I Libri sacri si fanno riconoscere da soli da tutti i credenti, come la luce si fa riconoscere (da coloro che ci vedono) in mezzo alle tenebre

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Noi credenti non abbiamo bisogno del magistero cattolico per discernere quali siano i libri ispirati nei quali dobbiamo ripor­re la nostra fiducia e questo perché conosciamo la voce del Pastore e Vescovo delle anime nostre secondo che egli ha detto: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi seguono…”.[1] Eppure ci sono degli estranei che vorrebbero farci capire che senza il loro aiuto noi non possiamo neppure discernere la voce del Pastore! Ma quali sono quelle pecore che vanno a consultare gli estranei per sapere se la voce del loro pastore è vera?

Noi, come figliuoli della luce e del giorno (così ci ha chiamati Paolo)[2] abbiamo la luce della vita e riusciamo a discernere chia­ramente la luce dalle tenebre; non abbiamo affatto bisogno dell’aiuto del magistero cattolico per sapere se la luce é luce o se le tenebre sono tenebre! E come potremmo sentire il bisogno di affidarci alla guida di persone senza discernimento che “mutan le tenebre in luce e la luce in tenebre”[3] come e quando lo voglio­no loro a danno di moltitudini di persone che essendo state accecate dalle tenebre ripongono in loro fiducia? Lungi da noi il pensiero di consultare le tenebre! Come dice invece il profeta: “Alla rivelazione! alla testimonianza!”.[4] Ma se il popolo cattolico romano non parla così come parliamo noi, “non vi sarà per lui alcuna aurora! Andrà errando per il paese, affranto, affamato…”.[5]

Non è stata e non è la Chiesa di Dio di per sé a decidere quali libri sono ispirati e quali no, perché i libri ispirati si sono sempre fatti riconoscere e si riconoscono da sé come la luce si è sempre fatta riconoscere e si fa riconoscere in mezzo alla notte. Pietro infatti paragona la Scrittura ad una lampada splendente in luogo oscuro.[6] Chi è che avendo la vista non riesce a vedere una lampada splendente in luogo oscuro? In altre parole la Chiesa di Dio ha dovuto e deve solo prendere atto della realtà; cioè che sulla terra, in mezzo a questo mondo di tenebre, ci sono dei libri ispirati che emanano luce divina e devono essere messi sullo stesso livello l’uno con l’altro perché Parola di Dio pura d’ogni scoria, e ci sono anche libri non ispirati, che di luce divina non ne emanano che non devono essere messi allo stesso livello dei primi, cioè non devono per nessun motivo essere inclusi nel canone. Quando dico la Chiesa di Dio non intendo una particolare casta in seno ad essa ma tutti i membri di essa. E come possono riconoscerli all’istante senza alcuna esitazione? Con l’aiuto dello Spirito di Dio che dimora in essi che mediante i suoi impulsi li attira ai libri scritti per opera sua, ma li allontana da quelli che non sono stati scritti sospinti da Lui ma che taluni vogliono che siano fatti passare per ispirati. In altre parole, la Bibbia non prende la sua autorità dalla Chiesa, ma la Chiesa da essa perché essa è la Parola di Dio.

Questa asserzione della chiesa cattolica romana, cioè quella di essere solo lei in grado di riconoscere quali sono i Libri sacri, trova tante smentite in tante loro decisioni.

Per esempio nella quarta sessione del concilio di Trento (1546) 5 cardinali e 48 vescovi (tali erano infatti i presenti in quella sessione del concilio) decretarono che i libri apocrifi erano ispirati quando essi non lo sono per nulla al pari di qualsiasi altro libro non ispirato, infatti contengono contraddizioni, eresie e favole.[7] Eppure la chiesa romana li ha riconosciuti sacri e ha lanciato l’anatema contro chi non li riconoscerà tali! Sarebbe questa dunque la capacità di discernere il sacro dal profano che la chiesa cattolica romana afferma di possedere e di esercitare sotto la guida dello Spirito Santo e che sarebbe così preziosa agli uomini? Ma non si deve invece dire che non fu per nulla lo Spirito della verità a fargli riconoscere sacri quei libri apocrifi (perché non fu lui a sospingere gli scrittori di quei libri a scrivere favole giudai­che e sogni e visioni ingannatrici) ma piuttosto lo spirito dell’errore che aleggia sopra ogni concilio della curia romana quando esso si riunisce? E noi sappiamo perché parve loro bene inserire i libri apocrifi nel canone, perché avevano tutti gli interessi a farlo. Essi servono loro infatti di appoggio per giustificare le preghiere per i morti, e la dottrina che fa dei morti degli intercessori presso Dio.

Ma la chiesa cattolica romana dichiara autorevoli, perché secondo lei ispirati dallo Spirito Santo, anche tante altre decisioni dei concili come il celibato forzoso, il purgatorio, la messa, per citarne solo alcune, che non fanno altro che contrastare la verità. Diciamo quindi ancora: E sarebbe questa la capacità di cui lo Spirito Santo l’avrebbe fornita di discernere il vero dal falso? Ma non è forse meglio dire che se occorresse basarsi su quello che dice la chiesa cattolica romana a proposito di ciò che bisogna riconoscere come sacro e come invece come profano, come autorevole e come non autorevole, noi ci svieremmo dalla verità perché saremmo indotti da essa a riconoscere per cose vere e autorevoli tante menzogne generate da Satana? Sì, è proprio così, senza dubbio. Prendiamo per esempio le storielle sui loro santi, sulle loro reliquie miracolose, e tante apparizioni di Maria tutte dichiarate autentiche da essa e degne di essere credute: ma che non sono altro che profanità fatte passare per verità. Ci dovremmo forse mettere a riconoscerle come autorevoli perché il magistero romano gli conferisce autorità riconoscendoli sani ed integri? Così non sia. Come potremmo farlo quando lo Spirito di Dio che è in noi ci brama fino alla gelosia e ci attesta che esse sono menzogne?

 


[1] Giov. 10:27

[2] Cfr. Ef. 5:8, 1 Tess. 5:5

[3] Is. 5:20

[4] Is. 8:20

[5] Is. 8:20,21

[6] Cfr. 2 Piet. 1:19

[7] Vedi la parte dove ho parlato dei libri apocrifi dimostrando che non sono ispirati.