La Parola di Dio non vieta l’uso del vino e delle bevande alcoliche

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Che cosa dice la Scrittura a proposito del vino e delle bevande alcoliche? La Scrittura mette in guardia dal vino e dalle bevande alcoliche ma non ordina di non bere né vino e neppure bevande alcoliche. Gli avvertimenti sono molteplici; ne citerò alcuni. Nei Proverbi è scritto: “Non esser di quelli che son bevitori di vino, che son ghiotti mangiatori di carne; ché il beone ed il ghiotto impoveriranno e i dormiglioni n’andran vestiti di cenci”,[1] e: “Per chi sono gli ‘ahi’? per chi gli ‘ahimè’? per chi le liti? per chi i lamenti? per chi le ferite senza ragione? per chi gli occhi rossi? Per chi s’indugia a lungo presso il vino, per quei che vanno a gustare il vin drogato. Non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla nel calice e va giù così facilmente! Alla fine, esso morde come un serpente e punge come un basilisco. I tuoi occhi vedranno cose strane, e il tuo cuore farà dei discorsi pazzi. Sarai come chi giace in mezzo al mare, come chi giace in cima a un albero di nave. Dirai: ‘M’hanno picchiato… e non m’han fatto male; m’hanno percosso… e non me ne sono accorto; quando mi sveglierò?… tornerò a cercarne ancora!”.[2] L’apostolo Paolo dice inoltre agli Efesini: “Non v’inebriate di vino, esso porta alla dissolutezza”.[3] E che il vino porta l’uomo ad agire in maniera dissoluta è dimostrato dall’esempio di Noè che “bevve del vino e s’inebriò e si scoperse in mezzo alla sua tenda”,[4] e da quello di Lot che inebriato di vino dalle sue due figlie permise loro di giacersi con lui e non s’accorse neppure quando esse si giacquero con lui e si levarono.[5]

Vediamo adesso alcuni passi che permettono l’uso moderato o saggio del vino e delle bevande alcoliche. Nei Proverbi si legge: “Il vino è schernitore, la bevanda alcoolica è turbolenta, e chiunque se ne lascia sopraffare non è savio”.[6] Si noti che non viene detto che chi beve o il vino o una bevanda alcolica non è savio, ma chi si lascia sopraffare dal vino o dalla bevanda alcolica, cioè chi si lascia dominare da esse e si dà ad esse. E che il vino è permesso gustarlo è confermato da Paolo quando dice a Timoteo: “Non continuare a bere acqua soltanto, ma prendi un poco di vino a motivo del tuo stomaco e delle tue frequenti infermità”,[7] e a Tito che il vescovo non deve esser dedito al vino,[8] e che le donne attempate non devono essere “dedite a molto vino”.[9]

E che sia il vino che le bevande alcoliche siano permessi è confermato pure dalla legge che dice: “Avrete cura di prelevare la decima da tutto quello che produrrà la tua semenza, da quello che ti frutterà il campo ogni anno. Mangerai, nel cospetto dell’Eterno, del tuo Dio, nel luogo ch’egli avrà scelto per dimora del suo nome, la decima del tuo frumento, del tuo mosto, del tuo olio, e i primi parti de’ tuoi armenti e de’ tuoi greggi, affinché tu impari a temer sempre l’Eterno, l’Iddio tuo. Ma se il cammino è troppo lungo per te, sì che tu non possa portar colà quelle decime, essendo il luogo che l’Eterno, il tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome troppo lontano da te (perché l’Eterno, il tuo Dio, t’avrà benedetto), allora le convertirai in danaro, terrai stretto in mano questo danaro, andrai al luogo che l’Eterno, il tuo Dio, avrà scelto, e impiegherai quel danaro a comprarti tutto quello che il cuor tuo desidererà: buoi, pecore, vino, bevande alcooliche, o qualunque cosa possa più piacerti; e quivi mangerai nel cospetto dell’Eterno, del tuo Dio, e ti rallegrerai: tu con la tua famiglia”.[10] Si noti che tra le cose che Dio permise ad un Ebreo di comprare con il denaro della decima ci sono il vino e le bevande alcoliche. Ecco perché Paolo non ha vietato l’uso del vino perché lui sapeva che la legge non lo condannava.[11] Anche a riguardo del tè e del caffè vale lo stesso discorso che per il vino e le bevande alcoliche; il loro uso moderato è consentito dalla Parola di Dio.

 


[1] Prov. 23:20-21

[2] Prov. 23:29-35

[3] Ef. 5:18

[4] Gen. 9:21

[5] Cfr. Gen. 19:30-38

[6] Prov. 20:1

[7] 1 Tim. 5:23

[8] Cfr. Tito 1:7 e 1 Tim. 3:3. Dei diaconi Paolo dice che non devono essere “proclivi a troppo vino” (1 Tim. 3:8)

[9] Tito 2:3

[10] Deut. 14:22-26

[11] Rolando Rizzo, commentando le sopracitate parole di Deuteronomio, dice: ‘Le bevande alcoliche ci sono, però, perché? Ci sono semplicemente perché esse facevano parte delle feste del tempo come delle feste del tempo, facevano parte carni di pecore e di buoi. L’autore ispirato era un uomo del suo tempo, quando parlava, non in tutto era chiamato da Dio a superare il suo tempo (…) sia perché non era necessario, sia perché non era opportuno’ (Rolando Rizzo, Stretti Sentieri di libertà, pag. 44). Dunque Mosè permise l’uso del vino e delle bevande alcoliche perché non era opportuno né necessario superare il suo tempo; insomma le sue parole erano il frutto della cultura ebraica di quel tempo. Il fatto è però che né Gesù e neppure gli apostoli più di mille anni dopo hanno ritenuto opportuno ‘superare il tempo’ di Mosè in questione di vino e bevande alcoliche. Dunque il permesso non fu abolito. Ma purtroppo quello che né Gesù e né gli apostoli vietarono di bere fu vietato dalla White che quale ‘profetessa ispirata’ degli ultimi tempi ha ritenuto opportuno ‘superare il tempo’ di Mosè, di Gesù e degli apostoli. La White però così facendo ha imitato un’altra profetessa cioè Izebel che pensò anche lei di ‘superare’ il tempo di Mosè, di Gesù e degli apostoli insegnando a fornicare e a mangiare cose sacrificate agli idoli!