Il giudizio investigativo attacca la salvezza per grazia

Gli Avventisti del Settimo Giorno – Indice  >  La purificazione del santuario e il giudizio investigativo  >  Il giudizio investigativo  >  Il giudizio investigativo attacca la salvezza per grazia

Il giudizio investigativo è da rigettare perché così come lo intendono gli Avventisti attacca la salvezza per grazia e la certezza della salvezza che possiede il credente. Ecco due dichiarazioni avventiste che confermano ciò.

Ellen G. White disse: ‘Nel registro del cielo, il perdono è segnato accanto ai nomi di coloro che si sono pentiti dei propri peccati e che per fede hanno reclamato il sangue di Cristo come loro sacrificio espiatorio. Resi partecipi della giustizia di Cristo, i loro caratteri rispondono alle esigenze della legge di Dio, i loro peccati sono cancellati, ed essi sono ritenuti degni della vita eterna’.[1] Questo significa che la cancellazione dei peccati dei credenti avverrà alla fine del giudizio investigativo tenuto nei loro confronti a condizione che essi si siano dimostrati fedeli alla legge di Dio (e tenete presente che di questa legge fa parte l’osservanza del sabato perché, come abbiamo prima visto, la regola che sarà usata nel giudizio è la legge dei dieci comandamenti).

William Henry Branson (che fu presidente della Conferenza Generale della Chiesa Avventista dal 1950 al 1954) ha detto: ‘Un Cristiano che per mezzo della fede in Gesù Cristo ha fedelmente osservato le richieste della legge sarà assolto [nel giudizio investigativo]; non c’è nessuna condanna perché la legge non trova nessun sbaglio in lui. Se invece si trova che uno ha infranto persino un singolo precetto, e questa trasgressione non è confessata egli sarà trattato come se avesse infranto tutti e dieci’.[2]

Come potete vedere secondo gli Avventisti ad un credente i pecca­ti saranno cancellati se dopo il giudizio investigativo sarà trovato che avrà osservato la legge, ossia i dieci comandamenti (e vi ricordo di nuovo che tra essi c’è pure il comandamento di osservare il sabato giudaico). E questo perché ‘la legge dei dieci comandamenti è la regola secondo la quale gli uomini saranno giudicati’.[3] Un solo precetto infranto della legge non confessato non può fare assolvere il credente! Non c’è che dire; gli Avventisti sono come i Galati che dopo avere iniziato per lo Spirito volevano raggiungere la perfezione con la carne osservando la legge. Ma che scrisse loro Paolo? “O Galati insensati, chi v’ha ammaliati, voi, dinanzi agli occhi de’ quali Gesù Cristo crocifisso è stato ritratto al vivo?…Voi che volete esser giustificati per la legge, avete rinunziato a Cristo; siete scaduti dalla grazia”.[4] Ma non hanno mai letto gli Avventi­sti che per le opere della legge – mettiamo molta enfasi in questo caso sull’osservanza del sabato, cioè del quarto comandamento del decalogo – nessuna carne sarà giustificata nel cospetto di Dio? Ma non sanno gli Avventisti che “non v’è dunque ora alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù”?[5] In sostanza, e qui mi rivolgo a voi o Avventisti ma non sapete che la salvezza è per grazia e che pensare dopo aver creduto di potere essere giustificati mediante l’osservanza della legge è un affronto all’opera di espiazione di Cristo compiuta una volta per sempre affinché mediante la sola fede in lui ci fosse messa in conto la giustizia di Dio? [6]

Attenzione dunque quando si sente parlare della salvezza agli Avventisti; perché se da un lato essi affermano che essa è per grazia, dall’altro posticipano la cancellazione dei peccati di coloro che credono al termine del giudizio investigativo, cancellazione che per verificarsi occorre che il perdonato osservi tutta la legge. In sostanza è come se gli Avventisti dicessero a coloro che hanno creduto in Cristo; sì siete stati perdonati ma i vostri peccati vi saranno cancellati in futuro se osserverete il sabato, ecc. In particolare il precetto del sabato perché la White lo ‘vide’ circondato di un alone di gloria. Chi non lo osserva e non confessa questa sua inosservanza che è un peccato, verrà radiato dal libro della vita!!

Al che viene da domandarsi; se le cose stanno così come fa un credente a stare di buon animo? Come fa un credente ad essere sicuro in ogni momento di essere salvato e che i suoi peccati sono stati dimenticati da Dio? Non può. Dunque, questa dottrina del giudizio investigativo è veramente molto insidiosa.[7] Aborritela, perché essa tende a far pensare che la cancellazione dei nostri peccati ancora non è avvenuta e che avverrà solo quando nei nostri confronti sarà compiuto il giudizio investigativo la cui regola sarà la legge, ed a condizione che avremo osservato tutta la legge che non mi stanco di ricordarvi comprende il comandamento del sabato (che gli Avventisti esaltano all’inverosimile quando ne parlano). Nessuno vi seduca fratelli, voi quando avete creduto avete ottenuto la remissione dei peccati per cui i vostri peccati vi sono stati cancellati. State di buon animo; studiatevi di piacere a Dio in ogni cosa e di confessare a lui i vostri peccati affinché egli vi purifichi.

 


[1] Ellen White, op. cit., pag. 352-353

[2] Branson William H., The Drama of the Ages [Il Dramma delle Età], Nashville 1950, pag. 351; citato da Hoekema, op. cit., pag. 157. Il testo inglese è il seguente: ‘A Christian who through faith in Jesus Christ has faithfully kept the law’s requirements will be acquitted [in the investigative judgment]; there is no condemnation, for the law finds no fault in him. If, on the other hand, it is found that one has broken even a single precept, and this transgression is unconfessed, he will be dealt with just as if he had broken all ten’.

[3] Dizionario di dottrine bibliche, pag. 189

[4] Gal. 3:1; 5:4

[5] Rom. 8:1

[6] Gli Avventisti sapendo che vengono accusati di essere stati ammaliati come i Galati cercano di difendersi da questa accusa in svariate maniere. Charles Gerber per esempio dice: ‘Questo non vuol dire che, giustificati e ricondotti all’obbligo di osservare i comandamenti di Dio, noi siamo posti sotto la legge; non siamo sotto la legge, ma con la legge’ (Charles Gerber, Dal tempo all’eternità, pag. 194). E Giovanni Leonardi gli fa eco affermando: ‘… per gli Avventisti l’ubbidienza a Dio attraverso il rispetto della legge non rappresenta affatto una ricerca legalistica di salvezza per mezzo delle opere’ (Giovanni Leonardi, ‘La legge nella prospettiva avventista’ in Adventus n° 1, 1988, pag. 51). Ma tutte queste parole non sono affatto in armonia con ciò che essi insegnano sul giudizio investigativo. Difatti, come abbiamo visto, coloro che vengono sottoposti al giudizio investigativo saranno mantenuti scritti nel, o cancellati dal, libro della vita se avranno o meno osservato la legge dei dieci comandamenti, tra cui primeggia il comandamento relativo al sabato. Senza poi parlare del fatto che prima del ritorno di Cristo, quindi in pieno periodo di grazia, chi ha creduto in Cristo se non osserverà il sabato sarà condannato alla distruzione. No, gli Avventisti non convincono affatto quando parlano della loro posizione nei riguardi della legge. Sono ambigui; ho potuto riscontrarlo personalmente. E questa ambiguità non è altro che la conseguenza nefasta dell’accettazione degli scritti della White come scritti ispirati. Difatti sono le parole della White che costringono gli Avventisti, volenti o nolenti, a cercare di conciliare la grazia con l’osservanza della legge, cosa che è impossibile perché Paolo dice che “ora, però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata una giustizia di Dio” (Rom. 3:21), vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù. Sì, la legge è buona, ma “se uno l’usa legittimamente” (1 Tim. 1:8), ma gli Avventisti non la usano legittimamente perché di essa si usano per imporre il sabato, la decima e i precetti sui cibi. Imposizioni che inevitabilmente fanno ricadere i credenti sotto la legge.

[7] In Questions on Doctrine, gli autori rendendosi conto che la dottrina del giudizio investigativo non può non preoccupare seriamente il credente sul suo destino, per rassicurare il lettore dicono: ‘Quando Dio perdona i nostri peccati e ci dà la certezza nella Sua Parola che essi sono perdonati, noi non abbiamo bisogno di preoccuparci circa il futuro. E’ vero che ci sarà un giudizio in cui i peccati degli uomini saranno trattati. Ma quel bisogno non causa nessuna preoccupazione nel figliolo di Dio….’ (Questions on Doctrine, pag. 119). Al che vorremmo domandare a costoro: come possono dire una cosa simile quando la White affermò con estrema chiarezza: ‘Se qualcuno ha tuttora segnati nei libri dei peccati di cui non si è pentito e che perciò non sono stati rimessi, il suo nome viene radiato dal libro della vita, e la registrazione delle sue buone azioni è cancellata dal libro delle memorie di Dio’ (Il gran conflitto, pag. 352)? Come può un credente stare tranquillo quando i suoi peccati di cui si è pentito sono ancora registrati in cielo e verranno cancellati solo se il suo carattere risponderà alla legge di Dio? E’ come se gli venisse detto: guarda tu hai creduto, ma non illuderti, perché i tuoi peccati saranno cancellati e dimenticati da Dio solo se osserverai in tutto e per tutto la legge di Dio, e gli autori di Questions on Doctrine affermano che egli non ha bisogno di preoccuparsi!!