Perché Dio ordinò di osservare il sabato, che cosa rappresentava il sabato e quale era la punizione in cui incorreva chi lo violava

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Ora, fratelli, fermo restando che il comandamento divino di osservare il sabato, secondo la legge data agli Israeliti per mezzo di Mosè, é santo, giusto e buono e non é per nulla da disprezzare, voi dovete sapere che a noi che siamo in Cristo non é ordinato di osservare il sabato come invece fu ordinato di fare ad Israele nel deserto. Prima però di passare a spiegare le ragioni per cui questo obbligo non è più per noi, vogliamo spiegare, mediante le Scritture, perché Dio ordinò agli Israeliti di osservare il sabato, che cosa esso rappresenta nell’alleanza fatta da Dio con gli Israeliti, e quale era la punizione per chi lo profanava, e come Dio tramite i profeti scongiurò gli Israeliti ribelli a santificarlo.

Tra i dieci comandamenti che Dio scrisse con il suo dito sulle tavole della legge date a Mosè vi era pure questo: “Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fà in essi ogni opera tua; ma il settimo é giorno di riposo, sacro all’Eterno, ch’è l’Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figliuolo, né la tua figliuola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero ch’é dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch’é in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato”.[1] Quindi, la ragione per cui Dio ordinò agli Israeli­ti di santificare il sabato non facendo lavoro alcuno in esso fu perché Egli creò i cieli, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi in sei giorni, ed il settimo giorno si riposò secon­do che é scritto: “Si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta”;[2] e lo santificò secondo che é scritto: “E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta”.[3] Per questo, secondo la legge di Mosè, il sabato é sacro a Dio, e nei profeti Dio lo chiama: “Il mio santo giorno”.[4]

Il sabato era un segno fra Dio e gli Israeliti secondo che Dio disse: “Esso é un segno perpetuo fra me e i figliuoli d’Israele”,[5] (come lo era anche la circoncisione nella carne), e serviva a fare contraddistinguere il popolo d’Israele, con il quale Dio aveva fatto il patto, da tutti gli altri popoli.

Dio aveva santificato quel giorno e ordinò agli Israeliti di santificarlo non lavorando in esso; perciò chi avrebbe lavorato di sabato avrebbe profanato quel santo giorno attirandosi l’ira di Dio su di sé. E’ bene ricordare, a tale riguardo, che la punizione per chi profanava il sabato, lavorando in esso, era la morte perché Dio disse: “Osserverete dunque il sabato, perché è per voi un giorno santo; chi lo profanerà dovrà esser messo a morte; chiunque farà in esso qualche lavoro sarà sterminato di fra il suo popolo”.[6] Come potete vedere per chi infrangeva questo ordine relativo al sabato non vi erano sacrifici espiatori che egli poteva offrire per essere perdonato. A conferma di quanto qui sopra scritto vi ricordo ciò che avvenne nel deserto ad un uomo che fu trovato a raccogliere legna in giorno di sabato. E’ scritto: “Or mentre i figliuoli d’Israele erano nel deserto, trovarono un uomo che raccoglieva delle legna in giorno di saba­to. Quelli che l’aveano trovato a raccogliere le legna lo mena­rono a Mosè, ad Aaronne e a tutta la raunanza. E lo misero in prigione, perché non era ancora stato stabilito che cosa gli si dovesse fare. E L’Eterno disse a Mosè: ‘Quell’uomo dev’esser messo a morte; tutta la raunanza lo lapiderà fuori del campo’. Tutta la raunanza lo menò fuori del campo e lo lapidò; e quello morì, secondo l’ordine che l’Eterno avea dato a Mosè”.[7]

Dopo che gli Israeliti presero possesso della terra promessa violarono il comandamento del sabato, e Dio li ammonì svariate volte, tramite i suoi profeti, esortandoli a rispettare quel giorno sacro. Ecco come Dio li esortò tramite Geremia a rispettare il sabato: “Per amore delle anime vo­stre, guardatevi dal portare alcun carico e dal farlo passare per le porte di Gerusalemme, in giorno di sabato; e non traete fuori delle vostre case alcun carico e non fate lavoro alcuno in giorno di sabato; ma santificate il giorno del sabato, com’io comandai ai vostri padri”,[8] ed ecco come Egli tramite il profeta Isaia, promise di benedire il suo popolo se avesse smesso di trasgredire il sabato: “Se tu trattieni il piè per non violare il sabato facendo i tuoi affari nel mio santo giorno; se chiami il sabato una delizia, e venerabile ciò ch’è sacro all’Eterno, e se onori quel giorno anziché seguir le tue vie e fare i tuoi affari e discuter le tue cause, allora troverai la tua delizia nell’Eterno; io ti farò passare in cocchio sulle alture del paese, ti nutrirò della eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca dell’Eterno ha parlato”.[9] Nel caso invece gli Israeliti non avessero smesso di profanare il sabato Dio li avrebbe puniti: ecco come Dio con altrettanta chiarezza avvertì gli Israeliti della punizione che sarebbe piombata su di loro nel caso avessero perseverato nella loro caparbietà di cuore: “Ma, se non mi date ascolto e non santificate il giorno del sabato e non v’astenete dal portar de’ carichi e dall’introdurne per le porte di Gerusalemme in giorno di sabato, io accenderò un fuoco alle porte della città, ed esso divorerà i palazzi di Gerusalemme, e non s’estinguerà”.[10]

Per riassumere brevemente quanto detto sul sabato, diciamo che Dio nel deserto, dopo avere tratto il suo popolo Israele fuori dal paese d’Egitto, ordinò agli Israeliti nelle dieci parole di ricordarsi di santificare il sabato; gli disse di ricordarsi del sabato perché essi dovevano già santificarlo dato che quando Dio cominciò a mandare la manna (il che avvenne prima della promulgazione della legge sul Sinai) disse loro: “Domani è un giorno solenne di riposo: un sabato sacro all’Eterno…”.[11] Esso era un segno tra Dio e il suo popolo, e chi lo profanava facendo un qualche lavoro in esso doveva essere messo a morte. Gli Israeliti al tempo dei profeti furono prima ammoniti da Dio perché non santificavano il sabato, e poi fatti sterminare da Dio e portare in cattività perché rifiutarono di santificare il sabato. (Naturalmente Dio ammonì il suo popolo e lo punì anche a motivo di altri suoi peccati).

 


[1] Es. 20:8-11

[2] Gen. 2:2

[3] Gen. 2:3

[4] Is. 58:13

[5] Es. 31:17

[6] Es. 31:14

[7] Num. 15:32-36

[8] Ger. 17:21-22

[9] Is. 58:13-14

[10] Ger. 17:27

[11] Es. 16:23. La White sostiene che gli Israeliti conoscevano il sabato dall’Egitto, quando ancora erano sotto il dominio di Faraone. Questo è insostenibile con la Scrittura che invece dice che Dio fece conoscere il suo sabato ad Israele dopo la sua uscita dall’Egitto. In Ezechiele per esempio è scritto: “E li trassi fuori dal paese d’Egitto, e li condussi nel deserto. Diedi loro le mie leggi e feci loro conoscere le mie prescrizioni, per le quali l’uomo che le metterà in pratica vivrà. E diedi pur loro i miei sabati perché servissero di segno fra me e loro, perché conoscessero che io sono l’Eterno che li santifico” (Ez. 20:10-12), e in Nehemia è scritto: “E scendesti sul monte Sinai e parlasti con loro dal cielo e desti loro prescrizioni giuste e leggi di verità, buoni precetti e buoni comandamenti; e facesti loro conoscere il tuo santo sabato, e desti loro comandamenti, precetti e una legge per mezzo di Mosè, tuo servo; e desti loro pane dal cielo quand’erano affamati, e facesti scaturire acqua dalla rupe quand’erano assetati, e dicesti loro che andassero a prender possesso del paese che avevi giurato di dar loro” (Neh. 9:13-15). Ma la White oltre a questo ha affermato che gli Israeliti in Egitto furono esortati da Mosè ad osservare il sabato se volevano essere liberati e che fu proprio lo sforzo intrapreso per osservare il sabato che portò Faraone a infierire maggiormente contro gli Israeliti. Ecco le parole della White: ‘Durante la loro schiavitù, gli israeliti si erano in parte dimenticati della legge di Dio, allontanandosene. L’osservanza del sabato era in gran parte trascurata, inoltre le imposizioni dei loro sorveglianti rendevano apparentemente impossibile una tale osservanza. Mosè fece comprendere al popolo che l’ubbidienza a Dio era la condizione essenziale per ottenere la salvezza; ma gli oppressori vennero a conoscenza degli sforzi compiuti per ristabilire l’osservanza del sabato. Seriamente allarmato, il sovrano sospettò che gli Israeliti stessero rivoltandosi e abbandonando il lavoro. Pensò che un tale atteggiamento fosse dettato dalla pigrizia, e allora volendo troncare subito quegli intrighi pericolosi, decise di rendere più severa la schiavitù degli israeliti per soffocarne lo spirito di indipendenza’ (Ellen G. White, Conquistatori di pace, pag. 199-200). Anche a riguardo di queste affermazioni diciamo che sono insostenibili con la Scrittura; sono invenzioni della White. Ecco cosa troviamo scritto nel libro dell’Esodo: “Dopo questo, Mosè ed Aaronne vennero a Faraone, e gli dissero: ‘Così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele: Lascia andare il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto’. Ma Faraone rispose: ‘Chi è l’Eterno, ch’io debba ubbidire alla sua voce e lasciar andare Israele? Io non conosco l’Eterno, e non lascerò affatto andare Israele’. Ed essi dissero: ‘L’Iddio degli Ebrei si è presentato a noi; lasciaci andare tre giornate di cammino nel deserto per offrir sacrifizi all’Eterno, ch’è il nostro Dio, onde ei non abbia a colpirci con la peste o con la spada’. E il re d’Egitto disse loro: ‘O Mosè e Aaronne, perché distraete il popolo dai suoi lavori? Andate a fare quello che vi è imposto!’ E Faraone disse: ‘Ecco, il popolo è ora numeroso nel paese, e voi gli fate interrompere i lavori che gli sono imposti’. E quello stesso giorno Faraone dette quest’ordine agli ispettori del popolo e ai suoi sorveglianti: ‘Voi non darete più, come prima, la paglia al popolo per fare i mattoni; vadano essi a raccogliersi della paglia! E imponete loro la stessa quantità di mattoni di prima, senza diminuzione alcuna; perché son de’ pigri; e però gridano dicendo: Andiamo a offrir sacrifizi al nostro Dio! Sia questa gente caricata di lavoro; e si occupi di quello senza badare a parole di menzogna’. Allora gl’ispettori del popolo e i sorveglianti uscirono e dissero al popolo: ‘Così dice Faraone: Io non vi darò più paglia. Andate voi a procurarvi della paglia dove ne potrete trovare, perché il vostro lavoro non sarà diminuito per nulla’. Così il popolo si sparse per tutto il paese d’Egitto, per raccogliere della stoppia invece di paglia. E gli ispettori li sollecitavano dicendo: ‘Compite i vostri lavori giorno per giorno, come quando c’era la paglia!’ E i sorveglianti de’ figliuoli d’Israele stabiliti sopra loro dagli ispettori di Faraone, furon battuti; e fu loro detto: ‘Perché non avete fornito, ieri e oggi come prima, la quantità di mattoni che v’è imposta?’ Allora i sorveglianti dei figliuoli d’Israele vennero a lagnarsi da Faraone, dicendo: ‘Perché tratti così i tuoi servitori? Non si dà più paglia ai tuoi servitori, e ci si dice: Fate de’ mattoni! ed ecco che i tuoi servitori sono battuti, e il tuo popolo è considerato come colpevole!’ Ed egli rispose: ‘Siete dei pigri! siete dei pigri! Per questo dite: Andiamo a offrir sacrifizi all’Eterno. Or dunque andate a lavorare! non vi si darà più paglia, e fornirete la quantità di mattoni prescritta’. I sorveglianti de’ figliuoli d’Israele si videro ridotti a mal partito, perché si diceva loro: ‘Non diminuite per nulla il numero de’ mattoni impostovi giorno per giorno” (Es. 5:1-19). Non è abbastanza chiara la ragione per cui Faraone si mise a dire agli Israeliti che erano pigri? E’ così difficile a capire che l’osservanza del sabato in tutta la storia non c’entra per nulla?