La Chiesa Cattolica Romana. Conclusione

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Fratelli, termino questo mio scritto contro la chiesa cattolica romana facendovi partecipi di alcune cose.

Un appello alla fratellanza

Siamo negli ultimi termini dei tempi, sappiamo che deve venire l’apostasia e che i suoi albori sono già apparsi, ma molti tra di noi pare che abbiano dimenticato da tanto tempo che se l’Evangelo è potuto giungere a noi come l’abbiamo ricevuto lo dobbiamo alla grazia di Dio, il quale nel corso dei recenti secoli passati ha illuminato degli uomini qui in Europa traendoli dalle fauci del papato; degli uomini coraggiosi che benché non sempre affermarono cose giuste e vere pure ebbero in comune tutti la dottrina della giustificazione per fede. Essi formarono un potente esercito contro il quale il papato si scagliò in ogni maniera; cercò prima di persuaderli che stavano affermando il falso, poi vedendo che si mantenevano saldi in questa dottrina li scomunicò e li perse­guitò. Sì, li perseguitò in ogni maniera perché li considerò eretici ed apostati, li maledisse, alcuni di loro li diede nelle mani del braccio secolare affinché fossero messi a morte. Anche coloro che cominciarono a tradurre la Bibbia nella lingua volgare per farla conoscere al popolo furono perseguitati dura­mente dal papato; e questo perché la curia romana non voleva che il popolo leggesse ciò che era scritto per paura che si accorges­se degli errori da essa insegnati e perpetrati. Diversi fatti storici attestano questo. Ma grazie siano rese a Dio perché nonostante questa dura opposi­zione del papato la Parola di Dio si divulgò sempre di più tra i Cattolici romani che mai prima di allora l’avevano letta; e molti di essi persuasi da essa che il papa non poteva essere il vicario di Cristo e i suoi vescovi non potevano essere i succes­sori degli apostoli si separarono dalla chiesa romana. Ma perché dico tutte queste cose? Per ricordarvi che in quel tempo quando ancora c’erano le inquisizioni contro coloro che rifiutavano di sottostare al papa e che proclamavano che si viene giustificati per la sola fede, ci furono coloro che non si la­sciarono intimidire affatto dalle minacce del papato ma con la forza che il Signore gli diede proclamarono il Vangelo e lo difesero. E se noi oggi abbiamo la grazia di leggere la Bibbia nelle nostre lingue è anche perché degli uomini nel corso dei secoli passati predicarono la Parola di Dio e la tradussero in lingua volgare quando infuriava contro di loro la persecuzione del papato. Essi dovettero affrontare tanti scherni, tante lotte, e tante persecuzioni dall’autorità papale perché difesero stre­nuamente il Vangelo, confutarono pubblicamente le eresie cattoli­che romane anche mediante dei loro scritti e non solo a parole. Oggi, però, da quello che vedo, in seno alla fratellanza qui in Italia le cose sono per certi versi cambiate perché troppo pochi fanno udire la loro voce di protesta in difesa del Vangelo e contro le eresie della chiesa cattolica romana. Eppure le eresie di perdizione della chiesa romana non sono né scomparse e né diminuite in questi secoli dopo la Riforma, anzi sono aumentate e non danno segno di diminuire. Vi esorto fratelli, a non abbassare la guardia, ma a vigilare in ogni cosa perché il diavolo va ancora attorno ai santi a guisa di leone ruggente cercando chi possa divorare; oggi come molti secoli fa il diavolo si usa anche della chiesa romana per sedurre le persone e per cercare di traviare i credenti. Per questo è necessario continuare a proclamare con ogni franchezza la parola della fede, e a difendere il Vangelo dai continui attacchi che la curia romana sferra contro di esso. Oggi, più che mai bisogna darsi da fare per predicare in ogni maniera la parola della croce ai Cattolici, e per confutare pubblicamente le loro dottrine malefiche che hanno ingannato centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Bisogna farlo senza paura e senza farsi ingannare da questi continui sforzi che essa sta facendo per farci avvicinare ad essa. Nonostante in alcuni casi hanno cambiato il vestito, ed alcuni loro atti ceri­moniali e nonostante molti di loro si mettono a cantare alcuni nostri stessi cantici, si mettono a pregare non più meccanicamente come una volta, nonostante nel suo seno è sorto il movimento carisma­tico i cui aderenti affermano di avere ricevuto lo Spirito Santo e di credere nelle guarigioni per mezzo del nome di Gesù, pure questa organizzazione rimane sempre la stessa nella sostanza. Si mantiene in piedi con tutto il suo bagaglio di eresie, con tutta la sua pompa e con tutto il suo potere temporale; la sua arrogan­za è la stessa di secoli fa, la sua astuzia pure.

Faccio appello alla vostra carità affinché se fino ad ora siete stati a guardare o ad ascoltare solamente vi leviate anche voi in difesa del Vangelo, se invece il vostro sforzo si é infiacchito vi esorto a fortificarvi nella grazia di Dio ed a perseguire in questa buona lotta con l’aiuto che viene da Dio. Se invece siete indifferenti a tutto ciò vi dico di svegliarvi dal vostro sonno. Considerate per un momento gli sforzi che fanno i Cattolici per diffondere le loro eresie di perdizione; ora, se loro che non si vergognano di proclamare tante cose storte si affaticano per diffonderle e difenderle strenuamente non dobbiamo noi che abbia­mo conosciuto la verità dimostrare più zelo ancora nel proclamare la verità? Se loro nella loro ignoranza cercano di confutare inutilmente la verità che noi proclamiamo, non dobbiamo noi che abbiamo ricevuto la conoscenza della verità fare di tutto per confutare le loro eresie? E’ una guerra fratelli; una guerra nella quale ciascuno mette in campo le sue armi. I nostri nemici carnali sedotti dai nostri nemici spirituali cercano con la menzogna di annientare la verità che annunciamo pensando di riuscirci dimenticando che nulla si può fare contro la verità, perché quello che si può fare è per la verità. Noi invece che siamo stati illuminati da Dio usiamo la parola della verità per distruggere i loro vani ragionamenti che si ergono contro la conoscenza di Dio; la vittoria è nostra perché siamo in Cristo Gesù. Non è inutile questa guerra, non è tempo sprecato combattere per il Vangelo cercando di persuadere i Cattolici romani delle cose relative al regno di Dio; il tempo lo si spreca quando si cerca il loro favore, non quando li si esorta a ravvedersi e a credere nel Vangelo. Alcuni però si vergognano di combattere questa guerra, quasi che si trattasse di andare in guerra contro dei fratelli! Ma quali fratelli? Altri ancora non vogliono polemizzare – questo è il verbo che usano – con i Cattolici (questo lo si sente ripetere purtroppo anche a RadioEvangelo qui a Roma). E qui mi trovo costretto a dire alcune cose. Ora, polemizzare significa, secondo il dizionario della lingua italiana, ‘discutere per il gusto di discutere, piuttosto che per arrivare ad una conclusione’ ed è un verbo che non è presente nella sacra Scrittura. Nondimeno va detto che se per non volere essere polemici si intende non volere litigare allora anche noi non vogliamo polemizzare con nessuno perché la Scrittura ci dice che il servo del Signore non deve contendere cioè non deve essere litigioso ma mite verso tutti. Ma se per non volere fare polemica si intende che non si vogliono confutare (che significa dimostrare la falsità di un’argomentazione) mediante le sacre Scritture (e la sapienza che Dio ci ha donato) pubblicamente o privatamente le tante dottrine papiste che stanno menando in perdizione milioni di anime allora noi vogliamo essere polemici o polemisti perché Gesù prima e gli apostoli poi hanno confutato le false dottrine dei loro tempi e lo fecero pure pubblicamente. Cioè essi hanno ribattuto ai loro avversari con le Scritture e con la sapienza di Dio per dimostrare che essi erravano. Anche Apollo fece ciò infatti di lui si dice che a Corinto confutava pubblicamente i Giudei. Ma perché costoro non vogliono polemizzare (inteso nel secondo senso)? Perché hanno paura del papato, di questo impero che qui in Italia ha la sua sede centrale e che ancora oggi è in grado di procurare delle ‘noie’ a coloro che gli danno apertamente fastidio perché basta una parola del papa (che qui in Italia ha quasi tutti ai suoi piedi) a qualche ministro del Governo per scatenare una ‘persecuzione’ (anche se solo verbale) contro di loro.[1] E perciò essi si studiano di avere buoni rapporti di vicinato con il papato per non trovarsi il governo italiano contro di loro che potrebbe minacciarli di togliergli certi privilegi ottenuti dal governo (ottenuti naturalmente col permesso del papa), preferendo tacere o se non proprio tacere evitare termini o espressioni che potrebbero sembrare offensivi nei confronti della ‘santa chiesa cattolica apostolica romana’. Per esempio non dicono chiaramente che pregare Maria, la madre di Gesù, è idolatria e che quindi coloro che la pregano e invocano sono degli idolatri sulla via che mena all’inferno; che il papa definendosi vicario di Cristo bestemmia, e che in effetti non è un ministro di Cristo ma un ministro di Satana, che i pellegrinaggi, le processioni, e tante altre devozioni cattoliche sono delle menzogne, che il purgatorio è una dottrina di demoni, e che la messa è un sacrilegio perché pretende essere la ripetizione del sacrificio di Cristo, e così via. E se talvolta devono riprovare qualche cosa del cattolicesimo lo fanno o in tono scherzoso o superficialmente (di sfuggita) o indirettamente, ma mai con quella franchezza, gravità e pienezza di convinzione, che ci vogliono per fare capire ai Cattolici romani che ascoltano o che sono presenti nel locale di culto che rimanere attaccati al papa, a certe dottrine o devozioni significa andare all’inferno nelle fiamme. Ricordo che un giorno, durante il periodo in cui la statua di Maria a Civitavecchia si era messa improvvisamente a ‘piangere’ sangue, mi capitò di ascoltare un programma radiofonico a RadioEvangelo in cui si parlava di questi fenomeni ‘miracolosi’. Bene, quando si trattò di dovere fare riferimento alla statua di Maria di Civitavecchia non venne menzionata per nome, però ricordo che quando si trattò di fare riferimento ad un idolo dell’Oriente (di cui si diceva operasse prodigi) che aveva pure un nome molto complicato allora il nome fu fatto! La ragione mi sembra ovvia. Insomma, costoro vogliono procacciare quella che taluni definiscono erratamente ‘pacifica convivenza fraterna’. E si vedono le conseguenze negative di questo loro atteggiamento, infatti molti fratelli non sanno come confutare i Cattolici romani anzi – voglio dire – in molti casi non vogliono confutarli perché non devono ‘polemizzare’. Ah, se questi pastori, invece che riempire di battute e di barzellette le loro predicazioni, o se invece di presentare il Vangelo con discorsi persuasivi di sapienza umana, si mettessero a confutare pubblicamente le eresie papiste così tanto radicate nei cuori delle persone in questa nazione farebbero veramente una cosa lodevole ed utile.

Io, Giacinto, termino questo mio scritto dicendo questo. Io sono avverso a ogni dottrina perversa proclamata da questa organizzazione religiosa, che si definisce falsamente la Chiesa di Cristo, come lo furono prima di me e come lo sono tuttora molti altri in questa nazione e all’estero: e questa mia avversione l’ho manifestata in quest’occasione scrivendo contro le sue eresie con la speranza che voi fratelli nel Signore leggendo queste confutazioni possiate capire meglio cosa è il cattolicesimo, e confutarlo più efficacemente, e molti Cattolici leggendo queste confutazioni siano persuasi dal Signore stesso di essere stati ingannati e rientrando in loro stessi escano da questo carcere sotterraneo per unirsi ai santi che camminano alla luce della Parola di Dio.

 


[1] Per farvi capire come in questa nazione chi parla apertamente contro il papato si attira inequivocabilmente anche l’inimicizia del governo italiano e dei maggiori partiti politici, basterà considerare che nel momento in cui l’onorevole Umberto Bossi, ha detto della chiesa cattolica romana che lei si deve occupare di cose spirituali e non di cose temporali, ed ha ricordato alcuni fatti storici quali l’Inquisizione che perseguitò anche i ‘dissidenti’ politici che erano avversi al potere temporale del papato, si è scatenato contro di lui una tempesta perché ha cominciato ad essere ammonito sia da uomini politici che dal papato. Mi preme dire che ho citato questo esempio solo per farvi capire come nel momento che si dicono pubblicamente alla chiesa cattolica romana certe cose che sono vere, allora quella che è chiamata il ‘gigante buono’ si mostra quella che è sempre stata; la chiesa che non ammette che qualcuno le dica che non si deve occupare di politica o che il potere temporale che essa possiede non è in armonia con l’insegnamento del Vangelo, e tante altre cose. E’ vero che l’onorevole Bossi ha parlato da uomo politico che porta avanti certe idee politiche che noi non appoggiamo (come non appoggiamo le idee politiche di nessun altro politico perché non facciamo politica), che ha usato pure parole oltraggiose nei confronti della curia romana che noi non siamo chiamati ad usare contro i nostri nemici, ma rimane un dato di fatto; egli ha detto pure delle cose vere contro cui, chi conosce la storia del papato, non può dire che siano false, e che ricordano come il papato nel corso dei secoli ha fatto uso della violenza per estendere e mantenere il suo potere. Riflettete fratelli sulla reazione del papato ai discorsi di Bossi, perché essa dice molte cose.