Capitolo 2 – I sacramenti. Conclusione

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Come abbiamo potuto vedere la chiesa cattolica possiede una teologia sacramentaria tutta particolare. Riassumiamola per sommi capi. Il bambino dopo pochi giorni che nasce viene battezzato e fatto cristiano, mediante l’infusione di una acqua che ha il potere di cancellare i peccati; quest’acqua naturalmente opera la stessa cosa anche quando è versata su un battezzando adulto. Dopo il battesimo, viene la cresima con cui il battezzato riceve il sigillo dello Spirito Santo; questo perché un successore degli apostoli, vale a dire un vescovo, impone loro le mani e invoca sui battezzati lo Spirito Santo. Dopo di ciò il battezzato comincerà a prendere la comunione, che non è altro che Cristo stesso, perché il prete che ha ricevuto l’ordine trasforma con delle parole il pane in vero corpo sangue e divinità di Cristo. Quel pane ha il potere di rimettergli i cosiddetti peccati veniali e di preservarlo da quelli cosiddetti mortali. Ma oltre a ciò egli dovrà andarsi a confessare dal prete per ottenere la remissione dei peccati ‘mortali’ compiuti, perché senza l’assoluzione del prete andrebbe all’inferno. Il prete ha questa autorità perché conferitagli dal sacramento dell’ordine. Il Cattolico praticante dunque, impaurito, non mancherà di andare a confessarsi dal prete per ricevere la sua assoluzione. Ma dopo avere ricevuto l’assoluzione egli dovrà compiere opere di soddisfazione per ottenere piena remissione dei suoi peccati, e lucrare le indulgenze. E quindi, egli si darà da fare per guadagnarsi il perdono divino dando denaro alle missioni cattoliche, aiutando i preti nelle parrocchie, andando a fare pellegrinaggi, recitando preghiere ogni giorno, digiunando, ecc. Ma nonostante ciò egli non potrà giammai dire di essere salvato, di essere certo di avere i propri peccati rimessi, perché dire una simile cosa è presunzione. Con il sacramento del matrimonio, naturalmente per essere sacramento deve essere celebrato da un prete, il Cattolico riceverà la grazia di vivere santamente e di allevare cristianamente i suoi figli. Nel caso poi decidesse di rinunciare al matrimonio, per farsi prete, tanto meglio; perché sommamente importante è l’ufficio di prete. Quando poi si troverà malato grave ci sarà l’estrema unzione con cui gli verranno rimessi tutti i peccati, anche quelli che lui non avrà confessati, perché magari in coma profondo e irreversibile. Ma dopo tutto ciò non potrà andare subito in cielo dopo morto. Lo aspetta il purgatorio, luogo terribile, dove deve andare a scontare quel residuo di pena temporanea che ‘noi poveri peccatori’ – dicono i preti – abbiamo. Ma la chiesa lo rassicura; in purgatorio non ci starà per sempre, perché gli verrà in aiuto con la messa, vero sacrificio di Cristo che il prete compie ogni giorno in favore dei vivi e dei morti, e con elemosine, e con le indulgenze. Mediante queste cose gli saranno alleviate le pene, e poi sarà fatto uscire da quel carcere!

A questo punto io domando a voi che vi siete dati all’ecumenismo con i Cattolici: come pensate di andare d’accordo con i Cattolici sapendo tutte queste cose? Non vi rendete conto che da qualsiasi punto prendete il cattolicesimo la dottrina dei sacramenti, così concepita da loro, non la potrete giammai evitare perché la salvezza ‘romana’ passa per forza di cose per questa strada dei sacramenti quali segni efficaci della grazia che rappresentano e conferiscono? Non capite che, in virtù di questa loro dottrina sui sette sacramenti (cito solo questa perché basta solo questa), è impossibile pensare di camminare assieme con i Cattolici? Ma non vi rendete conto che avete a che fare con delle persone schiave di un sistema sacramentale che mena diritto diritto all’inferno e da cui quindi esse devono essere liberate se vogliono ereditare il regno di Dio?