[12] Matt. 26:11

[13] 2 Cor. 5:6

[14] Fil. 1:23

[15] Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 489

[16] Matt. 18:20

[17] Matt. 28:20

[18] Dan. 2:38

[19] Gen. 40:12,18

[20] 1 Cor. 11:27

[21] 1 Cor. 11:29