Il ricorrere nella malattia esclusivamente al Signore per essere guariti è una semplice manifestazione della propria fiducia nella Parola di Dio

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Come abbiamo visto, Sullivan ritiene che quando si è malati è una presunzione non ricorrere ad alcun aiuto medicinale per aspettarsi di essere guariti dal Signore; e si tenga presente che la presunzione secondo il dizionario della lingua italiana è ‘ogni giudizio dedotto da indizi incerti e non da prove sicure; esagerata opinione di sé; arroganza; tracotanza’. Ma è proprio come dice Sullivan? Ossia è veramente una presunzione nella malattia aspettare che il Signore ci guarisca senza ricorrere a nessuna medicina?

No, non è affatto presunzione. Perché? Perché il credente che rifiuta l’aiuto medico perché ha riposto tutta la sua fiducia nella potenza di Dio e vuole che sia Dio a guarirlo non fa altro che mettere in pratica la Parola di Dio e noi sappiamo che il mettere in pratica la Parola di Dio non è affatto una presunzione. Anzi possiamo dire che chi è presuntuoso non mette in pratica la Parola di Dio appunto perché è arrogante. Ma quale parola divina mette in pratica il credente non ricorrendo affatto a medici e medicine nella sua malattia, ma solo al Signore? Quella che dice: “Confidate in perpetuo nell’Eterno…”[1] e quella che dice: “Confidati in lui, ed egli opererà”.[2] Che farà quindi nella pratica il credente malato che aspetta che sia il Signore a ristabilirlo? Farà quello che dice di fare Giacomo nella sua epistola, chiamerà gli anziani della Chiesa, i quali pregheranno su di lui ungendolo d’olio nel nome del Signore, e la preghiera della fede lo salverà e il Signore lo ristabilirà.[3] Egli non chiamerà i medici, ma gli anziani della Chiesa; si appoggerà anziché sulle medicine sul suo Dio; e non saranno le medicine a ristabilirlo ma sarà la sua fede nel Signore, e quindi una volta guarito non raccomanderà agli altri questa o quell’altra medicina, questo o quell’altro medico, ma indirizzerà i malati al Signore.

Termino questa parte ricordando una Scrittura dell’Antico Patto che ci mostra come Dio non si compiace di coloro che nella loro malattia ricorrono ai medici anziché a Lui. “Il trentanovesimo anno del suo regno, Asa ebbe una malattia ai piedi; la sua malattia fu gravissima; e, nondimeno, nella sua malattia non ricorse all’Eterno, ma ai medici”.[4]

Beati coloro che nella malattia, come in qualsiasi altro bisogno, ricorrono al Signore, avendo fiducia che Lui li libererà dalla loro distretta.

 


[1] Is. 26:4

[2] Sal. 37:5

[3] Cfr. Giac. 5:14-15

[4] 2 Cron. 16:12