Alcune cose che si imparano dalla chiesa cattolica romana

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Certamente dallo studio della storia e delle dottrine della chiesa cattolica romana si traggono molti ammonimenti a cui noi tutti faremo bene di prestare ascolto per il nostro bene e quello degli altri. Io ne menzionerò solo alcuni; quelli che ritengo essere i principali.

1) La Chiesa di Dio non deve allearsi per nessuna ragione con lo Stato perché nel momento che stipula questa alleanza si svia dalla semplicità e dalla purità rispetto a Cristo. Lo abbiamo ben visto questo quando abbiamo parlato della storia del papato; quando la Chiesa si alleò con l’impero romano permettendo al potere civile di intromettersi negli affari interni alla Chiesa, in cambio di onori e privilegi di ogni genere, assunse un altro volto. Ed ancora oggi a distanza di tanti secoli ci sono molte chiese che si sono alleate con il potere civile in cambio di onori e privilegi, non tenendo in nessuna considerazione né la Parola di Dio e neppure la storia della Chiesa. Alleanza che anche per loro ha costituito l’inizio del declino spirituale, dell’inaridimento spirituale, ma più che l’inizio vorrei dire che è stata una tappa del loro traviamento iniziato ancora prima di stipulare l’alleanza con lo Stato, perché siamo pienamente persuasi che per volere mettersi a camminare a braccetto con lo Stato bisogna essere per forza di cose già traviati, già spiritualmente aridi. Ma vediamo quali sono gli effetti odierni che produce l’alleanza con lo Stato.

L’alleanza con lo Stato, che si chiama Intesa, provoca un insuperbimento nei credenti che la stipulano perché gli apporta privilegi e riconoscimenti di svariato genere di cui non possono usufruire coloro che non fanno parte del loro ‘gruppo’. Per esempio c’è il privilegio di sposare, di disporre dell’8 x 1000, di avere i diplomi delle proprie scuole bibliche riconosciuti dallo Stato, di avere la facoltà di chiedere il rinvio del servizio militare in caso si è iscritti alla scuola biblica di quella denominazione, di avere delle facilitazioni fiscali, di avere delle sovvenzioni statali in caso un locale di culto viene danneggiato da un terremoto, di avere facilmente permessi di svariato genere, di avere i propri locali di culto tutelati da delle leggi, ecc. E’ chiaro che i credenti facenti parte di questo gruppo si sentiranno protetti dallo Stato; non solo, potranno in qualunque momento invocarne l’aiuto nel caso qualcuno mettesse in discussione i loro privilegi o qualcuno cercasse di toglierglieli o nel caso in seno ad una Chiesa succedesse un tumulto in cui una fazione si impossessasse del locale di culto intestato all’Ente. Ma se da un lato la denominazione riesce ad ottenere dallo Stato dei privilegi dall’altro essa deve fare delle concessioni allo Stato perché quest’ultimo non da simili privilegi in cambio di nulla. Prima di tutto il governo esigerà il sostegno politico di coloro che fanno parte della denominazione oggetto dei privilegi; non importa se il governo sarà fascista, democratico o di qualche altra tendenza, esso vorrà l’appoggio politico. Quindi i capi della denominazione cercheranno in svariate maniere, più o meno esplicite, di indurre i credenti a votare per quello o per quell’altro partito politico a secondo che il partito in questione voglia o no mantenergli i suoi privilegi. Si metteranno insomma a fare politica; e tutto per mantenere intatti tutti i loro privilegi. Faccio un esempio: mettiamo caso che un partito politico di un certo peso nella vita politica di questa nazione voglia togliergli l’8 x 1000 o abolire sia il concordato con la chiesa cattolica che le intese con le denominazioni evangeliche ed incamerare i beni della chiesa cattolica e quelli delle denominazioni evangeliche. Subito i capi preoccupati si metteranno a invogliare tutti a votare contro quel partito. Siamo sicuri infatti che quand’anche quel partito volesse l’abolizione del concordato con la chiesa cattolica e togliergli il potere temporale essi si schiererebbero in questo caso assieme ai Cattolici contro quel partito. E perché questo? Perché le denominazioni evangeliche sono dei piccoli papati che hanno anche loro il loro ‘patrimonio’ che non chiamano però di San Pietro ma è pur sempre un patrimonio a cui ci tengono molto perché è il loro orgoglio e la loro forza; ed hanno anche loro i loro papi che sanno come muoversi nelle sfere politiche per tutelare i loro privilegi e gli ingenti beni ecclesiastici di cui sono rappresentanti davanti allo Stato. Loro sono in contatto con ministri, uomini politici di un certo spessore, e sanno come presentare la loro causa. Ecco alcune ragioni per cui i credenti non devono formare denominazioni perché esse portano coloro che ne fanno parte ad insuperbirsi e finiscono col diventare dei piccoli papati che si immischiano nelle questioni politiche per tutelare i loro interessi e i loro privilegi.

E poi non ci si deve mai dimenticare dell’ingerenza statale nelle chiese che fanno parte di una denominazione. Lo so che coloro che hanno fatto l’intesa con lo Stato affermano che lo Stato non si è ingerito negli affari spirituali delle ‘loro’ chiese, ma questo è falso e a dimostrazione di ciò basta leggere il loro statuto e il loro regolamento interno. Hanno messo infatti per iscritto, per compiacere allo Stato, tanti precetti e regole umane che annullano la Parola di Dio, contrastano e contristano lo Spirito Santo. Naturalmente bisogna conoscerla la Parola di Dio e camminare per lo Spirito per potere dire che quelle regole annullano la Parola di Dio e contrastano e contristano lo Spirito del Signore, altrimenti si finisce per non farci nessun caso. Dio volendo dimostreremo questo in un altra occasione; non adesso.

Ma d’altronde che cosa ci si può aspettare dall’autorità terrena di questo mondo che giace tutto quanto nel maligno? Che lasci la Chiesa di Dio organizzarsi seguendo in tutto e per tutto la Parola di Dio? No, ma che esiga da questa che è un organismo perfettamente strutturato e collegato da Dio in ogni parte che si conformi (se essa vuole acquisire la personalità giuridica) ad un suo schema ben preciso che è quello delle organizzazioni umane. Lo Stato avrà pure tutte le sue buone ragioni per offrire la personalità giuridica solo alle chiese che decidono di strutturarsi nella maniera in cui vuole esso, questo non glielo contestiamo. Ma la Chiesa di Dio deve rifiutare di volere diventare un ente giuridico perché non ha bisogno di questo riconoscimento per servire Dio in questo mondo. Essa può fare benissimo a meno di tale riconoscimento: basti considerare per esempio che in Italia sotto la persecuzione fascista quando le chiese erano definite dal governo delle sette pericolose e non avevano tutti questi privilegi e riconoscimenti di oggi riuscirono benissimo a continuare a riunirsi per offrire il culto a Dio, per ascoltare la predicazione della Parola, e facevano delle opere buone. Se poterono servire Dio quei nostri fratelli in mezzo a tutte quelle avversità che gli venivano dal governo perché mai oggi quando il governo non ci perseguita non potremmo servirlo anche noi senza essere riconosciuti ente giuridico dallo Stato, senza tutti quei privilegi che una volta era impossibile ricevere dallo Stato? Ah, dicono i sostenitori dell’Ente Morale, ma con il riconoscimento giuridico si riesce a servire meglio il Signore? No, vi sbagliate grandemente, perché non è con l’appoggio dello Stato che si serve meglio Dio ma con l’appoggio dell’Onnipotente quando c’è la sua testimonianza che conferma la nostra. Ossia quando Dio opera segni, prodigi e opere potenti svariate e distribuisce i suoi doni per confermare la sua parola. Ecco in quali condizioni si serve meglio il Signore e le anime vengono scosse dall’annuncio dell’Evangelo. Ma purtroppo oggi c’è nella maggiore parte la corsa dietro i riconoscimenti e i privilegi statali anziché lo struggente desiderio dei doni spirituali, della manifestazione dello Spirito Santo. E così molti hanno finito per dimenticarsi dell’utilità dei doni dello Spirito Santo, delle rivelazioni divine, dei segni e dei prodigi di Dio. Hanno finito per dimenticarsi che la Chiesa in Gerusalemme ai giorni dei dodici apostoli moltiplicava e prosperava non in virtù di riconoscimenti e favori statali, perché di questi non ne avevano anzi erano duramente perseguitati, ma in virtù della potenza di Dio che era con essa, in virtù dell’amore che regnava nel cuore dei fratelli per lo Spirito Santo. Ecco un altra cosa che non bisogna mai dimenticarsi faceva prosperare la Chiesa antica, l’amore vero e sincero presente nel cuore di quei poveri ed afflitti fratelli. Amore che era presente perché essi erano veramente ripieni di Spirito Santo e camminavano seguendo i suoi desideri. E qui ci tengo a dire che è solo quando si è ripieni di Spirito e si cammina per Esso che si può avere quell’amore abbondante verso il Signore e i fratelli. Ed oggi è proprio questo che manca nella maggiore parte; la pienezza dello Spirito e il camminare per lo Spirito, ecco qual è la causa della mancanza di amore che così tanto si sente in mezzo al popolo di Dio in questi tempi così difficili. No, non è quindi organizzandosi come vuole lo Stato che si servirà meglio il Signore; questa è un illusione, e di questa illusione ne raccolgono i frutti amari tutti coloro, sia anziani che giovani, che si appoggiano su questi vani ragionamenti. Nessuno vi seduca fratelli; tenetevi stretti all’insegnamento della Scrittura; seguite l’esempio degli apostoli e Dio sarà con voi. Ma non scendete in Egitto per ricevere il favore di Faraone, per rifugiarvi all’ombra delle sue ali; perché questo vostro atto vi tornerebbe a vostra confusione.[1] Come la chiesa cattolica romana molte volte è rimasta confusa proprio da coloro sotto cui si era rifugiata e a cui aveva offerto denaro e appoggio spirituale per salvaguardare i suoi interessi patrimoniali, perché si sa che a capo di una nazione non vi rimane sempre lo stesso governo e persino lo stesso governo può revocare i favori concessi ad un gruppo di persone,[2] così tutti coloro che hanno cercato il favore dello Stato di mezzo al popolo di Dio anche qui in Italia verrà il giorno che si vedranno voltare le spalle proprio dal loro alleato. Quando salirà al governo un uomo come Mussolini o Stalin vedrete cosa succederà di tutti i vostri privilegi e riconoscimenti. E questo lo farà Dio per correggervi e farvi capire come l’aiuto vero e duraturo che non verrà mai meno è il suo e non quello dello Stato in cui voi confidate.

2) La Chiesa di Dio deve vegliare del continuo per non cadere nelle trappole che il nemico gli prepara sulla sua strada.

Una delle maniere in cui il diavolo tenta la Chiesa è questa: cerca di fargli credere che la persecuzione da parte dello Stato sia un qualcosa di disonorevole per cui è necessario fare appello allo Stato affinché smetta di tenere questo atteggiamento nei loro confronti. Badate fratelli a voi stessi, perché da nessuna parte nella Parola di Dio si dice che sia un male per i santi essere perseguitati dal mondo, anzi l’apostolo Paolo diceva che egli si compiaceva in debolezze, in ingiurie, in persecuzioni, in necessità per amore di Cristo perché quando era debole allora era forte. Oggi invece molti fanno il contrario; si dispiacciono delle persecuzioni, delle necessità, delle ingiurie a motivo di Cristo perché pensano che non s’addice loro un tale trattamento da parte delle autorità (o da parte di coloro che non sono delle autorità). E così cercano di forzare il governo a emanare delle leggi in loro favore. E in questi tentativi applicano il motto dei Gesuiti: ‘il fine giustifica i mezzi’. La persecuzione contro di loro deve finire; anche loro vogliono avere la ‘libertà di culto’ che ha la chiesa cattolica romana, o i Maomettani o i Buddisti se sono in paesi mussulmani o buddisti. Questo è un grave errore in cui sono caduti molti nel corso dei secoli perché è proprio quando la Chiesa è perseguitata che si manifesta la potenza di Dio a favore dei suoi, quando tutti sono contro di lei, quando persino le autorità si schierano contro di essa allora Dio fa vedere i segni del suo favore a pro del suo popolo; miracoli, guarigioni, liberazioni di indemoniati, liberazioni dal carcere, liberazioni da pericoli di morte di svariato genere. E poi di solito quando imperversa contro la Chiesa la persecuzione i credenti hanno la possibilità di comparire davanti alle autorità a motivo delle accuse mosse contro di essi ed hanno la possibilità così di rendere testimonianza della loro fede davanti a persone che non potrebbero raggiungere in tempo di pace. E quand’anche qualcuno venisse ucciso a motivo della sua fede in Cristo, la sua morte porterebbe altri a credere in Cristo o i credenti a fortificarsi nel Signore. E poi la persecuzione contro la Chiesa è sempre un opportunità per la Chiesa di dimostrare al mondo che essa cerca il bene delle persone e non il loro male perché gli fornisce l’occasione di perdonare i nemici, di fare del bene a quelli che li perseguitano, il che va alla gloria di Dio da un lato e dall’altro ridonderà anche a lode dei perseguitati in quel giorno quando il Signore Gesù sarà manifestato. Ed inoltre la santa condotta dei perseguitati nei confronti dei loro nemici servirà a turare la bocca agli avversari che calunniano la loro buona condotta. Ma poi, e questo lo si tenga ben presente, la persecuzione alimenta sempre l’amore dei credenti perché li porta a cercarsi, ad aiutarsi, a stringersi invece che a disunirsi. Quello che non avviene nella maggior parte dei casi invece quando la Chiesa possiede riconoscimenti e privilegi: è un dato di fatto che nessuno può smentire.

Un altra delle trappole che il nemico prepara contro i credenti è quella di cercare di spingerli ad accettare dei precetti umani che voltano le spalle alla verità come si accetta la Parola di Dio. La reazione deve essere quindi quella di rigettare questi precetti, non importa da chi sono stati introdotti, non importa se per anni o decenni o per secoli si è fatto o pensato così, essi devono essere rigettati perché fanno parte di quelle tradizioni umane che annullano la Parola di Dio. Bisogna sradicarle per impedirgli di continuare a portare i loro frutti velenosi perché sono la rovina dei credenti. E non si dimentichi che le tradizioni umane hanno in loro un germe che li porta a moltiplicarsi automaticamente; la chiesa cattolica romana ce lo insegna questo abbondantemente. Quindi fratelli, se volete che la Parola di Dio non continui ad essere soffocata da questi precetti umani, dovete subito rigettarli. Se volete una riforma dei costumi, se volete vedere il popolo tornare al Signore, dovete quindi eliminare qualsiasi comportamento o modo di ragionare che non trova conferma nella Parola di Dio.

3) La Chiesa di Dio non deve adeguare il suo messaggio ai costumi della gente del mondo cominciando a tollerare questo o quell’altro peccato per accaparrarsi il loro favore e la loro amicizia.

Le persone del mondo giacciono tutte quante nel maligno che è il principe di questo mondo e perciò giacciono nelle tenebre. Solo il popolo di Dio giace nella luce e quindi esso deve illuminare il mondo, sia predicando loro la sana dottrina che praticandola senza per nulla mescolarla con le cose storte e perverse delle genti che sono tenebre. Se invece la Chiesa si conforma al mondo allora la Chiesa diventerà come una prostituta che genererà figli di prostituzione che porteranno le persone del mondo a maledire la Parola di Dio perché non la vedranno osservata neppure da quelli che si dicono l’assemblea degli eletti di Dio.

4) La Chiesa di Dio deve aborrire l’ignoranza delle sacre Scritture.

Questo lo deve fare perché la mancanza di conoscenza degli Scritti sacri costituisce per il diavolo un forte appoggio alla sua opera di seduzione perché tenendo nascosta la Parola di Dio ai credenti può fargli accettare se non tutte le sue menzogne almeno alcune, e vi assicuro che bastano anche poche menzogne del diavolo per mettere subbuglio nella Chiesa di Dio. Perciò fratelli vi esorto a investigare diligentemente le sacre Scritture e ad esaminare ogni cosa mediante di esse. Imparate a rigettare tutto quello che non è provabile con la Scrittura e ad accettare quello che è in armonia con l’insegnamento di essa.

5) La Chiesa di Dio non si deve organizzare come sono organizzate le organizzazioni umane, ossia gerarchicamente, in forma piramidale come si è organizzata la chiesa cattolica romana.

Quando la Chiesa si organizza sotto forma di denominazione con un presidente, un consiglio generale, dei comitati di zona ecc. diventa nel parlare un po’ come la chiesa cattolica romana, nel senso che si mette a sprezzare coloro che non fanno parte della sua stessa denominazione dicendo o facendo capire che fuori dalla loro cerchia non c’è salvezza o che coloro che non sono dentro il loro gruppo denominazionale e non vogliono entrarvi a fare parte non sono dei fratelli ma solo degli amici (e talvolta arrivano a dire che neppure amici sono). Il presidente di una organizzazione pentecostale italiana si è permesso di dire ad un fratello che se loro non entravano nella loro denominazione non li avrebbe chiamati fratelli cristiani ma bensì amici cristiani. Non fa lo stesso la chiesa cattolica romana verso quelli che non sono al suo interno? Non ci chiama forse gli altri Cristiani ma facendo presente che non possediamo la pienezza dei mezzi di salvezza? Ma come nel caso della chiesa cattolica romana bisogna dire che in seno a queste denominazioni che così tanto si vantano della loro storia secolare o decennale avvengono cose orripilanti a tutti i livelli. Gli scandali non si contano più sia dei loro presidenti che dei pastori sotto la loro direzione. C’è un gran numero di persone che ragionano come i Gesuiti anche in seno alle ‘gerarchie ecclesiastiche’ delle denominazioni non importa se pentecostali, battiste, valdesi ecc. Il fine giustifica i mezzi; la menzogna, la falsità, la doppiezza, gli inganni, denaro dato sotto banco, la tolleranza degli omosessuali, dell’aborto, del divorzio e delle seconde nozze, e dei divertimenti sono tutte cose che si possono praticare basta che il fine sia quello di portare più persone nel locale di culto ad ascoltare la Parola di Dio, più offerte per portare avanti l’opera di Dio, ecc. I Gesuiti dicono di fare tutto ad majorem Dei gloriam, e loro dicono alla gloria di Dio. Ma come si può pensare di praticare il male alla gloria di Dio? Ah, questo gesuitismo che serpeggia in mezzo al popolo di Dio quanto danno ha fatto e continua a fare! Tutti sono avidi di guadagno, assetati di potere temporale e non di potere spirituale (doni dello Spirito Santo), sono in concorrenza tra di loro e si fanno ogni sorta di torto. Sgambetti, gomitate, sono tutte cose all’ordine del giorno nella vita di questi che corrono dietro il vento. Sì, perché alla fine la loro è una corsa dietro al vento perché dice Mosè che quel che ne fa l’orgoglio non è che travaglio e vanità. Guai a loro porteranno la pena della loro iniquità, della loro arroganza, della loro invidia, e della loro falsità. Di Dio nessuno può farsi beffe, perché la pietra torna addosso a chi la rotola, e chi scava una fossa vi cadrà dentro. Ma costoro pensano che così non avvenga. Si illudono, a danno della loro anima. Ma arriverà il giorno in cui il Signore metterà in luce le loro opere inique e allora tutti vedranno che Dio non ha mai approvato il modo di agire perverso di questi ‘Gesuiti evangelici’ anche se magari durante le loro riunioni qualcuno si è convertito sentendo la Parola di Dio e il locale di culto in cui presiedevano la Domenica era pieno o stracolmo. Tutto questo fa parte di quei frutti amari che porta l’organizzazione ecclesiastica quando questa rispecchia canoni umani e non la Parola di Dio. Quindi, si tenga presente questo: l’organizzazione nella Chiesa ci vuole altrimenti ognuno farebbe quello che gli pare e piace e regnerebbe l’anarchia e il disordine invece che l’ordine, l’unione e la pace. Ma questa organizzazione deve essere conforme all’organizzazione della Chiesa antica così come la troviamo scritta negli Atti, nelle epistole e nell’Apocalisse. Organizzazione che è confermata dallo Spirito Santo e quindi non lo contrasta e non lo contrista. Allontanarsi da quell’esempio significa fare compromessi di ogni genere e riempirsi di guai e di dolori. E credo che la chiesa cattolica romana faccia capire chiaramente quali sono le conseguenze amare dei compromessi fatti per difendere i propri interessi e privilegi terreni. Oggi molti riconoscono che ci vuole un risveglio in seno alle denominazioni pentecostali perché vedono che oramai regnano la formalità e la mondanità nel loro mezzo, e questo è un buon sentimento, se per risveglio non si intende solo più persone che si convertono e vengono al locale di culto ma anche la presenza della testimonianza di Dio in aggiunta a quella dei suoi servitori, cioè la presenza di segni, prodigi, opere potenti svariate e doni dello Spirito Santo, la presenza dell’amore di Dio fra i fratelli, della pratica della giustizia di Dio, della santificazione e dell’umiltà così tanto rarefatta oggi. Ma io vorrei domandare a costoro: ‘Ma non avete mai pensato che l’organizzazione denominazionale sia uno dei motivi che impediscono ai credenti di tornare a camminare per i sentieri antichi? Riflettete alle conseguenze che ha portato la denominazione con tutti i privilegi statali e vedrete che fino a quando non deciderete di rinunciare anche voi al vostro papato non potrà esserci nessun ritorno sincero al Signore perché questo ritorno sarà sbarrato da tanti e tanti impedimenti che trovano la loro radice nell’organizzazione umana. E quand’anche ci fosse un principio di ritorno al Signore in seno ad una denominazione da parte di una comunità di credenti questo non sarebbe ben visto dalla ‘curia evangelica’ perché un vero ritorno al Signore di una Chiesa significa perdere il controllo di essa. I vertici cercherebbero subito di soffocare il risveglio. Ma non ci riuscirebbero perché il vero risveglio è inarrestabile; potranno ostacolarlo ma non fermarlo. Il vento soffierà impetuoso; chi cercherà di fermarlo sarà definito un insensato. E così dovrete uscire dalla denominazione; non ci sarà altra scelta. Rimanere dentro significherebbe la rovina del risveglio. Ma vegliate affinché una volta usciti non cadiate nella stessa trappola da cui siete usciti; cioè badate a non formare voi un altra denominazione. Rimanete organizzati esclusivamente a livello locale, con un pastore, degli anziani e dei diaconi, e continuate a servire il Signore nella semplicità del cuore vostro senza il minimo desiderio di piacere a questo mondo perverso.

6) Come i papi hanno perseguitato coloro che mettevano in discussione la loro autorità temporale e quella spirituale (quando per esempio questi si arrogavano il diritto di poter deporre i re e sciogliere i sudditi dal giuramento di fedeltà verso i loro sovrani, o dicevano di essere infallibili e non giudicabili da parte di nessuno, ecc.) e si mettevano contro le dottrine che non hanno nessun fondamento nella Scrittura perché invenzioni umane e che la chiesa cattolica romana predicava, e riprovavano la loro condotta dissoluta, così anche oggi i presidenti delle denominazioni che sono dei piccoli papi fanno lo stesso verso coloro che riprovano la loro arroganza, che riprovano quelle dottrine da loro insegnate che non hanno fondamento nella Scrittura. Sono a capo di un impero terreno, hanno l’appoggio dell’autorità statale, e quindi si sentono al sicuro e liberi di potere diffamare o agire in altre maniere contro tutti coloro che gli danno fastidio, che secondo loro mettono a repentaglio con i loro scritti e le loro parole l’unione della Chiesa (un po’ come quando i papi si scagliarono contro i riformatori accusati da loro di guastare la vigna di Dio). Ora, è vero che taluni sono contro la Chiesa perché predicano eresie di perdizione e dottrine che quantunque non siano di perdizione sono sempre malefiche, e perciò vanno ammoniti severamente. Ma è altresì vero che taluni non sono per nulla contro la Chiesa insegnando certe cose ma solo contro la menzogna, la falsità e l’arroganza, e la mondanità ma purtroppo agli occhi di taluni sono gente che provoca divisioni e che non amano i fratelli, quando non è così. Costoro naturalmente a chi danno fastidio? A coloro che vogliono che le cose rimangano in una certa maniera e vadano avanti in una precisa maniera per interessi personali e denominazionali. E perciò è inevitabile che essi siano perseguitati da questa categoria di persone. Considerate da vicino il comportamento dei papi e vedrete che anche in questo caso si trovano delle forti somiglianze con il comportamento di alcuni che si dicono Evangelici.

7) Dio è più grande dell’uomo e come a suo tempo strappa dalle fauci del papa cattolico coloro che lui ha predestinato ad essere giustificati, così a suo tempo strappa dalle mani di questi ‘papi evangelici’ coloro che lui ha deciso di illuminare per fargli capire che essi sono stati riscattati a prezzo per servire Dio nella semplicità del loro cuore seguendo i suoi comandamenti, e non per diventare di nuovo schiavi di uomini che hanno l’apparenza di servitori di Dio ma nella realtà sono servi del loro ventre perché provocano scandali di ogni genere e le dissensioni contro l’insegnamento che abbiamo ricevuto dai santi apostoli.

A Dio il nostro Salvatore che nella sua grazia ci ha tratto all’ubbidienza della fede e in essa ci rende saldi sia la gloria ora e in eterno. Amen.

 


[1] Studiando la storia degli Ebrei si vedrà che molte volte essi sono scesi in Egitto in cerca di soccorso e ciò tornò a loro confusione. Per esempio come dopo la distruzione di Gerusalemme quando i superstiti pensarono che scendendo in Egitto non avrebbero più visto la guerra, e non avrebbero più sofferto la fame, e disubbidirono a Dio che gli aveva detto tramite Geremia di rimanere nel paese di Giuda perché sarebbe stato con loro e non avrebbero dovuto temere, ed invece Dio li mandò a punire là in Egitto dove essi si credevano al sicuro (cfr. Ger. 42:1-22; 43:1-13; 44:1-30).

[2] La storia del popolo d’Israele ci insegna questo. Per esempio ai giorni di Giuseppe gli Ebrei in Egitto ebbero il favore di Faraone, ma morto Giuseppe sorse un Faraone che li perseguitò. Si tenga presente però che Giacobbe e i suoi non scesero a rifugiarsi in Egitto perché non confidavano in Dio, ma perché Dio aveva operato in tale maniera in loro favore che essi non fecero nulla per ricevere tutti quegli aiuti da Faraone in quel tempo di bisogno.

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