L’imposizione della decima

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La dottrina avventista

Anche sotto la grazia vige il precetto della decima.

Gli Avventisti del Settimo giorno ordinano di pagare la decima delle proprie entrate per l’opera di Dio. Ecco come essi sostengono il pagamento obbligato­rio della decima sotto la grazia: ‘Gli Atti ci informano (4:32) che la comunità di Gerusalemme ha praticato per i primi anni, un economato totale; tutti i beni venivano consacrati a Dio e usati per la comunità e l’evangelizzazione. Col passare degli anni però, a mano a mano che si approfondiva il ruolo e la funzione della chiesa rispetto ad Israele, si iniziò a riflettere sul significato delle leggi dell’AT per i cristiani e si arrivò a dare tutto il peso dovuto alla dichiarazione di Gesù in Mt 23:23 e a comprendere appieno la validità del principio della decima nel nuovo patto. D’altronde Gesù stesso (vedi Lc 10:7 e Mt 10:10) parlando dei discepoli e del loro sostentamento, aveva utilizzato l’espressione ‘l’operaio è degno della sua mercede’ che è ripresa (come concetto) da Num 18:31, dove si parla delle decime date ai Leviti in contraccambio del loro servizio nel Tempio. Questo detto viene ampiamente commentato da Paolo in 1 Cor 9:1-14 dove è chiara l’equivalenza tra coloro che predicano l’evangelo a pieno tempo e i Leviti (vedi vv 13,14) (…) Quindi, anche se eviden­temente i cristiani non ammettevano più la distinzione dell’AT tra ‘clero’ e ‘laicato’, ma accettavano il sacerdozio universale, tuttavia è chiaro che il principio della decima cominciò ben presto a venire applicato a beneficio di coloro che predicavano l’evangelo e si occupavano delle comunità (forse già in 1 Tim 5:17,18, che cita Lc 10:7!)…’.[1] Come potete vedere gli Avventisti ritengono che sia nelle parole di Gesù “l’operaio è degno della sua mercede” che in quelle di Paolo relativamente al diritto nell’Evangelo che hanno coloro che predicano l’Evangelo, è sottinteso il pagamento della decima da parte dei fedeli. Pagamento che facciamo presente, per gli Avventisti è tra le condizioni d’ingresso nella chiesa infatti chi decide di farsi battezzare nel loro mezzo deve promettere che pagherà un decimo su tutte le sue entrate.[2]

Naturalmente anche a proposito della decima essi si basano su quello che insegnava la White la quale disse: ‘Oltre alla decima, il Signore chiede le primizie di ogni nostra rendita’[3] ed ancora: ‘Egli mette le sue ricchezze nelle mani degli uomini, ma chiede che un decimo di esse sia messo fedelmente da parte, per la sua opera. Egli chiede che questa porzione sia deposta nel suo tesoro; gli deve essere restituita perché sua, è sacra e deve servire a scopi sacri…’.[4]

 


[1] Dizionario di dottrine bibliche, pag. 101-102

[2] Rolando Rizzo va fiero dell’imposizione della decima da parte della Chiesa Avventista perché è a motivo di essa che gli Avventisti risultano statisticamente i più generosi nel mondo religioso. Ecco quello che egli dice: ‘Tutte le chiese insegnano la generosità, ma la Chiesa Avventista è, crediamo, l’unica comunità delle sue dimensioni che pone la decima tra le condizioni d’ingresso e, sicuramente, nell’Avventismo si incontra statisticamente il più alto volume di generosità esistente nel mondo religioso: è uno dei fattori fondamentali della sua espansione e della solidità delle sue strutture’ (Rolando Rizzo, L’identità avventista, pag. 77). Naturalmente questo discorso non tiene minimamente conto della Parola di Dio che non impone la decima sotto la grazia, ma dice che ognuno deve dare secondo che ha deliberato in cuor suo, non per forza, né di malavoglia perché Dio ama un donatore allegro (cfr. 2 Cor. 9:7). Ed inoltre non tiene conto del fatto incontestabile che molti Avventisti danno la decima ‘mormorando’, cioè di malavoglia, il che significa che gran parte di questo alto volume di generosità di cui parla il Rizzo non proviene da un cuor allegro ma da un cuore scontento. Meglio ricevere poco da credenti contenti di dare per l’opera di Dio, che ricevere tanto da credenti che danno solo per forza, di malavoglia (perché minacciati di maledizione nel caso ‘deruberanno’ Dio della decima).

[3] Ellen G. White, I tesori delle testimonianze, Impruneta, Firenze 1988, Vol. III, pag. 21

[4] Ellen G. White, op. cit., pag. 22