La processione non è una pratica scritturale ma una pratica di origine pagana

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Ha la processione un fondamento biblico? Nessuno. Nel libro degli Atti degli apostoli, in cui Luca narra in maniera particolareg­giata come si svolgeva la vita della Chiesa primitiva a Gerusa­lemme; e nelle epistole che gli apostoli scrissero alle Chiese non troviamo traccia di nessuna processione in onore e lode di Dio, o per chiedergli la pioggia o scongiurare una tempesta. Anche per quanto riguarda il pane che veniva spezzato e distribuito ai fedeli in commemora­zione della morte di Cristo, non si dice che esso veniva portato in processione per le vie delle città o dei paesi. Anche le processioni in onore di santi o di martiri non esisteva­no. Invece oggi queste processioni in onore dei santi (quelli veri e quelli falsi) sono molto diffuse in seno alla chiesa romana; ogni anno, in ogni paese, viene portata in processione la statua raffigurante Tizio o Caio che si dice sia il protettore del paese. E il popolo senza intendimento si prostituisce dietro questi idoli muti che sono in abominio a Dio, adorandoli, invo­candoli affinché li protegga, ringraziandoli; e così invece che dare la gloria a Colui a cui appartiene la gloria, la danno ai loro idoli. Fino a quando durerà questo? La processione è un’usanza pagana. In Grecia l’inizio dei giochi di Olimpia era preceduto da una processione formata dai magistrati delle città, dai sacerdoti e da rappresentanti delle varie città che si recavano ad offrire un solenne sacrifi­cio a Zeus. Anche in Egitto la processione era un usanza molto diffusa; nel giorno fissato l’immagine del loro dio veniva posta su di un carro a forma di barca, e se la processione procedeva sul Nilo, il sacerdote e il popolo accompagnavano l’immagine del loro dio dalla sponda con danze, cantici e luminarie. Quindi, ancora una volta, emerge in maniera chiara che il catto­licesimo contiene un’ennesima usanza di origine pagana.