Alcune considerazioni sull’osservanza del sabato

Gli Avventisti del Settimo Giorno – Indice  >  L’imposizione del sabato e della decima, e il divieto di mangiare alcuni cibi e di bere alcune bevande  >  L’imposizione del sabato  >  Alcune considerazioni sull’osservanza del sabato

Ora, gli Avventisti sono chiamati anche Sabatisti a motivo del loro attaccamento al quarto comandamento del Decalogo che pre­scrive la santificazione del giorno del riposo, ossia del settimo giorno della settimana che è il sabato. Quando si parla con loro nascono subito grandi discussioni attorno al sabato perché esso è al centro del loro messaggio e vogliono per forza di cose che anche noi lo osserviamo. Ma come abbiamo visto prima, il giorno del riposo che Dio ordinò agli Israeliti di osservare era un ombra del vero riposo di Dio difatti Paolo dice ai Colossesi: “Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, o a novilunî o a sabati, che sono l’ombra di cose che doveano avve­nire; ma il corpo è di Cristo”.[1] Come potete vedere tra le cose che sono ombra di cose che dovevano avvenire ci sono anche prati­che relative a vivande e l’osservanza delle feste giudaiche e dei novilunî, e non solo i sabati. Questa è la ragione per cui gli Avventisti del settimo giorno vengono inevitabilmente – e a giusta ragione dobbiamo dire – giudicati dalla maggior parte dei credenti; perché non solo essi si sono messi ad osservare il sabato e a fare osservare il sabato (che era solo un ombra di ciò che doveva avvenire come le feste giudaiche), pensando in questo modo di raggiungere la perfezione del loro carattere, ma anche perché essi non osservano le feste giudaiche e i novilunî come prescrive la legge di Mosè. Infatti secondo la legge, oltre al sabato Dio aveva espressamente comandato di celebrare la festa degli azzimi (la Pasqua),[2] quella della mietitura (la Pentecoste) e quella della raccolta (delle Capanne) secondo che è scritto nell’Esodo: “Tre volte all’anno mi celebrerai una festa. Osserve­rai la festa degli azzimi. Per sette giorni mangerai pane senza lievito, come te l’ho ordinato, al tempo stabilito del mese di Abib, perché in quel mese tu uscisti dal paese d’Egitto; e nessu­no comparirà dinanzi a me a mani vuote. Osserverai la festa della mietitura, delle primizie del tuo lavoro, di quello che avrai seminato nei campi; e la festa della raccolta, alla fine dell’an­no, quando avrai raccolto dai campi i frutti del tuo lavoro”.[3] Allora come mai essi non osservano queste feste nella precisa maniera in cui prescrive la legge di Mosè? Essi dicono: perché queste feste ‘erano feste tipiche che prefiguravano l’economia cristiana e perciò avevano valore transitorio, temporaneo, illu­strativo e riguardavano il solo popolo d’Israele’,[4] e furono abolite da Cristo nella sua carne. Ben detto, noi diciamo; ma allora perché imponete l’osservanza del sabato quando anch’esso, assieme alle feste, è ombra di cose avvenire? Voi dite: perché Gesù non venne per abolire la legge o i profeti ma per compierli, difatti Gesù osservò il sabato e non lo abolì. Ma noi diciamo: ‘Ma, se è per questo, Gesù non ha detto neppure di non osservare la Pasqua o la Pentecoste o la festa delle Capanne; tanto è vero per esempio che lui osservò sia la Pasqua che anche la festa delle Capanne. Non è forse vero che lui a Pasqua saliva a Gerusa­lemme secondo il precetto giudaico? Non è forse vero che anche per la festa delle Capanne egli salì a Gerusalemme? Che faremo allora? Ci metteremo ad osservare le feste giudaiche solo perché Gesù le osservò? Così non sia, perché noi non siamo di quelli che vogliono raggiungere la perfezione con la carne. C’è qualcosa comunque che va fatta osservare a proposito del fatto che Gesù osservò il sabato e non disse che era venuto per abolirlo, ed è questa. Un giorno un tale “gli s’accostò e gli disse: Maestro, che farò io di buono per aver la vita eterna? E Gesù gli rispose: Perché m’interroghi tu intorno a ciò ch’è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrar nella vita osserva i comandamenti. Quali? gli chiese colui. E Gesù rispose: Questi: Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dir falsa testimonianza; onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso”.[5] Notate che alla domanda del giovane ricco su cosa egli doveva fare per ereditare la vita eterna Gesù prima gli rispose che se voleva entrare nella vita doveva osservare i comandamenti, e poi che alla specifica domanda del giovane quali erano questi comandamenti a cui Gesù si riferiva, il Signore gliene citò sei di cui cinque fanno parte del Decalogo. Ma tra questi cinque non c’è il comandamento del sabato! E’ significativo questo perché chi rispose così era il Figlio disceso dal cielo, la Parola fatta carne, e tra i comandamenti che citò non c’è quello relativo al sabato. Da come parlano gli Avventisti invece pare che per entrare nella vita occorre osservare soprattutto il sabato!!

Al tempo di Paolo c’erano coloro che avevano sovvertito l’Evange­lo costringendo i credenti della Galazia ad osservare tra le altre cose giorni (tra cui appunto il sabato) e mesi ed anni e stagioni, difatti Paolo scrisse loro: “Voi osservate giorni e mesi e stagioni ed anni. Io temo, quanto a voi, d’essermi invano affati­cato per voi”.[6] Ecco come Paolo reagì nel sentir dire che i credenti di Galazia si erano messi di nuovo ad osservare i sabati e le feste giudaiche della legge di Mosè pensando di raggiungere la perfezione in questa maniera! Ma perché dunque Paolo si preoccupò invece di rallegrarsi? Perché lui sapeva che l’osservanza del sabato e delle feste giudaiche non contribuiva affatto a perfe­zionare il credente, ma lo rendeva schiavo delle ombre della legge.

Come sotto la grazia non si devono osservare le feste giudaiche come invece gli Israe­liti erano obbligati ad osservare sotto la legge, nella stessa maniera noi non siamo obbligati ad osservare il sabato come face­vano gli Israeliti sotto la legge. Se escludiamo le feste dobbia­mo escludere anche il sabato: e se ammettiamo che bisogna osser­vare il sabato allora si deve ammettere che si devono osservare anche le feste giudaiche, anzi diremo che si deve osservare tutta quanta la legge. Perché tutta? Perché Paolo ai Galati dice a colui che si fa circoncidere che “egli è obbligato ad osservare tutta quanta la legge”,[7] e noi siamo persuasi che se questo obbli­go è valido per un credente che vuole osservare la circoncisione è altresì valido per gli Avventisti che vogliono osservare il sabato come dice la legge.

Ma a proposito di questa osservanza del sabato, gli Avventisti sono chiamati ad osservare il sabato proprio come prescrive la legge? Stando a quanto disse la White la risposta è no. Infatti ella disse a proposito di quell’uomo che in giorno di sabato uscì a raccogliere della legna nel deserto e circa la proibizione di accendere il fuoco in giorno di sabato quanto segue: ‘Un ebreo, adirato per essere stato escluso dalla terra di Canaan, decise di sfidare la legge di Dio andando a raccogliere la legna di sabato. Durante il soggiorno nel deserto era rigidamente proibito accendere del fuoco nel settimo giorno, d’altra parte non era necessario scaldarsi. Tale ordine fu revocato nella terra di Canaan dove il clima rigido rendeva necessari i fuochi. L’azione di quell’uomo costituiva una violazione deliberata del quarto comandamento; alla base di tale peccato non v’era quindi né trascuratezza né ignoranza, ma presunzione’.[8] No, non è affatto come dice la White perché Dio nella legge disse chiaramente: “Sei giorni si dovrà lavorare, ma il settimo giorno sarà per voi un giorno santo, un sabato di solenne riposo, consacrato all’Eterno. Chiunque farà qualche lavoro in esso sarà messo a morte. Non accenderete fuoco in alcuna delle vostre abitazioni il giorno del sabato”.[9] Dunque, il fuoco non poteva essere acceso né nelle tende nel deserto, e neppure nelle case quando gli Israeliti sarebbero entrati nella terra di Canaan. Né per mangiare e neppure per scaldarsi. Faccio notare che Dio non disse che gli Israeliti non potevano riscaldarsi con il fuoco, ma solo che il fuoco non doveva essere acceso in giorno di sabato. Per cui essi avrebbero potuto accenderlo prima che iniziasse il sabato.[10] Stando così le cose sull’osservanza del sabato possiamo dire che gli Avventisti sono un po’ come quelli che imponevano la circoncisione ai credenti della Galazia perché vogliono costringerci ad osservare il sabato quando loro stessi non l’osservano come prescrive la legge. E’ inutile trincerarsi dietro i vani ragionamenti della White; la legge lo dice chiaramente come deve essere osservato il quarto comandamento, quindi o lo osservano in tutto e per tutto come dice la legge o niente. Ma loro si sono fatti un sabato tutto loro; perché lo stabiliscono loro quello che è lecito e quello che non è lecito fare in giorno di sabato. La seguente storia realmente avvenuta può spiegare meglio delle parole quanto appena detto. Un sabato un credente era uscito a mangiare in un ristorante con un Avventista; dopo avere ambedue mangiato, quando giunse il tempo di pagare i conti, l’Avventista disse: ‘Dato che oggi è sabato non posso pagare!’ Viene dunque da domandarsi perché quell’Avventista accettò di andare a mangiare al ristorante proprio in giorno di sabato con un non avventista! E chissà quante storie di questo genere ci saranno nel mondo intero. Ma non ci si deve meravigliare di ciò perché è risaputo che quando si comincia a comandare di osservare dei giorni, sorgono inevitabilmente dei precetti che vietano di fare in quel giorno anche le cose minime e necessarie. Un esempio che conferma quanto appena detto è quello degli ortodossi ebrei (cioè la frangia di ebrei che è più attaccata alla tradizione dei padri). Nel periodico italiano Lubavitch News[11] in un articolo dedicato allo Shabbath viene citato un elenco di attività vietate di sabato dalla Mishnàh (Ripetizione) che è la codificazione della Toràh orale (così è chiamata la tradizione in ambito ebraico): ‘1) Arare. 2) Seminare. 3) Mietere. 4) Formare covoni. 5) Trebbiare. 6) Ventilare (le biade). 7) Selezionare. 8) Setacciare 9) Macinare. 10) Impastare. 11) Cuocere. 12) Tosare. 13) Sbiancare. 14) Pettinare filati greggi. 15) Tingere. 16) Filare. 17, 18, 19) Operazioni di tessitura. 20) Separare in fili. 21) Fare un nodo. 22) Disfare un nodo. 23) Cucire. 24) Strappare. 25) Tendere trappole o cacciare. 27) Scuoiare. 28) Conciare pelli. 29) Levigare pelli. 30) Rigare. 31) Tagliare secondo forma determinata. 32) Scrivere. 33) Cancellare. 34) Costruire. 35) Demolire. 36) Accendere fuoco. 37) Spegnere. 38) Dare l’ultimo colpo di martello ad un oggetto di nuova costruzione. 39) Portare oggetti da una proprietà privata ad una pubblica (o viceversa)’.[12] Si notino in particolare il divieto di fare un nodo, di disfare un nodo, di scrivere e di cancellare, come anche quello di spegnere la luce o il fuoco; per capire fino a che punto viene imposto dalla tradizione ebraica di osservare il sabato.

Ma oltre a questi precetti ce ne sono altri che vietano di compiere molti atti che non sono compresi nella categoria ‘lavoro’; per esempio viene vietato di usare il telefono, di viaggiare in automobile (in un quartiere ebraico a Gerusalemme le macchine che di sabato ardiscono passarvi vengono prese a sassate dagli ortodossi), e di portare alcunché nelle proprie mani o tasche in ‘luogo pubblico’. E si badi che tutte queste cose vengono vietate dagli ortodossi per santificare il sabato. Come potete dunque vedere gli ortodossi si sono spinti a prescrivere di osservare il sabato oltre i limiti posti dalla legge (dunque a distanza di più di millenovecento anni ci sono tra il popolo ebraico dei religiosi che assomigliano in questo ai Farisei del tempo di Gesù).

Gli Avventisti imponendo l’osservanza del sabato non fanno altro che costringere le persone a giudaizzare; e secondo la Scrittura questa persuasione non viene da colui che ci ha chiamati a liber­tà, perché mette sui credenti un giogo pesante, difficile a porta­re. E costringendo le persone a giudaizzare osservando il sabato fanno ricadere le persone che hanno veramente creduto in Cristo sotto il giogo pesante della legge.

E come vedremo più avanti gli Avventisti non si limitano a imporre il sabato giudaico ma impongono pure l’astensione dai cibi impuri della legge. Tutti precetti questi anch’essi aboliti da Cristo sulla croce. Non è questa una chiara prova che “un pò di lievito fa lievitare tutta la pasta”?[13] Non è questa una dimo­strazione del come se si fa spazio ad un solo precetto della legge di Mosè questo ne porterà con sé anche degli altri? Sì, questa è la lezione che noi impariamo dagli Avventisti del Setti­mo giorno.

 


[1] Col. 2:16-17

[2] Secondo Levitico 23:5-6 la Pasqua era il 14° giorno del primo mese, mentre la festa degli azzimi era il 15° giorno dello stesso mese. Ma secondo Esodo 23:15, Numeri 28:16-25, Deuteronomio 16:1-8 e Luca 22:1 anche la festa degli azzimi è chiamata Pasqua.

[3] Es. 23:14-16

[4] Dizionario di dottrine bibliche, pag. 346

[5] Matt. 19:16-19

[6] Gal. 4:10-11

[7] Gal. 5:3

[8] Ellen G. White, Conquistatori di pace, pag. 324

[9] Es. 35:2-3

[10] Si consideri che molti Ebrei ancora oggi si guardano dall’accendere il fuoco o la luce in casa loro per non trasgredire l’ordine di Dio nella legge. Per quanto riguarda il fuoco, per poter riscaldare i cibi senza accenderlo, mettono una piastra sopra la cucina a gas sotto la quale mantengono una fiammella accesa; mentre per le luci hanno un meccanismo a orologeria che provvede a spegnerle al momento di andare a letto e a riaccenderle la mattina seguente.

[11] I Lubavitch sono una frangia dell’ortodossia ebraica e sono in continuo aumento tra il popolo ebraico. Oltre ai Lubavitch ci sono i gruppi di Bratslav, Belz, Bobov, Ger, Radzyn e Satmar. Gli ortodossi Satmar sono conosciuti per la loro avversione allo Stato d’Israele che ritengono illegale.

[12] Lubavitch News, Marzo – Aprile – Maggio 1986, n° 22, pag. 15-16

[13] 1 Cor. 5:6