La donazione di Costantino

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Eccoci ad un altra impostura papale, la cosiddetta donazione di Costantino che servì ai papi per rivendicare l’aumento di terri­tori, l’autonomia politica e il predominio sull’Occidente. Questo documento (che costituisce una parte delle decretali prima citate), redatto secondo alcuni sotto il pontificato di Stefano II (752-757), comparve verso la metà del secolo nono e per tutto il medioevo fu ritenuto genuino. Fu dimostrato falso dall’umanista Lorenzo Valla, un assistente del papa, nel 1440. Vediamo in breve il contenuto di questo falso: nel 314 un prete di nome Silvestro fu consacrato vescovo di Roma. In quel tempo l’imperatore Costantino aveva bandito la persecuzione contro i Cristiani e lo stesso Silvestro era dovuto fuggire e rifugiarsi in una grotta nei pressi del monte Soratto. Qui lo raggiunse la notizia che l’imperatore era stato colpito dalla lebbra. L’imperatore malato di lebbra fu allora consigliato dai maghi dell’impero di immergersi in una vasca piena di sangue spremuto dal ventre di bambini appena nati, ma egli rifiutò di accettare il loro consiglio. Ed in quella stessa notte vide in sogno Pietro e Paolo che gli diedero l’indirizzo di Silvestro. L’imperatore, credendo che fosse un medico, lo mandò a chiamare, e Silvestro arri­vato presso di lui gli parlò della fede cristiana e lo battezzò nel palazzo Lateranense. Quando l’imperatore riemerse dalla vasca nella quale era stato calato era completamente guarito. La persecuzione allora fu da lui fatta cessare e il cristianesimo reso religione ufficiale dell’impero. Quando poi Costantino abbandonò Roma per recarsi a Bisanzio, lasciò la giurisdizione civile dell’Occidente a Silvestro e successivamente riconobbe la supre­mazia del vescovo di Roma sui patriarcati di Alessandria e Anti­ochia, Gerusalemme e Costantinopoli. Il pontefice ottenne pure il manto purpureo, lo scettro e la scorta a cavallo. Ciò gli confe­riva l’autorità temporale sull’impero d’Occidente e lo rendeva indipendente da quello d’Oriente.