Il papa e il movimento carismatico

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Il movimento carismatico cattolico è sotto il comando e la guida del papa. Paolo VI durante il suo pontificato incaricò il cardi­nale Suenens di vigilare sul rinnovamento carismatico in tutto il mondo; questo mandato fu confermato a Suenens[1] anche da Wojtyla. Il biso­gno di vigilare su questo movimento è dovuto al fatto che questo movimento per molti Cattolici tradizionali rappresenta un perico­lo. Perché un pericolo? Perché temono che gli adepti di questo movimento diventino dei fondamentalisti, ossia che si mettano a interpretare certi testi della Scrittura in modo troppo letterale o arbitrario (secondo loro naturalmente). Detto in altre parole temono che essi studiando le Scritture si mettano ad interpretare la Parola di Dio rettamente e comprendano che nella chiesa cattolica romana ci sono troppe cose storte che annullano la Parola di Dio e perciò se ne separino come hanno fatto già milioni di Cattolici in questi ultimi decenni. Ma il papa teme anche ‘il falso ecume­nismo’ ossia che i carismatici cattolici minimizzino le differen­ze tra ‘cristiani’ negligendo quello che nella fede e nella prassi è propriamente cattolico; anche qui è evidente che il cosiddetto papa teme che i carismatici cattolici frequentando ‘i Protestanti pentecostali’ siano indotti a pensare che la messa, il culto a Maria, la dottrina del purgatorio e tante altre dot­trine propriamente cattoliche comincino ad essere reputate da loro un nulla e se ne escano dalla chiesa cattolica romana.

Per farvi comprendere come i carismatici cattolici romani siano sotto il pieno controllo del papa il quale con le sue lusinghe fa di tutto per farli rimanere attaccati alla tradizione cattolica romana senza distaccarsene in niente, perché si rende conto quale innovazioni ha apportato in certi ambienti della chiesa cattolica romana questo movimento, e che di questo passo, se non fossero frenati, potrebbero pure intendere le Scritture come i Cristiani evangelici, propongo alla vostra attenzione delle affermazioni fatte da Giovanni Paolo II, dal cardinale Suenens, e da altri. Per innovazioni mi riferisco al fatto che gli adepti a questo movimento cantano molti dei nostri cantici, pregano in maniera spontanea, battono le mani, taluni leggono maggiormente le Scrit­ture, altri ricercano l’effusione dello Spirito Santo e il parla­re in altre lingue, tanti cosiddetti laici si mettono a pregare per gli ammalati nel nome di Gesù con l’imposizione delle mani, e diverse altre cose che erano impensabili nella chiesa cattolica romana fino ad alcuni decenni fa.

–  Giovanni Paolo II nel 1981 disse: ‘Il prete ha un ruolo unico e indispensabile da esercitare nel e per il rinnovamento carismati­co così come per l’insieme della comunità cristiana..’; e in un discorso pronunciato il 15 Novembre 1986 nella basilica di S. Pietro a circa quindicimila partecipanti al convegno del Rinnova­mento dello Spirito egli disse tra le altre cose: ‘Aderire alla Chiesa, rimanere a lei uniti, condividere la sua fede, obbedire alle sue leggi, collaborare alla sua missione – anche nell’ambito delle diocesi e delle parrocchie in cui si distribuisce la fami­glia dei credenti in Cristo – è la via sicura per giungere al cuore della economia della grazia e attingere alla fonte dello Spirito Santo le energie capaci di operare il rinnovamento delle persone e delle comunità. La vostra presenza, carissimi fratelli e sorelle, accanto al Successore di Pietro, capo visibile della Chiesa universale, e le ripetute attestazioni di comunione since­ra e operosa con lui e con i Vescovi delle vostre chiese locali, significano che voi avete ben compreso ciò che il Vangelo inse­gna, ciò che lo Spirito Santo presente nei cuori ispira come principio centrale della ‘Legge Nuova’, come regola fondamentale dell’azione e della preghiera ecclesiale, come segreto sicuro di ogni rinnovamento e di ogni progresso; essere al servizio del regno di Cristo secondo le indicazioni dello Spirito in comunione di fede, di pensiero e di disciplina con i Pastori della Chiesa. Su questa strada vi auguro di perseverare e di progredire, mentre sulle vostre perso­ne, sulle vostre aspirazioni al bene, sui vostri propositi e il vostro lavoro invoco la benedizione divina, di cui sia pegno la mia benedizione!’.[2]

–  Il cardinale Suenens all’incontro del 24 Giugno 1979 al santua­rio della Madonna di Oropa ha detto: ‘Ora vorrei dire perché la Chiesa è una speranza per il rinnovamento. Perché il rinnovamento non sarà e non vivrà se non nell’ambito della Chiesa, nella piena integrazione nella Chiesa, nella mediazione della Chiesa…’;[3] Suenens ad Oropa ha affermato anche ‘la necessità di studiare attentamente che cosa è l’ecumenismo e che cosa è il carismatico autentico, per non lasciarsi fuorviare dai numerosi testi pente­costali circolanti, basati su una teologia non accettabile da noi cattolici’;[4] e lo stesso cardinale nel suo libro Ecumenismo e Rinnovamento afferma che ‘dichiarare come fondamentale un Cri­stianesimo che accetta il Cristo ma non la Chiesa; la Parola di Dio e non la Tradizione vivente che la sostiene pur essendole sottomessa; i carismi dello Spirito ma non la struttura ministe­riale e sacramentale della Chiesa, significa, fin dal principio, domandare a un cattolico di negare punti essenziali della sua fede e portare il dialogo ecumenico a un impasse’. Come potete vedere da voi stessi questi discorsi parlano molto chiaro; i carismatici cattolici secondo la curia romana devono rimanere nella chiesa cattolica, stare attaccati alla sua tradi­zione, e stare attenti a non lasciarsi ‘traviare’ dai libri pentecostali perché si fondano su una teologia che i Cattolici non possono accettare in nessuna maniera. Ogni commento è super­fluo!.

 


[1] Questo cardinale è morto nel 1996 ed è stato quindi sostituito.

[2] Alleluja, N° 6, Novembre-Dicembre 1986, pag. 3

[3] Alleluja, N° 5, 1979, pag. 4

[4] Ibid., pag. 4