Come reagisce il papato quando un governo di una nazione si mette contro la chiesa cattolica romana togliendogli i suoi privilegi

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Lo Stato ‘Città del Vaticano’ è uno Stato anomalo perché oltre ad essere uno Stato è anche una organizzazione religiosa che possiede centinaia di milioni di membri in tutto il mondo che quantunque non possono definirsi cittadini dello Stato ‘Città del Vaticano’, perché sono cittadini di un altro Stato, hanno come loro capo chi governa questo minuscolo Stato presente sulla penisola italiana per cui si trovano a dover ubbidire a due capi di Stato, quello della loro nazione di cui sono effettivamente cittadini e dove abitano e quello dello Stato del Vaticano qui a Roma perché egli si ritiene anche il capo visibile della chiesa di cui loro fanno parte e fuori dalla quale – secondo loro – non c’è salvezza. Naturalmente nel caso il capo dello Stato di cui loro fanno parte va contro gli interessi della chiesa cattolica romana essi sono tenuti a disubbidire al capo della loro nazione e opporglisi con la forza per ubbidire al loro sommo pontefice che per loro è il vicario di Cristo sulla terra non importa quello che egli dice pena la scomunica che comprometterebbe il loro destino eterno. Leone XIII (1878-1903) lo ha detto chiaramente nell’enciclica Sapientiae Christianae quello che devono fare i cittadini cattolici in questo caso: ‘Se le leggi dello Stato apertamente dissuonino dal diritto divino, se impongano offese alla Chiesa o contrarino i doveri religiosi o manomettano l’autorità di Gesù Cristo nel suo Vicario, allora è dovere il resistere e colpa l’ubbidire..’ (quel ‘resistere’ significa insorgere contro l’autorità civile). Ecco perché molti capi di Stato cercano di conciliarsi il favore del papa di Roma perché sanno che avendo il suo favore avranno i loro cittadini di religione cattolica dalla loro parte. Ed ecco perché sempre il papa riesce ad influenzare politicamente molte nazioni della terra perché sa di avere sotto di sé tante e tante persone, che sono persuase che la loro salvezza eterna dipende da lui e che per non andare all’inferno quindi sono pronti ad ubbidirgli in tutto e per tutto, per cui egli si fa forte perché sa di averle dalla sua parte o meglio in pugno. Facciamo un esempio esplicativo. Mettiamo caso che il Governo italiano un giorno emanasse una legge che ordina di distruggere tutte le cosiddette statue e immagini sacre presenti sul territorio italiano perché ritiene che esse siano degli idoli e di sopprimere i pellegrinaggi che si fanno qui in Italia e le processioni del Corpus domini e di pregare Maria, e di togliere alla chiesa papista tutti i suoi privilegi (tra cui ricordiamo c’è la esenzione da tasse e tributi di svariato genere), ecc. Che cosa avverrebbe? Che ciò farebbe infuriare il papa che lancerebbe subito una scomunica sia contro il Governo italiano che contro tutti coloro che ardiranno distruggere le statue e le immagini ed ubbidire agli altri ordini governativi. E siccome che il Governo italiano sarebbe considerato eretico e apostata per avere preso queste decisioni i cittadini italiani cattolici non sarebbero più tenuti ad ubbidirgli (magari anche non pagando le tasse) per non essere considerati anche loro eretici ed apostati. Succederebbe pure che molti zelanti Cattolici (incitati e aiutati come sempre succede in questi casi dai Gesuiti) si rivolterebbero pure contro il governo fomentando tumulti di ogni genere, e, come sempre è avvenuto in questi casi, molti rimarrebbero feriti ed uccisi. E perché tutto questo? Per paura di incorrere nella scomunica del papa che li priverebbe del paradiso, a loro dire. Ma c’è di più, potrebbe pure succedere che il papa chiami l’esercito di una nazione sua amica sul territorio italiano al fine di difendere le sue statue e le sue immagini e permettere i pellegrinaggi e le processioni e che si continui a dire l’Ave Maria, e per ripristinare la ‘libertà cristiana’ in questa nazione (il che significa per fare ritornare la chiesa cattolica in possesso di tutti i suoi privilegi affinché possa continuare a svolgere tranquillamente la sua missione) in altre parole per impedire che gli ordini governativi surriferiti non siano messi in pratica, e così lo Stato italiano si troverebbe invaso da un esercito straniero e costretto a difendersi con la forza per cui molti cadrebbero morti. Ricordatevi infatti che il papa è a capo di uno Stato e come capo di Stato può pure chiamare in suo aiuto una nazione straniera quando sono in gioco i suoi interessi economici e temporali in Italia o in qualche altra nazione. Succederebbe insomma quello che è già successo nel passato; niente di nuovo. Forse alcuni, sentendoci parlare in questa maniera, diranno che simili cose non possono più succedere nel nostro secolo. Ma costoro si sbagliano grandemente e per dimostrarlo citerò due casi avvenuti in questo ventesimo secolo in cui la chiesa cattolica romana quando il governo di una nazione gli si è messo contro compromettendo i suoi grandi interessi gli si è lanciato contro fomentando tra il popolo la rivoluzione contro il governo a suo dire ribelle. I casi sono quelli della Spagna e dell’Argentina, due paesi dove la chiesa cattolica ha goduto e gode tuttora di molti privilegi.

Il 14 Aprile 1931 gli spagnoli proclamarono la Repubblica. La nuova costituzione decretò la completa separazione fra chiesa e Stato. Tra i provvedimenti contro la chiesa cattolica ci furono i seguenti: fu proibito l’insegnamento agli ordini religiosi perché lo Stato acquisì il monopolio sull’educazione, lo Stato smise di pagare gli stipendi ai parroci col denaro pubblico e di mantenere a sue spese l’apparato della chiesa, fu sciolta la Compagnia di Gesù ed i suoi beni furono confiscati. In altre parole la Repubblica spagnola non fu disposta a riconoscere ‘la libertà della Chiesa’ come la riconosceva il governo di Mussolini in Italia. Tali provvedimenti costituirono un grande attacco agli enormi interessi della chiesa cattolica allora molto potente, ricca e piena di privilegi sul territorio spagnolo. I Gesuiti avevano infatti il controllo della pubblica istruzione, un terzo delle terre apparteneva alle congregazioni religiose e la chiesa aveva ingentissime somme di denaro investiti nelle banche, nelle industrie, negli affari. Il 16 febbraio 1936 il Fronte Popolare dei repubblicani vinse le elezioni alle Cortes (prima delle elezioni, Gomà, il cardinale primate della Spagna, aveva ordinato ai Cattolici di votare contro le forze repubblicane). Le gerarchie ecclesiastiche allora, con in testa i Gesuiti, sostennero che i Cattolici avevano il diritto di insorgere contro il governo della repubblica spagnola. Il 17 luglio 1936 scoppiò la rivolta militare contro la Repubblica spagnola; questa rivolta fu guidata dal generale Franco, fu preparata dalle gerarchie ecclesiastiche, e sostenuta da Hitler e Mussolini con armi e uomini (in America nel mentre la stampa cattolica presentava il conflitto in atto in Spagna come una guerra santa per la salvezza del cristianesimo, e la chiesa cattolica ebbe un ruolo decisivo nell’impedire che fosse tolto l’embargo per le armi per la Spagna, armi che molti ritengono avrebbero permesso alle forze repubblicane di vincere il conflitto). La rivolta, che portò allo sterminio da parte dei fascisti capeggiati da Franco di decine di migliaia di persone, ebbe il sostegno dei cardinali e dei vescovi e ricevette la benedizione e l’approvazione papale che pensava in questa maniera di potere riprendere il suo dominio in Spagna. Le forze armate capeggiate da Franco (che includevano tedeschi e italiani al loro interno) ebbero la meglio sui repubblicani e così la chiesa cattolica poté ritornare a farla da padrona in Spagna. Sul quaderno di Civiltà Cattolica del 28 Maggio 1938, la rivista riportò, dal Bollettino ufficiale dello Stato spagnolo, la motivazione con la quale il governo nazionale aveva ridato la personalità giuridica alla Compagnia di Gesù, restituendole i beni confiscati dai repubblicani: ‘Nel presente glorioso risveglio della tradizione Spagnuola, è parte principale la restaurazione della Compagnia di Gesù in Ispagna, nella pienezza della sua personalità, e questo per varie ragioni. In primo luogo, per riparare debitamente l’ingiustizia consumata contro di essa. In secondo luogo, siccome lo Stato spagnolo riconosce ed afferma l’esistenza della Chiesa cattolica quale società perfetta, con la pienezza dei suoi diritti, così deve anche riconoscere la personalità giuridica agli Ordini religiosi canonicamente approvati, com’è la Compagnia di Gesù fin da Paolo III, e posteriormente da Pio VII e dai suoi successori. In terzo luogo, per essere la Compagnia di Gesù un Ordine eminentemente spagnolo, e di grande significato universale, che fa atto di presenza all’apice dell’Impero spagnolo, partecipando intensamente a tutte le sue vicissitudini, di modo che, con felice coincidenza, vanno sempre congiunte nella storia le persecuzioni contro di essa e il processo di sviluppo dell’anti-Spagna. Finalmente, per l’enorme suo apporto culturale, che tanto ha contribuito all’ingrandimento della nostra Patria e all’aumento del tesoro scientifico dell’umanità; per il che Menendes y Pelayo qualificò la persecuzione contro di essa un colpo mortale per la cultura spagnuola e un attentato brutale e oscurantista contro la scienza e le lettere umane’. Il 19 Maggio 1939 Franco fece il suo ingresso trionfale in Madrid. Pio XII il giorno della vittoria gli mandò questo messaggio: ‘Innalzando il nostro cuore a Dio, ringraziamo Lui e Vostra Eccellenza per l’auspicata vittoria della Spagna cattolica e preghiamo perché questo nostro diletto paese, trovata la pace, rinnovi energicamente la sua antica tradizione cristiana che lo fece così grande. Con tali sentimenti inviamo a V. E. e a tutto il popolo spagnolo la nostra apostolica benedizione…’. Il regime di Franco si sdebitò verso la casta ecclesiastica cattolica; le restituì e perfino aumentò i suoi possedimenti, introdusse speciali tasse a favore dei fondi ecclesiastici ed assunse a carico del bilancio dello Stato il mantenimento della chiesa e del clero, e la religione cattolica venne proclamata unica religione di Stato.

Dalla Spagna spostiamoci in Argentina al tempo in cui governava il generale Peròn. L’Argentina è sempre stato un paese cattolico, tanto che secondo la costituzione del 1853 il Presidente e il vice Presidente della Repubblica dovevano appartenere ‘alla comunione cattolica apostolica romana’. Il generale Peròn fu eletto Presidente della Repubblica Argentina nel 1946 e questa sua elezione ebbe il benevolo assenso della chiesa cattolica romana. Salito al potere Peròn favorì la chiesa cattolica romana aumentando le congrue del clero e introducendo nuovamente l’istruzione religiosa nelle scuole. Egli stesso si dimostrava essere un Cattolico convinto perché invocava con appropriate cerimonie Maria e i Santi a speciali protettori di singole istituzioni; tanto lui che sua moglie Evita assistevano a funzioni religiose e si comunicavano in pubblico. Il 15 novembre 1953 in ginocchio sulla Plaza de Mayo aveva persino indirizzato una speciale preghiera a Maria. Tutto lasciava quindi presagire che la chiesa cattolica sotto il suo regime avrebbe goduto del favore del governo. Ma verso la fine del 1954 le cose presero una brutta piega per la chiesa cattolica romana;[1] il Congresso in pochi mesi approvò molte leggi contro di essa; soppressione dell’insegnamento religioso, dei sussidi governativi alle scuole private, legalizzazione del divorzio, abolizione dell’esenzione fiscale per i beni destinati al culto, soppressione dal calendario civile delle feste religiose dell’Epifania, del Corpus Domini, dell’Assunzione, d’Ognissanti, dell’Immacolata Concezione e la chiusura dei locali dell’Azione Cattolica. L’Osservatore Romano dichiarò tale politica oppressiva per il cattolicesimo. Al principio del 1955 più di cento religiosi erano stati privati della cattedra o esonerati come ispettori scolastici, e 200 scuole libere erano state chiuse. Invece degli insegnanti di religione apparvero nelle scuole elementari e medie dei ‘consiglieri spirituali’. Alla fine di giugno 125 religiosi e laici cattolici erano in carcere per attività sediziose. Fu poi approvato un disegno di legge che dichiarava tassabili i conventi, i luoghi di culto della chiesa cattolica e in genere le proprietà ecclesiastiche. Il 16 giugno il Vaticano scomunicò ‘tutti coloro che avevano calpestato i diritti della Chiesa’; anche se Peròn non era nominato si capì molto bene che il provvedimento era diretto a colpirlo direttamente (facciamo presente che la scomunica il Vaticano non la lanciò neppure contro Hitler quando invadeva le altre nazioni e faceva sterminare milioni di persone nei campi di concentramento). Contemporaneamente alla scomunica papale, a Buenos Aires scoppiò la rivolta che era stata preparata dal clero cattolico. Nel giugno del 1955 alcuni aerei militari bombardarono il Palazzo del Governo ed altri edifici pubblici; l’attacco fece circa trecento vittime fra la folla e oltre un migliaio di feriti; ma poche ore dopo l’insurrezione veniva soffocata. L’Osservatore Romano allora annunciò apertamente che il Vaticano non avrebbe desistito dalla sua offensiva se non dopo avere conquistato l’autorità secolare in Argentina: ‘Quando un capo si ribella contro Dio sottoscrive la propria condanna’ – minacciò l’organo di stampa vaticano. Dopo qualche mese di tregua la rivolta scoppiò di nuovo a metà di settembre del 1955. Qualche bomba cadde sulla Capitale Federale e si parlò di 350 vittime; allora lo scomunicato presidente Peròn decise di dimettersi e di lasciare l’Argentina per ‘salvare la nazione dal massacro’ che era iniziato per opera del clero cattolico.

Questi fatti avvenuti verso la metà di questo secolo mostrano dunque in maniera chiara come il papato non è cambiato per nulla; esso è ancora pronto a lanciare scomuniche e a fomentare rivoluzioni e violenze di ogni genere contro quei governi che decidono di ‘opprimere’ la chiesa cattolica romana nei loro paesi. Nessuno si illuda dunque sul reale carattere del papato; esso come nell’antichità è ancora una bestia feroce pronta a sbranare i suoi nemici. I sorrisi del papa dunque, le sue dolci parole, le sue strette di mano, i suoi incoraggiamenti a fare il bene, sono solo delle maschere sotto cui si nasconde un uomo che se vede che qualche capo di Stato ardisce mettersi a ‘perseguitare’ la sua chiesa è pronto a incoraggiare l’assassinio e la violenza pur di rimuovere il ‘persecutore’. Ma è anche pronto a tacere, a fare finta di niente, a non dire una parola, nel caso un dittatore, con cui egli si è alleato e favorisce la chiesa cattolica, si abbandoni a soprusi e violenze, e crimini di ogni genere contro Ebrei, Protestanti, ecc., e questo per non perdere la sua amicizia e quindi i suoi favori e privilegi. Le scomuniche lui le lancia solo contro chi intacca fortemente gli interessi della chiesa cattolica.

 


[1] Voglio fare presente che proprio in quello stesso anno Dio visitò l’Argentina perché ci fu un grande risveglio in quella nazione. In quell’occasione Dio si usò di Tommy Hicks un fratello americano. In The Christian Century del luglio 1954 si leggono a proposito delle riunioni tenute da questo fratello in Buenos Aires le seguenti cose: ‘Hicks prega per loro. Egli grida: ‘Satana, lasciali andare, esci da loro, lasciali andare’. Improvvisamente un isterismo di massa sembra colpire ognuno. I paralizzati si muovono e cominciano a camminare. Le madri gridano con gratitudine mentre i piccoli figli camminano. L’aria della notte è sconvolta da migliaia di gridi di ‘Ti ringrazio, Gesù’, ‘Gloria, gloria, gloria’, ‘Amen, amen’. ‘Alleluia’. Le lacrime scendono dalle guance di molti. I piccoli bambini, guariti, corrono verso Hicks per baciarlo. I bastoni e le grucce sono agitate nell’aria per significare che esse non servono più. Uno grida ‘Posso vedere’ ed un altro ‘Posso sentire’…. Ministri con esperienza e missionari da molte nazioni dicono che non hanno mai visto niente di simile’.