Spiegazione di alcuni passi presi dagli Avventisti per sostenere l’annichilimento dei malvagi

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Gli Avventisti quando si trovano davanti a dei passi che dicono chiaramente che gli empi saranno tormentati per l’eternità ricor­rono a ogni sorta di discorso ingannevole, facendo uso delle Scritture per fare apparire la loro dottrina vera.

Adesso vedremo alcuni di questi passi presi da loro.

Nei Salmi troviamo scritto: “Poiché i malvagi saranno sterminati… gli empi periranno; e i nemici dell’Eterno come grasso d’agnelli, saran consumati e andranno in fumo… L’Eterno… distruggerà tutti gli empi… gli empi germoglian come l’erba e gli operatori d’iniquità fioriscono, per esser distrutti in perpetuo”.[1]

Apparentemente sembrerebbe che i malvagi siano desti­nati a tornare alla non-esistenza come dicono gli Avventisti. Ma in effetti le cose non stanno così, perché vi sono altre Scrittu­re, soprattutto nel Nuovo Testamento, che attestano che come i giusti vivranno eternamente con il Signore nella gioia, così i malvagi vivranno eternamente nel fuoco eterno nel tormento. Le parole nei Salmi mettono in evidenza la fine che i malvagi fanno a motivo della loro malvagità; cioè la distruzione. Essi quando vengono colpiti da Dio, cioè quando vengono fatti morire da Dio spariscono d’in sulla faccia della terra e non si vedono più. Davide spiega questo quando dice: “Io ho veduto l’empio potente, e distendersi come albero verde sul suolo natìo; ma è passato via, ed ecco, non è più”.[2] E’ chiaro che questo “ed ecco non è più” non significa che l’empio non esiste più per niente, ma solo che cessa di esistere sulla terra fisicamente ma continua a vivere nel mondo invisibile e precisamente nell’Ades, nei tormenti. Davide infatti dice sempre nei Salmi: “Gli empi se n’andranno al soggiorno de’ morti…”.[3] E in questo luogo essi attendono la loro risurrezione di giudizio.

Nel libro del profeta Isaia si legge: “I torrenti d’Edom saran mutati in pece, e la sua polvere in zolfo, e la sua terra diven­terà pece ardente. Non si spengerà né notte né giorno, il fumo ne salirà in perpetuo…”,[4] ed anche: “E quando gli adoratori usci­ranno, vedranno i cadaveri degli uomini che si son ribellati a me; poiché il loro verme non morrà, e il loro fuoco non si estin­guerà…”.[5] Gli Avventisti commentando questi passi dicono: ‘Ovviamente gli incendi che hanno consumato le città di Edom (..) si sono spenti da lungo tempo. E’ chiaro dunque che la ‘pece’ di Edom che non si spegnerà né notte né giorno e il fumo che ne salirà in perpetuo, come pure il fuoco che divorerà Gerusalemme senza estinguersi e i cadaveri dei peccatori rosi fuori delle mura di Gerusalemme da vermi che non muoiono e bruciati da un fuoco che non si estingue, sono espressioni metaforiche che significano che l’azione distruttiva degli agenti del giudizio divino non cesserà finché non avrà consumato completamente i peccatori, cioè sarà totale e definitiva. In altri termini sono espressioni che si riferiscono agli effetti del castigo divino, non alla durata. Analo­gamente nell’escatologia del NT le espressioni ‘fuoco inestingui­bile’ e ‘fuoco eterno’ significano fuoco che non si spegnerà finché non avrà svolto appieno la sua azione distruttiva; e le frasi ‘nei secoli dei secoli’ e ‘né notte né giorno’ denotano continuità ininterrotta, ma non eterna. L’eternità del castigo finale dei pecca­tori (…) si riferisce dunque agli effetti del castigo stesso, non alla durata’.[6]

Ma le cose non stanno affatto così perché le parole di giudizio di Isaia contro Edom oltre ad annunciare la rovina del paese di Edom (che si adempì a suo tempo) descrivono pure la punizione che Dio infliggerà a tutti i malvagi in quel giorno, punizione che sarà eterna nella durata. Che sia così lo si deduce dalle parole dette da Isaia poco prima: “Ascolti la terra con ciò che la riempie, e il mondo con tutto ciò che produce! Poiché l’Eterno è indignato contro tutte le nazioni, è adirato contro tutti i loro eserciti; ei le vota allo sterminio… Tutto l’esercito del cielo si dissolve; i cieli sono arrotolati come un libro, e tutto il loro esercito cade…”.[7] E’ evidente che il cielo non si dissolse quando Dio giudicò Edom e tutto l’esercito del cielo non cadde, perché queste sono cose che devono ancora verificarsi quando Dio punirà il mondo per la sua malvagità. Per quanto riguarda le parole di Isaia ricordiamo che queste parole furono prese da Gesù e usate in relazione al fuoco eterno, la geenna, nel quale saranno gettati tutti gli empi alla risurre­zione. Infatti Gesù disse: “E se l’occhio tuo ti fa intoppare, cavalo; meglio è per te entrar con un occhio solo nel regno di Dio, che aver due occhi ed esser gittato nella geenna, dove il verme loro non muore ed il fuoco non si spegne”.[8] Quindi quel fuoco che non si spegnerà né giorno né notte il cui fumo salirà in perpetuo è il fuoco eterno, inestinguibile, prepa­rato da Dio per il diavolo e i suoi angeli e dove saranno gettati anche gli empi. E dato che nella geenna il fuoco non si spegne anche il tormento di coloro che vi saranno gettati non avrà fine. Perché mai tenere un fuoco acceso per l’eternità se il castigo deve essere temporaneo?

Anche per quanto riguarda l’annichilimento del diavolo gli Avven­tisti prendono un passo della Scrittura; esso è il seguente. “Tutti quelli che ti conoscevano fra i popoli restano stupefatti al vederti; tu sei diventato oggetto di terrore e non esisterai mai più”.[9]

Anche in questo caso diciamo che queste parole non possono essere prese per sostenere che il diavolo un giorno cesserà di esistere perché in questo caso si scontrerebbero con quelle dell’Apocalisse che dicono che invece lui sarà tormentato nei secoli dei secoli nel fuoco eterno assieme alla bestia e al falso profeta. Le parole del profeta Ezechiele si riferiscono al giudizio di Dio contro il re di Tiro e non al giudizio di Dio contro Satana: basta considerare le seguenti parole: “Figliuol d’uomo, pronunzia una lamentazione sul re di Tiro… Per l’abbon­danza del tuo commercio, tutto in te s’è riempito di violenza, e tu hai peccato… Con la moltitudine delle tue iniquità, colla disonestà del tuo commercio, tu hai profanato i tuoi santuari…”[10] per rendersi conto di questo. E poi quel “non esisterai mai più” è da intendersi non come annichilimento, ma come smettere di vivere sulla terra e scomparire dalla vista degli uomini.

Dal modo di agire degli Avventisti nell’interpretare questi passi dell’Antico Testamento noi dobbiamo apprendere questa lezione; e cioè che quando si incontrano nell’Antico Testamento dei passi difficili a capire essi devono esser interpretati alla luce del Nuovo Testamento. Perché non ci dobbiamo mai dimenticare che il Nuovo Testamento non solo completa l’Antico, ma anche lo spiega.

 


[1] Sal. 37:9,20; 145:20; 92:7

[2] Sal. 37:35-36

[3] Sal. 9:17

[4] Is. 34:9-10

[5] Is. 66:24

[6] Dizionario di dottrine bibliche, pag. 171

[7] Is. 34:1-2,4

[8] Mar. 9:47-48

[9] Ez. 28:19

[10] Ez. 28:12,16,18