La manipolazione dei dieci comandamenti

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Questi sono i dieci comandamenti che Dio pronunziò sul monte Sinai e che scrisse con il suo dito sulle due tavole di pietra che diede al suo servo Mosè.

–  Il primo: “Io sono l’Eterno, l’Iddio tuo, che ti ho tratto dal paese d’Egitto, dalla casa di servitù. Non avere altri dii nel mio cospetto”.[1]

–  Il secondo: “Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro, perché io, l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti”.[2]

–  Il terzo: “Non usare il nome dell’Eterno, ch’è l’Iddio tuo, in vano; perché l’Eterno non terrà per innocente chi avrà usato il suo nome in vano”.[3]

–  Il quarto: “Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fà in essi ogni opera tua; ma il settimo é giorno di riposo, sacro all’Eterno, ch’è l’Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figliuolo, né la tua fi­gliuola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero ch’è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato”.[4]

–  Il quinto: “Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che l’Eterno, l’Iddio tuo, ti dà”.[5]

–  Il sesto: “Non uccidere”.[6]

–  Il settimo: “Non commettere adulterio”.[7]

–  L’ottavo: “Non rubare”.[8]

–  Il nono: “Non attestare il falso contro il tuo prossimo”.[9]

–  Il decimo: “Non concupire la casa del tuo prossimo; non concu­pire la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo”.[10]

La chiesa romana li ha mutilati e modificati e così con­torti li inculca ai suoi fedeli, piccoli e grandi. Ecco infatti come li troviamo scritti nel Nuovo Manuale del Catechista.

–  Il primo è: ‘Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori di me’;[11]

–  Il secondo: ‘Non nominare il nome di Dio invano’.[12]

–  Il terzo: ‘Ricordati di santificare le feste’.[13]

–  Il quarto: ‘Onora il padre e la madre’.[14]

–  Il quinto: ‘Non ammazzare’.[15]

–  Il sesto: ‘Non commettere atti impuri’.[16]

–  Il settimo: ‘Non rubare’.[17]

–  L’ottavo: ‘Non dire falsa testimonianza’.[18]

–  Il nono: ‘Non desiderare la donna d’altri’.[19]

–  Il decimo: ‘Non desiderare la roba d’altri’.[20]

Il secondo comandamento la curia romana lo ha tolto dal decalogo per non fare apparire le cosiddette statue e immagini sacre come degli idoli in abominio a Dio. Così facendo ha trasgredito l’ordine divino: “Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando, e non ne toglierete nulla”.[21]

Per ciò che riguarda invece il comandamento di Dio circa il giorno del riposo di sabato la curia romana ha pensato di modi­ficarlo in questa maniera: ‘Ricordati di santificare le feste’ e questo per fare ricordare ai suoi seguaci di osservare le feste di precetto che sono, oltre tutte le domeniche, ‘Natale, Circoncisione, Epifania, Ascensione, Corpus Domini; Immacolata e Assunzione di Maria Vergine, S. Giuseppe, i Santi Pietro e Paolo e Tutti i Santi’.[22] Ora, Dio nella legge istituì delle feste; esse erano la festa di Pasqua, la festa di Pentecoste, la festa delle Capanne, e comandò agli Israeliti di osservarle, ma il comandamento di osservarle non fu messo da lui tra le dieci parole assieme al comandamento sul sabato, lo avrebbe potuto fare ma sta di fatto che non lo fece. (Tenete presente però che quelle feste istituite da Dio erano “l’ombra di cose che doveano avvenire”).[23] Quindi se Dio non mise tra i dieci comandamenti il suo comandamento di osservare le feste da lui istituite, come si sono permessi i Cattolici di modificare il decalogo per introdurre il loro ordine di osservare le loro feste? Per certo coloro che hanno adulterato le dieci parole di Dio si sono resi colpevoli di una colpa davanti a Dio perché fanno dire a Dio quello che Lui non ha detto. Ma non solo Dio non disse nel decalogo agli Israeliti: ‘Ricordati di santificare le feste’, ma Egli ora non comanda a nessuno di santificare le feste isti­tuite dalla chiesa romana (si tenga presente che viene comandato ai Cattolici di onorare Dio con atti di culto esterno dei quali l’atto essenziale è la messa). Perché mai si dovrebbe santificare un giorno in onore della menzogna come l’immacolata concezione, o l’assunzione di Maria in cielo? O perché mai si dovrebbe onorare la festa del Corpus Domini in cui viene fatto credere che un pezzo di pane è Dio e perciò va adorato? O perché mai si dovrebbe onorare il 25 Dicembre come data di nascita di Gesù quando questa festa ha origini pagane? O la festa della circoncisione, o dell’epifania, o dell’ascensione, o di Giuseppe, di Pietro e Paolo, e di tutti i santi? Perché la chiesa romana lo ordina? Ma queste sono feste che fanno parte della tradizione che non trovano nessuna conferma nella Scrittura e perciò vanno rigettate. Fratelli, astenetevi dal partecipare a queste feste istituite dalla chiesa romana per non contaminarvi e non provocare a gelo­sia il Signore.[24]

Ma i Cattolici romani non hanno solo fatto scomparire il secondo comandamento dal decalogo e modificato il quarto, perché a ri­guardo del comandamento di non usare il nome di Dio in vano e quello di onorare il padre e la madre non li insegnano come essi sono scritti perché ne hanno tolto una parte. Per quanto riguarda infatti il terzo comandamento Dio disse: “Non usare il nome dell’Eterno, ch’è l’Iddio tuo, in vano; perché l’Eterno non terrà per innocente chi avrà usato il suo nome in vano”,[25] mentre i Cattolici (per loro è il secondo comandamento) lo insegnano così: ‘Non nominare il nome di Dio in vano’, omettendo la seconda parte. Ma oltre a ciò è bene che sappiate quale è il significato che essi danno alle parole ‘nome di Dio’. Essi dicono che con la parola nome di Dio ‘s’intende non solo il nome di ‘Dio’ ma anche ogni altro nome con cui Egli possa venire chiamato e ogni altra persona e cosa che abbia relazione diretta con Lui, come Sacra­mento, Madonna, Santi, Anima, ecc.’.[26] Come potete vedere per i Cattolici questo comandamento si riferi­sce non solo al nome santo di Dio ma anche a nomi di altre perso­ne e di determinate cose. Questo significa veramente interpretare la Parola di Dio arbitrariamente; così fanno pensare alle persone che il nome di Maria e dei loro santi è santo quanto quello di Dio. Noi non vogliamo dire con questo che sia lecito usare il nome di Maria o quello di qualcuno dei loro cosiddetti santi per imprecare, affatto! ma solo che non si deve far dire alla Parola di Dio quello che essa non dice. I Cattolici così hanno fatto leva anche su questo ordine di Dio per esaltare a loro piacimento e secondo le loro voglie Maria e i loro santi. Bisogna riconoscere che dove possono e quando possono ce lo mettono sempre il nome di Maria e quello dei loro santi.

Per quanto riguarda invece il quinto comandamento che dice: “Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano pro­lungati sulla terra che l’Eterno, l’Iddio tuo, ti dà”,[27] che come dice Paolo, è “il primo comandamento con promessa”,[28] i Cattolici lo hanno modificato e mutilato perché lo insegnano così: ‘Onora il padre e la madre’. Anche qui la modifica e la mutilazione sono state fatte per uno scopo ben preciso; e questo si capisce quando si legge nel loro catechismo che questo comandamento non comanda di ubbidire solo ai propri genitori ma anche di ubbidire ai propri superiori ecclesiastici quali il papa, il vescovo e il parroco. Li chiamano padre, e perciò li devono onorare come i propri genitori: la chiesa romana è la loro madre e perciò di conseguenza la devono onorare sottomettendosi ad essa. Bisogna dire quindi che essi anche in questo caso fanno dire alla Parola di Dio quella che essa non dice; e così la curia romana per assoggettarsi le popolazioni ha fatto ricorso proprio a tutto. In verità non c’é timore di Dio dinanzi agli occhi loro. I Cattolici devono sottoporsi innanzi tutto alla Parola di Dio; così facendo intenderanno come i loro superiori ecclesiastici non sono degni di essere ubbiditi perché essi stessi rifiutano in tutto e per tutto di ubbidire a Dio. Tutti coloro che nel loro mezzo hanno deciso di ubbidire alla Parola di Dio anziché agli uomini sono usciti dalla chiesa romana perché hanno capito, grazie a Dio, che l’ubbidienza che pretendeva da loro la curia romana consisteva nel disubbidire a Dio ed ai suoi comandamenti.

 


[1] Es. 20:2,3

[2] Es. 20:4-6

[3] Es. 20:7

[4] Es. 20:8-11

[5] Es. 20:12

[6] Es. 20:13

[7] Es. 20:14

[8] Es. 20:15

[9] Es. 20:16

[10] Es. 20:17

[11] Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 272

[12] Ibid., pag. 290

[13] Ibid., pag. 297

[14] Ibid., pag. 303

[15] Ibid., pag. 309

[16] Ibid., pag. 320

[17] Ibid., pag. 326

[18] Ibid., pag. 335

[19] Ibid., pag. 343

[20] Ibid., pag. 344

[21] Deut. 4:2

[22] Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 299. Nel nuovo Codice di diritto canonico manca tra le feste di precetto la Circoncisione (cfr. can. 1246, § 1).

[23] Col. 2:17

[24] E dato che siamo in tema di feste diciamo qualcosa anche a proposito della festa del cosiddetto protettore del paese (che non è annoverata tra le feste di precetto), che annualmente ricorre in ogni paese e città d’Italia. In che cosa consiste questa festa? Nel ricordare una favola artifi­ciosamente composta su qualcuno che è morto e sepolto da molto tempo. Le storie sono le più svariate e tutte attribuiscono al cosiddetto santo capacità e caratteristiche particolari. La gente ci crede perché queste storielle le sentono sin dalla loro fan­ciullezza, e convinta che le cose stiano così quando arriva quel particolare giorno rievoca le sue gesta e lo celebra. In che maniera? Facendo dolci particolari, pranzi particolari in onore del defunto, pregandolo e portando la sua statua sulle spalle per le strade. Tutto questo è suggellato da feste da ballo organizza­te dalla parrocchia la quale invita delle bande musicali per intrattenere a suon di musica gli idolatri e dai puntuali fuochi d’artificio. Esaminando da vicino quello che avviene nel paese in quel parti­colare giorno si deve riconoscere che assomiglia molto a quello che avvenne alle pendici del monte Sinai quando gli Israeliti fattosi un vitello d’oro gli offrirono un sacrificio, mangiarono e bevvero, si misero a danzare e si rallegrarono delle opere delle loro mani. Astenetevi dal partecipare in qualsiasi maniera anche a queste feste per non provocare a gelosia il Signore.

[25] Es. 20:7

[26] Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 290

[27] Es. 20:12

[28] Ef. 6:2