La distruzione degli empi di cui parla il Nuovo Testamento spiegata mediante le Scritture ed il greco

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Nel Nuovo Testamento ci sono dei passi che appa­rentemente fanno capire che i peccatori saranno distrutti nel senso che saranno fatti tornare alla non esistenza; sono questi i passi che prendono coloro che negano che gli empi saranno tormen­tati per l’eternità, tra cui anche gli Avventisti. Ma esaminando bene questi passi, confrontandoli con altre Scritture ed esaminando i termini greci usati per descrivere la distruzione degli empi emerge che questa distruzione non è affatto da inten­dersi un annichilimento ma un venire ridotti alla miseria e alla inutilità.

Prendiamo le seguenti parole di Gesù: “Temete piuttosto colui che può far perire e l’anima e il corpo nella geenna (kai psuchen kai soma apolesai en geennei)”.[1] Alcune tradu­zioni della Bibbia al posto di fare perire hanno distruggere (tra queste c’è la Revised Standard Version) perché nel greco la parola apollumi significa anche ‘distruggere’, e i sostenitori dell’annichilimento dei malvagi appoggiandosi al verbo di­struggere dicono che hanno ragione nel dire che i peccatori verranno annichiliti perché lo ha detto anche Gesù. Ma le cose non stanno affatto così perché il verbo greco apollumi che signi­fica ‘fare perire’ e ‘distruggere’ non significa fare tornare al nulla; e questo lo si può constatare da questi altri versi dove esso è usato. “Ma i capi sacerdoti e gli anziani persuasero le turbe a chieder Barabba e far perire (apollumi) Gesù”;[2] è chiaro che i capi sacerdoti volevano che Gesù fosse ucciso e quindi reso inattivo e non che fosse annichilito. “Neppur si mette del vin nuovo in otri vecchi; altrimenti gli otri si rompono, il vino si spande e gli otri si perdono (verbo: apollumi) …”;[3] anche qui il verbo greco apollumi non può significare che gli otri sono anni­chiliti e tornano a non esistere ma solo che essi si rompono e diventano inutili. Quindi come i capi sacerdoti volevano distrug­gere Gesù facendolo morire e come gli otri vecchi se ci si mette il vino nuovo dentro si rompono e si distruggono, e in ambedue i casi non si può parlare di annichilimento, così anche quando il Signore farà perire o distruggerà gli empi, anima e corpo, nella geenna, essi non saranno annichiliti ma continueranno ad esistere in una miseria assoluta e inutilmente nella geenna, ossia nel fuoco eterno.

Un altro passaggio che apparentemente fa capire che i peccatori saranno annichiliti è questo ai Tessalonicesi: “I quali saranno puniti di eterna distruzione, respinti dalla presenza del Signo­re…”.[4] Qui la parola greca per distruzione è olethros, che viene tradotta anche con ‘perdizione’ alcune volte, ed anche qui non significa annichilimento. Vediamo in quali altri passi è usata la stessa parola greca per capire come essa non può significare annichilimento. Ai Corinzi Paolo dice: “Ho deciso che quel tale sia dato in man di Satana, a perdizione della carne (eis olethron tes sarkos), onde lo spirito sia salvo nel giorno del Signor Gesù”;[5] e noi sappiamo che quell’uomo che si teneva la moglie di suo padre non fu dato in mano di Satana affinché fosse annichilito ma fu dato in mano di Satana affinché fosse distrutto fisicamente tramite qualche grave malattia. Paolo dice ai Tessalonicesi: “Quando diranno: Pace e sicurezza, allora di subito una improvvisa ruina (aiphnidios olethros) verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno affatto”[6] (Diodati ha tradotto olethros con perdizione). Ma anche in questo caso non si può dire che la rovina o la perdizione che sopraggiungerà su coloro che diranno pace e sicurezza consista in un annichilimento, perché se fosse così costoro che vengono di­strutti non potrebbero poi nell’ultimo giorno comparire davanti al trono di Dio perché tornerebbero alla non esistenza tempo prima di quel giorno.

 


[1] Matt. 10:28

[2] Matt. 27:20

[3] Matt. 9:17

[4] 2 Tess. 1:9

[5] 1 Cor. 5:5

[6] 1 Tess. 5:3