Le accuse rivolteci confutate

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Abbiamo dimostrato che la chiesa cattolica romana mente quando afferma di essere la sola Chiesa di Cristo perché solo lei è una, santa, cattolica e apostolica. Vediamo adesso in che maniera il catechismo romano parla delle chiese che non sono sotto la giuri­sdizione del loro papa: ‘La sola Chiesa Cattolica-Romana è la Chiesa di Gesù Cristo; le altre, quantunque si dicano cristiane, non sono e non possono essere la Chiesa di Gesù Cristo. Infatti nessuna di esse ha né può avere le singolari distintive qualità della Chiesa di Gesù Cristo; nessuna di esse è una, santa, cattolica e apostolica’.[1]

Nei dettagli le accuse sono queste.

–  Unità. Ci viene detto che noi non possediamo l’unità perché siamo centinaia di sette e ognuno crede quello che gli pare, perché non abbiamo la messa e né altro sacrificio, perché c’è chi tra noi ammette due sacramenti, chi tre, chi cinque, chi nessuno, e perché non siamo governate dal successore di Pietro.

Rispondiamo. Innanzi tutto vogliamo dire che quantunque le Chiese evangeliche portino nomi diversi, e sono in grande numero, pure tutti quei loro membri che sono veramente nati di nuovo formano un unico corpo, perché hanno creduto nello stesso Signore, e hanno lo stesso Padre. Sono stati battezzati dello stesso batte­simo, e hanno la stessa speranza. Ci teniamo a precisare però che noi non riconosciamo né il battesimo degli infanti e neppure quello per infusione amministrato da alcune chiese perché non conforme alla Scrittura.

E’ vero che tra le Chiese evangeliche non tutti accettano tutte le dottrine bibliche; perché le divergenze dottrinali ci sono, noi questo non lo disconosciamo, ma riconosciamo altresì che tutti predicano la dottrina della giustificazione per sola fede, che è la dottrina che permette agli uomini di nascere di nuovo ed entrare nel regno di Dio e la maggiore parte insegna e pratica il battesimo in acqua. Ma tutt’altra cosa è quando si parla della chiesa cattolica romana; essa infatti con la sua tradizione ha annullato la dottrina cardine del Vangelo. Da questo il nostro profondo dissenso con lei.

Per quanto riguarda i sacramenti (che taluni chiamano ordinamenti come noi); c’è chi ne ha due, chi tre, chi nessuno (come purtroppo l’Esercito della sal­vezza); questo è vero. Ma nonostante questo noi con questi nostri fratelli che riconoscono tre ordinamenti perché vi aggiungono la lavanda dei piedi, o con quelli che purtroppo non hanno il batte­simo e la cena del Signore ci sentiamo ugualmente legati dalla fede in Cristo. Riproviamo però fermamente il fatto che l’Eserci­to della salvezza abbia tolto il battesimo e la cena del Signore; non siamo per nulla d’accordo con questo, ma pure sappiamo che tra di loro ci sono tanti fratelli, nati veramente d’acqua e di Spirito. Non abbiamo la messa perché Cristo non l’ha istituita; essa è un atto profano. Offriamo a Dio però altri sacrifici; quello della lode, le opere di beneficenza, le azioni di grazie.

Non siamo governati dal successore di Pietro e neppure dai suc­cessori degli apostoli; ecco l’altra accusa. Ma l’apostolo Pietro e gli apostoli con lui non hanno lasciato successori. Le chiese locali sono governate da pastori che sono assistiti da degli anziani o in alcuni casi solo da un collegio di anziani. Ci sono poi tante chiese che si sono unite per formare una denominazione in cui purtroppo troviamo una forma gerarchica, che assomiglia a quella papale. Ma noi non siamo d’accordo con questo tipo di organizza­zione perché non ha fondamento nella Scrittura.

–  Santità. Le accuse sono queste. Non la possediamo perché siamo stati fondati da uomini ribelli, non abbiamo i mezzi per santifi­care gli uomini perché abbiamo rinnegato la maggiore parte dei sacramenti e la messa, e quelli che conserviamo non sono che cerimonie. La nostra dottrina non è santa perché si fonda sulla negazione del libero arbitrio, della necessità delle opere buone, e sulla sufficienza della fede per salvarsi.

Rispondiamo. Non è vero che siamo stati fondati da Lutero e Calvino; loro sono stati uomini di cui Dio si è usato per operare una riforma, tutto qua. Per quanto riguarda la loro condotta diciamo che a ciò che ci viene dato a conoscere non furono irre­prensibili; per le loro colpe dovranno rendere conto a Dio. Ma è altresì vero che la curia romana ha lanciato ogni sorta di calun­nie contro questi due uomini tanto è stata indispettita dal fatto che essi hanno risvegliato negli uomini l’amore per la Scrittura. Noi riteniamo di essere stati edificati sul fondamento che è Cristo Gesù, e da lui stesso.

Non abbiamo i mezzi per santificare gli uomini. Se per mezzi si intendono i sette sacramenti romani, è vero che noi non li abbia­mo, ma perché non sono scritturali. Essi non santificano proprio nessuno. Ma abbiamo con noi Cristo che è “Colui che santifica”,[2] egli è il mezzo per mezzo del quale gli uomini vengono santifica­ti; per mezzo di lui si ottiene la grazia, per mezzo della fede in lui si viene santificati. Che bisogno c’è dunque dei sette sacramenti romani? Nessuno.

Quanto agli ordinamenti che possediamo è vero che essi non conferiscono la grazia ma pure li celebriamo con la massima serietà e devozione, così come sono stati istitui­ti da Cristo. Non è vero che neghiamo il libero arbitrio, perché insegniamo che l’uomo possiede una volontà personale, però questa sua volontà rimane sempre soggetta a Dio. L’uomo nasce corrotto, total­mente corrotto, incapace di scegliere la via della salvezza. Quando l’uomo decide di invocare il Signore per la sua salvezza, lo fa in virtù del decreto che Dio ha formato in se stesso prima della fondazione del mondo. L’uomo però è ignaro di questo quando prende questa decisione; lo scoprirà però dopo. Parleremo della predestinazione, Dio volendo, in altra occasione. Neghiamo la necessità delle opere buone per salvarsi; è vero, perché si viene salvati soltanto per la fede in Cristo; la Scrit­tura lo insegna ripetutamente questo. Non neghiamo però la neces­sità di fare frutti del ravvedimento (le opere buone) dopo essere stati salvati, per rendere ferma la nostra elezione a salvezza. Le opere buone devono essere praticate dai riscattati.

–  Cattolicità. Non la possediamo perché esistiamo solo da circa quat­trocentocinquanta anni.

Rispondiamo. Non è affatto vero, perché le nostre origini risalgono a più di mille novecento anni fa. Precisamente risalgono al giorno in cui la prima persona credette che Gesù era il Cristo; quello fu il primo credente in Cristo, il nostro primo fratello.

–  Apostolicità. Noi non la possediamo perché non siamo fondati sugli apostoli né sulla loro predicazione, ma sulla dottrina dei vari Lutero, Calvino e altri che erano ribelli alla dottrina degli apostoli.

Rispondiamo. Falso, noi siamo apostolici, perché la nostra predicazione è in armonia con quella degli apostoli. Lutero e Calvino si ribellarono piuttosto alla dottrina dei falsi apostoli, cioè della curia romana; per questo furono etichettati ribel­li. Essi insegnarono la giustificazione per sola fede in opposizione alla dottrina della salvezza per opere predicata dalla curia romana, ed in questo proclamarono ciò che è giusto.

 


[1] Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 209

[2] Ebr. 2:11