Gli empi saranno tormentati per sempre nel fuoco eterno

Gli Avventisti del Settimo Giorno – Indice  >  Gli ultimi eventi  >  La sorte dei malvagi alla risurrezione  >  Confutazione – Gli empi saranno tormentati per sempre nel fuoco eterno

La dottrina dell’annichilimento o annientamento dei malvagi è falsa. La Scrittura dice chiaramente che gli empi saranno tormen­tati per l’eternità nel fuoco eterno, e non solo per un tempo finché il fuoco della Geenna non li avrà consumati.

Quando Gesù disse che cosa dirà in quel giorno a quelli della sua sinistra, finì il discorso dicendo a loro riguardo: “E questi se ne anderan­no a punizione eterna”.[1]

In Isaia a proposito del giudizio che subiranno quelli che si sono ribellati a Dio è scritto: “Il loro verme non morrà, e il loro fuoco non si estinguerà”,[2] e queste parole furono citate da Gesù in relazione alla geenna ossia al fuoco eterno quando disse: “E se la tua mano ti fa intoppare, mozzala; meglio è per te entrar monco nella vita, che aver due mani e andartene nella geenna, nel fuoco inestinguibile”.[3]

Nel libro dell’Apocalisse a proposito del diavolo, della bestia e del falso profeta che saranno gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo è detto: “E saran tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli”,[4] e siccome che là saranno gettati pure i codardi, gli increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornica­tori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi,[5] di conse­guenza anche quest’ultimi saranno tormentati per l’eternità. Sì, tormentati per sempre senza alcuna possibilità di avere requie. Ma in che cosa consisterà questo tormento; in dolori atroci continui che gli empi patiranno su tutto il corpo che li porte­ranno a piangere e a stridere i denti tanto saranno grandi. Non dimentichiamoci che il luogo di tormento è pieno di fuoco e che là gli empi bruceranno per sempre in mezzo alle fiamme senza possibilità alcuna di dissetarsi. Riteniamo che come non si possono esprimere a parole le gioie e la pace e la gloria che i santi sperimenteranno durante l’eternità con il Signore, così non si possono esprimere a parole i dolori e le angosce che gli empi subiranno per l’eternità.

Nel libro dell’Apocalisse vi sono due luoghi dove si parla di tormenti temporanei che ci dovrebbero fare riflettere.

Nel primo è scritto: “Poi sonò il quinto angelo, e io vidi una stella caduta dal cielo sulla terra; e ad esso fu data la chiave del pozzo dell’abisso. Ed egli aprì il pozzo dell’abisso; e dal pozzo salì un fumo simile al fumo di una gran fornace; e il sole e l’aria furono oscurati dal fumo del pozzo. E dal fumo uscirono sulla terra delle locuste; e fu dato loro un potere pari al potere che hanno gli scorpioni della terra. E fu loro detto di non danneggiare l’erba della terra, né alcuna verdura, né albero alcuno, ma soltanto gli uomini che non aveano il suggello di Dio in fronte. E fu loro dato, non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi; e il tormento che cagionavano era come quello prodotto da uno scorpione quando ferisce un uomo. E in quei giorni gli uomini cercheranno la morte e non la troveranno, e desidereranno di morire, e la morte fuggirà da loro”.[6] Come potete vedere verrà un giorno in cui sulla terra per un certo periodo di tempo gli uomini che non avranno il sigillo di Dio ver­ranno tormentati da delle terribili cavallette e così grandi saranno i tormenti che essi cercheranno la morte ma la morte fuggirà da loro. Questo sarà solo un tormento temporaneo a cui saranno sottoposti i ribelli ma ci dovrebbe fare riflettere su cosa invece significherà per gli uomini essere tormentati per l’eternità dal fuoco. In altre parole queste parole scritte nell’Apocalisse ci servono per capire quanto terribili siano i tormenti che Dio infliggerà ai peccatori.

L’altro passo in cui si parla di tormenti sperimentati dagli uomini sulla terra è questo: “Essi hanno il potere di chiudere il cielo onde non cada pioggia durante i giorni della loro profezia; e hanno potestà sulle acque di convertirle in sangue, e potestà di percuotere la terra di qualunque piaga, quante volte vorranno. E quando avranno compiuta la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso moverà loro guerra e li vincerà e li ucciderà … E gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti avranno tormentati gli abitanti della terra”.[7] Anche in questo caso si parla di tormenti che sperimenteranno gli uomini durante la profezia di questi due unti, ossia durante tre anni e mezzo; questi tormenti a cui gli abitanti della terra saranno sottoposti saranno così grandi che quando questi due unti di Dio saranno messi a morte gli abitanti della terra faran­no festa e si manderanno dei regali. Paragoniamo questi tormenti con quelli della geenna; se questi dopo tre anni e mezzo avranno fine che si deve dire di quelli del fuoco eterno che non avranno mai fine? Se gli abitanti della terra si rallegreranno quando quei tormenti finiranno che faranno gli uomini nella geenna che non vedranno mai i loro tormenti finire? Piangeranno e strideran­no i denti e urleranno dall’angoscia. Per loro non ci sarà la possibilità di rallegrarsi mai perché quei tormenti non finiranno mai.

Alla domanda: ‘Se i malvagi fossero fatti soffrire nel fuoco per l’eternità dove sarebbe la misericordia di Dio?’ Noi rispondiamo agli Avventisti: ‘Piuttosto, noi diciamo, se così non fosse dove sarebbe la giustizia di Dio? E poi, perché dovremmo intendere letteralmente che il Signore darà “vita eterna a quelli che con la perseveranza nel bene oprare cercano gloria e onore e immorta­lità”[8] il che significa che noi vivremo sempre con il Signore, e non intendere invece letteralmente che il Signore infliggerà una punizione eterna ai peccatori quando in quel giorno li giudicherà e condannerà (eterna non nel senso che i suoi effetti saranno eterni perché gli empi torneranno a non esistere per sempre, ma perché saranno continuamente tormentati dal fuoco)? Perché dunque gli Avventisti interpretano letteral­mente le parole dell’Apocalisse: “I suoi servitori gli serviran­no… ed essi regneranno nei secoli dei secoli”,[9] e dicono che i giusti regneranno in eterno, ma non interpretano altresì lette­ralmente queste parole scritte sempre nell’Apocalisse: “Il fumo del loro tormento sale ne’ secoli dei secoli… e saran tormen­tati giorno e notte, nei secoli dei secoli”,[10] dicendo che questo tormento non può essere eterno?

Se i giusti erediteranno la vita eterna, e regneranno nei secoli dei secoli sulla nuova terra che il Signore creerà, solo perché si sono ravveduti e hanno creduto nel Vangelo ed hanno persevera­to nella fede e nel buon operare fino alla fine, e questa è una manifestazione della grande bontà di Dio, non vediamo per quale motivo i malvagi che rifiutano di pentirsi e di credere nel Vangelo, ma seguono la durezza del loro cuore e il loro cuore impenitente fino alla fine non dovrebbero ricevere l’equivalente di quanto riceveranno i giusti, ma in sofferenza eterna, come manifestazione della severità di Dio.

Come Dio continuerà a manifestare la sua benignità verso i suoi figliuoli anche dopo morti, per l’eternità, così Egli continuerà a manifestare la sua severità verso i figliuoli del diavolo anche dopo che essi moriranno continuando a far dimorare su loro la sua ira secondo che è scritto: “Chi rifiuta di credere al Figliuo­lo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui”.[11]

Non fatevi prendere da falsi sentimentalismi fratelli; Dio è giusto, e se ha stabilito di destinare gli impenitenti a punizione eterna, vuol dire che questo è quello che meritano. Noi non possiamo incolpare Dio di essere troppo severo, o senza pietà, solo perché dal punto di vista umano la sofferenza eterna sembra un castigo esagerato per gli empi. Non guardate all’apparenza delle cose; l’apparenza inganna, ma la Parola di Dio no. Pure gli Avventisti ingannano gli uomini dicendo loro che le pene dei malvagi non saranno eterne; perciò guardatevi da questa loro falsa dottrina.

 


[1] Matt. 25:46

[2] Is. 66:24

[3] Mar. 9:43

[4] Ap. 20:10

[5] Cfr. Ap. 21:8

[6] Ap. 9:1-6

[7] Ap. 11:6-7,10

[8] Rom. 2:7

[9] Ap. 22:3,5

[10] Ap. 14:11; 20:10

[11] Giov. 3:36