La purificazione delle cose celesti da parte di Cristo avvenne quando lui ascese al cielo

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Il santuario terreno costruito da Mosè raffigurava il santuario celeste secondo che è scritto che esso “è figura e ombra delle cose celesti, secondo che fu detto da Dio a Mosè quando questi stava per costruire il tabernacolo: Guarda, Egli disse, di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte”.[1] Per quanto riguarda la struttura di questo santuario, ci viene detto dalla Scrittura che c’era “un primo tabernacolo, nel quale si trovavano il candeliere, la tavola, e la presentazione de’ pani; e questo si chiamava il Luogo santo. E dietro la seconda cortina v’era il tabernacolo detto il Luogo santissimo, contenente un turibolo d’oro, e l’arca del patto, tutta ricoperta d’oro, nella quale si trovavano un vaso d’oro contenente la manna, la verga d’Aronne che avea fiorito, e le tavole del patto. E sopra l’arca, i cherubini della gloria, che adombravano il propiziatorio….”.[2] Per quanto riguarda le funzioni in esso adempiute sempre la Scrittura ci dice che “essendo le cose così disposte, i sacerdoti entrano bensì continuamente nel primo tabernacolo per compiervi gli atti del culto; ma nel secondo, entra una volta solamente all’anno il solo sommo sacerdote, e non senza sangue, il quale egli offre per se stesso e per gli errori del popolo”.[3] Questo santuario terreno, dopo essere stato eretto, fu purificato mediante il sangue di animali secondo che è scritto: “Difatti, quando tutti i comandamenti furono secondo la legge proclamati da Mosè a tutto il popolo, egli prese il sangue de’ vitelli e de’ becchi con acqua, lana scarlatta ed issopo, e ne asperse il libro stesso e tutto il popolo, dicendo: Questo è il sangue del patto che Dio ha ordinato sia fatto con voi. E parimente asperse di sangue il tabernacolo e tutti gli arredi del culto. E secondo la legge, quasi ogni cosa è purificata con sangue; e senza spargi­mento di sangue non c’è remissione”.[4] Se dunque fu necessario che le cose raffiguranti quelle che sono nei cieli fossero purificate con quei mezzi “le cose celesti stesse doveano esserlo con sacrificî più eccellenti di questi”,[5] dice sempre lo scrittore agli Ebrei. Ed il sacrificio più eccellente trami­te cui le cose celesti stesse dovevano essere purificate è quello di Cristo. Ma possiamo dire che questa purificazione delle cose celesti è cominciata nel 1844 perché in quell’anno, e precisamente il 22 ottobre, Gesù passò dal luogo santo al luogo santissimo per svolgervi la seconda fase del suo ministerio (affinché si adempissero le parole di Daniele 8:14)? Assolutamente no, perché la Scrittura ci insegna che la purificazione delle cose celesti fu compiuta da Cristo quando ascese in cielo, dopo avere compiuto la purificazione dei peccati. I seguenti passi della Scrittura ci attestano questo: “Ma venuto Cristo, Sommo Sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso il tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto con mano, vale a dire, non di questa creazione, e non mediante il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna”;[6] “Poiché Cristo non è entrato in un santuario fatto con mano, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora, al cospetto di Dio, per noi; e non per offrir se stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel santuario con sangue non suo”.[7] Che la purificazione delle cose celesti è avvenuta all’ascensione di Gesù in cielo è anche confermato dal fatto che la purificazione del tabernacolo e dei suoi arredi che compì Mosè nel deserto fu fatta subito dopo la scannatura dell’animale il cui sangue doveva servire alla purificazione del tabernacolo e dei suoi arredi.[8] Per cui se il tabernacolo terreno che era ombra e figura di quello celeste fu purificato subito dopo l’uccisione dell’animale, anche il tabernacolo celeste, quello vero non fatto da mano d’uomo, doveva essere purificato subito dopo l’uccisione di Colui che oltre ad essere ministro di questo santuario, essendo costituito Sommo Sacerdote in eterno, era anche l’Agnello di Dio che doveva essere offerto per compiere la purificazione dei nostri peccati e del santuario celeste. Si tenga però ben presente sin da adesso che Gesù quando ascese al cielo non solo purificò le cose celesti con il suo sangue, dedicando in questa maniera il santuario celeste e i suoi arredi, ma egli entrò anche nel Luogo Santissimo con il suo sangue per acquistarci una redenzione eterna. In altre parole, Cristo quando ascese in cielo non solo fece verso il santuario celeste e i suoi arredi quello che Mosè (e non il sommo sacerdote) aveva fatto verso il santuario terreno e tutti i suoi arredi, cioè la loro aspersione, (Gesù però questa aspersione la fece con il suo proprio sangue e non con sangue di animali) affinché anche il Nuovo Patto fosse dedicato con sangue come lo era stato il Vecchio; ma egli entrò anche nel Luogo Santissimo del santuario celeste con il suo sangue per acquistarci la nostra salvezza cioè compì quello che in terra era fatto dal sommo sacerdote ogni anno quando entrava con il sangue di animali nel Luogo Santissimo del santuario terreno per compiere l’espiazione dei peccati suoi e del popolo (Gesù però vi entrò con il suo sangue sparso solo per i nostri peccati essendo lui privo di peccato). Questo è qualcosa, fratelli, che dovete tenere ben a mente sin da adesso per comprendere bene gli altri discorsi confutatori che farò fra poco, discorsi che avranno come punti di riferimento o di paragone sia la purificazione del santuario fatta da Mosè che l’espiazione che ogni anno compiva il sommo sacerdote entrando nel Luogo Santissimo.

 


[1] Ebr. 8:5; cfr. Es. 25:8-9,40; 27:8

[2] Ebr. 9:2-5

[3] Ebr. 9:6-7. Queste parole, essendo state scritte quando il tabernacolo eretto nel deserto non esisteva più perché era stato sostituito dal tempio di Gerusalemme, si riferiscono alle funzioni che venivano adempiute in quest’ultimo che quanto alla struttura ricalcava quella del tabernacolo nel deserto.

[4] Ebr. 9:19-22

[5] Ebr. 9:23

[6] Ebr. 9:11-12. Nella Nuova Riveduta il passo è stato tradotto così: “Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d’uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna”. Come potete vedere nella Nuova Riveduta al posto di “santuario” c’è “luogo santissimo”.

[7] Ebr. 9:24-25

[8] Cfr. Lev. 8:15