Coloro che la chiesa cattolica romana fa santi non erano altro che dei peccatori che ora sono all’inferno

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Ora, dopo avere dimostrato che i santi che sono in cielo non possono intercedere per gli uomini sulla terra, e che quindi è del tutto inutile invocarli, voglio dire chi sono questi santi così chiamati dai Cattolici. Badate che da queste considerazioni che sto per fare sono esclusi i santi tradizionali, vale a dire, Paolo, Pietro, Giovanni e tutti gli altri santi di cui parla la Scrittura, e tutti quei santi che dopo la morte degli apostoli, quantunque non annullarono il Vangelo come fa la chiesa cattolica romana, furono dichiarati santi dai papi e inseriti nel canone dei santi. Dalle parole del catechismo prima citate a proposito della canonizzazione si comprende chiaramente che secondo la chiesa romana sono santi solo una parte di coloro che dicono di credere, e già questa è una menzogna perché secondo la Scrittura tutti coloro che hanno creduto nel Signore Gesù sono dei santi perché sono stati “santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre”;[1] essi sono stati santificati da Cristo, Dio benedetto in eterno, già sulla terra e non hanno perciò bisogno di essere dichiarati santi dopo morti da qualche autorità ecclesiastica. Ma poi bisogna dire che il defunto viene dichiarato santo dal cosiddetto papa se viene riconosciuto essere stato un fedele Cattolico romano, quindi se viene riconosciuto che durante la sua vita si attenne scrupolosamente alla tradizione cattolica romana, il che equivale a dire che sarà dichiarato santo se pregava Maria e l’adorava, se riconosceva il cosiddetto papa come capo della Chiesa, i vescovi come pastori istituiti da Cristo, se si sforzò di guadagnarsi il paradiso con le opere giuste, se avversò quindi fortemente i Protestanti, e così via dicendo.[2] Alcuni esempi che dimostrino ciò? Roberto Bellarmino, che durante la sua vita fu uno dei più strenui difensori delle eresie della chiesa romana e uno dei più forti oppositori del protestan­tesimo, dopo la sua morte fu dichiarato santo da Pio XI nel 1930. Ma oltre a Bellarmino si può pure citare Alfonso De Liguori grande adoratore di Maria, autore dell’infame libro Le glorie di Maria, fatto santo nel 1839 da Gregorio XVI. Ed infine il cardinale Carlo Borromeo (1538-1584), fatto santo da Paolo V nel 1610, di cui viene detto che fu uno dei più spietati persecutori dei Protestanti, quale consigliere intimo ed ascoltato dei seguenti tre papi sanguinari: Pio IV (1559-1565), che fece massacrare centinaia di Valdesi nelle Calabrie; Pio V (1566-1572), che incitò Carlo IX a massacrare gli Ugonotti in Francia e fece ardere in Italia Paleario e Carnesecchi; e Gregorio XIII (1572-1585) che si rallegrò dell’avvenuta strage degli Ugonotti e fece coniare una medaglia in ricordo di quel evento così lieto per il papato. Quindi, si giunge alla conclusione che tutti quei santi che vengo­no riconosciuti tali e canonizzati perché hanno ubbidito in tutto e per tutto alla dottrina della chiesa romana non erano altro che dei peccatori che dopo morti sono andati subito all’inferno a piangere e stridere i loro denti in mezzo all’ardente fuoco in attesa del giorno del giudizio in cui saranno condannati. (Non possiamo però escludere che tra costoro alcuni in punto di morte hanno rigettato le eresie papiste e si sono pentiti dai loro peccati ed accettato il Signore e quindi sono morti santificati da Dio; in questi casi il nostro suddetto discorso non vale per loro). Certamente tra coloro canonizzati santi dai papi non ci sono uomini che mentre erano in vita (mi riferisco soprattutto al periodo che va dal quattordicesimo secolo fino ad ora) erano contro la dottrina che dice che la giustificazione si ottiene per opere e non per fede soltanto, contro il primato del cosiddetto papa, contro la preghiera rivolta a Maria, contro la messa come la ripetizione del sacrificio di Cristo, contro il purgatorio, contro le indulgenze, contro il culto delle loro cosiddette immagini sacre o contro tante e tante altre cose storte che la chiesa romana insegna e fa praticare (insomma contro il cattolicesimo romano), perché questi ultimi sono da essa definiti e ricordati come eretici, come seduttori, come nemici della Chiesa. A conferma di ciò sottopongo alla vostra attenzione alcune parole del decreto emanato dal concilio di Costanza nel 1415 contro Giovanni Wycliffe: ‘In questi nostri tempi l’antico e invidioso nemico ha suscitato nuove battaglie, affinché quelli che sono approvati siano resi manifesti. Loro capo e condottiero fu un tempo il falso cristiano Giovanni Wycliffe. Mentre viveva egli affermò pertinacemente e insegnò contro la religione cristiana e la fede cattolica molti articoli (….) Per autorità del concilio romano e per ordine della chiesa (..) si è proceduto alla condanna di Wycliffe e della sua memoria (…) questo santo sinodo dichiara, definisce e sentenzia che Giovanni Wycliffe è stato eretico notorio e ostinato, e che è morto nell’eresia: lo anatematizza e condanna la sua dottrina. Stabilisce e ordina inoltre che vengano esumati il suo corpo e le sue ossa, se è possibile distinguerli dai corpi degli altri fedeli, e vengano gettati lontano dal luogo della sepoltura ecclesiastica, secondo le legittime sanzioni del diritto canonico’.[3] Ma che disse e fece di male quest’uomo per attirarsi anche dopo la sua morte la maledizione della chiesa romana? Giovanni Wycliffe (1320-1384) durante la sua vita disse tra le altre cose che il papa non era né il vicario di Cristo e neppure il capo della Chiesa di Dio, che la dottrina della tran­sustanziazione era falsa, che Cristo non aveva istituito la messa, che non bisognava credere nelle indulgenze del papa; e poi tradusse il Nuovo Testamento in inglese per metterlo alla portata del popolo. Ma di uomini che verranno sempre ricordati dal papato come eretici e seduttori per cui non c’è la benché minima speranza che siano canonizzati santi, ma che in realtà erano dei santi se ne potrebbero citare molti altri. Come potete ben comprendere ci sono dei giusti che vengono ricordati dalla chiesa romana come se durante la loro vita aves­sero fatto l’opera dei malvagi, e ci sono molti malvagi che essa ricorda con grande rispetto come se essi durante la loro vita fossero stati dei veri santi. Basta vedere nell’elenco dei santi della chiesa cattolica romana per accorgersi come essa ha dichiarato santi tanti uomini malvagi, arroganti, ecc. Noi credenti quindi non possiamo metterci a chiamare santi uomini e donne che hanno vissuto tutta una vita in ribellione alla Parola di Dio per ubbidire alla tradizione cattolica romana e che adesso sono nelle fiamme dell’Ades. Non possiamo accettare né queste loro canonizzazioni, e neppure il fatto che essi vengano dichiarati degni di essere invocati e pregati.[4]

O Cattolici romani, rientrate in voi stessi, pentitevi dei vostri peccati davanti a Dio e credete nel suo Figliuolo e sarete all’istante resi santi dall’Iddio vivente. Sarete così aggiunti al numero dei veri santi che solo Dio conosce e che dopo morti vanno in cielo. Comprenderete allora come questa canonizzazione papale non è altro che una menzogna che serve per altro alla cosiddetta sede apostolica ad arricchirsi perché dovete sapere che per fare dichiarare santo qualcuno dal papa occorre pagare molti e molti soldi. Considerate per un momento questo: Dio per santificare qualcuno non chiede soldi ma lo fa gratuitamente, la curia romana invece per fare santo qualcuno vuole del denaro. Ma soprattutto considerate che coloro che Dio santifica sono dei veri santi, mentre coloro che canonizza santi il papa sono dei peccatori dimoranti all’inferno fatti passare santi sulla terra. Ah, se questi uomini potessero uscire dall’inferno e tornare sulla terra! Dichiarerebbero al mondo intero che essi erano all’inferno a soffrire pene indicibili mentre sulla terra erano fatti passare per dei potenti intercessori presso Dio!

 


[1] Ebr. 10:10

[2] Sul fatto degli almeno quattro miracoli che il morto deve fare per essere dichiarato santo parlerò in appresso, qui mi limito a dire che si tratta dell’ennesima impostura papale.

[3] Concilio di Costanza, Sess. VIII

[4] A riguardo della beatificazione di qualcuno che precede la sua canonizzazione va detto che per essa viene inoltrata una richiesta alla Congregazione delle cause dei santi da parte dei Cattolici di una diocesi quando presso di loro esiste la convinzione che quella persona morta in fama di santità è oramai in cielo e là prega per loro. Si capisce da questo che il presunto santo non può essere subito dichiarato beato in cielo perché prima deve passare un periodo di tempo più o meno lungo nel purgatorio a soffrire. Non si capisce però in base a quale criterio dopo un certo tempo dalla sua morte certe persone cominciano a sentire che egli sia entrato finalmente in paradiso. E’ di questi giorni la notizia che Giovanni Paolo II ha fretta di beatificare Maria Teresa di Calcutta, morta pochissimi giorni fa; la vorrebbe beatificare infatti per il Giubileo. Ma affinché questo avvenga occorre saltare qualche procedura perché il tempo che rimane è troppo breve. E così se le cose andranno come essi sperano Maria Teresa di Calcutta sarà dichiarata beata ancora prima di altri, morti decenni prima di lei e che sono in attesa di essere beatificati! Noi credenti però sappiamo che affinché qualcuno morto in Cristo sia dichiarato beato non abbiamo bisogno di aspettare giorni, mesi, anni, o secoli, perché più di millenovecento anni fa lo Spirito Santo dichiarò beati tutti i credenti in Cristo Gesù che muoiono infatti Giovanni dice: “E udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essendo che si riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono” (Ap. 14:13) e questo perché essi entrano subito nel paradiso di Dio che è in cielo. Ma i Cattolici romani che muoiono nei loro peccati non sono per nulla beati perché se ne vanno nell’Ades nei tormenti. Ma la curia romana fa credere ai suoi seguaci che essi sono felici! Che inganno, che illusione, che impostura!